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Vorrei poter essere in grado di spiegare come ha fatto Sirius a convincermi a venire con lui ma non saprei da dove iniziare. La verità, é che non ho assolutamente idea di come abbia fatto.
Ciò che so per certo, é che sarei dovuto stare più attento, perché ora mi ritrovo chiuso in uno sgabuzzino, per di più senza bacchetta.
<<Non fare quel muso lungo, Prongs ci libererà.>>
Lancio a Sirius un'occhiata furente.
Certo, Prongs ci libererà.
<<Spero tu abbia lo specchio Padfoot o giuro che...>>
<<Ce l'ho>>mi interrompe lui <<ma ero curioso di sapere cosa stavi per giurare?>>
Lui scoppia a ridere quando mi vede sbuffare sonoramente e io gli faccio cenno con la mano di fare piano.
É già in punizione praticamente a vita, se lo beccano qui ora finirà espulso in men che non si dica.
Forse avrei dovuto ricordarglielo quando mi ha trascinato fuori dal letto per riempire di Caccabombe l'ingresso nella Sala Comune dei Serpeverde.
~
Evans sta scuotendo vigorosamente la testa.
<<Non ci penso proprio>>ripete, come se non la avesse già detto tre volte. <<Metti via quel Mantello, Potter, dobbiamo pulire.>>
<<Non posso lasciare Padfoot e Moony chiusi in uno sgabuzzino, per quanto divertente possa suonare.>>
Per tutta risposta, Evans mi dá le spalle e torna a pulire.
<<Oh non pensarci neanche!>> Sbotta improvvisamente.
Trattengo a stento una risata, mentre la osservo da sotto il Mantello.
<<Togliti quel Mantello, Potter, dobbiamo pulire.>>
Abbasso il mantello, così che solo la mia testa sia visibile.
<<Vieni con me a liberarli e ti prometto che torneremo immediatamente quassù a pulire. Oppure andrò io ma non saprai mai se tornerò a finire il lavoro.>>
Lei scruta la mia testa fluttuante con la fronte aggrottata.
<<Se non torni andrò semplicemente a spifferare tutto alla McGranitt.>>
Mi stringo nelle spalle, sebbene lei non possa vederlo.
<<Forse sono pronto a correre il rischio. Se vieni, finirò io di pulire tutti i telescopi.>>
Lei assottiglia gli occhi, come se stesse cercando di capire dove é l'inganno.
<<Sono pronto a stringere un Voto Infrangibile, se non mi credi, ma siamo abbastanza di fretta quindi...>>
<<Va bene>>capitola lei. <<Ma se ci beccano darò fuoco alle tue mutande, Potter, sappilo.>>
Stavolta la risata sfugge dalle mie labbra prima che possa trattenerla, e porta Evans ad alzare gli occhi al cielo.
Senza aggiungere altro, avvolgo entrambi nel Mantello dell'Invisibilità.
<<Credo di aver capito dove si trovano>>dico, una volta arrivati al terzo piano.
<<Fantastico>>borbotta Evans <<possiamo per favore arrivare in questo fantomatico posto entro questo secolo?>>
<<Non essere così imbronciata, ti verranno le rughe>>le sussurro.
Lei fa per aggiungere qualcos'altro, ma mi premo un dito sulle labbra per zittirla.
"Gazza"mimo con la bocca, mentre indico con la testa il lato opposto del corridoio, da cui proviene lo scalpiccio frettoloso del Magonò.
<<Da questa parte>>aggiungo in un bisbiglio, conducendola verso le scale.
Quando finalmente raggiungiamo la porta, mi guardo rapidamente intorno e poi faccio scivolare via il Mantello.
Evans bussa alla porta dello sgabuzzino.
<<Prongs!>>la voce di Remus risuona subito all'esterno. <<Fammi uscire da qui o non vedrai più Sirius vivo.>>
Punto la bacchetta contro la porta.
Alohomora.
Provo ad aprire, ma la porta sembra bloccata.
Sento Evans sbuffare ed estrarre a sua volta la bacchetta.
<<Davvero, Potter? Non sei in grado di fare un incantesimo del primo anno? Alohomora!>>
Con sommo disappunto di Evans, e una punta di sollievo da parte mia, la porta resta serrata.
<<Si può sapere cosa avete combinato?>>chiedo, nella speranza di essere sentito solo dai miei amici e non da Gazza che continua ad aggirarsi per il castello.
