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Questa volta Potter non la passerà liscia, nient' affatto. Non riuscirà a svegliarmi urlando e farla franca.
La sua voce è già eccessivamente fastidiosa quando parla con un tono normale (che poi sarebbe un tono almeno tre volte più alto di quello di chiunque altro) ma quando strilla in quel modo fa schizzare alle stelle i miei istinti omicidi. Anche se quando si parla di Potter i miei istinti omicidi sono sempre alle stelle.
In ogni caso, sta per uscire dalla Sala Comune e io devo fermarlo.

<<Non così in fretta, Potter. Dieci punti in meno a Grifondoro. Non puoi metterti a urlare così di prima mattina, mi hai svegliata. >>
Si gira verso di me e immediatamente gli spunta sul viso quell'odioso sorriso canzonatorio. La sua mano scatta verso quei ridicoli capelli, come se fosse possibile renderli più scompigliati.

<<Beh, Evans, non riesco a immaginare un risveglio più piacevole che sentire la mia voce.>>

<<Preferirei essere svegliata da una Banshee piuttosto che da te, Potter>>metto in chiaro, perché sembra ridicolmente convinto delle sue parole.

<<Sono sicuro di essere molto più affascinante di una Banshee, Evans. E comunque nel regolamento non c'è scritto nulla che vieta di urlare di prima mattina.>> Come dicevo, ridicolmente convinto.

<<Oh, giá, perché tu hai letto il regolamento, vero? E lo segui sempre soprattutto.>>
Lui scrolla le spalle, toccandosi di nuovo i capelli.

<<Per infrangere le regole bisogna pur sapere quali sono, no?>>
Faccio per rispondere ma il ritratto si apre di scatto lasciando entrare Frank che sembra piuttosto affannato.

<<Capitano...>> Ha il fiatone come se avesse corso da Londra a qui. <<La tua...la tua scopa...>>farfuglia, rosso in viso.

<<Dov'è?>>
Potter si gira verso di lui così velocemente che per un attimo credo sul serio che i miei sogni stiano per realizzarsi e la sua testa stia per staccarsi dal collo.

<<La...La Torre...Di A-Astronomia.>>
Frank non ha ancora finito di pronunciare l'ultima parola che  Potter si è già precipitato fuori dal buco del ritratto.
Potrei sperare che inciampi e voli giù dalle scale ma ingiustamente Potter oltre a un ego smisurato, un'incommensurabile stupidità e una chioma di capelli a dir poco discutibili, ha anche una gigantesca e del tutto immeritata fortuna.

~

<<Sono le regole della squadra>>cerco di giustificarmi. <<E ho già tre allenamenti in più alla settimana. E ci alleniamo già tre volte alla settimana, quindi sei dei miei pomeriggi sono occupati, non potevo rischiare di farmi occupare anche la domenica, okay?>>

<<Dunque è per questo che hai rivelato a James dove si trovava la sua scopa. Per il Quidditch.>>
Credo che Sirius stia cercando di assumere un'aria spaventosa ma, sebbene abbia un che di minaccioso, James è decisamente più bravo a farti sentire in colpa. Sirius ti fa solo venire voglia di scappare, ecco.

<<Lo avrebbe scoperto comunque>>provo a fargli notare. Voglio dire, prima o poi avrebbe cercato nella Torre, giusto?

<<Tu lo sai cos'ha fatto James, Frank? Ha rubato i miei calzini fortunati.>>
Sirius mi sta guardando come se ciò che avesse appena detto fosse un crimine efferato e io dovrei essere impressionato dalla cattiveria e la crudeltà di James.

<<Mi sembra una cosa gravissima>>metto in chiaro, perché è chiaro che è ciò che vuole sentirsi dire. <<Ma davvero, credo che dovresti parlarne con lui.>>
Sembra stia soppesando la mia risposta e nel mentre tenta di apparire minaccioso. Beh, di sicuro non fa più paura di Alice quando è arrabbiata.
Okay, si è girato e sta andando dritto dritto verso James.

<<Frank dice che dovrei parlare con te dei miei calzini.>>

Fantastico, ora James mi sta guardando male. Si è già scordato di chi gli ha detto dove trovare la sua scopa?
La prossima volta devo imparare a stare zitto.

