Sequel
PROLOGO
Era una notte buia di metà novembre e il vento imperversava furiosamente nella Foresta Oscura. In quel luogo era l'unico suono a regnare. Da sempre, la Foresta Oscura era una terra arida, spenta. Morta. Segnata dalla magia oscura e abitata da essa e dalle creature che ne derivano.
Gli alberi erano altissimi e i rami si attorcigliavano tra loro fino a formare una specie di tetto naturale che offuscava la luce derivante dal sole, di giorno, e quella della luna di notte. In pochi si avventuravano lì, che fosse di giorno o di notte. Nessuno, tranne un individuo incappucciato che si era appena materializzato.
Restò immobile per un momento, con gli stivali ben piantati nel terreno fangoso e la schiena dritta. Nonostante la fioca luce della luna e la desolazione di quel posto, l'individuo con il cappuccio non era affatto intimidito. Sembrava che già conoscesse il posto.
L'individuo incappucciato tirò fuori una mano affusolata, le lunghe unghie smaltate di rosso. Con un gesto sinuoso schioccò le dita, facendo comparire un leggio di pietra.
La donna si avvicinò ad esso, appoggiando entrambe le mani sulla pietra fredda e solida. Un attimo dopo, prese da sotto il mantello un libro. Un grosso tomo dall'aspetto antico, rilegato in pelle e con intarsi dorati. Lo poggiò sul leggio e lo aprì quasi alla fine.
La donna passò una mano su una delle due pagine, quasi a carezzarla. Come se rappresentasse a lei qualcosa di molto caro.
Poi, portò le sue mani sulle estremità del cappuccio, per poi rivelare il suo volto. Si trattava di un volto dai tratti eleganti. Zigomi pronunciati che facevano capolino su una bocca truccata di rosso, un rosso molto intenso, quasi come quello dei capelli ondulati che sobbalzavano al ritmo impetuoso del vento.
Era Madison Foster. Meglio conosciuta come Ombra, la strega oscura più potente di tutti i tempi. Nonché, colei che aveva in ostaggio l'intera popolazione del Mondo Magico. Inoltre, solo poche settimane prima era riuscita a compiere un'impresa che mai nessuno, dai tempi della prima strega Evelyne, aveva mai anche soltanto pensato di compiere.
Non solo per la difficoltà dell'incantesimo, ma anche per il sacrificio che bisognava fare affinché tutto andasse liscio.
Un incantesimo di sangue. Una potente formula magica che le avrebbe donato l'immortalità. Per eseguirlo era necessario avere un pò di sangue delle specie soprannaturali. Cioè, streghe, vampiri, licantropi e fate. E lei era riuscita ad ottenerlo anche in maniera abbastanza facile.
La cosa più difficile fu sacrificare la vita della persona che amava di più al mondo per finalizzare l'incanto. La vita di sua figlia, Jenna Foster. La sua mente tornò a quel giorno. L'immagine di sé che tirava fuori il pugnale e lo conficcava nella pancia della figlia le affiorò alla mente come un brutto ricordo, gli occhi spalancati della ragazza che comunicavano tutto il suo sbigottimento.
Con i poteri che aveva conquistato e il libro delle ombre nelle sue mani, Ombra avrebbe tranquillamente potuto praticare un incantesimo per dimenticare quella scena. Ma non lo aveva fatto e non lo avrebbe fatto. Perché sapeva che quel ricordo le avrebbe dato la forza di portare a termine il suo glorioso piano. Il ripristino dell'ordine.
Secoli fa le streghe dominavano il mondo magico come esseri superiori, padroni indiscussi. Oggi, invece, non era più così. Le streghe e le altre specie naturali vivevano in completa armonia, riuscendo anche a dividersi alcune terre e a fondare un consiglio della magia - di cui la madre ad oggi era a capo - che avrebbe mantenuto pace e armonia tra le razze.
L'obiettivo di Ombra era rimettere tutto al suo posto. Cioè, far salire al comando gli stregoni e sottomettere tutte le altre razze, compresa quella umana. Per fare questo ora, aveva bisogno letteralmente, che l'inferno si abbattesse sulla terra. Con uno dei suoi tre doni era sempre riuscita ad evocare dei demoni di bassa e media potenza, ma mai era riuscita a sottomettere dei demoni superiori alla sua mercè.
Stavolta però, la situazione era bene diversa. Ora lei era in possesso del libro più potente di sempre ed era investita dell'immortalità. Le due cose che le avrebbero permesso quantomeno di collaborare con i demoni superiori per ottenere il dominio del mondo. Cosa a cui anche i demoni stessi agognavano.
Ombra puntò un dito sul terreno davanti al leggio di pietra. Un raggio rossastro fuoriuscì dal dito, disegnando un cerchio incantatore.
Il cerchio era necessario per l'evocazione di un demone e, inoltre l'avrebbe protetta nel caso non fosse giunta ad un accordo con loro.
Il rituale iniziò, Ombra recitava l'incantesimo a voce alta, mentre il disengo del cerchio con la stella al centro iniziava a brillare di luce propria. Una luce rosso fuoco talmente forte da abbagliare la vista perfino ad Ombra, che dovette proteggersi gli occhi per continuare a recitare la formula senza fermarsi.
