I.
- Bravissima, Chara, ottimo colpo – Pabl aveva parato il calcio della ragazza e subito dopo un pugno – Ma ora prenditi una pausa.
- Grazie, Pabl – Chara era crollata con eleganza, la polvere che le macchiava la pelle scura – Mi auguro davvero che possa essere utile in battaglia.
- Questa tua grande capacità nel corpo a corpo, unita alla tua mente strategica, sarà fondamentale – le aveva fatto un occhiolino – Riposa tranquilla ancora un po', vado a vedere gli altri.
Era passato solo qualche settimana, eppure il campo di allenamento della Distorted Meridian si era animato subito dei classici rumori di combattimento: dopo un breve allenamento in comune, i ragazzi erano stati divisi in piccoli gruppi di 10 persone e, a rotazione giornaliera e sotto la visione dei responsabili, educati a ogni pratica utile alla causa.
- Benissimo, Galea, ma dovresti andare più decisa con il gomito – Pabl aveva sollevato il braccio di una ragazza.
- Ma non rischio di fargli troppo male?
- No, Galea – le aveva risposto il suo compagno di allenamento, un giovane con corti capelli argentei – Non mi farai male – aveva sottolineato con un sorriso smagliante.
- Oook – aveva sferrato secca – Meglio, Pabl?
- Zandr, che ne dici? – aveva guardato il ragazzo.
- Decisamente – si era tenuto lo stomaco, proprio il punto in cui lo aveva colpito – Da lasciare senza fiato – le aveva comunque sorriso debole.
- Direi che ne hai prese abbastanza per stamattina – aveva riso l'istruttore – Vieni con me, è ora di darmene un po' – si era girato verso la ragazza – Tu, invece, vai ad aiutare Eilys, per favore – si era guardato in giro – E' là che sta bevendo.
- Ok, vado.
Fin da subito Galea si era fatta notare tra le reclute per la forza inaudita nel combattimento.
Ma la forza senza controllo non è nulla diceva sempre, come a giustificarsi con quei suoi modi delicati e gentili che si addicevano perfettamente a quella bella ragazza marchiata da lentiggini.
- Eilys – si era avvicinata alla bionda – Pabl mi ha detto di mettermi in coppia con te – aveva ricevuto solo uno sguardo allucinato.
- Dimmi che non ti devo parare, ti prego.
- No, tranquilla, devo parare io te.
- Oh, sia ringraziato Inyc, vorrei evitare di ritrovarmi con qualche osso rotto in allenamento.
- Non vorrei mai romperti qualcosa, Eilys – l'aveva guardata con i suoi enormi occhi azzurri, un cucciolo spaventato – Non lo faccio apposta.
- Ma lo so, Gali! – le aveva messo una mano sulla spalla: a fatica la raggiungeva vista l'altezza sopra la norma della compagna – Dai, iniziamo. Dove ci mettiamo?
- Là – le aveva indicato uno spiazzo enorme occupato solo da una coppia.
- Chissà perché - l'aveva fatta arrossire – Non ti giudico, Galea, sono cose che succedono – si erano incamminate tenendo gli occhi verso i due compagni – Soprattutto se ricambiate – Eilys aveva notato subito come Iros stesse guardando la ragazza.
- Dici?
- Ma certo! – si era fermata dando le spalle ai ragazzi – Ora concentriamoci però, vorrei evitare di darti un calcio – le aveva sorriso comprensiva – Ci sei?
- Vai! – l'aveva colpita con un calcio e Galea, con un verso sussurrato, l'aveva parata.
Eilys aveva capito subito che non sarebbe mai stata molto brava nel corpo a corpo, ma quello non significava dover gettare subito la spugna, ma anzi tentare e tentare fino a raggiungere un livello minimo che le permettesse di sopravvivere in caso di necessità.
- Eilys, stai andando bene – si era avvicinato Pabl e l'aveva riposizionata – Ma sei troppo controllata – le aveva sorriso e lei aveva ricambiato con uno sguardo verso la compagna a mo' di giustificazione – Hai ragione – si era girato nella direzione dei ragazzi – Jaeke, vieni un attimo.
Con tutte le persone che poteva scegliere, proprio lui doveva andare a prendere?
- Arrivo – troppo freddo.
- Mettiti al posto di Galea.
- Sì – aveva preso a guardarla con la sua solita espressione minacciosa e incomprensibile – Vai - gli aveva tirato un calcio: schivato – Un altro – un pugno: parato – Ancora – gomitata: incassata – Più forte – pugno, calcio, pugno, gomitata, ginocchiata: tutto evitato – Sei lenta.
- Sei snervante.
- Non dureresti molto in battaglia – lo sapevano tutti delle non ottime capacità di Eilys, ma a Jaeke, apparentemente, piaceva infilare il dito nella piaga.
