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Gwen mi guarda con le mani sui fianchi, pensierosa.
<<Vai a cercarla>>decreta infine. <<La McGranitt sembrava effettivamente preoccupata.>>
Non me lo faccio ripetere due volte, smetto di correggere il suo tema di Pozioni e mi precipito giù per le scale.
Qualcosa mi dice che devo trovare Lily il prima possibile.
Lo sguardo della McGranitt quando l'ha chiamata da parte era tutt'altro che rassicurante, e ormai manca da un bel po'.
Urto Potter mentre passo attraverso il buco del ritratto, ma lui non sembra farci caso. Black invece arriccia le labbra, come se volesse dirmi qualcosa, poi però rimane zitto.
La McGranitt aveva detto che Lily doveva vedere Silente, quindi la cosa più logica è avviarmi verso il suo ufficio.
Sí, ma dov'è l'ufficio di Silente?
Forse dovrei tornare dentro e chiederlo a Potter e Black, ho l'impressione che potrebbero decisamente saperlo.
Problema : Potter vorrebbe sicuramente venire a vedere dov'è Lily per ficcanasare come al solito.
Inizio a scendere le scale.
<<Professoressa, aspetti>>urlo, forse con un po' troppo zelo, quando intercetto il cappello a punta della McGranitt.
Lei si gira a guardarmi. Ha un'espressione grave, afflitta oserei dire.
<<Sto cercando Lily Evans, è ancora con il preside?>>
Lei scuote la testa. << Dovrebbe essere già tornata alla torre di Grifondoro ormai.>>
<<Non lo ha fatto>>la informo velocemente. Se non sa dov'è, tanto vale tagliare corto e andarmene.
<<Prima che la incontri credo sia importante sapere il motivo per cui è stata convocata dal Preside.>> Prende un respiro profondo. <<Sono informazioni confidenziali, ma vista la vostra amicizia credo che sia il caso di dirlo : i genitori di Evans sono deceduti...uccisi, a dire il vero.>> Sospira ancora, e si stringe le mani l'una nell'altra.
<<Credo che sia il caso che lei la trovi al più presto>>aggiunge, e si sposta per farmi passare.
Sono spaesata, e non più perché non so dove sto andando. I genitori di Lily sono morti. Morti. Uccisi. Ed è da sola, da qualche parte, a soccombere sotto un dolore che non posso neanche immaginare.
Non penso di poter fare altro che continuare a correre.
Setaccio il castello in lungo e in largo, ogni piano, ogni classe, i sotterranei, il parco. Lily sembra sparita nel nulla.
Non è in Infermeria, non è nella torre di Astronomia, non è da Hagrid, non è da nessuna parte.
Hogwarts doveva per forza essere così grande?
Mi do una manata in fronte talmente forte che per poco non ci resto secca.
Le gambe mi fanno male per tutte le rampe di scale che ho sceso e salito, ma faccio un ultimo sforzo per raggiungere la Guferia.
È quasi vuota, se non per un barbagianni appollaiato su un trespolo parecchio in alto e una civetta silenziosa.
Per terra, con la schiena poggiata contro la parete di roccia nuda, c'è Lily.
Mi avvicino cercando di non scivolare sulla paglia sparsa sul pavimento.
Mi siedo vicino a lei, in silenzio.
Lei non parla e io non so cosa dire.
<<Ho pensato di dover scrivere a Petunia>>dice all'improvviso, e la sua voce è stranamente limpida. La nomina così di rado che ci metto qualche attimo prima di capire che intende sua sorella. <<Non posso>>aggiunge, e per un momento un sorriso amaro le compare sulle labbra. <<Non posso, Alice>>ripete. <<È tutta colpa mia se sono morti>>sbotta infine, e ora ha la voce strozzata e le lacrime le rigano il viso.
<<Lily come può...>>
Non mi lascia finire. <<Li hanno uccisi i suoi seguaci>>mormora. <<Petunia mi odia, e ora mi odierà ancora di più.>>
Le metto una mano sul braccio e tento di dire qualcosa ma, ancora una volta, lei me lo impedisce.
Ora sta singhiozzando e trema sotto le mie dita.
