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È come se il mio corpo fosse fatto di tante parti separate che non riesco più a unire tra loro.
So di star scendendo i gradini eppure non ho ordinato alle mie gambe di farlo. Il mio stomaco si sta contorcendo, ho solo voglia di accasciarmi a terra e vomitare. O forse voglio piangere.
È tutto cosí sbagliato, come se all'improvviso fossi stata catapultata in un altro mondo.
Un mondo dove Lily Evans non ha controllo di sè, un mondo dove i suoi genitori sono...
Le mie gambe vacillano, mi gira la testa. All'improvviso davanti a me c'è Potter. Quand'è che è terminata la scala? Quand'è che terminerá questo incubo?
Mi trascino verso Potter e finalmente le prime lacrime solcano il mio volto.
Il nodo nella mia gola si allenta mentre le lacrime mi inondano le guance. Mi stringo contro Potter, affondo il viso nella sua calda felpa scarlatta e semplicemente piango.
È tutto così sbagliato, così dannatamente sbagliato.
Sono in un mondo dove i miei genitori sono morti, dove abbracciare Potter sembra la cosa più giusta da fare.
Credo che lui mi stia stringendo, ora. Non ne sono sicura. Non sono sicura più di niente. È come essere dentro una grande bolla, estraniata dalla realtá. L'unica cosa che riesco a sentire è la voce di Silente che pronuncia quelle parole inesorabili. Ho le mani chiuse a pugno intorno alla felpa di Potter e continuo a tirarla, perché forse, se tirerò abbastanza, riuscirò a riportarli indietro. O forse sarò io a raggiungerli.
O magari li ho già raggiunti. Questo spiegherebbe il dolore, spiegherebbe perchè sto abbracciando Potter. Forse, semplicemente, mi trovo all'Inferno.
Smetto di piangere all'improvviso, con un singhiozzo strozzato che mi toglie il fiato.
Ho la vaga percezione delle braccia di Potter che mi stringono contro il suo petto, o forse sono solo le catene di un destino a cui non posso sfuggire.
Non riesco più a piangere. Vorrei singhiozzare, urlare, ma la mia voce è bloccata. All'improvviso non riesco neanche più a respirare. Il mio cuore un secondo fa era così silenzioso, ora sembra voglia schizzarmi fuori dal petto. Se prima mi sembrava di stare in una bolla, ora mi sembra di stare sott'acqua, troppo in profondità per sperare di risalire. Spingo via Potter e mi siedo a terra, cercando di appoggiarmi alla parete.
Sembra tutto cosí grande da quaggiú. È esattamente cosí che mi sento, come se stessi soccombendo per colpa di un mondo troppo pesante e potente per essere affrontato. Il mio esercito è caduto, le mie difese sono state sgretolate, sono sola davanti ai nemici e le loro frecce mi trapassano la pelle.
Sento che sto per morire. I respiri mi si bloccano in gola, gocce di sudore freddo mi scendono lungo la fronte. Chiudo gli occhi e quando li riapro James Potter è in ginocchio di fronte a me, la sua testa più o meno all'altezza della mia.
Cerco di ingiungergli di spostarsi ma non ci riesco. Mi gira la testa ora, le immagini vorticano tutt'attorno. Non so più se sono seduta sul pavimento o sul soffitto. In fondo non è così importante che Potter si sposti. Non so neanche più dove sia.
Sento la sua voce, però.
<<Evans, respira.>>
La fai facile, Potter, se fosse così semplice lo avrei già fatto.
<<Evans, avanti, Evans, respira.>>
Sembra quasi preoccupato, ora. L'ennesima prova che mi trovo in un mondo che non è il mio. Non esiste un James Potter preoccupato.
Non mi ero neanche resa conto di aver chiuso gli occhi. Li ho aperti ora, mentre cerco di inspirare ed espirare lentamente. La mia vista ora è meno sfocata, ma i contorni continuano a non essere nitidi.
<<Inspira ed espira>>mi sento dire da Potter. La sua voce sembra venire da lontano, è attutita, ma seguo comunque i suoi consigli. Di norma, è il genere di cosa che non farei mai. Eppure ora sembra la cosa più giusta da fare, continuare a respirare.
Pian piano il mondo sembra riprendere a girare per il verso giusto, le immagini smettono di essere un insieme caotico davanti ai miei occhi.
Inspiro ed espiro, seguendo la voce di Potter.
<<Hai bisogno di un po' di cioccolato>>dice ora lui, con fare pragmatico. Si sta frugando in tasca.
Credo che quelle tasche abbiano un incantesimo di estensione o qualcosa del genere perché ne estrae davvero di tutto. Ora, per esempio, sta tenendo in mano una tavoletta di cioccolato tutta ammaccata.
La scarta e ne stacca un pezzettino per poi allungarlo verso di me.
<<Una volta Remus ha avuto un attacco di panico. Dice che il cioccolato aiuta a rimetterti in sesto. Beh, per Remus il cioccolato è la risposta a tutto. Probabilmente se ci fosse un'apocalisse Remus penserebbe che la soluzione sarebbe il cioccolato. Però in questi casi funziona, credo. Almeno così dice Remus.>>
Quindi è questo un James Potter preoccupato? È semplicemente più logorroico del solito?
Seppur titubante, prendo in mano lo scacchetto di cioccolato, se non altro per zittirlo.
<<Non è avvelenato, Evans.>>
Alzo lo sguardo verso di lui. Eccolo, è tornato il mezzo sorriso canzonatorio.
