6

Il giorno che Sirius è scappato di casa si è presentato sulla mia soglia con un grosso livido sulla mandibola. Ricordo di aver sfiorato la pelle violacea con un sopracciglio sollevato, e lo avevo visto scuotere piano la testa, per poi farsi strada in casa. Si era accasciato sul divano con un sospiro, prima di chiedermi se poteva rimanere.
Solo qualche ora dopo, quando ormai avevamo cenato ed eravamo nella mia stanza, si era deciso a dirmi da dove venisse quel livido.
<<Regulus mi ha colpito...non sono neanche sicuro che sapesse cosa stava facendo, era senza bacchetta...>> Invece di continuare la frase, aveva scosso vigorosamente la testa, come a voler allontanare il ricordo di ciò che era successo solo qualche ora prima. Aveva tentato di raccontarmi cos'era successo, senza tuttavia riuscire a dipingere un quadro molto chiaro. Eppure, nonostante le sue dichiarazioni a mezza bocca e le risposte a monosillabi, riuscivo a immaginare perfettamente la situazione. L'avevo ascoltata dagli occhi tempestosi di Sirius per anni, ne avevo conservato i racconti sussurrati nel silenzio della torre, e soprattutto avevo avuto l'occasione di vederla con i miei stessi occhi, quell'unica volta che ero stato a casa Black.

E' con l'immagine di quegli occhi fissa nella mia testa e con le voci stridenti dei suoi genitori che avanzo lungo il corridoio, la scopa in una mano e la mia spilla nell'altra.  Sirius mi ha pregato di non farlo, ma ho dato la mia parola alla McGranitt e ho intenzione di mantenerla se significa far sì che Sirius sia il più lontano possibile da suo fratello.

La porta si apre prima che io possa bussare e la McGranitt mi fa cenno di entrare. Si accomoda dietro la cattedra e mi guarda in modo indecifrabile mentre deposito la scopa e la spilla dinanzi a lei. <<Sa, Potter>>esordisce, col solito tono misurato <<lei è incredibilmente ancora in grado di stupirmi. Cinque punti verranno assegnati a Grifondoro.>>

Devo avere un'espressione parecchio confusa, perché la McGranitt riprende a parlare: <<il suo è stato un nobile gesto Potter, per quanto inappropriato sia stato immischiarsi in affari che non la riguardano. Questa sera sarà in punizione con Regulus Black, e se tutto andrà per il meglio potrei pensare di farle riavere scopa e spilla prima del previsto. D'altronde, sarei molto delusa se Grifondoro non dovesse vincere la coppa di Quidditch.>>

<<Cominci pure a liberare un posto nel suo ufficio>>declamo con un sorriso smagliante <<quella coppa sarà qui prima che possa dire Pluffa.>>

Sono sicuro di aver visto un accenno di sorriso farsi largo sulle sue labbra, solo per un istante. Si ricompone talmente in fretta che potrei averlo immaginato e un attimo dopo mi sta già congedando.

~

Non so se dirlo a Remus. Non l'ho ancora rivelato a nessuno e miracolosamente nè James nè Sirius lo hanno ancora scoperto. Moony deve aver notato che mi sto torcendo le mani, per altro piuttosto sudate, da almeno dieci minuti, perchè ha sollevato lo sguardo dalla sua pergamena e mi sta scrutando perplesso.

<<Vuoi che ti aiuti con le traduzioni delle ultime Rune?>>

Scuoto la testa. <<No...anzi, sì...>>mi ritrovo a balbettare. <<Ecco io...>>

Remus posa la piuma accanto alla pergamena su cui stava scrivendo e getta un'occhiata al mio foglio, ancora quasi intonso. <<Stai bene?>>

Faccio sì con la testa, senza smettere di torturarmi le mani. <<Devo dirti una cosa>>mi decido ad ammettere. <<Ma non puoi dirla a Prongs e Padfoot>>.

<<Non so se voglio prendermi questa responsabilità>>borbotta Remus. Con un sopracciglio sollevato, squadra la mia espressione supplicante. <<Va bene>>capitola infine <<ma quando lo scopriranno non voglio che sappiano che io lo sapevo già, chiaro?>>

Annuisco freneticamente e prendo un respiro profondo prima di annunciare le fatidiche parole: <<credo di avere una ragazza>>. 