<<È diverso>>dice tra i singhiozzi. <<È diverso per quelli come me. È diverso se si è figli di Babbani. Perché loro muoiono, Alice. E poi cercheranno me, perché il mio sangue non vale quanto il loro.>>
<<Non è colpa tua, Lily. Sono dei mostri.>> Vorrei aggiungere altro, ma mi mancano le parole.
<<Un giorno>>continuo d'impeto <<li vendicherò. I tuoi genitori e tutti gli altri. Non volevo dirtelo prima, ma ho deciso di voler diventare un Auror. Per combattere.>>
Lei mi guarda con gli occhi ancora pieni di lacrime.
Nessuna di noi due parla più.
Intorno al castello sta infuriando una guerra, ed è sempre più vicina.
E per ora, io non posso fare altro che stringere Lily a me.
~
Lily non è ancora tornata alla torre, e questa è una buona cosa, perché da quello che dice Sirius, sembrerebbe meglio che James se ne stia lontano da lei.
Sono così abituato a sentirli fare rumore, che questo silenzio mi distrae. Poso la piuma con cui stavo concludendo il tema e alzo lo sguardo.
Sirius ha il viso schiacciato contro la finestra.
<<Padfoot che diamine stai facendo?>>chiedo, perché cos'altro potresti fare trovandoti davanti il tuo migliore amico con il viso spiaccicato contro un vetro?
<<Mi era parso di vedere il gatto>>risponde, allontanandosi dalla finestra.
<<Quel gatto?>>domanda Peter, terrorizzato. <<Per Morgana, spero proprio di no.>>
<<Non è possibile. La McGranitt era stata molto chiara, ormai sarà al Serraglio Stregato a Diagon Alley o in qualche altro negozio di animali.>>
Sirius sbuffa e ricade sulla poltrona.
<<Magari è fuggito>>si illumina James. <<Perché gli mancavamo.>>
<<Spero proprio di no>>mormora Peter, ma quei due ormai sono talmente esaltati che non ci fanno caso.
È mai possibile che si esaltino così per un gattino?
Specie Sirius, che non fa altro che atteggiarsi da duro, e che soprattutto non perde occasione per professare il suo odio verso i gatti.
~
<<Aaargh!>>
Quello di Peter non è più un urlo estasiato per lo spettacolo messo in atto da James, che per festeggiare la fine del quinto anno ha deciso di convincere la piovra gigante a uscire dal Lago Nero e farsi una passeggiata nel parco. No, sembra proprio un urlo di paura.
<<Toglimelo di dosso Sirius!>>
Mi giro e capisco perché sta urlando : un minuscolo gattino rosso ed estremamente peloso è artigliato alla sua gamba.
Vorrei non scoppiare a ridere, ma sfido voi a riuscirci. Okay, forse mi sarei potuto impegnare di più ed evitare di rotolare dalle risate ma la situazione è davvero comica.
Remus a quanto pare non lo trova poi così divertente, perché smette di aiutare James e viene a staccare il gatto dalla gamba di Peter.
<<Da dove è uscito?>>chiede James, dopo aver lasciato andare la Piovra.
Si siede sul prato e prende il gatto dalle mani di Remus, che si inginocchia anche lui.
<<Dovremmo trovare il proprietario>>suggerisce Remus.
James non gli dà retta, e comincia ad accarezzare quella palla di pelo rossa.
Remus nota la mia espressione di disappunto e sorride.
<<Tanto James non potrà tenerlo>>mi dice.
James alza di scatto la testa. A quanto pare Remus gli ha appena dato una grande idea. Certo che terrà il gatto, perché ha l'aria di essere un piccolo genio, dice.
<<Il piccolo genio mi ha graffiato tutta la gamba>>borbotta Peter.
<<Cercheremo il proprietario>>mette in chiaro Remus. <<Mi dispiace James, ma è così che funziona.>>
James lo guarda male ma non ribatte.
Dopo ore di ricerca, tuttavia, Remus sembra quasi essersi rassegnato al fatto che il gatto sia un randagio.
Nessuno sembra averlo mai visto.
Oppure hanno troppa paura a riprenderselo, perché James lancia occhiatacce a chiunque si avvicina e si stringe il gatto contro il petto.
<<James non lo puoi tenere!>> Dice Remus per l'ennesima volta, mentre rientriamo in dormitorio. Prongs sembra non averlo sentito affatto. Prende dalla tasca un Boccino e lo libera per la stanza. Il gatto segue con gli occhi la pallina dorata che sfreccia verso il soffitto. Quando si riabbassa, tenta di colpirlo con una zampa.