Il terreno circostante al di fuori del cerchio incantatore si crepò e anche quelle crepe iniziò a fuoriuscire luce rossa. Un fumo nerastro iniziò ad avvolgere la luce rossa, offuscandola.
Quando si dissipò, al suo posto, perfettamente al centro del cerchio incantatore, c'era un' esile figura. Una donna per l'esattezza, dalle fattezze umane. Era in ginocchio, con la testa abbassata, i capelli neri come la pece.
Il rituale era andato a buon fine.
Lilith, la madre dei demoni, era stata evocata.
L'aria era carica di energia, Ombra la percepiva sulla pelle, nelle ossa. Era una sensazione strana.
Il demone superiore si alzò lentamente, quasi al rallentatore, e quando fu in piedi alzò la testa puntando il suo gelido sguardo su Ombra.
Quest'ultima sostenne lo sguardo senza timore, ricambiandolo prontamente.
Lilith aveva l'aspetto di una donna sulla quarantina dal corpo avvenente, magra ma allo stesso tempo sinuosa. La pelle, coperta da una semplice veste nera che le arrivava fino alle ginocchia, era diafana. Talmente pallida da risultare quasi trasparente.
- Benvenuta, Lilith - disse, con voce forte e chiara.
Lilith inclinò la testa di lato, gli occhi erano due sfere completamente nere.
- Finalmente ci conosciamo - disse, la voce sottile quasi stridula - mia cara Ombra.
- Suppongo che tu sappia che ti ho evocata per un motivo.
Lilith raddrizzò la testa e rispose. - Immagino ci sia un motivo ben preciso, ma non riesco ad immaginarmi quale sia. E soprattutto... - Si prese una pausa, gli angoli della sua bocca sottile iniziarono ad allargarsi fino a formare un ghigno malefico. - ...non so perché pensi che ti aiuterò con qualsiasi cosa tu abbia intenzione di fare.
Ombra drizzò la schiena, petto in fuori. Doveva mostrarsi forte. Cercò di controllare la voce prima di riprendere a parlare. - Ti ho evocata perché ho intenzione di proporti un accordo - disse, la voce stabile senza incrinazioni. - E spero che accetterai. D'altronde ti sto proponendo quello per cui voi demoni lottate e agognate da sempre. La conquista del mondo.
- Ti ascolto - disse Lilith, incrociando le mani affusolate dietro di sé.
- Ho bisogno del vostro aiuto per conquistare il mondo e dopo averlo fatto, consentirò a te e tutti i demoni di vagare sulla terra e sul mondo magico come e quanto volete.
Gli occhi di Lilith presero a luccicante. - E come farai a far entrare i demoni superiori.
Stavolta, il sorriso malefico prese vita sulla bocca della strega oscura. - Con questo - poggiò una mano sul libro - ho l'accesso ai portali demoniaci.
Lilith strinse i suoi occhi, corrugando la fronte. - E chi mi assicura che dopo che ti avremo aiutato non ci tradirai tutti?
- Sapevo che mi avresti fatto questa domanda - disse Ombra, aggirando il leggio di pietra. - Puoi fidarti di me. Vogliamo la stessa cosa.
Una risata arcigna, simile ad un urlo stridulo fuoriuscì dalla gola della madre dei demoni. Quando la risata terminò, tornò ad essere tremendamente seria. Gli occhi neri sembravano voler trafiggere Ombra.
- Strega - disse, la voce sprezzante - pensi di poterti prendere gioco di me?
- Assolutamente no - ribatté Ombra. - Sto solo proponendoti un accordo che può giovare a entrambe.
Il vento ululò forte, facendo frusciante le foglie rinsecchite al suolo. Qualche ramo si spezzò.
Le due donne continuarono a sostenere lo sguardo, squadrandosi nel profondo. Come se una volesse leggere dentro l'altra e viceversa.
Fu il demone a rompere il silenzio che si era creato.
- Sono la regina di Edom, la madre di tutti i demoni e regina degli inganni. Vivo da tutta l'eternità, non pensare di ingannarmi.
Ombra si fermò a due passi da Lilith, percependo l'energia della barriera invisibile che imprigionava il demone. Inoltre, riusciva a percepire l'immenso potere che sprigionava la madre dei demoni ed era qualcosa che non aveva mai sentito prima.
- Vuoi una garanzia - disse, incrociando le braccia al petto - e l'avrai. Toglierò questa barriera e ti lascerò libera. Devi solo accettare il mio accordo, nient'altro.
Lilith alzò le sopracciglia. - Moriranno un sacco di persone e anche quelle della tua specie. Questo lo sai, vero?
Ombra non batté ciglio. - Lo so. L'intento é proprio quello di fare pulizia e ripristinare l'ordine gerarchico nel mio mondo.
Lilith sorrise, un ghigno perfido le contorce il viso pallido. - Allora accetto l'accordo - disse, ridacchiando malignamente.
Un attimo dopo, Ombra con un gesto della mano sciolse l'incantesimo.
Lilith, la madre dei demoni, era stata liberata.
NOTA AUTORE: Ciao a tutti, sono anni che ci manco da questa applicazione e che ho purtroppo abbandonato questo libro. Ho deciso di riprendere a scrivere e continuare a scrivere questo libro.
Spero che continuate a seguirla in tanti.
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