<<Non ne abbiamo idea, la porta non vuole aprirsi. E Sirius non mi ha neanche dato il tempo di prendere la bacchetta.>>
Evans mi sta guardando con un sopracciglio sollevato, come se si aspettasse spiegazioni. Perché mai dovrei sapere per quale motivo i miei amici hanno deciso di uscire nel cuore della notte e...Oh, dannazione.
<<Stavate andando a riempire il loro tunnel di Caccabombe>>deduco. <<Senza di me!>>
<<Sul serio?>>Evans sembra quasi delusa. <<Siete al settimo anno, non sarete un po' troppo cresciuti per le Caccabombe? Mi aspettavo di meglio da Remus...>>
<<Anche io mi aspettavo di meglio da me stesso>>sentiamo bofonchiare dall'altro lato della porta. <<Ora, per l'amor di Merlino, ci tirate fuori da qui?>>
Improvvisamente, realizzo ciò che ha detto Remus: la porta non vuole aprirsi.
Deve esserci qualcosa da dire o da fare, come la pera a cui bisogna fare il solletico per entrare nelle cucine o la parola d'ordine per entrare nella nostra Sala Comune.
<<Evans, devo chiederti di girarti.>>
Lei solleva entrambe le sopracciglia, come a chiedermi se dico sul serio.
Con un sospiro, estraggo la Mappa che fortunatamente ho portato con me.
Lei si avvicina, curiosa.
<<Pensi che un pezzo di pergamena possa aiutarci, Potter?>>
Preferirei che Evans non sapesse della Mappa, nessuno deve sapere della Mappa, ma mi sembra chiaro che non sia intenzionata a girarsi.
Senza risponderle, punto la bacchetta contro la pergamena: giuro solennemente di non avere buone intenzioni.
Un sussulto di sorpresa sfugge dalle labbra di Evans quando l'inchiostro comincia a emergere e formare la consueta scritta.
Apro rapidamente la Mappa per individuare dove ci troviamo.
É strano vedere il cartiglio con su scritto James Potter così vicino a quello con scritto Lily Evans.
Proprio accanto ai nostri nomi, vi é un'altra parola.
Proprio come quando abbiamo scoperto come utilizzare il passaggio nascosto nella statua della strega orba, una minuscola bacchetta appare sulla Mappa, accanto all'incantesimo.
Punto la mia bacchetta sulla porta e leggo la parola: aliendus.
Finalmente, la porta si apre.
~
Remus rischia di cadermi addosso vista la fretta che ha di uscire da qui.
<<Grazie>>dice immediatamente a Prongs. <<Andiamo via da qui.>>
Mi chiudo la porta alle spalle, mentre cerco di spolverare i vestiti che ho indosso.
<<Credo che tu abbia un ragno nei capelli>>mi informa Evans.
James annuisce e tira via l'insetto dai miei ricci.
<<Non ci entreremo mai in quattro sotto quel Mantello>>prosegue la ragazza.
<<Certo che ci entriamo>>le assicuro, ma lei si volta verso Moony, come se non si fidasse di me. In effetti, credo proprio che non si fidi di me.
<<Ci entriamo>>mi fa eco Remus. <<Lo facciamo spesso con Peter. Si vedranno i nostri piedi però, quindi dobbiamo fare attenzione.>>
James ha messo la Mappa al suo posto e ci sta porgendo il Mantello.
Io e Remus ci copriamo immediatamente, seguiti da una riluttante Evans.
Lei e Remus sono davanti, io e Prongs alle loro spalle.
<<Sbrighiamoci>>sibila Evans.
Iniziamo a camminare rapidi verso la scalinata.
Una volta arrivati ai gradini, però, ci ritroviamo a scontrarci e sia io che Remus cadiamo rovinosamente a terra.
<<Oh non pensateci neanche>>sbottano contemporaneamente Moony ed Evans, mentre io cerco di rialzarmi.
<<Andiamo di sopra>>fa subito Remus. <<Non andremo in quel maledetto sotterraneo. Saliamo o non vi farò mai più copiare i miei compiti.>>
Io e James sbuffiamo all'unisono.
<<Stai diventando noioso, Moony>>lo informa Prongs, ma poi ricopre tutti con il Mantello e si avvia su per le scale.
E così il mio piano é andato in fumo.
Maledetta Evans.
