19 Dicembre

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Una volta fui così cattivo che scrissi la letterina a Babbo Natale coi ritagli di giornale per non farmi riconoscere.
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M4gny, Twitter



Ha terribilmente sonno: si sente sbattuto come uno scomposto straccio strizzato e abbandonato a morire sul freddo pavimento. In mezzo allo stomaco percepisce un ammasso roteante che continua a capovolgersi sottosopra e a ruggire infastidito.
Oltretutto, è anche un orario dannatamente presto, rispetto ai suoi soliti standard.

Non è stata, però, la sveglia a dargli il buongiorno come oramai accade praticamente quasi tutte le mattine da qualche anno a questa parte. Ma il vocale criptico, e praticamente urlato dal fulminato del suo caro amico Kaminari. Normalmente la sua voce tenta di tenersi su una scala musicale più pacata, quando ci sono alcune circostanze che lo esaltano particolarmente si modifica involontariamente, raggiungendo dei toni striduli in grado di spaccare i timpani.

Gli ha ordinato di raggiungerlo il prima possibile nello stesso bar in cui si vedono spesso anche in compagnia degli altri. In pratica, per intendersi meglio, quello dove si sono trovati a bere soltanto la sera precedente.
Chiaramente lui non dovrebbe perdere tempo con queste probabilissime cazzate, e filarsene dritto dritto a lavorare. Ma lo conosce fin troppo bene, e se lo ignorasse la sua natura demoniaca da stalker represso, non gli permetterebbe di trascorrere neppure un'ora tranquilla.

Ha così subito risposto che si sarebbe trattenuto soltanto per pochi minuti, cioè il tempo strettamente necessario a prendersi un caffè e a dargli l'illusione che lo stia veramente ascoltando.

Katsuki entra nel locale massaggiandosi le tempie, e cercando con lo sguardo di scorgere l'amico. Lo trova seduto da solo a un tavolino, con due enormi croissant al cioccolato appoggiati di fronte a sè. Solo a guardarli, la nausea torna vivacemente a inondargli la gola. Spera con tutto il cuore, che il suo amico abbia una grandissima fame e che una di quelle oscenità zuccherate, non sia invece stata acquistata apposta per lui. Denki dovrebbe ricordarsi che la mattina l'unica cosa che riesce anche solo a vagliare lontanamente di ingerire, è del misero caffè nero bollente.

Scuote la testa, morsicandosi la lingua per evitare di domandargli cosa ci faccia seduto rigido e composto, e con quel ghigno così soddisfatto dipinto sul viso. Ma non può cedere ai suoi giochetti intricati: deve soltanto avere pazienza e limitarsi a ignorarlo.
-Ho mal di testa.- Dichiara laconico, mettendo subito bene in chiaro le cose.

Denki lo guarda sorridendo, con quell'espressione canzonatoria da "io so qualcosa che tu non sai" che proprio l'altro non riesce ad afferrare. Si sposta i lunghi capelli biondi, mettendoli dietro alle orecchie e continuando a guardarlo con interesse.

-Ben arrivato, amico mio. Sei pallido da morire, quindi mi immagino che tu non abbia dormito molto bene ieri notte. Ma oggi puoi ritenerti un uomo dannatamente fortunato, perchè a risollevarti il morale a prezzo totalmente gratuito, ci sono qui io, apposta per te!-.

Katsuki rimane in assoluto silenzio, esaminandolo a fondo. Le iridi gialle sono sgranate e schizzano impazzite ovunque. Il dubbio che durante la notte abbia assunto qualche sostanza stupefacente che gli abbia fottuto definitivamente il poco cervello intatto che aveva, gli sembra un'ipotesi da non poter scartare a priori.

-Come mai mi hai chiamato?- Domanda, con tono incerto. Porgli qualsiasi domanda, è sempre come giocare a una roulette russa con un matto che tiene la pistola in mano, puntata sulla propria tempia.

