X.

- Wow, è molto realistica questa storia – aveva commentato Yos.

- No, Yos, viene da fuori questa voce – si era alzato di colpo Jaeke per raggiungere la vetrata del mercato. Sembrava piovesse più forte, ma la leggera foschia blu rendeva difficile effettivamente capirlo: la terra bruciava sotto la pioggia acida, questo era certo, e le polveri ricadevano subito al suolo a contatto con quell'aria gelida.

- C'è un bambino sotto quel porticato! – si era lanciato contro la porta d'entrata anche Sylas – Credo che sia anche ferito – aveva notato che il piccolo si teneva la gamba.

- Bisogna andarlo a prendere – era scattata in piedi Galea – Con tutta quella polvere, quello sporco, potrebbe infettarsi la ferita.

- Ma noi non possiamo uscire: fa troppo freddo e la pioggia è acida – aveva tentato di farla ragionare Rebexi, ma ormai la ragazza aveva le lacrime agli occhi.

- Esatto – le era andata dietro Taryn – E' pericoloso anche per noi – aveva buttato un occhio verso la posizione del piccolo – Almeno è al sicuro sotto quella tettoia.

- Inyke, i tuoi campi di forza resistono alle piogge acide? – Jaeke era passato oltre le parole della Otto come se non avesse realmente parlato.

- Non tentare di fare l'eroe, Jaeke – Eilys l'aveva guardato con gli occhi sottili - L'ultima cosa che ci serve è un morto.

- Cosa vuoi fare, lasciarlo lì?!

- Non ho detto questo, ma potrei andare anche io.

- No, dovresti concentrarti su troppe cose insieme e potresti ferire il bambino o te stessa. In più, non hai la stessa forza che ho io per sollevare una persona.

- Allora posso andare io – si era proposto Zandr – Non avrei molti problemi a prenderlo in braccio.

- Sei troppo alto – lo aveva frenato subito – Più il campo di forza è grande, più è instabile – si era girato di scatto verso Eilys, che si era congelata all'istante sotto quello sguardo acquoso – Vado io.

Solo un sospiro di rassegnazione come risposta ed Eilys si era mossa verso la vetrata con gli occhi fissi sul ragazzo: - Certo che sei proprio testardo quando ti ci metti.

- Cerco di fare il più veloce possibile – era uscito circondato da un alone violaceo. Funzionava, le gocce di acido evaporavano subito a contatto con il campo di forza senza scalfirlo minimamente. Era arrivato sotto il porticato e aveva lanciato uno sguardo alla ragazza – Fermati o sprecherai aysu inutilmente – il campo si era dissolto – Stai bene?

- Mi fa male la gamba – il piccolo si era messo la manina sulla ferita: prima di ripararsi, la pioggia lo aveva colpito sul polpaccio e sulla coscia, lacerando la pallida pelle, ma non colpendo altri tessuti più profondi – E ho tanto, tanto freddo – Jaeke ci credeva, ancora qualche minuto lì e avrebbe potuto congelarsi, ma poco importava ora quindi, si era tirato via la giacca con disegnato un enorme sole verde sulla schiena e l'aveva messa addosso al bimbo – Tienila stretta, ok? Adesso ti prendo in braccio e andiamo al caldo - gli aveva mosso i capelli castani, gli ricordava tanto lui da piccolo – Inyke, ci sei?

- Aspetta che il campo sia completamente formato prima di partire.

- Non ho ancora istinti suicida, Inyke – le aveva sorriso ironico, ma si sentiva congelare i muscoli e le ossa.

- Mah, non ne sarei così certa... - aveva sussurrato lei a mo' di risposta, troppo basso per farsi sentire dal ragazzo, ma abbastanza chiaramente per far capire alla Raven Moon e alla Veridian Sun.

- Ti rendi conto che quei due riescono a discutere anche in una situazione del genere?! – si era massaggiata gli occhi Chara mentre se ne stava al fianco di Zandr, entrambi poggiati al bancone.