E, come se non bastasse, domani mi tocca quella punizione.
~
Sirius non si è visto per tutto il giorno e James è decisamente nervoso. Lo sono anche io, per la cronaca, e infatti sto rileggendo la stessa frase da almeno dieci minuti. L'agitazione di Prongs però non si esprime leggendo più volte in che modo i Goblin hanno iniziato a costruire le loro abitazioni, bensì attraversando a grandi passi la stanza avanti e indietro.
Ogni tanto sembra sul punto di raggiungere la porta, poi fa una sorta di saltello e torna indietro, tamburella con le dita sul comodino di Peter e ricomincia a camminare nel verso opposto.
<<Vado>>dice all'improvviso. Non aggiunge altro, apre la porta e si allontana.
~
È tardi. Devo riuscire a trovare Sirius prima della punizione, non importa se la McGranitt raddoppierá la mia perché sto uscendo senza permesso.
<<Padfoot!>> Chiamo, saltando fuori dal passaggio, proprio mentre Sirius posa la mano sulla maniglia della porta.
Alza un angolo delle labbra in un accenno di sorriso, in un vano tentativo di convincermi che non c'è niente che non va ed è perfettamente tranquillo.
<<Abbiamo vissuto insieme per sedici anni>>mi dice quando mi vede, scrollando le spalle.
<<Possiamo parlare con la McGranitt>>propongo. <<Farti cambiare la punizione. Starò io con lui al posto tuo! Andiamo a dirglielo ora, avanti!>>
Lui scuote la testa.
<<Sta arrivando>>dice solo, e mi dá le spalle.
Butto un'occhiata dietro di me e Regulus si sta effettivamente avvicinando.
<<Usa lo specchio, okay?>>mi raccomando. <<Credo che resterò un po' in giro.>>
<<Prongs, davvero, va tutto bene>>dice Sirius, e lui sa che io so che non è vero, ma ci mette tutta la convinzione possibile.
<<In ogni caso ho proprio voglia di farmi una passeggiata qui intorno.>>
Lui stende le labbra in un accenno di sorriso e poi apre la porta e si infila nell'aula. Un secondo dopo, Regulus mi supera in silenzio e lo segue dentro.
~
In classe non ci sono più banchi.
Neanche uno. Sicuramente uno stupido scherzo di Pix.
Ora il mio piano andrá a rotoli.
Avevo intenzione di sedermi all'ultimo banco, sapendo che lui si sarebbe seduto il più lontano possibile da me, e tutto sarebbe andato bene.
Ora, invece, sono costretto ad andare a sedermi dietro la cattedra.
Lo vedo venire verso di me.
Per un attimo i suoi occhi si spalancano appena, sorpreso dalla mancanza dei banchi. Poi si rabbuiano, ha capito che saremo costretti a stare vicini per tutta la sera.
Prendo un foglio di pergamena e il primo libro, mentre lui trascina una sedia verso la cattedra. Prima inizio e prima finisco.
Lui sembra essere della stessa idea, perché appena seduto si mette immediatamente a lavoro.
Mi impongo di non alzare lo sguardo.
Lo tengo fisso sulla pergamena, poi sul libro, poi di nuovo sulla pergamena.
Vado avanti così per un po', poi non riesco più a trattenermi e gli lancio un'occhiata veloce.
Da quanto tempo io e Regulus non siamo soli in una stanza? Quanto tempo è passato dall'ultima volta che siamo stati così vicini?
Riabbasso lo sguardo sulla pergamena.
Sento le loro voci nella mia testa, ora più forti che mai. Sento le urla e le maledizioni. Sento anche lui, lui e i suoi stupidi amici Mangiamorte.
La rabbia divampa dentro di me e avverto una sensazione strana, un'onda di adrenalina, simile alle esplosioni di magia dei bambini. La ricaccio dentro di me. Magia accidentale, davvero?
Ho stretto così forte la mia piuma che ora c'è una macchia d'inchiostro su buona parte della pergamena.
La faccio sparire con un tocco di bacchetta e per un istante lo vedo alzare gli occhi. Non dice nulla e li riabbassa subito. Il mio sguardo passa dalla mia pergamena alla sua. Ha una grafia elegante, raffinata ed eccessivamente svolazzante. Niente a che vedere con i miei scarabocchi. Mi sono impegnato così tanto a cancellare ognuna delle lezioni di calligrafia che nostra madre ci costringeva a seguire che ormai la mia scrittura è illeggibile. Eppure, so che se volessi la mia grafia potrebbe essere esattamente come la sua, con la stesse "o" ben chiuse e le "l" allungate.
