A volte si litiga
Capitolo 17
- Noi? - chiese Chris confusa. - E di cosa?
- Cosa sei? - chiese Jason con lo sguardo fermo e la voce bassa. Chris credeva di aver capito male.
- Scusa?
- Cosa sei? Perchè un demone voleva ammazzarti? - domandò Jason imperterrito. Gli occhi blu scintillavano prepotentemente.
- Come sai...? - Chris era stordita. Perchè Jason sapeva ciò che gli era successo due sere prima.
- Ho ucciso io il demone - affermò il ragazzo a bassa voce.
- Tu eri...eri il cane? - sussurrò Chris, temendo di rivelare troppo a un mortale del suo nuovo mondo. Jason sembrò offeso.
- Mi ha scambiato per un rottweiler? - disse. - Sono un lupo mannaro, non un cane da guardia.
Chris spalancò gli occhi, spaventata. Jason era un lupo mannaro e l'aveva salvata dall'attacco di un demone. Incredibile! Chris si trovò a chiedersi quante cose ancora dovesse scoprire.
- Adesso sai cosa sono. Tu, invece, cosa sei? Scommetto che sei una fata!
Chris notò che il volto del ragazzo era serio, molto serio. Qualcosa le diceva che non l'avrebbe lasciata andare senza aver ottenuto la risposta che cercava.
- Perchè credi che sia una fata? - chiese Chris in modo sarcastico.
- Perchè sei molto bella - disse Jason senza scomporsi. Invece, Chris arrossì violentemente e abbassò lo sguardo.
- Comunque, non sono una fata. Sono una strega. - Il ragazzo alzò le sopracciglia, diffidente.
- Perchè fai quella faccia? - chiese Chris, irritata.
- Bè, perchè non ho mai visto una strega incapace di difendersi contro un demone alquanto debole - rispose Jason con un mezzo sorriso.
Alquanto debole?! Chris rabbrividì. Se quello era un demone debole, non osava immaginare cosa potesse fare uno più forte.
- Ho scoperto solo tre giorni fa di essere una strega - spiegò Chris, offesa. - E' una storia lunga...lascia perdere. Comunque, adesso devo andare, ci vediamo. - Lò superò e fece per andarsene, poi una domanda le frullò nel cervello, quindi si girò. Lui era ancora lì che la guardava con circospezione. Lei si avvicinò al ragazzo e gli disse: - Perchè eri lì?...Nel parcheggio, intendo. Mi seguivi?
- No. Te l'ho già detto. Sospettavo che tu fossi una creatura soprannaturale, dopo aver ascoltato il racconto di alcuni studenti che parlavano di una ragazza che aveva fatto fare un bel volo al quarterback della scuola - disse Jason, sorridendo compiaciuto. - Quello stesso pomeriggio, fuori scuola, ho collegato la faccenda, quando ho visto Justin urlare contro di te e il tuo amico. A proposito - aggiunse aggrottando la fronte - anche lui è uno stregone?
- No. Sta' alla larga da Alex, comunque. - Chris si girò, ma venne bloccata da Jason che la fermò tenendogli il polso.
- Ehi...stiamo dalla stessa parte. Io mi chiamo Jason e questo è il mio numero di cellulare - disse e pose sulla mano di Chris un piccolo foglietto di carta. - Chiamami se hai bisogno di aiuto. - Poi si allontanò nel corridoio.
- Così, tu fai incontri hot nel corridoio, mentre io me ne sto in classe ad ascoltare la professoressa Walker che racconta per la quinta volta la seconda guerra mondiale? Fantastico! - disse Alex ironicamente. Chris gli aveva spiegato tutto.
- Non è stato un incontro hot - Chris gli lanciò un'occhiataccia.
- Quindi, hai scoperto che il tuo misterioso amico a quattro zampe misterioso, in realtà, è Jason.
- Sì, ma non è un mio amico, Alex. Non so se posso fidarmi. Non conosco ancora abbastanza bene questo mondo.
- Ti ha salvato la vita - replicò Alex allargando le braccia, come se quello bastasse a spiegare tutto, e forse era veramente così.
In fondo, se non fosse stato per Jason lei non sarebbe ancora lì, viva e vegeta, a parlare con il suo migliore amico, mentre tornavano a casa.
- Comunque, io lo chiamerei. E' un tipo interessante. Per non parlare degli occhi...
Chris lanciò al suo amico un'occhiata di rimprovero. - A te, invece piacciono i ragazzi più scuri, vero? -
Alex fece una smorfia divertita. - Già. Ora però devo andare.
- Alex, aspetta - lo fermò Chris, trattenendolo per un braccio. - Alex, non voglio che tu soffra, quindi...
- Cosa?! - sbottò Alex - Mi consigli di lasciar perdere Jacob? Mi consigli di non pensarci? Non preoccuparti, so che non è gay, ma ciò non vuol dire che non mi piaccia come persona. - La faccia di Alex era trasformata.
Chris non l'aveva mai visto così arrabbiato. Soprattutto non con lei. Gli occhi verdi non erano più luminosi come sempre, ma scuri e tristi. - Alex no, io...