-Bravo Bakugo! Vedi perchè mi piaci e ci capiamo al volo? Basta farsi domande illogiche, e arriviamo subito dritti al dunque! Sei qui, perchè io devo raccontarti una cosa incredibile.-

Il corpo si avvicina al tavolino e il viso al suo. Anche la tonalità della voce si abbassa, in un atteggiamento talmente intimo e nascosto che gli fanno temere che stia per rivelargli uno scabroso segreto. Il pensiero che abbia ucciso qualcuno e che lo abbia chiamato per aiutarlo a nascondere il cadere, gli balena nel cervello.
-Verso le cinque di questa mattina, stavo vagando tranquillamente qui attorno...-

-Alle cinque?- Domanda, senza riuscire a trattenersi.

-Si.-

-Di questa mattina?-

-Si.-

-Ma cosa diavolo ci facevi in giro da solo, alle cinque di questa mattina?-

-Vuoi stare attento un attimo al discorso, per favore? Non ti perdere in inutili quisquilie. Torniamo a noi... Alle cinque di questa mattina stavo vagano qui attorno, quando ad un tratto mi è apparsa dal nulla, la visione di un ragazzo totalmente nudo.-

-Ah...-

-Camminava infreddolito sul marciapiede, e aveva un'espressione talmente inquieta  sul viso, che l'ho portato a casa mia.-

La mano di Katsuki, va immediatamente ad alzarsi di fronte a loro.
-Bloccati un secondo, fulminato. Ferma subito quella macchinetta dentata che ti ritrovi. Se mi hai chiamato fin qui, svegliandomi un ora prima, soltanto per raccontarmi di come ti sei scopato un barbone, io me ne vado.-

-BakuBro, dovresti imparare a far finire di parlare le persone. Non sempre le cose sono come sembrano.-

-E allora parla, Cristo Santo! Sto diventando vecchio nell'attesa che finisci! Forse tu non te lo ricordi, ma io a differenza tua, normalmente lavoro e il nostro amico in comune....sai, Shoto... quello alto, figo e che vive nel regno di Arendelle... mi darà per morto non vedendomi arrivare in orario in agenzia!-
Il tono della voce arrabbiata, si alza talmente tanto di volume, che alcuni clienti si girano a guardarlo storto. Lo fissano intensamente, redarguendolo al silenzio con solo l'uso dello sguardo.

Katsuki si schiarisce la gola, mormorando delle scuse imbarazzate e abbassando contrariato la testa. Si gira nuovamente verso Denki, digrignando i denti.
-Continua.- Dichiara, trattenendo a stento la rabbia.

-Ho preso questo ragazzo e l'ho portato direttamente a casa mia. L'idea iniziale era soltanto quella di aiutarlo. Non sapeva dove fosse, era confuso e preoccupato. Ma la motivazione principale per cui l'ho fatto, senza che pensi male, anche se, dannazione! E' un figo pazzesco... ma dicevo, la motivazione principale è stata che continuava a chiedermi incessantemente una cosa. Dunque... ti piacerebbe sapere quale?-

Le labbra si sigillano, e un sopracciglio si alza derisorio verso l'alto.  Katsuki sospira, mordendosi l'interno guancia, prima di appoggiarsi meglio alla seggiola e arricciare gli angoli della bocca verso l'alto.
Tanto vale stare al suo gioco demenziale, oramai è già in un ritardo cosmico.

-Ahhhh, muoio dalla voglia di sapere cosa stai per dirmi. Sono venuto fin qui apposta per questo.- Dichiara con tono sarcastico.

-Tu lo conosci Katsuki Bakugo?-

-Meh?- L'espressione sul viso dell'hero è talmente attonita che Denki si ritrova a spiaccicarsi maggiormente sul tavolo e a ripetergli la frase appena detta, sillabandola meglio.

-La domanda è: Tu- lo- conosci- Katsuki- Bakugo?-

Le ciglia chiare sbattono impazzite alcune volte. Il cervello macina veloce l'informazione, per poi riaccendersi in altrettanto poco tempo, di cocente furia.

