Quando si dice amore...
Capitolo 26
Chris nascose il viso tra le mani.
- Non ti è piaciuto? - chiese Alex con voce incerta.
Chris si tolse le mani dalla faccia e lo guardò con aria di rimprovero. - Sì, mi è piaciuto - disse, infine. - Poi l'ho respinto perchè mi sono resa conto che non era quello che volevo.
Alex battè le palpebre, stupito. - Non ci posso credere - disse.
Chris aggrottò le bionde sopracciglia. - Che intendi dire?
- Jason è un ragazzo in gamba, lo si vede da lontano un miglio - spiegò. - Ma tu ti sei fissata con quel lunatico di Darren, non è così?
A volte Chris detestava il fatto che Alex la conoscesse così bene. - Sì - sbottò con aria di sfida.
Alex ignorò il suo tono di voce e disse: - Non mi piace. Non dice la verità.
Chris scosse la testa esasperata. - Posso darti ragione sul fatto che sia un pò lunatico e forse bugiardo. Ma sono più che sicura che non mi farebbe mai del male.
Alex inclinò la testa di lato e alzò le sopracciglia nere. - Hai già dimenticato cosa ti ha fatto oggi?
Chris aprì la bocca per parlare, ma la richiuse subito. Alex aveva ragione. Come poteva lei, dire che Darren non gli avrebbe mai fatto del male, quando l'aveva attaccata senza pensarci su un attimo quella mattina.
- Hai ragione - asserì Chris. Sul viso di Alex si fece strada un'espressione sollevata. - Prima però, devo parlargli - riprese. - Deve dirmi cosa lo rende così...misterioso. E se non vorrà farlo allora lo lascerò perdere.
- Bè, se proprio devi... - disse Alex.
Chris prese l'impermeabile rosso che aveva nell'armadio in camera sua, e l'ombrello nero dal portaombrelli. - Tu aspetti qui o vieni con me - chiese ad Alex.
- Prendo un tuo ombrello in prestito e vado a casa - rispose il ragazzo con voce priva di entusiasmo. - Non ho voglia di tornare in quel posto e poi devo preparare la cena per stasera, papà tornerà da lavoro un pò prima. - Afferrò un ombrello blu scuro e uscì prima di Chris. - Ci vediamo domani.
Chris uscì appena fuori casa e si chiuse la porta alle spalle. La pioggia si era calmata. Ma il vento sferzava i capelli biondi della ragazza, mentre i rami degli alberi ai lati delle casette a schiera sbatacchiavano in maniera impetuosa. Chris aprì l'ombrello e si avviò lungo il marciapiede. Arrivata in centro, prese un taxi, che la scortò fino all'istituto. Pagò il tassista e uscì fuori dall'abitacolo, aprendo l'ombrello.
All'interno, l'istituto era animato da diversi gruppi di studenti che dialogavano entusiasticamente della fase del Torneo Magico disputata quella stessa mattina e della finale che si sarebbe svolta il giorno seguente. Sono iscritta da due settimane e non so quale sia la camera di Darren, pensò Chris, irritata.
Percorse il lungo corridoio e svoltò a sinistra, verso la sala principale. Davanti all'entrata a porte scorrevoli della sala c'era la professoressa Amelia Price, l'insegnante di Cura delle piante magiche. Indossava una vesta lunga nera con motivi di fulmini saettanti. Aveva l'aria annoiata.
- Salve professoressa - la salutò Chris avvicinandosi.
- Signorina Collins - disse la professoressa animandosi un pò. Poi sbuffò, guardandosi intorno. - Chiamami Amelia - sussurrò protendendosi in avanti.
Chris sorrise. - Non si può entrare nella sala principale?
- No, la stanno pulendo e preparando per la finale di domani.
- Oh, okay. Allora, può dirmi dove si trova la stanza di Darren Brooks?
- Sali la scalinata e svolta a sinistra - spiegò. - La terza porta a sinistra è la sua stanza.
- Grazie, ci vediamo. - Chris non aspettò neanche che Amelia ricambiasse il saluto, che già era sfrecciata nel corridoio.
Salì la scalinata, superando gli stregoni che facevano da sentinelle per l'entrata del libro delle ombre, svoltò a sinistra e si fermò davanti alla terza porta a sinistra. Esitò qualche istante. Aveva paura che Darren gli chiudesse la porta in faccia o che l'avrebbe mandata via in malo modo. Alzò la mano chiusa a pugno per bussare.
- Chris! - Era Paige che avanzava risolutamente verso di lei. Indossava un cardigan nero che copriva una maglietta blu scuro, e un jeans. Era a piedi nudi.
- Ciao, Paige. Darren è qu...
- Ascoltami bene, stronzetta - la interruppe bruscamente Paige. - Vattene adesso o ne pagherai le conseguenze.
- Io...
- Tu non conosci Darren - riprese puntandogli un dito contro minacciosamente. - Lui non ha avuto una vita facile come la tua. Lui è...
- Che cosa?! - sbottò Chris furiosa. La rabbia cresceva in lei come il fuoco divampa in un falò. - Io ho avuto una vita facile?! Certo, è stato grandioso non avere i genitori per tutta la vita.
Paige schiuse le labbra, senza emettere alcun suono, poi le richiuse. Per un attimo i suoi lineamenti perfetti e duri si erano ammorbiditi. Soltanto per un attimo. - Lui è troppo per te. Quindi, tu adesso...