- Lascia perdere - la interruppe bruscamente Alex con un gesto vago della mano. - Si girò e si incamminò per la sua casa, ma a pochi metri di distanza si fermò e si voltò nuovamente. - Sai, tutti credono che le persone gay sono tutte in caccia di persone etero da convertire, ma non è così - disse Alex con la voce rotta. - E credevo che almeno tu lo sapessi. - Poi si girò nuovamente e se ne andò.
Chris lo guardò andarsene, mentre le lacrime le rigavano il viso, copiosamente. Si sentiva come se gli avessero strappato il cuore dal petto e lo avessero dato in pasto agli squali.
Chris aveva provato a chiamare Alex una decina di volte, mentre aspettava che Darren la venisse a prendere, ma il telefono squillava e squillava e squillava, senza ottenere risposta. Si sentiva il cuore a pezzi, ma si costrinse ad asciugarsi le lacrime e sciaquarsi la faccia. Aveva chiamato Darren prima di andare a scuola e lui aveva gentilmente accettato di scortarla a Evelyne.
Il campanello stridulo suonò e Chris andò ad aprire.
- Ciao, Chris. - Era Darren, che sorrideva. Indossava un jeans,una maglia nera e stivali. I capelli biondi era leggermente scompigliati e gli occhi azzurri, più chiari.
- Ciao, come stai? - Chris aveva voglia di gettargli le braccia al collo.
- Sto bene - rispose Darren. - Piuttosto, tu come stai? Hai gli occhi rossi,hai pianto?
- Oh, no. No, non è niente...dormivo. - Darren non sembrava molto convinto perchè strinse gli occhi a due fessure. - Forza, andiamo o faremo tardi - riprese Chris.
Mentre i due ragazzi camminavano fianco a fianco, Darren raccontò a Chris tutto quello che era successo durante l'invasione, la sera prima.
- Il Consiglio ha triplicato le difese introrno ai confini, ma non hanno idea di cosa ha intenzione di fare Ombra con i prigionieri. Credevano che si trattassero di sparizione. Adesso, invece, hanno accettato l'idea del ritorno di Ombra. Dopotutto, il suo corpo non è mai stato trovato. C'era da aspettarselo il suo ritorno.
- Ma come mai si trovava lì, quel bambino? - chiese Chris.
- Hanna, sua sorella maggiore, gli aveva ordinato di aspettare in casa - spiegò Darren - mentre lei andava ad aiutare gli altri al confine. Ma il bambino, forse spaventato o preoccupato, è uscito e ha raggiunto il lago. E lì...bè, lo sai già.
- Ma il Consiglio deve pur essersi fatto un'idea su cosa voglia fare Ombra con i quattro prigionieri? - disse Chris speranzosa.
- Purtroppo no. Ombra è sempre stata imprevedibile.
- Ma perchè hanno ignorato la faccenda? Perchè non prendere provvedimenti immediati? - Chris non riusciva ancora a capirlo.
- La gente è terrorizzata. Ombra si è lasciata dietro solo morte e distruzione durante la guerra. Anche gli stregoni più potenti la temono.
I due ragazzi arrivarono al vicolo cieco e Darren aprì il portale.
Chris salutò Darren e si avviò verso l'aula di Difesa personale. L'aula era simile alle altre, con la differenza che questa era almeno il doppio. Alla parete sinistra erano attaccate armi di ogni genere: asce, spade, sciabole, mazze, pugnali, archi, balestre, etc. Alla parete destra, invece c'erano diversi busti e fantocci. Mentre alla parete vicino c'erano bersagli da colpire a forma di demoni e mostri. Non vi erano banchi per li studenti, nè scrivania per l'insegnate.
I ragazzi attendevano in piedi l'arrivo dell'insegnante. Chris riconobbe Scarlett che le si avvicinò sorridendole e salutandola entusiasticamente. - Ciao, Chris
- Ehi, Scarlett - ricambiò Chris. - Hai sentito cosa è successo ieri?
Il sorriso di Scarlett sparì, per essere rimpiazzato da una grande tristezza. - Sì, ho sentito. - Chris guardò oltre Scarlett. Un'altra decina di ragazzi discutevano animatamente.
- Parlano di quello che è accaduto ieri? - chiese Chris indicando i ragazzi con il mento. - Scarlett seguì lo sguardo di Chris e poi si girò.
- Oh, no, parlano del torneo annuale della magia - spiegò Scarlett alzando gli occhi al cielo.
- Il torneo annuale della magia? - domandò Chris aggrottando le sopracciglia bionde.
- Sì, a quanto pare lo fanno tutti gli anni, è una tradizione.
- Ma con tutto quello che è successo, organizzano un torneo? E' assurdo! - esclamò Chris inorridita.
- Bè, vogliano far apparire tutto normale, come sempre.
- Forza, non perdiamo tempo. Dobbiamo allenarci affinchè possiate affrontare degnamente le streghe e gli stregoni più esperti nel torneo magico! - esclamò una voce dura e forte. Chris si girò e si ritrovò di fronte un uomo sulla quarantina alto quasi due metri.
- Buongiorno, professor Reyes - salutarono gli studenti in coro.
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