L'incantesimo di localizzazione

Capitolo 33

Chris si sentiva spaesata, persa. Come se non esistesse niente intorno a lei. Soltanto il vuoto. - Dov'è mia nonna - disse per l'ennesima volta sussurando.
- Chris! Chris! - Era Darren che si era alzato e la stava scuotendo per le spalle. Chris sbattè le palpebre e mise a fuoco il viso pallido del ragazzo. I capelli di Darren apparivano più argentei che biondi alla luce della cucina e gli occhi azzurri più scuri.
- Chris, tua nonna è stata rapita - disse Darren. Ma Chris sembrò non sentire ciò che il ragazzo le diceva, era ancora stordita.
Darren le prese il viso tra le sue mani lunghe e affusolate. - Chris, tua nonna è stata rapita dai demoni! - esclamò.
Solo in quel momento Chris riuscì a tornare al presente. - Ma come...?
- A giudicare dal disastro che c'è qui - continuò Darren, indicando gli oggetti distrutti intorno a loro - tua nonna ha combattuto. Però c'erano sicuramente molti demoni.
Chris sbarrò gli occhi. Cosa hanno fatto a mia nonna? - Coma fai ad esserne certo?

- C'è puzza di marcio in questa stanza, una grande puzza.
Chris inalò l'aria e la nausea la assalì. Dovette sforzarsi per non vomitare. La puzza di marcio mista a sporcizia le era salita il gola fino a disgustarla. - No, no, no - disse in preda al panico. Si mise le mani tra i capelli dorati, gli occhi verde-castano erano spalancati per il terrore, i denti serrati per la rabbia crescente. - Devo andare a cercarla. Sicuramente starà bene. Sì, insomma, lei è pur sempre una strega potente...
- Chris calmati.
- No, magari ha sconfitto i demoni ed è corsa a cercarmi - continuò, ingorando Darren. - Oppure è andata a...
- Chris devi calmarti. - ripetè.
- Come faccio a calmarmi! - gridò tanto forte che la sua voce rimbalzò sui muri della piccola cucina. Tirò un calcio a un pezzo di legno ai suoi piedi, che andò a urtare un cassetto mezzo ribaltato della cucina. - La cucina è distrutta, mia nonna è scomparsa e tu mi hai appena detto che è stata rapita dai demoni. Mi dici come faccio a calmarmi! - la voce era un misto tra disperazione e rabbia, nostalgia e impotenza.
Darren le si avvicinò e le orese nuovamente il viso tra le mani, gli occhi la guardavano intensamente. - Ti aiuterò io.
Quelle parole ebbero un effetto, incredibilmente tranquillizzante su di lei. Smise di tremare, il respiro divenne più regolare e il cuore rallentò il suo battito martellante. Si era calmata. Gli era bastato guardare quegli occhi azzurri, cristallini e profondi, e ascoltare il tono della sua voce, dolce e musicale, per calmarsi.
Mise le sue mani su quelle del ragazzo. - Cosa dobbiamo fare? - chiese.

Lui sorrise, poi disse: - Dobbiamo avvertire la preside Bell e poi il Consiglio degli Stregoni.

Chris tolse le mani e si allontanò dal ragazzo. - Quella cicciona mi odia e il Consiglio degli Stregoni non vuole sentire ragioni - ribattè. - E' ovvio che i demoni sono stati mandati da Ombra, ma cercheranno di dare la colpa alla preside Abigail anche di questo. - Indicò con un gesto circolare del braccio, la cucina distrutta.
- In quel caso - replicò Darren, con la sua solita calma - andremo a cercarla noi due, da soli.

Battè le palpebre sorpresa. - Ma...come faremo? - domandò.
- Farò un incantesimo di localizzazione - disse Darren. - Ora però, dobbiamo raccontare cosa è accaduto, al Consiglio. Altrimenti, in seguito potranno dire che avremmo dovuto avvertirli.

Chris annuì. - Okay.

Chris e Darren stavano in piedi davanti alla porta della preside. La targhetta d'oro riportava la scritta in rilievo nera: Grace Bell preside di Evelyne.
- Non sono sicura che sia una buona idea... - iniziò Chris. Ma Darren aveva già colpito la porta, facendo echeggiare due rumori sordi.
- Avanti - ordinò la voce della nuova preside dall'interno.
Darren entrò per primo e Chris lo seguì, chiudendosi la porta alle spalle.

La preside Grace stava seduta sulla poltrona che fino a qualche ora prima era appartenuta alla vera preside, Abigail Watson. Indossava una gonna e una giacca elegante rosa. I capelli erano raccolti elegantemente e la sua espressione arcigna sembrava ancora più accentuata. - Cosa volete - disse in tono brusco. - Ho molto lavora da fare, quindi sparate il rospo subito.
Darren e Chris si scambiarono un'occhiata veloce.
- La nonna di Chris, la strega Emily Gray è stata rapita a casa sua dai demoni. La cucina era completamente distrutta e nella stanza c'era puzza di sporcizia e di marcio, la puzza dei demoni. - disse Darren, incredibilmente calmo.
La preside alzò gli occhi scuri su di loro, sfiorarono prima Darren, poi si fissarono su Chris. - Avvertirò il Consiglio - affermò, la voce indifferente. Poi tornò a ispezionare le carte che aveva davanti, sulla grande scrivania.
- Lei non farà niente? - domandò Chris con la voce che controllava a malapena il veleno che voleva realmente mettere in quelle parole.
- Non posso fare niente - rispose la preside Bell, tenendo lo sguardo sulle carte. - Se ne occuperà il Consiglio.
Chris era sul punto di esplodere e rispondere non troppo gentilmente, ma Darren le strinse un braccio e la fissò. Il suo sguardo era chiaro e limpido come acqua. Chris capì, doveva tacere.

