VII.

Inutile, ecco cosa era tutto quel lavoro: perfettamente inutile.

E stancante in maniera indicibile.

Eilys aveva guardato il ceppo di legno imbottito, nè scalfito, nè deformato da calci e pugni, e si era sentita inutile.

Non voleva diventare davvero un peso per la squadra.

Non tanto perché avrebbe dato ragione a Jaeke, ma più per una questione di puro orgoglio suo e, soprattutto, di sicurezza altrui: non avrebbe sopportato di sapere che la sua incapacità nel combattimento fosse causa di una sconfitta per la Distorted Meridian o, peggio ancora, motivo di pericolo per uno dei suoi compagni.

Non capiva se quello fosse solo l'approccio sbagliato.

Forse sì, forse doveva capire la teoria prima di poterla mettere davvero in pratica.

D'altronde, era quello che faceva in ogni cosa: prima capiva, poi agiva, troppo rischioso fare il contrario.

Capire come, però? 

Andare da Pabl le sembrava assurdo e maleducato, ormai era arrivata l'ora di sapersela cavare da soli in caso di problemi.

Si era seduta a terra con gli occhi fissi oltre gli attrezzi che l'avevano martoriata fino a quel momento e aveva percorso tutta la linea dell'orizzonte con lo sguardo nella speranza che la soluzione le si parasse davanti come un segnale divino. Vedeva solo i due soli tramontare, segno che erano passate almeno due ore da quando aveva iniziato quel martirio e ne mancavano altrettante per arrivare alla cena.  Continuava a percorrere con gli occhi la sagoma del muro di cinta della Distorted Meridian, nulla che attirasse la sua attenzione per davvero.

Fino a che non aveva visto la Grande Biblioteca, alta ed elegante, che la invitava ad entrare con la sua facciata fatta di archi e colonne lisce.

Si era alzata, poco le importava se avesse ancora addosso gli abiti da allenamento, e si era diretta dritta verso la porta. 

La Grande Biblioteca non era un edificio molto alto, ma il colore pallido della pietre fiorita e il ciano della cupola in marmo abissale gli donavano un aspetto maestoso. D'istinto, Eilys aveva alzato lo sguardo sopra la volta che faceva da entrata e si era messa ad osservare il bassorilievo che la decorava: un robusto albero che si stagliava verso l'alto con nove rami tra i quali spiccava quello centrale, più grosso e spesso, e un occhio spalancato a mo' di foglia, simbolo di Zodu, con incastonata nella pupilla una pietra gialla.

- Buonasera – aveva detto la sacerdotessa alla donna seduta dietro il bancone con un libro in mano.

- Oh, ciao, Eilys – aveva chiuso il libro e l'aveva guardata con i suoi occhi profondi, velati da lenti sottili – Hai bisogno di qualcosa?

- Sì, Nayla – si era guardata in giro, la biblioteca era vuota – Se non disturbo, magari volevi chiudere.

- No, tranquilla – le aveva sorriso facendo ballare l'anellino al naso – C'è ancora qualche ragazzo.

- Bene – aveva ricambiato il sorriso – Avrei bisogno di sapere dov'è la sezione Manuali.

- Oh, arriva fino alla sezione Cucina, gira a destra quando ti trovi davanti quella di Lingua Antica e sei lì.

- Grazie mille, Nayla – se ne era andata per la strada che le aveva indicato.

Ogni tanto, le piaceva entrare in quella biblioteca, fare un giro per gli scaffali e magari scambiare due parole con Nayla. Era così carina quella ragazza: sulla trentina, aveva la pelle e gli occhi color nocciola, i capelli neri che lasciava spesso cadere in due sottili ciocche sul viso tondo e un sorriso che avrebbe potuto calmare anche la peggior tempesta. Era sempre, costantemente, con il naso dentro a un libro, poco importava se fosse un romanzo, una raccolta di ricette o un manuale che spiegasse come curare la Clairvoyant.

- Hey, Eilys – una voce l'aveva raggiunta appena aveva girato l'angolo, ma non capiva da dove provenisse. Poi, aveva alzato lo sguardo e aveva trovato un viso conosciuto attaccato alla libreria.

- Ciao, Misah! Cosa ci fai là?

- Sto cercando un libro sulle raccolte del palazzo di Còmas – Eilys aveva spostato lo sguardo, notando sulla testa della ragazza la scritta Arte, ed era tornata a lei.

- Ah, trovato?

- Per ora no, solo qualcosa sulle tecniche e le armi di periodo Volans, ma meglio di nulla. Tu che cerchi?

- Un manuale – aveva evitato di dire di che cosa perché un po' si vergognava. Cosa che la ragazza sembrava aver colto, visto che non le aveva fatto altre domande.