Remus sta sorridendo, sebbene si intuisca che è alquanto confuso. <<Credi?>>ripete<<non ne sei certo?>>

Mi stringo nelle spalle, per poi poggiarmi allo schienale della sedia. Mi sento molto più sollevato ora che l'ho finalmente detto a qualcuno. <<Si chiama Camilla ma tutti la chiamano Milla, è una Tassorosso. Credo che lei mi consideri il suo ragazzo.>>

<<Mi sembra una bella cosa>>fa Remus, e il suo sorriso genuino mi rassicura. <<Non vedo dove sia il problema>>.

<<Non ho mai avuto una ragazza, non so come comportarmi. E soprattutto, ho paura che Prongs e Pad potrebbero intromettersi e farla scappare a gambe levate.>>

<<Preoccupazione legittima>>approva Moony <<ma credo che si comporterebbero molto peggio se venissero a saperlo da qualcuno che non sei tu. Mi accerterò che si comportino bene se deciderai di dirglielo.>>

~

<<Non dovresti essere qui, Evans.>> Potter sembra teso. Il suo corpo è irrigidito, così innaturale rispetto alla sua solita posa rilassata, che lo fa sembrare come se fosse sempre appoggiato a un muro o sul punto di accomodarsi su un divano. Ha un'espressione contrita e nessun sorriso beffardo sulle labbra.

<<Credo che la professoressa McGranitt sappia dove mandarmi in punizione senza che tu ti intrometta, Potter. Devo catalogare altri libri per Madama Pinche insieme al fratello di Black.>>

Le sue sopracciglia schizzano verso l'alto dietro gli occhiali. Cosa avrò mai detto di così strano?

<<La McGranitt ha messo me in punizione con Regulus>>replica, come se gli stessi facendo un torto. Cosa crede, che mi diverta a stare qui?

<<Evidentemente non si fidava a lasciarvi soli>>mi limito a dire, prima di precederlo all'interno della biblioteca.

Black è già qui, seduto a un tavolo e con una pila di libri davanti. Lui e Sirius sono estremamente simili e al contempo estremamente diversi. Entrando, vedendolo con la testa china sulla pergamena e la matassa di capelli ondulati davanti al volto, qualche occhio meno attento potrebbe scambiarlo per il fratello. Eppure, basta un'occhiata per individuare la postura rigida, così diversa da quella di Sirius, i capelli leggermente più corti, il modo delicato in cui tiene la piuma. La pergamena di Sirius è solitamente un gran pastrocchio, fitto di macchie d'inchiostro e piccoli disegni ai margini, mentre quella di Regulus è estremamente ordinata, e la sua piuma la solca con cura, lasciando dietro di sè parole in una grafia elegante e arzigogolata.

Potter sposta una sedia e mi fa cenno di sedersi, per poi prendere posto accanto a me. Per un attimo sembra sul punto di dire qualcosa a Regulus, ma poi sembra ripensarci e si appresta a tirar fuori piuma e pergamena. Lo imito, ma non posso far a meno di squadrare ancora per qualche istante Black. So che lui e Severus sono amici. Mi chiedo se abbiano mai parlato di me. Probabilmente hanno parlato della piccola lurida mezzosangue, niente di più. Inizio a scrivere il titolo del primo libro, mentre lancio un'occhiata fugace a Potter. E' inusuale vederlo così silenzioso. La cosa non mi dispiace affatto, eppure mi lascia una sensazione bizzarra, come se ci fosse qualcosa fuori posto. Vedere Potter così taciturno è come uscire in giardino e scoprire improvvisamente che il cielo è diventato viola; è qualcosa di innaturale, per quanto le mie orecchie siano felici di non dover sopportare anche questa sera la sua voce.

<<Sirius aveva troppa paura per rimanere solo con me?>>

La voce di Black è bassa e misurata. Non ha sollevato lo sguardo, ma è chiaro che la domanda sia rivolta a Potter. Lui sembra sul punto di rispondere, poi lo vedo stringere forte la piuma e serrare le labbra. Strano, molto strano.

<<Ho sentito che non sei più il Capitano della squadra di Quidditch.>> Questa volta lo sta osservando, curioso di vedere se il suo tono tagliente colpirà nel segno. Quindi le voci erano vere, Potter ha rinunciato alla sua spilla e alla sua ridicolmente adorata scopa.