All'improvviso ho una gran voglia di spingerlo via.
Ho davvero abbracciato Potter?
Mi alzo di scatto, mettendomi in bocca il cioccolato, e mi allontano a grandi passi.
~
Sono quasi sicuro che quello in ginocchio sul pavimento sia James. O meglio, ne sono completamente sicuro, solo che non capisco perché diamine James debba essere in ginocchio sul pavimento e quindi mi concedo il beneficio del dubbio perché magari non è affatto James ma solo un fratello gemello di cui non conoscevo l'esistenza.
<<Prongs?>>
James si gira verso di me con uno sguardo strano, il genere di sguardo che mi aspetto di vedere alla Cooman, non certo al mio migliore amico.
<<Se ne è andata>>dice, e non capisco se è un lamento oppure una risata trattenuta quello che segue le sue parole.
<<Sei sul pavimento.>>
<<Lo so.>>
Sebbene dica che lo sa, non sembra intenzionato ad alzarsi. Forse dovrei farglielo notare di nuovo, per sicurezza.
<<James, sei sul pavimento.>>
Lui scrolla le spalle, come se essere sul pavimento non fosse chissà quale problema. In effetti non lo sarebbe se non fosse che è il pavimento davanti alla porta che conduce all'ufficio di Silente, proprio in mezzo al corridoio.
Forse dovrei rimanere qui e aspettare che le persone si riversino fuori dalle classi e osservare divertito le loro reazioni. Non sembra un'idea tanto male, giusto per ridere un po'.
Solo che ora James mi sta guardando ed è chiaro che c'è qualcosa che non va.
<<Che ha fatto Evans?>>
Non è come se potesse esserci qualcun altro capace di lasciarlo qui sul pavimento in queste condizioni.
<<Se ne è andata.>> risponde James, come se non lo avesse già detto e come se fosse una spiegazione esaustiva. Almeno però si alza, che è un passo avanti. Magari con un po' di impegno mi seguirà in Sala Comune.
<<Se ne è andata dove, James?>>
~
<<Che ne so, Pad, se ne è andata.>>
Ora Sirius sta inarcando un sopracciglio, come se non capisse.
Come se dovessi davvero dirlo.
Eppure con lui non devo mai dire niente, perché di solito capisce. Funziona così. Capisci, Pad, perché non ho alcuna intenzione di dirlo.
<<Possiamo parlare dell'argomento proibito?>>
Domanda, incerto.
Credo di aver emesso un mezzo sbuffo, che in un certo senso è un "sí, per quanto fastidioso sembra essere necessario".
<<Sei ancora innamorato di Evans>>sputa fuori, come se non avesse aspettato altro che dirlo. Ah, quindi faceva solo finta di non capire!
Mi guardo intorno nervosamente, perché non è una cosa che bisognerebbe dire in corridoio.
Anzi, è una cosa che non si dovrebbe dire in generale.
<<Mi ha abbracciato. Evans, intendo.>>
Probabilmente ora Sirius farebbe una battutina sul mio sottolineare inutilmente che stavo parlando della Evans. Invece sta zitto, cosa che per Sirius è del tutto inusuale, per non dire unica.
<<Piangeva, comunque.>>
<<Ti ha abbracciato e si è messa a piangere?>>
Vedo la mascella di Sirius compiere uno strano guizzo, come se stesse per scoppiare a ridere. Non so se dovrei infuriarmi oppure apprezzare il suo sforzo di trattenere le risate.
<<Stava piangendo e mi ha abbracciato>>preciso. <<E poi ha avuto una crisi, tipo attacco di panico. Le ho dato del cioccolato e lei lo ha preso ed è andata via.>>
~
Ora non ho più voglia di ridere. James è mortalmente serio, mentre mi guarda come se potessi dargli una spiegazione. Vorrei dargliela davvero, ma non ho idea del perché Evans si sia comportata così, proprio come non ho idea del perché James sia innamorato di lei.
A quanto pare i suoi continui tentativi quest'estate di smettere di pensare a lei non hanno dato i loro frutti. Remus non deve saperlo, diventa più fastidioso del solito quando scopre di aver avuto ragione su qualcosa.
<<Sono innamorato di Evans>>rivela James, con una faccia da martire. Non mi stupirei se si desse un pugno in faccia.
<<Non voglio essere innamorato di Lily Evans>>dichiara, fissando intensamente il muro. <<Odio essere innamorato di lei. Odio lei.>>
Forse dovrei fargli notare che ha appena detto di amarla, ma non mi sembra il caso.
Poi, improvvisamente, si alza e mi passa un braccio intorno alle spalle. Gli sono grato che non abbia deciso di abbracciarmi in mezzo al corridoio, non avrei sopportato uno dei suoi improvvisi attacchi di dolcezza in pieno pubblico. Per l'esattezza ora il corridoio è vuoto, ma sono dettagli irrilevanti.
<<Mi spiace, Prongs.>>
Non so bene perché, ma non mi viene in mente altro da dire.
~
È uscito dalle sue labbra, l'ho sentito distintamente. Sará la notizia del secolo. Voglio dire, già tutta Hogwarts sa che James Potter è innamorato di Lily Evans. È piuttosto palese. Ma sentirlo dire da lui? Tutta un'altra storia.
Mi ritraggo dal mio nascondiglio appena in tempo, proprio mentre lui e Black mi passano davanti.
Sará l'articolo migliore che io abbia mai scritto.
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