- Spero non sia in alto – aveva riso – Le scale sono tutte nella sezione Canti.

- Mi sa che sfrutterò un po' la magia, allora – aveva tirato su ancora gli occhi – Ti spiace se vado?

- Vai, vai – le aveva sorriso – Ci vediamo.

- Ciao, Misah. Buona fortuna! – se ne era andata davvero, sperando di non metterci troppo tempo a trovare quello che cercava.

Era stata fortunata, c'erano molti manuali di combattimento, quasi tutti con stupendi disegni di sagome che lottavano e Nove ricamati in oro e argento. Uno aveva catturato subito la sua attenzione: Il senso del combattimento, un librone verde con intarsi neri e argentati. Lo aveva preso e, cominciando a sfogliarlo, si era incamminata verso i tavoli, così da potersi sedere tranquilla, pronta ad affrontare quel mattone nel silenzio più assoluto.

Era scritto davvero piccolo, in maniera minuziosa, ma anche allegato con bellissimi disegni delle tecniche principali da sapere per combattere meglio.

Capitolo I. La posizione: bene, bisognava iniziare dalle basi.

Eilys aveva cominciato a leggere tranquilla, alternando gli occhi tra didascalie brevi, immagini e asterischi con le accortezze per non farsi male e fare male.


Quanto tempo era passato? Secondo l'orologio, appena un'ora, ciò significava almeno ancora mezz'ora o anche 45 minuti per continuare il libro.

Eilys si era fermata con la scritta Capitolo VII. La testata davanti e gli occhi leggermente appesantiti. I due soli erano definitivamente tramontati, tutta la biblioteca si era tinta di quel colore misto tra il marrone e il giallo che le dava un senso di sicurezza e di calore. Era una fortuna che almeno la luce non se ne fosse andata, anche se sapeva che prima o poi sarebbe capitata anche a loro quella sfortuna, come era successo a Venandoc pochi giorni prima.

Ora che si era fermata, la sacerdotessa si sentiva stanca, il peso dell'allenamento e dello studio che cominciavano a farsi sentire e la invitavano a fermarsi. Invece, aveva cominciato a vagare con lo sguardo per l'edificio: nonostante fosse una biblioteca messa su per l'occasione della nascita della Distorted Meridian, era veramente bellissima, decorata sul soffitto con dipinti in stile Baquris e un intrico di scale e balconcini in legno e ferro battuto da dove sbucavano teste di compagni presi a leggere o scrivere furiosamente. C'erano scaffali ovunque, tutti pieni di libri diligentemente ordinati e divisi da cartelli scritti a mano, probabilmente da Haylay. Si era bloccata su una figura seduta a terra, le gambe che pendevano da un balconcino di destra e un libro tra le mani; Eilys non riusciva a riconoscere il libro, ma le sembrava di sapere chi fosse il ragazzo, tanto che aveva tentato di alzare la mano per accennare un saluto quando lui aveva guardato verso la sua direzione. Aveva fatto bene, perché Iros aveva ricambiato con una mano alzata e un'espressione luminosa, facendole subito pensare quanto fosse perfetto per Galea. Aveva ripreso a girare con gli occhi, in lontananza Nayla seduta continuava a leggere con gli occhiali sul bordo del naso, fino ad arrivare al lato opposto dello spazio, oltre il tavolo che occupava: mai si sarebbe aspettata di ritrovarsi il viso di Jaeke davanti.

Da quando frequentava la biblioteca? Eilys non lo sapeva.

Forse lo aveva sempre fatto e lei non se ne era mai accorta.

Dopo tutto, non passava la sua vita chiusa lì dentro, andava solo qualche volta quando gli altri erano occupati con le loro faccende, quindi, poteva essere tranquillamente che Jaeke frequentasse quel posto quanto lei.

Ad un tratto, si era incuriosita: aveva la solita espressione, con le sopracciglia corrucciate e gli occhi azzurri concentrati, ma la bocca storta e tirata si muoveva da un lato all'altro come alla ricerca di un senso che non trovava.

Le faceva ridere, perché non era da lui quel viso, quel modo quasi rilassato e intimo di farsi vedere in pubblico, probabilmente solo un momento di debolezza che doveva restare segreto.

Ci era voluto un attimo, però aveva notato il libro tra le mani del ragazzo, Yp zalydor ty rept, uno dei più famosi (e semplici) libri in Lingua Antica, uno di quelli che ti fanno leggere appena inizi a studiarla. 

Jaeke aveva cominciato a studiare la Lingua Antica, eppure, continuava a non voler usare la magia. 

Ecco l'ennesimo mistero del ragazzo che Eilys non avrebbe risolto mai.

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