Crossfire
Finalmente, il cielo si era aperto dalle nuvole, lasciando che i raggi dei due soli asciugassero e scaldassero l'aria a una temperatura vivibile. Tann dormiva ancora tra le braccia di Taryn, che aveva sostituito Haylay nel canto, e i ragazzi se ne stavano in silenzio o a bisbigliare tra di loro.
- Dite che dovremmo svegliarlo? – si era preoccupato Yos guardando il piccolo.
- No, non serve – gli aveva sorriso Haylay – Lasciamolo tranquillo.
- Vogliamo andare? – aveva chiesto Sylas alzandosi – Poi torniamo qui e prendiamo i rifornimenti.
- Sì, va bene – si era alzato anche Zandr e si era avvicinato all'amica – Dallo pure a me – lo aveva preso delicatamente, tanto che il piccolo era crollato con la testa sulla spalla del ragazzo.
- Va che bel papà saresti – aveva scherzato Chara.
- Non so quanto sarebbe fortunato ad avere un padre come me – si era lasciato aprire la porta e tutti insieme erano usciti.
- Però, ragazzi, non sappiamo dove abita – aveva puntualizzato Eilys.
- Ha detto che non riusciva ad aprire la porta di casa e che si è riparato là – Rebexi aveva indicato il porticato – Era ferito, ma poco, quindi, la casa non deve essere molto distante – si era posizionata lì sotto – Ecco, probabilmente è quel giardino lì.
Tutti insieme avevano attraversato il porticato, trovandosi in un praticello verde con fiorellini rossi e gialli, un piccolo pezzo di pace perfettamente decorato con un pozzo di mattoni grezzi e un'altalena di vernice scrostata.
- Credo che l'entrata sia questa – si era spostato più in là Zandr, verso una semplice porta in legno con un battacchio leggermente arrugginito, ma nel quali si riusciva ancora a riconoscere la forma di uno stagidri arrotolato.
Chara aveva superato l'amico e aveva bussato: nessuna risposta.
- Prova ad aprire – le aveva dato una voce Malakye e Chara aveva eseguito.
- E' bloccata.
- Ecco perché non riusciva ad aprirla – Zandr aveva fatto un saltino per mettersi più comodo Tann in braccio, che intanto si era svegliato, ma era rimasto in silenzio.
- Forse c'è un'altra porta da qualche parte – si era guardata in giro Rebexi – Proviamo a fare il giro – si era fatta seguire sotto il porticato che stava intorno alla casa, fino alla porta principale, a cui aveva dato una manata.
- E'...aperta... - Sylas aveva passato uno sguardo su tutti.
- Zandr, mettiti in mezzo con Tann. Iros. Chara ed io davanti, Taryn ed Eilys dietro, gli altri fuori in caso di qualche attacco – aveva subito parlato Jaeke.
Con una calma estenuante, i sei erano entrati, ritrovandosi davanti una casa di piccole dimensioni, tutto in ordine e normale per una casa di quella zona.
- Via libera, entrate – aveva urlato Chara per far entrare gli altri.
- La madre? – le aveva chiesto a bassa voce Malakye.
- Non si vede – aveva risposto Iros.
- Era nella camera della mia sorellina – aveva indicato con la manina Tann.
- E' strano non abbia risposto – aveva abbassato ancora di più la voce Rebexi rivolta a Taryn.
- Speriamo di no – avevano attraversato insieme agli altri il corridoietto ed erano entrati nella camera in questione.
Era tutto a soqquadro, le finestre erano spaccate e i vetri sparsi a terra insieme a pezzi di legno, probabilmente staccati dalla culla distrutta. Sulla parete davanti al gruppo c'erano graffi, scritte e un enorme cerchio barrato, segnale del passaggio di una banda di Zero. Una grossa macchia scura copriva buona parte del pavimento e portava a qualcosa nel centro della stanza: il corpo di una donna con lunghi capelli rossi e occhi azzurri spalancati.
Per un istante, tutto si era fermato, come sospeso nel tempo e nello spazio, nessuno che avesse il coraggio o la forza di muovere un muscolo.
- Vieni, Tann, voglio farti vedere una bella cosa – Jaeke, con la voce tremante, aveva afferrato il bimbo dalle braccia dell'amico e si era lanciato fuori, lasciando i suoi compagni con quella visione tragica.
- La bambina dov'è? – aveva chiesto Galea già sul punto di una crisi di pianto.
- Nella culla non c'è – aveva guardato Iros.