- La ringraziamo per l'interessamento, preside - disse Darren. Dopodichè uscì sospingendo leggermente Chris.
Quando furono fuori, si avviarono nel corridoio ed entrarono nella stanza di Darren. L'istituto era silenzioso come non mai.
- Adesso ascoltami - iniziò Darren, chiudendosi la porta alle spalle. - E' troppo tardi per tornare a casa, non ci faranno uscire. Le guardie presiedono l'entrata. C'è il coprifuoco alle 22.00, quindi dobbiamo rimandare a domani. - Si frugò nelle tasche dei pantaloni e tirò fuori una piccola capsula verde a forma d'uovo. - Qui dentro c'è qualche goccia del sangue di tua nonna.

A Chris mancò improvvisamente la terra sotto i piedi. - Dove hai trovato quel sangue? Io non l'avevo notato.
Darren sospirò profondamente. - L'ho prelevato dalla superficie di un cassetto della cucina ribaltato.

Chris emise un gemito di sconforto e si sedette sul bordo del letto. Aveva voglia di piangere, piangere diperatamente. Ma le lacrime non arrivavano.
- Ascoltami - riprese Darren. - Questo può essere un punto a nostro favore. Il sangue è l'elemento migliore per un incantesimo di localizzazione.
- Va bene, allora non perdiamo tempo e facciamo questo incantesimo - sbottò Chris, la voce triste e disperata.
Improvvisamente, Darren schioccò le dita e il comodino che fino a un attimo prima stava accanto al letto, si materializzò tra lei e Darren. Poi, questi aprì l'uovo verde e un rivoletto di sangue scivolò sulla superficie sgombra del comodino. Incredibilmente, la chiazza di sangue si immobilizzò al centro e non si mosse. La capsula verde sparì in un a pioggerella di brillantini verdi.

- Che cos'era? - chiese Chris, aggrattando le sopracciglia.
- Un campionatore - rispose semplicemente Darren senza guardala. Poi toccò con un dito il sangue e si strofinò le mani.
Chris lo guardava inorridita, però non fece domande. Restò a guardare il ragazzo mentre posizionava le mani davanti a sè, i palmi rivolti verso l'alto e gli occhi chiusi. Sussurrava parole, a lei sconosciute.
Quell'incantesimo ancora non lo aveva imparato nell poche settimane che aveva frequentato l'istituto. Passarono pochi secondi prima che il sangue si schiarisse e increspasse a formare un'immagine. Chris la poteva osservare come attraverso l'acqua. Non era perfettamente chiara. Riusciva a scorgere un grande lago e tutt'intorno il verde del prato, scuro a causa della notte. La luna brillava e illuminava il paesaggio meraviglioso.
- Il lago incantato - sussurrò Darren, poi l'immagine sparì e quindi anche il sangue. Il tavolo era perfettamente pulito.
- Dove si trova il lago incantato? - domandò Chris ansiosa.
Il ragazzo alzò gli occhi e sbattè le palpebre. - Si trova alla spalle delle tre colline alla Città Magica.

- Quindi è lì che si trova mia nonna? - La speranza era tornata a invadere il suo cuore.

- Probabilmente, sì. Però, se è stata Ombra a mandare i demoni, è logico pensare che ha disperso le tracce.
La speranza abbandonò il suo corpo e l'oscurità si impossessò di nuovo di lei.

- Chris domani ci andremo, te lo prometto - assicurò Darren.

Il mattino seguente Chris si rivegliò fra le braccia di Darren. Avevano dormito insieme. Si alzò dal letto, districandosi dalla braccia del ragazzo senza svegliarlo. Andò al bagno e si lavò il viso e i denti velocemente. Desiderava tanto farsi una doccia, ma non aveva vestiti con sè.

Qualcuno bussò alla porta. Chris uscì dal bagno, ma vide che Darren era già in piedi. Quando il ragazzo aprì la porta lei lo affiancò.
Era la professoressa Amelia.
- Buongiorno professoressa - salutò Chris.
- Buongiorno ragazzi, volevo avvisarvi che... - si fermò. -Cosa ci fai qui, ragazzina. Dovresti avere una camera tutta tua - riprese con tono di rimprovero.
- Oh, sì, mi scusi...ma il fatto è che... - iniziò Chris.
- Va bene, va bene - la interruppe la professoressa. - Farò finta di non aver visto. Intanto ti comunico che la tua stanza è quella in fondo, vicino a quella di Paige Brooks. - Poi si grattò la testa e aggrottò la fronte.
- C'è qualche problema? - chiese Darren con i suoi soliti modi cordiali.

- Non ricordo per cosa ero venuta - disse. Poi si diede una piccola pacca in testa. - Ah, già, che sbadata. Il Consiglio degli Stregoni richiede la vostra presenza nell'ufficio della preside, subito.

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