Capitolo 17
"Ho un talento naturale nell'incasinare sempre tutto."
L'orologio della biblioteca battè le undici. Il rintocco svegliò Hermione dallo stato di trance in cui era caduta. Il libro che aveva scelto ancora tra le sue mani, leggermente sollevato per facilitarne la lettura, anche se fino a quel momento non ne aveva letto neanche una riga. Era passato solo un giorno dalla confessione di Asteria, e lei stava ripercorrendo tutti i momenti che aveva vissuto con Draco, cercando di capire quando era successa l'unica cosa che non doveva succedere. Non voleva esagerare. Non credeva affatto che ci si possa innamorare improvvisamente, solo con uno sguardo come succedeva praticamente in tutti i romanzi rosa babbani, che piacevano tanto a lei e a sua madre. Credeva invece che al cuore non si potesse comandare. Ed era quello che era successo a lei. Il suo cuore era sfuggito dal suo controllo. E si era presa una cotta per l'ultima persona del mondo a cui avrebbe dovuto pensare in quel senso. Un ticchettio sulla spalla la risvegliò nuovamente. La ragazza sussultò, non si era neanche accorta di essersi immersa così tanto nei suoi pensieri.
- Ehm... Hermione? - stava dicendo qualcuno alle sue spalle. La Grifondoro si voltò e si ritrovò davanti un Fred Weasley dall'aria alquanto incuriosita.
- Come mai stai leggendo un libro al contrario? - chiese cercando di trattenere un sorriso, mentre indicava il manoscritto tra le mani della ragazza. La Grifondoro arrossì.
- Mmh, i nargilli, ehm, sai com'è, sono i nargilli, sono dovunque. - rispose confusamente la riccia, mentre gesticolava in maniera buffa.
- I nargilli? - rise Fred. Alzò un sopracciglio e la guardò sarcasticamente.
- Beh si, insomma, c'è n'è una, ehm una concentrazione così alta che mi avranno confusa - continuò cercando di sembrare convincente.
- Come dici tu - disse lui tra le risate. - Comunque sono qua per avvisarti che hanno indetto una riunione dei Prefetti per sta sera alle 8.00. Pare che quel genio incompreso di mio fratello Percy si sia finalmente reso conto che è ora di iniziare la stagione di Quidditch. - la informò Fred. Si alzó e fece per andarsene.
- Ah e mi raccomando, quando tu e tuo fratello vi metterete insieme, fammi uno squillo, voglio i dettagli - disse prima di uscire.
- Tuo fratello non c'entra nulla - urló Hermione con tutto il fiato e la frustrazione che aveva dentro. Fred la sentì, si girò e tornò suo suoi passi.
- Davvero? - chiese lui, l'evidente sorpresa dipinta sul volto. - Non è stato Ronnino a rattristare quegli occhietti? -.
Hermione scosse la testa. Fred decise che per una volta avrebbe potuto essere disponibile.
- Allora, devi farlo, quindi parlami di questo misterioso ragazzo che è riuscito ad attirare l'attenzione della nostra cara Mionina - disse lui, sbuffando leggermente prima di sedersi. - Non gratis però. Poi voglio che tu ascolti i miei deliri da dodicenne in piena crisi ormonale per il ragazzo che le piace - continuò. Hermione annuì.
- Non chiamarmi in quel modo Fred, lo sai che lo odio - disse solo.
- Beh, chi ha detto che debba piacerti? L'importante è che piaccia a me, Mionina. Ora sbrigati. -
La ragazza prese fiato.
- Non farò nomi. - lo informò Hermione. Fred sbuffò una seconda volta, ma annuì. Facendole cenno di continuare. A quel punto la riccia non resse più e gli raccontò tutto, facendo bene attenzione a non far trasparire l'identità del ragazzo per cui aveva una cotta.
- Fammi capire, questa tizia si è dichiarata e tu l'hai sentita, e lui l'ha friendzonata e ha detto che c'è una ragazza che gli interessa e che pensa che con il tempo potrebbe diventare anche qualcosa di più, no? E come fai a sapere che non sei tu quella ragazza? - disse Fred.
- Perché no, insomma non ci siamo mai sopportati più di tanto, solo negli ultimi tempi, ci siamo avvicinati... - rispose lei.