- Sono senza parole – aveva scosso la testa il ragazzo – Fanno paura alle volte.

- La cosa sta diventando pesante, a mio parere – si era avvicinata Rebexi – E anche secondo Taryn: ha provato a parlare con Jaeke, ma pare non abbia sortito nessun effetto.

- Ho provato anche io – aveva fatto spallucce il ragazzo – Stesso risultato – si era girato verso Chara – Tu?

- Sì, prima: quando Eilys era scomparsa, sono andata a cercarla e abbiamo scambiato due parole.

- Dici che potresti aver risolto qualcosa?

- Assolutamente no, la conosco abbastanza bene da sapere che finché non ci sbatterà il muso, finché non avrà la prova che sta sbagliando davanti agli occhi, non cambierà nulla.

- Ottimo – aveva commentato a mezza voce Rebexi, lasciando la parola a Zandr.

- Oh, Jaeke è peggio: sa di sbagliare, ma piuttosto che ammetterlo, si farebbe uccidere – era tornato sulla bruna – Sei ancora convinta che basti loro parlare?

- Deve prima avvenire qualcosa che spalanchi gli occhi a entrambi.

- Aprite! – aveva urlato Eilys appena Jaeke aveva raggiunto la porta e Haylay aveva eseguito.

- Ecco – il ragazzo aveva quasi lanciato il bimbo nelle braccia di Iros che lo aveva subito avvolto in una coperta.

- Mettiti questa addosso – Taryn aveva offerto la stessa cosa a Jaeke, ora seduto a terra e tremante per la mancanza della giacca, e se ne era andata – Nemmeno tu devi morire assiderato – gli aveva sorriso flebile il ragazzo.

- Come ti chiami, piccolo?

- Tann – avrà avuto sì o no 4 anni, anche se era molto più magro della normalità.

- E come mai eri solo, Tann?

- Stavo giocando fuori, ma ha iniziato a piovere forte e io volevo entrare in casa, ma non riuscivo ad entrare e mi sono nascosto sotto quel coso – aveva risposto tutto d'un fiato spalancando gli occhioni verdi.

- Chi c'era in casa, Tann?

- La mia mamma con la mia sorellina, signore.

Malakye aveva dato un'occhiata fuori: - Piove ancora, ma appena smette dovremmo riportarglielo: sicuramente sarà preoccupata.

- Sì, hai ragione – l'aveva guardato Chara.

- Ti va se disinfettiamo le ferite, Tann?

- Brucerà tanto, signora?

- No, stai tranquillo – gli aveva sorriso Galea – Farò piano – aveva poggiato il batuffolo sulle ferite sulla gamba e Tann si era divincolato un pochino strizzando gli occhi – Sei bravissimo, ancora un pochino e ho finito. Eilys, mi passi le fasce per favore?

- Arrivano – se le era fatte lanciare da Rebexi, più vicina al bancone, e gli occhi le erano caduti su Jaeke: era stretto nella coperta, le dita delle mani leggermente blu e le labbra tendenti al viola. Era assurdo, ma non riusciva a pensare che si meritasse una cosa del genere nonostante se la fosse un po' cercata – Grazie – aveva distolto lo sguardo, ma qualcosa di inconsistente le aveva colpito la bocca dello stomaco – Tieni – aveva preso un semplice respiro e aveva messo a tacere quella sensazione.

- Adesso fasciamo la gamba, ok? – il piccolo aveva annuito convinto.

- E' bravissimo quel bambino.

- Chissà cosa avrà già dovuto vedere così piccolo.

- Perfetto – Galea aveva tolto le mani dalla gamba di Tann.

- Grazie, signora – si era passato una manina sull'occhio.

- Hai sonno, Tann?

- Un pochino.

- Galea, dammelo qui – aveva allungato le mani Haylay – Gli canto una ninna nanna – le aveva passato il bimbo e lei aveva cominciato a cullarlo cantando a voce bassa.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top