Lui nota che sto guardando insistentemente il suo foglio e muove appena la testa. Questo mi convince a ricominciare a scrivere.
Vado avanti per un po', e l'unico rumore, oltre a quello dei nostri respiri, è quello delle piume che corrono sulla pergamena.
Poi arriva un altro suono. Regulus fa qualcosa che non mi aspettavo avrebbe fatto questa sera, parla. Parla e mi chiede l'ultima cosa che mi sarei aspettato.
<<Tu e Lupin state insieme?>>
Assurdamente, quasi scoppio a ridere.
Lui non mi sta guardando, ma ha smesso di scrivere.
<<Perché, avete finito le offese? Non sapete più come chiamarmi? Dovete aggiungere anche insulti omofobi?>> Scrollo le spalle. <<D'altronde, non è come se mi aspettassi altro.>>
<<È solo quello che dicono tutti>>sibila Regulus, stizzito.
Lo guardo negli occhi, ed è insopportabile come nel suo viso io non possa fare a meno di vedere il mio.
<<Non stiamo insieme>>rispondo, prima di ricominciare a dedicarmi al mio lavoro.
Lui resta in silenzio, e io mi ritrovo a pregare che non parli più.
<<Lo sai cosa si dice su Lupin, vero?>>
Torno a guardarlo, e l'astio che provo si riflette sul suo volto, identico.
<<So cosa dite voi>>replico. <<Ma c'è qualcuno su cui non avete cattiverie da dire?>>
Lui fa per dire qualcosa, ma lo blocco.
<<Ah già, la vostra cricca di Purosangue invasati.>>
<<Sempre a lamentarti dei miei amici>>mormora lui, e sento l'ira crescere nella sua voce, sebbene sia sempre stato quello più controllato tra i due. <<Guarda con chi vai in giro tu, Sirius. Traditori, mezzosangue, e...qualunque cosa sia Lupin.>>
Per un attimo, un brevissimo secondo, non riesco a rispondere. Mi ha chiamato Sirius. Sembra passato un secolo dall'ultima volta che mi ha chiamato per nome.
<<Almeno i miei amici non sono una setta di assassini>>ribatto, e ancora una volta sento le dita formicolare e la magia crescere assurdamente dentro di me.
Perché deve essere così? Perché deve essere così simile a me, e allo stesso tempo così diverso?
<<Abbiamo degli ideali>>mi informa. <<Abbiamo dei piani. Lo capiresti se avessi almeno provato a dare retta alla tua famiglia.>>
<<Mi sembra più che chiaro che voi non siete affatto la mia famiglia.>>
Lui emette una sorta di risata trattenuta, come faceva sempre quando eravamo bambini.
<<Ah già>>accenna un sorriso. <<Avevo dimenticato che ora sei uno dei Potter, eh? Ho sentito il tuo fratellino dire che sarebbe rimasto nei paraggi, avevi paura di rimanere solo con me?>>
<<Geloso di James?>>non posso fare a meno di chiedere, e le mie labbra assumono un sorriso gemello al suo. Un sorriso che è tutto tranne che felice.
Per un momento quasi spero che dica sí.
Spero quasi che rinsavisca.
Ovviamente la sensazione dura poco, e appena apre bocca mi maledico anche per averci solo sperato.
<<Geloso di un Grifondoro traditore del suo sangue, come no>risponde sprezzante. <<Tienitelo stretto quanto vuoi, mi fa solo un piacere ad atteggiarsi come se fosse tuo fratello, mi aiuta a far dimenticare alla gente che purtroppo lo sono io.>>
<<Tanto è come se non lo fossi>>metto in chiaro, chiudendo di scatto la copertina del libro. Mi alzo prima che possa aggiungere altro.
<<Buonanotte, Regulus.>>
Mi affretto verso la porta.
Da quando non lo chiamavo per nome?
Sento qualcosa toccarmi la schiena e mi giro. Regulus ha in mano la mia bacchetta e credo proprio che sia stata questa a toccarmi la schiena.
Devo averla dimenticata sulla scrivania.