<<Serpeverde avrebbe vinto anche senza che tu ti ritirassi, ma devo ammettere che mi sarebbe piaciuto competere per quel Boccino>>continua Black, per niente turbato dal silenzio persistente di Potter. 

<<Siamo qui per catalogare libri>>gli ricordo, e intercetto Potter lanciarmi una rapida occhiata prima di riportare gli occhi sulla pergamena.

Black non replica nulla, ricomincia a scrivere come se non avesse mai smesso e per un pò l'unico rumore resta il grattare delle piume sui fogli. 

<<Se pensassi più agli allenamenti che a tormentare ragazzini forse Serpeverde avrebbe davvero una possibilità di vincere>>sbotta improvvisamente Potter, come se si fosse risvegliato da uno stato di trance. Un sorriso sghembo si fa strada sulle labbra di Regulus, mentre ripone la piuma e solleva gli occhi grigi dritti in quelli di Potter. Questa situazione sta prendendo una piega che non mi piace affatto.

<<Ci hai messo un po' a rispondere, Potter>>è il freddo commento di Black <<perdi colpi?>>

Ora anche Potter ha posato la sua piuma e lo imito istintivamente, senza spostare gli occhi da i due che continuano a squadrarsi in cagnesco.

<<Non sarai così spavaldo quando ti soffierò quel Boccino da sotto il naso.>>

Black punta un gomito sul tavolo e poggia il mento sul palmo della mano, sembrando ancor più simile al fratello. <<Ti sei dimenticato che non sei più il Capitano di quella ridicola squadra? Come pensi di prendere il Boccino senza una scopa?>>

Con un gesto estremamente teatrale, Potter estrae un boccino dalla tasca del mantello. Lascia che si libri qualche centimetro al di sopra del tavolo prima di arraffarlo proprio sotto il naso di Regulus. <<Ti assicuro che ci vedremo in campo.>>

Black alza gli occhi al cielo: <<sempre così dannatamente teatrale, Potter>>dice, dando voce ai miei pensieri. <<Le ridicole scenette tue e dei tuoi amici non vi saranno d'aiuto nel mondo reale.>>

Lo sguardo di Black sembra perforarmi la pelle quando si posa su di me, lo sento scottare come un carbone ardente. Sostengo il suo sguardo, senza dire nulla. 

<<E cosa servirà nel mondo reale?>>chiede Potter, ottenendo nuovamente l'attenzione di Regulus. <<Maschere argentate e maledizioni? Torturare ragazzini indifesi?>>

Il tono di Potter è glaciale quanto quello del Serpeverde davanti a lui. Non posso fare a meno di rabbrividire alle sue parole. "Maschere d'argento e maledizioni". 

<<Non sai di cosa parli.>>

Regulus riprende a scrivere e io faccio lo stesso, pregando mentalmente che Potter non abbia altro da aggiungere. Per una volta, esaudisce i miei desideri, perché non proferisce più parola.

~
Immagino di dover ringraziare Sirius e James per ciò che sta succedendo. Se non mi avessero mai mostrato le cucine, non sarei mai potuto sgattaiolare via questa mattina per sgraffignare la torta di frutta da portare a Milla e ora lei non  mi starebbe baciando nella Sala Comune di Tassorosso. James è tornato estremamente tardi dalla punizione con Regulus, Sirius non ha fatto che rigirarsi nel letto per tutta la notte, sicuramente questa mattina non è il momento più adatto per dirgli che ho una ragazza. Posso solo sperare che Moony riesca a mantenere il segreto abbastanza a lungo.

<<Quando mi presenterai i tuoi amici?>> Perchè non poteva semplicemente continuare a baciarmi? Cos'ho sbagliato?

<<Presto>>assicuro. <<Uno di questi giorni a colazione magari.>>

Lei annuisce e un ciuffo di capelli scuri le ricade sugli occhi. Lo scosta delicatamente, prima di riprendere a parlare: <<deve essere bello essere amici di James Potter, il Capitano della squadra di Quidditch più forte che Hogwarts abbia mai avuto.>>

<<Non...non è per quello che stai con me, vero?>>non posso fare a meno di domandare, perchè non sarebbe la prima volta che qualcuno cerca di avvicinarsi a James o Sirius attraverso di me.

<<Certo che no! Neanche mi piace il Quidditch>>

<<Questo non dirlo davanti a James>>mi raccomando, accennando un sorriso di sollievo. <<Non vuoi iniziare una conversazione del genere con lui, credimi>>.






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