La porta si spalancò. Darren stava in piedi con le sopracciglia biondo platino contratte. Indossava solamente un jeans. I muscoli scolpiti delle braccia, dei pettorali e degli addominali e le rientranze alla base degli addominali, erano in bella mostra. La pelle diafana rendeva il tutto ancora più splendido, agli occhi di Chris.
- Ma cosa... - iniziò Darren, ma si fermò quando i suoi cristallini occhi azzurri si fermarono su Chris. - Chris, perchè sei qui?
- Se ne stava andando - disse Paige con gli occhi neri puntati come coltelli appuntiti sul viso di Chris.
- Era venuta qui per urlare con te? - domandò ironicamente Darren. - Paige, puoi andare. Sto bene, davvero.
La ragazza dalla pelle scura serrò le labbra e cacciò indietro la sua furia, deglutendo. Chris notò che quella era la seconda volta che aveva visto Darren calmare Paige.
- Torno più tardi - commentò Paige con voce secca e decisa. Poi si allontanò lungo il corridoio.
Chris la vide fermarsi davanti all'ultima porta in fondo al corridoio a destra, per poi entrare e sbattere la porta.
Chris si voltò verso Darren. Un piccolo sorriso stava affiorando sul viso del ragazzo. Gli azzurri scintillavano come diamanti nell'oceano. I lineamenti spigolosi si erano accentuati in qualche modo. Il ragazzo sembrava stanco e provato. Aveva segni scuri sotto le palpebre, gli zigomi più sporgenti e le rientranze nelle guance più profonde.
- Posso entrare? - chiese Chris, cercando di non far trasparire alcuna sfumatura di debolezza nella sua voce.
Darren si spostò e aprì la porta completamente, facendogli cenno di entrare con gesto della mano. Chris entrò a piccoli passi nella stanza. Questa, era piccola, ma aveva tutto l'indispensabile. Alla parete ovest, era adagiato un letto con una trapunta leggera bianca disadorna, affiancato da due comodini di legno chiaro. Di fronte a Chris c'era una piccola finestra con la tenda bianca immacolata chiusa soltanto per metà. Alla sua destra, invece vi erano una bacheca piena zeppa di armi pericolose e affilate e una libreria.
Quando Chris si girò per guardare il ragazzo, notò un armadio a due ante di legno chiaro vicino alla porta.
Darren chiuse la porta e fece due piccoli passi, poi si fermò, le braccia lungo i fianchi.
- Dobbiamo parlare - disse Chris. La sua voce risuonava fredda e distante. - Devo dirti delle cose e...
- Prima permettimi di scusarmi con te - la interruppe Darren. La voce era quella di sempre: morbida e dolce. Ma gli occhi azzurri comunicavano un'immensa tristezza.
- Jason mi ha baciata! - esclamò Chris guardandolo. - E io ho ricambiato.
Darren trattenne il respiro per qualche istante di troppo, gli occhi velati di tristezza mista a rabbia. - Va bene - disse con gran sorpresa di Chris. La ragazza si aspettava una reazione più...più...insomma, più furiosa.
- Va bene?! - gli fece eco Chris sbattendo le palpebre, confusa. - Tutto qui?
- Non mi importa se lui ha baciato te o tu hai baciato lui - riprese Darren. - Non ho mai provato per nessun altro i sentimenti che provo per te. - Mosse alcuni passi in avanti e si fermò a un palmo dal viso di Chris. - E anche se dovrò lottare per riconquistarti, credimi, lo farò.
Chris abbassò lo sguardo, le guance improvvisamente gli si erano arrossate. Poi fissò Darren intensamente. - Io sono già tua - disse, la voce ridotta a un sussurro. - Non devi riconquistarmi. Quel bacio non rappresenta nulla per me. Ero arrabbiata con te perchè non so niente della tua vita. Tu, invece sai tutto della mia - continuò. - Alcuni mi suggeriscono di starti alla larga perchè nascondi...qualcosa.
Darren si irrigidì e distolse lo sguardo. - Forse hanno ragione - confermò. - Dovresti evitarmi. Ma io non sono sicuro di poter riuscire ad evitarti.
- Ma anche io non ci riesco.
- Allora non farlo.
Passarono secondi, forse minuti. Poi Chris, disse - Ti amo.
Darren fissò nuovamente i suoi occhi azzurri in quelli verde-castano di Chris. - Anch'io ti amo. Non ho mai amato nessuno così tanto.
Chris si allungò sulle punte e prese il viso del ragazzo tra le sue piccole mani. Le loro labbra si sfiorarono, poi si schiusero automaticamente. La ragazza assaporò le labbra sottili del ragazzo, mentre questo vi insinuava la lingua. Era incredibile baciare Darren, pensò.
Anche quando baciava esercitava una delicatezza incredibile su di lei. Chris fece scivolare le sue mani dietro la nuca del ragazzo, tra i capelli biondi, lisci e scompigliati. Lui circondò i fianchi di lei con le braccia e la sollevò facilmente, come se fosse leggera quanto una piuma. Con un semplice gesto aggraziato la depositò sul letto in ordine.
I loro corpi erano stretti, avvinghiati, e aderivano perfettamente l'uno contro l'altro, mentre continuavano a baciarsi. Le mani di Chris si strinsero sulle scapole di Darren, poi scivolarono lungo la schiena. Darren sfiorava delicatamente con un dito, la guancia di lei, poi il collo e la nuca, mandandogli brividi che le percorsero tutto il corpo.
- Aspetta - sussurrò Darren scostandosi quanto bastava per guardarla negli occhi. - Voglio raccontarti il mio passato, adesso.
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