La sta tenendo con la punta delle dita, come se fosse schifato. Gliela tolgo di mano e lo sguardo mi cade sul suo avambraccio. Lui lo nota.
<<Non lo ho il Marchio>>mi informa, come se mi avesse letto nel pensiero.
"Non ancora", penso, ma per una volta non dico nulla.
~
<<Black>>la McGranitt mi chiama proprio quando sono sul punto di varcare la soglia. <<Devo parlarle.>>
Mi fermo e James, accanto a me, fa lo stesso. Ci giriamo simultaneamente a guardarla. Lei sta osservando James con un'espressione quasi esasperata.
<<Devo parlare con Black>>sottolinea. <<Non con lei, Potter.>>
James scrolla le spalle, ma prima che la McGranitt possa imporgli di andarsene si avvia verso il suo banco, infondo all'aula.
<<Ho dimenticato una cosa>>dice.
La McGranitt sa perfettamente, come lo so io, che James non ha dimenticato proprio nulla. Eppure, non sembra importarle.
<<Non ha portato a termine il lavoro che doveva fare ieri sera.>>
Con la coda dell'occhio vedo James alzare la testa, in ascolto.
<<Ha una buona motivazione?>>
Cosa dovrei dirle? Che la vera punizione non è affatto il compito che mi ha assegnato, che catalogherei milioni di libri, se solo potessi farlo con chiunque altro?
<<Avevo sonno.>>
La McGranitt mi guarda come se non riuscisse a credere alle mie parole.
<<Aveva sonno>ripete. È una cosa che fa spesso, ripetere le mie frasi con quel tono intimidatorio. <<Allora spero che si sia riposato, perché la sua punizione proseguirà questa sera e tutte le sere successive fino a quando lo riterró opportuno.>>
<<Lo faró io>>dice improvvisamente James, avanzando verso di noi.
La McGranitt lo scruta da dietro gli occhiali.
<<Non è lei a essere in punizione, Potter, per quanto inusuale possa sembrargli. Questa sera inizierà un'ora prima, Black, così magari non le verrá sonno.>>
<<Ho detto che lo farò io>>ribatte James.
<<Prongs...>>mormoro, tentando di farlo fermare perché davvero, davvero, non c'è bisogno di rischiare l'espulsione per una cosa così stupida.
Gli occhi della McGranitt stanno letteralmente mandando scintille, eppure James mantiene lo sguardo fisso su di lei, imperturbabile.
<<Lei, signor Potter>>inizia, furente <<non toccherà la sua scopa per il resto dell'anno. E se si azzarda a replicare la sua spilla da Capitano resterà nel cassetto della mia scrivania per tutta la sua vita.>>
James sembra esitare per un momento, poi si ricompone. <<Non mi importa>>afferma. Mente, il Quidditch è una delle cose più importanti della sua vita. La McGranitt rimane per qualche istante sbigottita. <<Può avere la mia scopa e la mia spilla, ma Sirius non sarà in punizione con Regulus questa sera nè tutte le sere a venire.>>
Lo sguardo della professoressa, da minaccioso come era fino a qualche secondo fa, sembra improvvisamente addolcirsi un po'. Sembra quasi sentirla dire "allora è questo il problema!" invece dice solo "da questa sera, signor Black, luciderà ogni singolo Trofeo e armatura della scuola fino a farli brillare".
<<Da solo>>sottolinea James.
La McGranitt annuisce rigidamente. <<Da solo>>concede. <<Lei, signor Potter, mi farà avere spilla e scopa entro domani mattina.>>
James annuisce e la professoressa ci congeda.
<<Sei fuori di testa>>decreto immediatamente, appena la porta si chiude alle nostre spalle. <<Non ne valeva la pena, razza di idiota.>>
James scrolla le spalle. <<Prego.>>
<<Prego un corno, James! Potevo sopportare un paio di punizioni, non era necessario.>>
<<Non hai resistito neanche una sera!>>
<<Non avresti dovuto>>gli dico, ma sembra che neanche mi ascolti. <<Vado a parlare con la McGranitt.>>
Prima che possa raggiungere la porta, le braccia di James mi stringono da dietro.
<<Prongs che diamine fai?>>chiedo, tentando di divincolarmi da quello che suppongo volesse essere un abbraccio.
<<Se è per voi ne vale sempre la pena>>risponde lui.
Note: buon Natale! Spero il capitolo vi piaccia. Se vi va commentate e fatemi sapere.
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