James lo guarda estasiato.
L'interesse del gatto per il Boccino però sembra essere durato molto poco, perché ora sta correndo dritto dritto verso Peter.
<<Dannato gatto!>> Sbotta lui, quando questo gli affonda le unghie e i denti nella gamba. <<Sciò!>> Tenta di allontanarlo con la mano, ma la palla di pelo addenta anche quella e Wormtail urla ancora di più.
<<Non lo spaventare>>lo rimprovera James, che è chiaramente pazzo, andando a riprendersi il gatto.
<<Mi ha aggredito!>>si lamenta Peter, mostrando la mano insanguinata.
Remus gliela aggiusta con un pigro gesto di bacchetta.
<<Mi sembra evidente>>comincia, ignorando lo sguardo torvo di James <<che il gatto non può rimanere. Innanzitutto, perché se rimane probabilmente Peter non arriverà tutto intero a domani mattina. In secondo luogo, perché Sirius è allergico ai gatti e, mi dispiace James, ma anche io non voglio tenerlo. Siamo tre contro uno.>>
<<Sirius non è allergico ai gatti! È allergico solo al mio, di gatto.>>
<<Ci sarà un motivo se mi trasformo in un dannato cane>> gli faccio notare. <<Non mi piacciono i gatti, e io sicuramente non piaccio al tuo. Ti ricordo che mi ha ridotto a brandelli una delle mie maglie preferite.>>
<<Gli avevi pestato la coda! James non merita il tuo odio.>>
<<Lo merita eccome>>ribatto io, pronto a lanciarmi in un elenco dettagliato di tutti i fatti a sostegno della mia tesi. <<Per di piú, è davvero ridicolo che il tuo gatto si chiami come te!>>
<<Per Merlino, Padfoot, lo sai benissimo che l'ho ricevuto a tre anni, non è che sapessi dire molto altro!>>
Remus borbotta qualcosa tipo "non riesco a credere che stiano di nuovo tenendo questa conversazione".
Mi volto verso di lui per mettere in chiaro che ho tutte le ragioni di lamentarmi, e per ricordargli che stiamo lottando per la stessa cosa, ma l'attimo di silenzio spinge James a ricominciare a parlare.
<<Ho un'idea!>> Il suo tono di voce è talmente alto che probabilmente anche quella brutta strega calva del ritratto nei sotterranei, che canta ogni volta che qualcuno gli passa accanto, deve averlo sentito.
<<Sentiamo>>sospira Remus.
<<Lo portiamo con noi e, se si comporta bene, lo teniamo.>>
Lo dice con un sorriso smagliante, come se non fosse la cosa più stupida e assurda che gli potesse venire in mente. Portare con noi in una notte di luna piena il gatto? Non può essere serio.
<<Quel gatto se ne va all'istante, James>>risponde Remus, avviandosi verso la porta. <<Togliti dalla testa quest'idea.>>
Esce, e James resta a guardare la porta tutto imbronciato, continuando a tenere in mano la palla di pelo che nel frattempo ha iniziato a miagolare.
Poi si avvia verso la porta anche lui, forse per andare a convincere Moony.
<<Pensandoci non sarebbe male>>borbotta Wormtail. <<Magari Moony se lo mangia.>>
James gli dà uno scappellotto sul collo talmente forte da farlo quasi cadere per terra, non saprei dire se per la battuta infelice su Moony o se per il gatto.
<<Scusa, scusa!>> Peter sembra sul punto di aggiungere altro, ma James è già corso giù per le scale.
<<Oh no!>>
Mi giro a guardare cosa ha visto Peter e quello che mi ritrovo davanti è proprio il gatto.
Ma non poteva portarlo con sè?
Ci guarda tutti e due, poi soffia e si avventa di nuovo su Peter.
<<Farai una brutta fine!>>urla lui, scalciando selvaggemente.
Il gatto gli ringhia contro, ma alla fine sembra decidere che sia più saggio battere in ritirata. Con un miagolio di disappunto, si allontana da Peter e si ferma proprio accanto alla mia scarpa.
