It has begun
- Avete sentito cosa sta succedendo al Parlamento? – Danirel aveva raggiunto i suoi amici nell'atrio dell'Accademia, dove finalmente tutti i Numeri potevano riunirsi e passare il loro tempo libero insieme.
- La solita delibera contro gli Zero, no? – Chara si era alzata e aveva offerto una mano ad Eilys per fare lo stesso.
- Infatti – le era andata dietro l'amica – Mi sembra che fosse in programma – la bionda aveva guardato entrambi con i suoi occhi scurissimi.
- Sì – gli occhi verdi del ragazzo si erano spalancati in un impeto di sorpresa e terrore – Ma non solo...
- Cosa, allora? – aveva chiesto Chara quasi spazientita, mentre si incamminavano verso la fontana di Titula nel centro della città.
- Gli Zero, ragazze.
- Gli Zero cosa, Dani? - Eilys cominciava a spazientirsi come l'amica.
- Hanno fatto scoppiare tutte le vetrate dello Xodawnard! – una voce femminile, lontana e acuta, li aveva raggiunti anche se fosse diretta a loro.
Come un segnale da Inyc, tutti gli schermi sulla piazza Midund avevano smesso di trasmettere le solite pubblicità per trasmettere l'ultima ora del TG nazionale.
Una giornalista, poco distante dalla scena del delitto, parlava lanciando occhiate alle sue spalle: una mandria di uomini e donne, armati di spranghe e bastoni di fortuna, marcivano a passo svelto verso gli edifici del governo. Lo Xodawnard aveva davvero le vetrate ridotte a un cumolo di schegge, ma il portone non era da meno, letteralmente divelto dai cardini e, ora, usato come ariete per aprire il Parlamento.
- Non cosa stia succedendo esattamente, Kaydn – l'inviata era palesemente spaventata dalla situazione, forse addirittura temeva, giustamente, per la sua vita vista la vicinanza ai tumulti – So solo che un esponente degli Zero ha aizzato la folla stamattina e l'ha spinta a, cito testuali parole – aveva guardato un foglio tra le sue mani – combattere l'ennesima discriminazione contro chi non ha fatto nulla se non nascere con un tatuaggio sbagliato sul polso.
- E continuerò a dirlo! – un uomo sulla quarantina aveva afferrato il microfono della giornalista – Io sono Maxith, esponente degli Zero e capo di questa rivolta contro un governo che ci ha sempre rifiutati e discriminati – la donna si era spostata per lasciargli spazio – Quindi, se anche voi volete combattere contro tutto questo schifo – aveva puntato i suoi occhi scuri nella telecamera ed Eilys si era sentita trapassata nell'anima – Unitevi nella nostra battaglia!
In quell'istante, la ragazza aveva capito: il mondo, per come lo conosceva, sarebbe cambiato per sempre.
Eilys doveva ammetterlo: stare in un campo di addestramento della Distorted Meridian, con tutte quelle persone sconosciute, le metteva un po' di agitazione addosso, ma il sorriso sicuro che Chara ogni tanto le riservava le infondeva anche un senso di orgoglio per la scelta che avevano deciso di prendere insieme.
- Buongiorno a tutti – una voce maschile l'aveva costretta a tornare a guardare avanti, verso l'altra linea di persone che si era creata davanti a loro. A parlare, un uomo di circa 40 anni, lunghi capelli scuri tirati indietro e occhi di un colore indefinibile tra grigio e azzurro – Sono Vasei, capo della Distorted Meridian, organizzazione che combatte a fianco della Blooming Storm.
Un pensiero aveva attraversato la mente della ragazza: quanto tempo era passato da quando Nozirho non era più in pace? Forse poco meno di un anno dai primi tumulti, ma a lei sembrava passata un'infinità senza un motivo apparente.
- Vedo che siete moltissimi a voler sostenere la nostra causa, quindi inizierei con una cosa molto semplice: quanti di voi sono Uno? – diverse persone avevano alzato la mano e la cosa si era ripetuta così fino ad arrivare al numero di Eilys – Chi è un Cinque? - con determinazione, aveva alzato la mano e insieme a lei un altro ragazzo, che per istinto aveva guardato come aveva fatto anche lui, un sorriso convinto sul viso e un guizzo negli occhi azzurri.
- Come previsto – una ragazza al fianco di Vasei gli aveva rivolto quelle parole, a cui lui aveva risposto con un sorrisetto e le spallucce, riprendendo e terminando l'appello.
- Perfetto, ora che abbiamo finito: dimenticatevi del vostro Numero! – erano sussultati tutti, chi in modo evidente, chi in maniera quasi impercettibile – Da oggi inizierà il vostro allenamento e, in base a quello che vedremo, vi divideremo in 10 squadre – aveva cominciato a camminare avanti e indietro davanti alla lunghissima fila di reclute – E' ovvio che ognuno di voi possiede la capacità innata del suo Numero, ma noi qui non ci concentreremo su quelle, ma su quello che ci sarà utile per vincere la battaglia – si era bloccato e aveva squadrato tutti – Quindi, forza al lavoro!
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