~

<<Non ho preso io i tuoi calzini>>puntualizzo, perché Sirius sembra ancora convinto di ciò e questo è davvero inammissibile. Non solo mi ruba la scopa, pensa anche di potermi incolpare di cose che non ho fatto! Lo so che generalmente quando non si sa a chi dare la colpa la si dá a me e, effettivamente, il novantanove percento delle volte è davvero colpa mia. Ma se quell'un percento in cui non è colpa mia esiste, è proprio per questa situazione. I calzini gialli di Sirius, tra l'altro davvero discutibili, non li ho assolutamente presi io.

<<Sí che li hai presi. C'era il tuo odore nel mio cassetto.>>
Aggrotto la fronte, cercando di far capire a Sirius che davvero non dovrebbe dire queste cose in mezzo alla Sala Comune. Non è davvero il caso di far scoprire a tutti i Grifondoro che il mio migliore amico -in questo momento un po' meno amico- passa il suo tempo ad annusare le cose. Rovinerebbe la mia reputazione e c'è anche il fatto che qualcuno potrebbe intuire che occasionalmente si trasforma in un cane, certo.
Per l'appunto, ora Frank ci sta guardando perplesso, perché credo che nel suo dormitorio nessuno si metta ad annusare cose e sia capace di distinguere a chi appartiene un determinato odore.

<<Non guardarmi in quel modo>>mi intima Sirius. <<So che li hai presi tu.>>

<< Io non- Razza di idiota! Li hai addosso i tuoi calzini.>>
Sirius spalanca la bocca, probabilmente per dirmi che non è così idiota da non sapere se sta indossando o meno i suoi calzini portafortuna (e a quanto pare invece lo è) ma poi abbassa lo sguardo e vede che effettivamente dalle sue scarpe spunta un orrido bordo giallo canarino.
Mi guarda intensamente per qualche secondo, come se stesse pensando a un qualche modo per negare il fatto che, come al solito, avevo ragione.
Perché è così stupito, poi? Ho sempre ragione. È una necessità dell'essere così perfetti, avere ragione sempre e comunque.
Improvvisamente, Sirius scoppia a ridere. È una cosa che fa spesso a dire il vero, scoppiare a ridere in momenti inopportuni.
E c'è qualcosa nella risata di Sirius che è davvero contagioso, sapete? Sospetto che sia stregata, perché ora sto ridendo anche io.
Blocco il cuscino che Sirius mi ha appena lanciato contro, probabilmente perché ha capito che più che ridere con lui sto ridendo di lui.
Il mio lancio va perfettamente a segno contro la sua testa, perché nessuno, nemmeno Sirius, può rubarmi la scopa e tirarmi addosso un cuscino nello stesso giorno e pensare di passarla liscia.

~

Ho finalmente tirato Peter fuori da quel dannato buco e trovo davvero disonorevole che i miei cosiddetti amici mi abbiano lasciato da solo a fare questo lavoro. Per la cronaca, passare un quarto d'ora a tentare incantesimi e fare sforzi fisici immani con il piagnucolio di Peter in sottofondo è paragonabile a un appuntamento con la piovra gigante.
Scendo di sotto con Peter dietro di me, che si sta ancora lamentando.
Voglio dire, lo capisco, sul serio, ma dovrebbe essere Sirius quello estremamente fastidioso, non può iniziare anche lui. Altrimenti inizierò a perdere anche i capelli, oltre che a sentire le voci.
Mi fermo prima di raggiungere l'ultimo gradino.
Di solito James e Sirius continuano a farsi dispetti a vicenda per qualche giorno, poi uno di loro, in genere James, decide che è troppo noioso rimanere arrabbiati e si coalizzano per fare dispetti al sottoscritto.
E ciò non è per niente divertente, ma almeno è prevedibile.
La prevedibilità è una cosa che manca nella mia vita, specialmente se ci sono di mezzo i Malandrini e, per essere precisi, loro sono effettivamente in mezzo a tutta la mia vita.
Suona più melodrammatico di quanto avrei voluto.
Comunque, Sirius e James stanno cercando di soffocarsi a vicenda con dei cuscini ma ridono così tanto da non riuscirci.
Frank li guarda perplesso ma non sembra intenzionato a parlare.
Deve aver imparato la lezione.

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