<<Non pensarci nemmeno>>lo metto in guardia, ma le parole mi muoiono in bocca quando la testolina rossa si strofina contro l'orlo dei miei pantaloni e il gattino inizia a fare le fusa. <<Maledetto adulatore>>borbotto, mentre mi chino per prenderlo in braccio. Peter mi guarda con sdegno, come se gli stessi facendo un torto. Vado a sedermi sul mio letto, la schiena appoggiata al muro e il gattino raggomitolato sul mio petto. Lo gratto distrattamente dietro le orecchie, mentre Wormtail continua a borbottare imprecazioni.
<<Lo sapevo!>> I mugolii lamentosi di Peter vengono interrotti dall'urlo trionfante di James. Lui corre verso di me, indicando il gatto. Remus lo segue a breve distanza-
<<Ora siamo due contro due>>prosegue James, avvicinandosi per accarezzare il gatto. Quest'ultimo non ne sembra contento, perchè soffia verso la sua mano tesa e si inerpica sulla mia spalla, dove resta appollaiato come un pappagallo. Rido di gusto davanti all'espressione di James.
<<Credo di stargli simpatico>>decreto.
<<Sei un cane>>mi ricorda James, guardando torvo il gatto.
<<In ogni caso, è un randagio e non possiamo tenerlo>>ci ricorda Remus. <<James, se provi a placcarmi un'altra volta ti lancio una fattura così potente che non potrai più salire su una scopa.>>
Moony fa quasi paura quando adopera questo suo tono autoritario. Quasi.
E' anche dannatamente affascinante, mentre lancia a James uno sguardo di intesa ed esce dal dormitorio.
<<E' solo un brontolone>>mormoro in direzione del gatto. <<Vedrai che ti farà restare.>>
~
La McGranitt ha recuperato il gattino, mentre Sirius e James continuano a lanciarmi occhiate oltraggiate.
<<Devo forse ricordarvi che ci siamo fatti quasi espellere per quel gatto?>>sibilo, riferendomi a ciò che é accaduto ieri.
Loro sbuffano, ma non replicano.
<<Lo porterò al Serraglio Stregato>>decreta la McGranitt. <<Per una volta, ve ne prego, cercate di rimanere fuori dai guai.>>
James e Sirius annuiscono, diligenti, ma li vedo scambiarsi un sorriso d'intesa.
Peter sospira di sollievo alla vista del gatto che si allontana tra le braccia della McGranitt.
<<Mi dispiace ragazzi>>
Passo un braccio intorno alle spalle di James e l'altro circonda il collo di Sirius.
<<Sono sicuro che potrete perdonarmi.>>
~
<<Lils!>>
La voce di Gwen fa allontanare me e Padfoot dalla finestra. Alice e Evans emergono dal buco del ritratto.
Evans ha la testa bassa, i capelli rossi che le coprono quasi del tutto il viso.
<<Che succede?>>chiede immediatamente Gwen. Alice scuote la testa e prende Evans per mano. Le tre si avviano su per le scale.
<<Moony>>faccio immediatamente. <<Devi scoprire cosa é successo.>>
Lui mi lancia un'occhiataccia.
<<L'hai vista piangere e sta chiaramente male>>mi ricorda. <<Non credi che dovresti farti gli affari tuoi?>>
<<E comunque non ci serve Moony>>lo interrompe Sirius. <<Basta chiedere a Frank.>>
Come se lo avesse evocato, Frank scende con un saltello l'ultimo gradino delle scale che portano ai dormitori.
<<Cos'é successo a Evans?>>
Frank aggrotta la fronte. <<So quello che sapete voi, é stata chiamata dalla McGranitt e poi é sparita.>>
Poso una mano sul mento, squadrando Frank, che mi guarda di rimando con la fronte aggrottata.
<<Non posso più minacciarti con la squadra di Quidditch>>constato, afflitto.
Lui distende le labbra in una sorta di sorriso.
<<Non potevi neanche prima>>tiene a precisare Remus, ma chiaramente non sa di cosa sta parlando.
<<Però posso comprarti>>proseguo, e Frank si fa più attento. <<Ti faccio avere le domande del compito di Storia della Magia entro domani mattina>>prometto. Lui strabuzza gli occhi. <<Se chiedi ad Alice tutto ciò che sa>>concludo, tendendo una mano.
Frank sembra esitare per un attimo, il suo sguardo passa da me ai miei amici, probabilmente chiedendosi come farò ad ottenere quelle domande. Alla fine, si decide a stringermi la mano. Sa di non essere il primo ad aver stretto questo genere di patto.
