IX.
- Certo che è davvero una sfortuna pazzesca – aveva guardato fuori dalla vetrata Yos – Proprio ora doveva iniziare a piovere?
- Guardiamo il lato positivo – gli aveva dato una voce Rebexi – Con tutta questa pioggia corrosiva, nemmeno la FTS può fare qualcosa.
- E, soprattutto, noi abbiamo trovato un riparo – era ricomparsa Taryn da sotto il bancone con una scatola in mano – Dovremmo portare via qualcosa da mangiare. O sbaglio Sylas?
- Se avete ancora spazio nelle borse, sì, ne vale la pena.
- La mia è vuota – era tornata Galea con in braccio delle fasce.
- Io direi di portare via anche dei medicinali – le era andato dietro Iros.
- Appena smette questa pioggia, ci dividiamo per capire chi porta cosa – aveva proposto Malakye lasciando cadere il discorso – Tanto sarà ancora molto lunga.
- Hey, hey!
Eilys si era girata di colpo verso la sua amica, ancora un libro tra le mani: - Hey, Chara! Come sta andando di là?
- Noioso – le si era avvicinata e aveva cominciato a sfogliare anche lei un libro – Come era prevedibile – l'aveva guardata – E' una rottura questo contrattempo.
- Mi sorprende che i nostri due Sette non abbiano trovato nessuna strategia per sviare il problema.
- Era abbastanza impossibile oggettivamente – aveva messo giù il libro – Ma tu perché te ne stai qui isolata?
- Non hai detto anche tu che ci si annoia? Cercavo qualcosa da fare - aveva sottolineato sfogliando una pagina, ma l'amica, senza dire nulla, si era avvicinata ancora di più, quasi mettendole la testa sulla spalla – Temo...
- Ancora Lingua Antica! – si era risollevata subito – Ma è mai possibile che tu non smetta mai di studiare?!
- Vuoi avere qualcuno che sappia usare la magia decentemente?
- L'unica che la sappia usare – aveva puntualizzato facendo subito accendere Eilys.
- Ancora non riesco a comprendere tutto questo rifiuto da parte di Jaeke – aveva chiuso secca il libro e aveva puntato gli occhi in quelli dell'amica – Non lo giudico per la scelta in sé, sia chiaro, ma mi pare così egoistica come cosa: potrebbe aiutare tutti.
- Ma ce la caviamo comunque, no?
- Certo! – era calata di entusiasmo dopo aver capito il senso vero delle parole dell'amica – Però, sarebbe comodo. Invece nulla, pensa sempre a sé.
- Pensala così – le era ronzata intorno – Avresti avuto un rivale.
- Io ho un rivale! – l'aveva fulminata – Anche se non vorrei, ce l'ho, Chara.
- Secondo me non siete rivali voi due, solo qualche incomprensione.
- Per forza, è impossibile parlare con lui – aveva intravisto Zandr dall'altra parte della corsia – Alle volte mi chiedo come faccia Zandr a sopportarlo.
- Semplice, lui parla, Jaeke lo ascolta: si completano in qualche strano modo.
- Molto strano.
- Ragazze, disturbo?
- No, no, vieni, Mala – le aveva sorriso Chara, mentre Eilys la sosteneva da dietro.
- Taryn e Haylay hanno pensato di raccontarci qualcosa nell'attesa che la pioggia smetta, però ci pareva brutto iniziare senza di voi – aveva guardato principalmente Chara – Venite?
- Sì, volentieri! – la ragazza aveva preso sottobraccio Eilys e l'aveva letteralmente trascinata fino al centro del mercato, dove tutti stavano seduti in cerchio.
- Ah, bene, ci siamo tutti ora – aveva sorriso Haylay alle minori e subito a Taryn – Taryn, se vuoi iniziare, prego – un leggerissimo suono di Kalimyna aveva circondato tutti, finalmente Eilys aveva capito perché la ragazza si portasse sempre dietro quel piccolo strumento dal suono acuto e dolce.
- Conoscete tutti la Piaga di Sangue, ma raramente si parla di quello che è successo prima. Beh, la leggenda che sto per raccontarvi ha luogo nella landa di Mazho, vicino al monte Senlai.
Lì viveva un Vulto buono che aveva portato pace e ricchezza per tutto il suo villaggio. Presto però era arrivato uno dei soldati di Runna per portare l'uomo fino alle porte del Plade e mettere fine alla sua lunga vita, lasciando il villaggio nelle mani del giovane figlio Kohren.
Ad affiancare l'inesperto ragazzo c'era Merfyn, il Nurmus consigliere del compianto Vulto, che lo aveva visto crescere giorno dopo giorno.
Tra loro due c'era un rapporto fondato sulla stima reciproca, Kohren aveva osservato l'uomo compiere quasi tutti i rituali tipici del suo rango e aveva sempre trovato qualcosa di magico in tutto quello che faceva, mentre Merfyn aveva ritenuto fin dalla più giovane età il ragazzo molto intelligente e curioso, certo che sarebbe stato pronto quando il giorno della sua salita al potere sarebbe arrivato. Ed ora che effettivamente era successo, aveva avuto la conferma di tutti i suoi pensieri: dopo la Cerimonia dell'addio tenuta da egli stesso, il moevulto si era presentato subito pronto per quello che avrebbe significato salire al potere, senza esitazioni aveva ascoltato tutti i ministri del villaggio e si era fatto spiegare meglio come era la situazione politica.
Nel giro di pochi giorni aveva compreso quali fossero i punti fondamentali della vecchia politica di suo padre e aveva deciso di mantenere la stessa strada solo per alcuni lati, sebbene precedentemente tutto il suo lavoro avesse portato beneficio a quasi tutte le classi sociali.
Aveva notato che gli artigiani che lavoravano la resina della notte avevano sofferto moltissimo per la scorsa crisi che aveva costretto i villaggi circostanti a ridurre l'acquisto di monili e gioielli fatti di quel materiale e questo lo trovava estremamente ingiusto, perché nessuno si era interessato a quelle persone.
Era quindi ora che qualcuno andasse direttamente da loro per capire cosa poter fare.
Aveva cominciato così a girare insieme al suo più fidato confidente tutte le case degli artigiani di Mazho, raccogliendo per l'intera giornata informazioni utili al suo scopo. Era molto soddisfatto degli sguardi felici e onorati che tutti gli uomini gli riservavano appena, salutando, usciva dalle loro modeste case: si sentiva accettato dal suo popolo.
Pensando, in lontananza vedeva l'ultima casa che quel giorno avrebbe visitato, un edificio circolare fatto di una pietra bianchissima, la quale prendeva un bellissimo colore rosato illuminata dai soli che stavano lentamente scendendo dietro l'orizzonte.
Con il Nurmus a fianco, aveva sceso i pochi gradini e aveva tentato di bussare alla scalcinata porta di legno di zonet, ma un urlo aveva squarciato il pomeriggio primaverile.
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