- Il corpo a corpo non è tutto – continuava a colpirlo e lui continuava a difendersi troppo bene.
- E' molto – le aveva bloccato il braccio – O almeno l'ultima spiaggia prima della fuga – l'aveva mollata e riattirata con un cenno della mano.
- Come se tu avessi combattuto tutta la vita – stavolta l'aveva colpito bene sul fianco come dimostravano i suoi occhi spalancati e un sorrisetto di sfida.
- Abbastanza per sapere che questo non ti basterebbe per salvarti – si era abbassato e aveva schivato ancora il suo calcio – E mi sto trattenendo.
- Perché mi sottovaluti? – mano piena in pieno petto: poco effetto.
- Perché la regola me lo vieta.
- Tu che segui le regole? – calcio sullo stinco ancora una volta evitato – Non sei uno che lo fa solitamente – aveva buttato un occhio sul 5 che anche lui aveva tatuato sul polso con cui le aveva fermato ancora una volta il colpo.
- Non mi far innervosire, Inyke – si stava scaldando davvero – E non sprecare voce su cose che non sai – l'aveva fulminata mollandola secca.
- Nemmeno tu dovresti mettere becco in cose che non ti riguardano – il combattimento si era fatto più veloce e paritario tutto a un tratto.
- Sì che mi riguardano – nonostante non subisse nemmeno un colpo, Jaeke teneva costante lo sguardo su di lei – Vorrei evitare di doverti salvare se per caso finissimo in squadra insieme.
- Non ce ne sarà bisogno perché non saremo in squadra insieme.
- Lo spero anch'io, Inyke – le aveva sorriso prendendo respiro dopo un colpo ben assestato – Ma c'è comunque una possibilità – si era alzato e l'aveva invitata con un cenno.
Poco ma sicuro, Eilys cominciava a prendere gusto nel picchiare quella sua faccia tosta, tanto da cominciare a caricare quello che sarebbe stato il miglior colpo dei suoi allenamenti: pugno, pugno, gomitata, calcio, pugno, sorpresa, sgambetto, a terra, addosso.
- Bravissima, Eilys! – la voce di Pabl l'aveva risvegliata dal buio in cui era caduta nel preciso istante in cui era saltata addosso a Jaeke, che ora la guardava con un misto di biasimo e soddisfazione – Direi che è abbastanza per oggi – si era fatto notare anche dagli altri – E' ora che vi spostiate da Damaris e Sylas.
Eilys, senza guardare il ragazzo, si era alzata e aveva cominciato ad incamminarsi: - Hai visto? Ti basta solo una spinta e anche tu puoi raggiungere un livello decente di combattimento.
- Se tutti quelli della FTS hanno la tua faccia, Jaeke, stai pur certo che sarà più soddisfacente difendermi.
- Ragazze, venite qui – aveva mosso la mano Taryn in direzione di Eilys e Chara indicando loro dei posti liberi al suo tavolo.
Le ore dei pasti erano sempre le migliori per i ragazzi, ma quella della cena era diversa: certo, il cibo scarseggiava un po', ma dopo un'intera giornata di lavoro, anche una Crocotta diventava un pasto degno di un re.
- Ah, grazie – si erano sedute.
– Galea? – aveva chiesto curiosa, ricevendo come risposta un cenno che le indicava la testa rossa dell'amica.
- Ovviamente con Iros – aveva riso Chara osservando l'amica arrossire e salutare il ragazzo – Se ci unissimo al suo gruppo, magari sarebbe più facile per entrambi attaccare bottone – aveva costretto le ragazze a guardare verso il tavolo del ragazzo riccio.
- Potrebbe andare anche bene, se foste solo voi – si era aggiunta Eilys – Ma se ci fossi anche io, tempo due minuti e commeterei un omicidio.
- Tu un omicidio? – l'aveva guardata Chara – Devi veramente detestare Jaeke tanto.
- Il fatto è che non lo odio – aveva spalancato gli occhi scuri – Ma lui odia me e io agisco solo di conseguenza – aveva guardato Taryn – Sai cosa mi ha detto oggi a Strategia?
- Cosa? – aveva preso un boccone.
- Stavamo cercando un modo per entrare in un'area sorvegliata e io ho proposto di stordire le guardie – Eilys aveva lanciato un'occhiata verso il ragazzo per ravvivare il nervosismo – Lui se ne è uscito, dal nulla e senza che gli fosse stato chiesto qualcosa, con un dureresti poco se tu dovessi solo stordire le guardie – le aveva guardate in ricerca di comprensione, ma si era vista costretta a continuare – Ok, non ha tutti i torti, ma perché uccidere se non strettamente necessario?