<<Ci vediamo qui dopo cena.>>
Il mio-beh, al momento di Alexa-Battitore annuisce e va a sedersi su un divanetto, borbottando qualcosa sulle mie "assurde manie".
<<É per questo che io e lei siamo amici e ogni volta che vede te sembra sul punto di lanciarti una fattura>>mi informa Moony, scartando una barretta di cioccolato. Me ne passa un pezzetto, perché a dispetto del tono duro delle sue parole so che in realtà sta cercando di darmi un consiglio. <<Dovresti comportarti in modo più...naturale?>>scuote la testa, per poi infilarsi in bocca un pezzo esageratamente grande di cioccolato. <<Forse meno naturale>>borbotta. Alla fine scrolla le spalle, come se lui stesso non ha idea di dove volesse andare a parare.
<<Dovresti dichiararle il tuo amore davanti a tutta la Sala Grande>>mi sbeffeggia Sirius. <<Abbastanza naturale, no?>>
<<Torna a cercare i gatti, Padfoot.>>
~
James ha in mano un foglio su cui ha scribacchiato le domande che abbiamo preso dall'ufficio di Ruf, ma la sua sctittura è talmente disordinata che tutto ciò che riesco a vedere è una massa informe di inchiostro.
<<Sai, credo che Frank volesse essere in grado di leggerle quelle domande.>>
Prongs scrolla le spalle. <<Sono perfettamente leggibili>>mi informa, indicando la prima riga. <<In quale anno si è avuta la prima rivolta dei Troll?>>
<<Probabilmente lo sai, visto che scrivi come un Troll>>si intromette Sirius, sbirciando il foglio di James da dietro le sue spalle.
<<Senti chi parla>>lo rimbrotta lui, e non posso dargli tutti i torti.
Siamo vicino a una delle finestre della Sala Comune, in attesa di Frank.
Peter è sgattaiolato via, probabilmente dalla sua ragazza, quindi siamo solo noi tre. Getto un'occhiata fuori, sul parco illuminato dal bagliore della luna.
Non manca molto alla luna piena, penso, e un brivido mi percorre la schiena.
Padfoot deve aver intuito i miei pensieri, perché per un attimo la sua mano si posa sulla mia.
<<Frank!>> L'esclamazione di James mi fa riportare l'attenzione alla stanza e la mia mano scivola via da quella di Sirius. Frank non si è presentato a cena, così come Lily e le sue amiche. Ora sta scendendo dalle scale dei dormitori maschili, e la sua espressione non mi piace affatto.
Si para davanti a James e prende un respiro profondo.
<<Io non credo di doverti dire questa cosa>>inizia, ma sa già perfettamente che Prongs non si darà per vinto.
Il mio amico gli sventola il foglio con le domande sotto il naso. <<Io ho fatto la mia parte>>gli ricorda.
Frank si gratta la testa, in evidente difficoltà. Sposta lo sguardo verso di me, probabilmente in cerca di qualcuno in grado di far ragionare James, ma tutto ciò che posso fare è un'alzata di spalle. Se James si mette in mente qualcosa è impossibile dissuaderlo.
<<Sono i suoi genitori>>capitola infine Frank, con un filo di voce. <<Sono...i suoi seguaci li hanno...>>incespica sulle parole, mentre si torce nervosamente le mani. <<Sono morti>>conclude, tenendo lo sguardo basso.
Nella Sala Comune cala il silenzio.
I suoi seguaci. Hanno attaccato i genitori di Lily. Tra quanto arriveranno alle nostre famiglie? Mi sento terribilmente egoista a formulare questo pensiero, quando dovrei invece preoccuparmi per Lily, eppure non posso fare a meno di immaginare mia madre, che canticchia mentre cucina e volteggia allegra per le stanze di casa nostra. La immagino accasciarsi a terra come una marionetta abbandonata dal suo burattinaio.
Lily deve essere distrutta. Frank aveva ragione, non avrebbe dovuto dircelo.
Probabilmente ora lo ha realizzato anche James, sebbene non lo ammetterà mai, perché se ne sta in silenzio a guardare il pavimento.
<<Beh, io vado allora>>fa frettolosamente Frank, sfilando il foglio dalle mani di James. Un attimo dopo è sparito su per le scale.