- Se fossi in te non demorderei, vorrei essere sicura di chi sia questa misteriosa ragazza - le consigliò lui. Lei per tutta risposta mugugnò.
- Seriamente, Herm, lui ti piace, e tu non hai idea di chi piaccia a lui. Per quanto ne sai potresti essere anche tu. Controlla prima di pensare in negativo. Se tieni veramente ad una persona e poi la perdi, rischi di non provare più sentimenti. Dovresti fidarti di me, almeno l'unica volta in cui sono serio. - Lei sorrise, titubante. Improvvisamente, però, un lampo malizioso le illuminò gli occhi.
- Parliamo di te, invece? Chi ha stregato il cuore del nostro Freddie? - chiese. Fred sospirò. Hermione scoppiò a ridere.
- Wow, devi essere proprio innamorato. - disse lei. Il rosso avvampò e mugugnò un "perché?".
- Bè, hai gli occhi a cuoricino e un sorrisino ebete stampato in faccia - rispose la roccia. Il grifondoro sospirò una seconda volta.
- Dunque, tutto è iniziato un paio di anni fa... Wood
era il capitano della squadra di quidditch, aveva voti ottimi, era popolare, e praticamene metà della popolazione femminile di Hogwarts gli sbavava dietro, insomma, la sua vita sembrava paradisiaca. Un pomeriggio ero con George, Harry ci aveva appena dato il permesso di provare la sua scopa, a patto che nessuno se ne accorgesse. Io e lui non ce lo eravamo fatto ripetere. Nel tragitto, per il campo da quidditch, però, abbiamo incontrato Filch. Il caso ha voluto che giusto il giorno prima ci avesse beccati mentre mettevamo nelle tubature una specie di miscela, verde acido, un invenzione geniale, secondo me, in pratica ce ne ha parlato quell'idiota del nuovo commesso che lavora alla farmacia, fa esplodere le tubature perché è composto da due non-ho-ascoltato-che-cosa, che quando messi a contatto con l'acqua che c'è nelle tubature reagiscono, causando una detonazione e non puoi capire su quanti scherzi potremmo applicarlo io e George e...- Hermione sorrise. - Fred stai divagando -
- Okay, okay si scusa. Il punto è che il giorno prima ce la eravamo cavata entrambi, mentre quel giorno Filch era riuscito a prendere George. Lo mise in punizione, ho provato a raggiungerlo nei sotterranei, dove era stato spedito, e sono riuscito a vederlo anche se solo per pochi secondi. Mi ha fatto capire che per lui potevo andare e che avrebbe trovato un modo per raggiungermi dopo. L'ho ascoltato e sono andato al campo di quidditch. Ho fatto qualche giro con la scopa. Ero concentratissimo, sarebbe potuta scoppiare la Terza Guerra Mondiale e non me ne sarei accorto. Dopo un quarto d'ora circa ho deciso che ne avevo abbastanza di volare e basta, e che mi sarei esercitato con la Pluffa. Appena atterrato, però ho sentito degli applausi, e ho trovato Oliver Wood entusiasta di ciò che avevo fatto. Mi ha fatto i complimento e mi ha detto che anche lui era lì per allenarsi, quindi abbiamo lavorato insieme. È stato uno delle esercitazioni migliori di sempre, anche se ero vagamente preoccupato per George. La sera, siamo andati nello spogliatoio, e quando stavamo per uscire, mi ha fermato mi si è avvicinato e mi ha baciato. E io ho ricambiato, come un idiota. Poi lui è scappato. Alla partita successiva si è scusato, e ci siamo dati appuntamento per quella sera nella Stanza delle Necessità. Facevamo tutto quello che fa una vera coppia, solo in segreto. Non abbiamo mai chiarito cosa fossimo. Poi all'inizio del mio quarto anno lui è stato preso per giocare a Quidditch seriamente, e non ci siamo più sentiti. Almeno fino a quest'anno. Il primo giorno di scuola mi è arrivata una sua lettera e ora ci sentiamo regolarmente. Mi ha detto di scrivergli quando sarebbe stata la prima partita di Quidditch e che vuole venire a vedermi. Solo George sa di questa storia, ma non gliene posso parlare, un po' perché non gli interessa, un po' perché è troppo impegnato fra il nostro futuro negozio, il Quidditch e il conquistare Angelina prima che ce ne andiamo. Non so cosa fare, o cosa pensare, o dire. - concluse il rosso e sospirò.