- Credo che Jaeke stesse soltanto cercando di aiutarti...- aveva tentato di parlare Taryn, ma era stata interrotta.
- Hey!
- Ciao, Galea!
- Tutto bene? – Taryn aveva chiesto lasciando stare il discorso.
- Sì, tutto bene – le aveva sorriso la rossa sedendosi – Tu, Taryn?
- Distrutta da Vasei, però bene.
- Cosa vi ha fatto fare oggi?
- Smontare un motore. C'era Luschian pieno di olio anche in bocca – si era alzata – Scusatemi, ma io devo andare. Ci vediamo fuori dal dormitorio?
- Sì.
- Certo.
- In realtà, io non so se ci sono – le altre avevano guardato tutte Galea come un'aliena – Iros mi ha chiesto se voglio fare un giro con lui per il campo sul retro.
- Aaah – Chara aveva guardato verso il tavolo dei ragazzi e aveva scambiato un sorriso con Zandr, aveva già capito chi avrebbe dovuto ringraziare per l'amica – Abbiamo un passo avanti.
- Te lo avevo detto stamattina!
- Sono gli dei che ti parlano.
- Ecco, Eilys – si era girata Taryn – Se per caso ti avvisano che qualche ragazza qui in giro è interessata a me, per favore fammi un fischio – era scomparsa ed Eilys e Chara avevano potuto rivolgere tutte le attenzioni all'amica.
- Non ti vedo molto felice.
- Sono preoccupata – la rossa si era passata una mano sul polso.
- Per il fatto che lui sei un Quattro e lui un Due? – aveva annuito – Almeno qui, Galea, non preoccuparti per le convenzioni sociali, perché nessuno ti giudica se ti innamori di qualcuno – Eilys le aveva messo una mano sulla sua – Soprattutto se è ricambiato.
- Come fai a esserne così certa?
- Perché vediamo come ti guarda, Gali – anche Chara le aveva messo una mano sulla sua e l'aveva spinta a guardare verso il ragazzo: come prevedibile, Iros la osservava e sorrideva come un ragazzino alle prime armi.
- E se i responsabili lo scoprissero?
- Chi, Vasei? – Eilys aveva faticato a trattenere una risata – Visto quello che ha detto al primo incontro, non credo che sia un grosso problema per lui.
- Esatto – le aveva dato manforte l'amica – Secondo me, finché questa cosa non intaccherà le missioni, a lui e agli altri importa poco di quello che facciamo della nostra vita personale.
- Infatti – si era fermata come fulminata da un pensiero – Ma poi lo avete visto con Haylay?
- Loro sono segretamente sposati, ne sono convinto – si erano girate tutte verso il ragazzo che si era seduto con loro.
- Oh, Koba, ciao! – come sempre, Galea era la solita ragazza dolce.
- Ci stavi origliando? – e come sempre, Chara era la solita ragazza tagliente.
- Solo l'ultima parte – le aveva risposto e si era rivolto a tutte – Ora bisogna capire chi ha officiato il loro rito dei pari.
- Mahieu sicuramente.
- Chara, non mi ci far pensare...- si era rabbuiata Eilys – Domani presto ho un incontro con lui.
- E non sei felice?
- Tantissimo, ma sono nervosa.
- Non mi chiedere perché – le aveva interrotte Galea – Ma da subito, mi sei sembrata la Cinque più Cinque che abbia mai conosciuto.
- Anche a me! – l'aveva sostenuta Koba – Con quel fare un po' divino, un po' terreno – aveva mosso le mani facendo ridere Eilys.
- Ragazzi, sono solo una Inyke, non mi hanno nemmeno sottoposta alla Prova di congiunzione.
- Secondo te, chi ti sarebbe capitato?
- Forse Otu – aveva poggiato la testa sulla mano sul tavolo, per risollevarsi subito – Non lo so, in realtà. Magari domani mi sottoporrà alla Prova.
- Dai, magari! – Galea si era subito accesa.
- Beh, in caso, magari avrete una sacerdotessa del vostro Numero – si era girata verso Kobe – Anche se dubito sarò una Mechtake.
- Non sei andata male oggi con Pabl.
- Per forza, Galea, la faccia di Jaeke mi ispira rabbia.
- Lo avevamo capito tutti credo già, circa, 20 giorni fa – aveva scherzato la migliore amica.
- Non è colpa mia!
- Sappiamo anche questo – Chara aveva buttato un occhio sul suo orologio – Forse adesso è meglio smettere di parlare del tuo odio per Jaeke ed andare a prepararci per la notte.
- Giusto – si era alzata seguendo l'amica – Hai ragione. Ci vediamo dopo – aveva guardato Kobe – E buon divertimento con Iros, Gali – se ne erano andate entrambe.
- Iros?
- Adesso ti spiego tutto!
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