<<Maledetti>>sibila Sirius, appena Frank si allontana. I suoi occhi sono iniettati di rabbia.
James annuisce appena, ancora assorto nei suoi pensieri.
<<Ho un'idea>>dice, e credetemi, è una delle cose più terribili che James Potter possa dire. Le sue idee vanno da "dovremmo saltare la lezione" a "incantiamo tutti i gabinetti della scuola e facciamoli saltare in giro per le aule mentre sputano fuoco", senza vie di mezzo.
Una delle sue ultime idee ci è costata il crollo del passaggio dietro lo specchio al settimo piano. Ho veramente paura di cosa potrebbe star tramando ora.
In ogni caso, non ho modo di fermarlo, perché è già corso fuori dal buco del ritratto.
<<Cosa credi che vorrà fare?>>domando a Sirius.
Lui scuote la testa, e un ricciolo di capelli scuri gli ricade sul volto. Lo soffia via sollevando le sopracciglia, come se fosse perplesso dal fatto che i suoi capelli abbiano deciso di non rimanere al loro posto.
<<Qualcosa di incredibilmente stupido, probabilmente.>>
Almeno su questo siamo d'accordo.
~
Alice mi ha convinta a farmi una doccia. Dice che mi aiuterà. Non credo che qualcosa in questo universo possa aiutarmi, ma le ho comunque dato ascolto. Ogni mio movimento é meccanico, ho l'impressione che se mi fermassi per un attimo a pensare allora tutto il mondo crollerebbe, come un castello di carte. Mi strofino distrattamente le braccia, cercando di concentrarmi solo sulla sensazione del sapone che scivola sulla mia pelle e l'acqua calda che mi picchietta sulle spalle.
Esco dalla doccia, mi avvolgo in un asciugamano e do una veloce occhiata allo specchio. I miei occhi sono gonfi e rossi per il pianto. Hanno la stessa sfumatura di verde di quelli di papà. Non riesco a credere che non vedrò più quegli occhi illuminarsi mentre gli corro incontro per gettargli le braccia al collo. Quando é stata l'ultima volta che l'ho abbracciato? L'ultima volta che gli ho detto di volergli bene? Non penso di averlo fatto abbastanza spesso, e ora non ne avrò mai più occasione. Stringo forte il marmo del lavandino, ma ormai le lacrime hanno preso a scorrere inesorabili lungo il mio volto.
Non sentirò mai più l'odore della torta al limone di mia madre, e non ascolterò più i vecchi vinili di mio padre. Non potrò più lamentarmi delle sue giacche di tweed con le toppe sui gomiti, che lo fanno sembrare più vecchio della sua età. Facevano, mi correggo, e un singhiozzo mi sfugge dalle labbra. Non li vedrò più sorridere mentre mi tendono il loro regalo di Natale, né mentre gli racconto delle meraviglie di Hogwarts.
Forse Petunia aveva ragione.
Forse non c'é nulla di meraviglioso nella magia. Come può essere meravigliosa una cosa che viene utilizzata per fare così tanto male?
Mi asciugo gli occhi con il dorso della mano, determinata a smettere di piangere. Ho la gola secca e gli occhi che bruciano. Mi spruzzo un po' di acqua fresca sul viso e procedo ad asciugarmi e vestirmi. Vorrei tornare a casa, ma allo stesso tempo sono terrorizzata. L'idea dello sguardo che potrebbe rivolgermi Petunia mi paralizza. So cosa starà pensando, che é colpa mia e della mia stupida magia. Non posso darle tutti i torti. Sarebbero stati presi di mira se non fossero stati genitori di una strega?
Entro in camera tentando disperatamente di scacciare questi pensieri.
Alice si é addormentata sul pavimento accanto al mio letto, con un cuscino sotto la testa e le gambe piegate in una strana angolazione. Sorrido debolmente al suo tentativo di rimanermi vicina.
Sulla coperta scarlatta sono state adagiate tre orchidee bianche, i miei fiori preferiti. Accanto c'é un vassoio con una tazza di té fumante, una fetta di torta alle mandorle, gelatina alla fragola e diverse barrette di cioccolato. Su una delle barrette è adagiato un ritaglio di pergamena dai bordi irregolari, come se fosse stato strappato in fretta. C'è scritta una sola frase: mangia, ti sentirai meglio.
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