- Ma non hai trovato di meglio da fare, che chiamarmi a un orario assurdo per poi rifilarmi una cazzata del genere? Sei un vero coglione! Trovati una ragazza, o un ragazzo, o un animale, e dedicati a ognuno di loro, o a tutti e tre insieme!-

Il secondo sopracciglio si alza verso l'alto, e sul corpo di Denki passa una leggera scarica di elettricità.
-Ah, capisco. L'ho visto prima io che tu, e ora hai paura che possa portarti via il tuo fantastico regalo di Natale. Sei geloso.-

-Ma di chi, Sant'Iddio!?!- Sbraita Bakugo, perdendo nuovamente la pazienza.

Un dito va a indicare qualcosa dietro alle sue spalle.
-Di lui, ovviamente.-

Katsuki segue con lo sguardo la direzione indicatagli, trasalendo sorpreso nel trovarsi di fronte a un ragazzo con dei lunghissimi capelli rossi, che è magicamente apparso dal nulla.

Sta annusando l'aria attorno a lui, seguendo probabilmente la scia dolciastra prodotta dalla nitroglicerina. Gli infila il naso in mezzo ai capelli, staccandosi svelto con un enorme sospiro appagato.
-Eccola la persona che stavo cercando disperatamente da ieri sera.... Katsuki Bakugo.-

L'hero si tira indietro, spostandosi da quel corpo immenso e sistemandosi con una mano i capelli schiacciati con la testa, dall'altro ragazzo.
Sbircia confuso il pezzo di manzo vicino a lui, prima di guardare in viso Denki.

-Chi cazzo sarebbe questo?-

-Dimmelo tu a me. Come vedi, non sa niente di sè stesso ma conosce benissimo il tuo nome.-

-Chi cazzo sei?- Domanda Katsuki, prima di emettere un urletto stridulo quando il ragazzo lo abbraccia e se lo stringe per qualche secondo forte al petto.

-Sono Eijiro Kirishima. Il tuo ragazzo.-

-Il mio ragazzo.- Ripete l'hero, grattandosi la punta del naso. -Diamine, sei davvero un gran figo ma sei ovviamente anche completamente pazzo. E lo sei tu, e pure questo idiota che ti sta dando corda.-

Si alza in fretta dalla seggiola, facendola scricchiolare per terra. Le mani sono sudate, e mandano leggere scintille di continuo. E' nervoso e contrariato dallo scherzo di cattivo gusto, e se non si calma un attimo, rischia seriamente di far esplodere tutto il locale.

Kirishima non si scompone dallo scoppio di rabbia, ma lo guarda intensamente. Si esamina i palmi: prova a imitarlo, aprendolo e chiudendoli anche lui.

-Sei così virile.- Dichiara schietto. Le iridi calde si spostano sul suo corpo, esaminandolo languidamente.
-E sei anche molto meglio visto dal vivo. Hai un profumo dolcissimo che trovo a dir poco meraviglioso, e sei persino così bello. E magico... produci scintille come se niente fosse, e mi hai fatto anche nascere, vomitandomi addosso.-

Una risatina nauseata e perplessa lascia la gola di Katsuki. L'hero prende alcune banconote e le appoggia sul tavolo, rimettendosi il portafoglio in tasca.

-Ok, questo è un scherzo. O un incubo. Ma in ogni caso qualsiasi cosa sia, non ci voglio avere nulla a che fare. Adesso devo proprio lasciarvi e andare a lavorare e quindi... adios! A mai più arrivederci.- 

Le mani di Kaminari vanno a strattonare la giacca di Bakugo, bloccandolo sul posto.
-Aspetta, e di lui cosa ne facciamo?-

-Volevi qualcosa di eccitante per Natale, no? Bene. Te lo regalo.- Dichiara con un enorme sorriso sul volto, prima di girarsi e uscire velocemente dalla porta del bar.

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Il nostro dolce Kirishima.
Lo aspettavate così?

Sì lo so, sembrano tutti scemi.
Ma l'allegria ci salverà la vita, no?

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