- Fred, ti prometto che la risolveremo. Sai che siete proprio carini insieme? - disse Hermione con sguardo malizioso.
- Oh no non cominciare. Lo sapevo che se lo avessi detto ad una ragazza sarebbe finita così. Riprendi a sclerare su di noi e ti picchio - disse il rosso scocciato anche se vagamente divertito.
- Tanto non puoi, perché sono una donna - rispose la riccia. Fred fece finta di alzarsi, e lei per tutta risposta si alzò e corse fuori dalla biblioteca urlando un "prendimi se ci riesci", guadagnandosi un occhiataccia dalla bibliotecaria, che probabilmente stava imprecando in aramaico antico, dato che qualcuno aveva avuto il coraggio di oltraggiare il silenzio del suo territorio sacro. Fred non se ne curò, e uscì a tutta velocità per prendere la riccia. Pensò che chiunque le piacesse era riuscito a farla sciogliere, a cambiarla quel poco necessario per migliorarla ulteriormente. Chiunque avesse preso il cuore di Hermione Granger le stava facendo bene.
Draco, intanto, stava rientrando nella Sala Comune, aveva passato, suo malgrado, l'intera mattinata con Crabbe, Goyle, la Parkinson e tutto il gruppetto dei suoi "amici" di sempre, e pensava a quanto avrebbe preferito quel tempo con Asteria, e si, magari, anche con Blaise. Una volta entrato nella stanza, trovò Zabini seduto su uno dei divanetti. Lui gli si avvicinò per salutarlo, ma negli occhi del compagno vide una traccia di quello che sarebbe potuto essere risentimento.
- Cosa c'è? - chiese, curioso.
- Amico, tu lo sai che io ti rispetto, però non avresti dovuto farlo. E poi dico hai un idea di cosa sia quella ragazza? Dico l'hai vista? Ci hai mai parlato seriamente? Avrei voluto avere io la tua stessa fortuna - rispose Blaise. A Draco servì qualche secondo per mettere a fuoco la situazione. Quando realizzò di cosa stava parlando l'amico, il biondo afferrò l'altro e lo trascinò nella sua stanza, come prevista deserta, dato che sia Crabbe che Goyle erano ancora in giro per la scuola.
- Tu come fai a saperlo? Te lo ha detto lei vero? Quando? - chiese Draco.
- Calmati. Mi aveva detto che avrebbe dovuto dirtelo ieri sera. Poi sta mattina non è scesa per colazione, ma non ci ho dato peso. Però verso le 11 non era ancora scesa, così ho chiesto ad una sua compagna di corso, e lei mi ha detto che era chiusa nella sua stanza, che era riuscita a vederla solo per 5 minuti e che sembrava una maschera senza emozioni. A quel punto ho collegato tutto. È temporaneo, ma ha comunque bisogno di qualcuno che la consoli. Andrò in biblioteca e troverò un modo per eludere la sorveglianza ai dormitori. E tu, quando si sentirà pronta per uscire, le chiederai scusa. - concluse. Il biondo annuì.
- Posso chiedervi cosa vi siete detti? - chiese ancora Blaise. Draco gli raccontò il discorso che avevano fatto lui e Asteria la sera precedente.
- E... questa ragazza che ti piace... è chi penso io vero? - Draco lo guardò negli occhi, e si rese conto che quel ragazzo sapeva. Si limitò ad annuire nuovamente.
- Voglio sentirtelo dire. Primo perché sarà divertente vederti mentre lo ammetti. E secondo perché finalmente così lo realizzerai e lo accetterai. - Draco sospirò.
- È... è Hermione - Zabini lo guardò divertito. Il biondo avvampò. - Beh si insomma la Mezzosangue - il compagno però, aggrottò le sopracciglia.
- Ma non dovevate uscire insieme dalla punizione? Hai detto di aver parlato con Asteria appena fuori. -
- No Filch l'ha trattenuta. Per circa mezz'ora. - un pensiero gli balenò in mente - Io però ho sentito l'orologio battere i tre quarti alla mezzanotte quando ce ne siamo andati, e Filch non l'avrebbe mai trattenuta così a lungo - portò le mani alla testa e sussurò:
- Certo che ho un talento naturale nell'incasinare sempre tutto. -
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