- L'avranno portata via – aveva puntualizzato Rebexi – Lo fanno spesso gli Zeri per togliere persone alla FTS.
- Anche una bimba in fasce?
- Soprattutto.
- E' fredda – si era avvicinato Sylas al corpo – Credo sia morta da un po'.
- Non importa, bisogna farle la Cerimonia dell'addio – si era aggiunta Eilys – Almeno questo glielo dobbiamo.
- E Tann? – aveva chiesto Galea preoccupata – E' piccolo - si erano guardati tutti e si erano fermati sui due responsabili.
- Contatto Vasei, Galea ha ragione: non lo possiamo abbandonare.
- Che numero è, Sylas? – Eilys si sentiva congelare dentro.
- Uno.
- Yos, devi stare qui – si era inginocchiata la sacerdotessa.
- Ma non so cosa devo fare.
- Te lo spiego man mano, ma stai tranquillo – gli aveva sorriso mentre poneva le mani sulla donna – Voi uscite per favore.
- Come fai, Eilys? – le aveva chiesto Taryn prima di attraversare la porta e vedendo che l'amica aveva gli occhi lucidi.
- Fidati, fa più male di quanto pensi – aveva buttato un occhio sul viso della madre di Tann: aveva gli occhi lucidi e una scia chiara sulle gote impolverate – Ma lo devo fare, glielo devo in qualche modo.
- Dove sono Eilys e Yos? – aveva chiesto Jaeke appena aveva visto uscire i suoi compagni – No, nulla, ho capito – aveva buttato un occhio sul bambino – Vado da Tann.
- Io vado a parlare con Vasei – se ne era sparita anche Haylay, seguita da Sylas.
Era crollato un'aria cupa sul gruppo, un silenzio marmoreo, interrotto solo dalla voce infantile di Tann che cercava di trascinare Jaeke nei suoi giochi e a cui lui rispondeva con sorrisi tirati: così felice, così allegro, così inconsapevole di quanto fosse solo adesso, di come avesse perso tutti e tutto in una guerra che non gli interessava.
Aveva solo 4 anni.
- Ma tu come ti chiami? – gli si era avvicinato il piccolo.
- Jaeke – aveva fatto del suo meglio.
- Ciao, Jaeke – gli si era lanciato addosso con un sassolino in mano – Perché nascondi il tuo Numero, Jaeke?
Come aveva fatto a notarlo così facilmente?
- Perché non mi piace.
- Come non ti piace! – si era girato e l'aveva guardato con gli occhi verdi allucinati – A me mi piace il mio Numero – aveva notato un piccolo 6 sul polso magro: marchiati come le mucche da macello, ecco cosa erano – La mamma dice sempre che sono fortunato, non come la mia sorellina Ceilia.
- Che numero è la tua sorellina?
- Zero – il ragazzo era sbiancato davanti alla consapevolezza di quello che era successo davvero alla bambina – Dice che è una cosa brutta brutta, che deve nasconderla dai cattivi che hanno mandato papà a Plade – lo aveva guardato negli occhi – Ma io non so dov'è Plade, non posso andarlo a trovare e mi manca tanto – continuava a guardarlo fisso e Jaeke si era sentito sopraffatto: come poteva guardarlo in faccia sapendo che i suoi genitori erano morti e la sorellina rapita?
Faceva più male del dovuto.
- No, Tann, non ti voglio vedere così triste – lo aveva stretto un poco più per dare forza anche a sé stesso – Ti va se ti faccio vedere come funziona questo? – aveva alzato il trasmettitore.
- Sì! – gli si era seduto sulle ginocchia e, lentamente, si era zittito.
- Dov'è Jaeke? – era stata la prima domanda di Eilys appena era uscita con Yos dalla casa.
- Là, sta facendo giocare Tann – le aveva risposto con un cenno della testa Taryn e ad Eilys si era scaldato un poco il cuore.
- Vasei?
- Secondo te, Eilys? Ha troppo senso della giustizia per abbandonare un bimbo indifeso – aveva continuato Zandr.
Aveva tentato di ridere in quel dramma, ma il pensiero di una piccola dispersa le batteva in testa come un martello: - Sono preoccupata per la sorellina.
- E' uno Zero – li aveva raggiunti Jaeke come un'ombra, Tann tenuto ancora in braccio aveva gli auricolari che usavano per comunicare e il comunicatore al collo – e il padre è morto.
– L'hanno sicuramente salvata – aveva continuato Malakye, evitando di accennare all'ultima frase.
- Ah, salvata...- aveva roteato gli occhi Eilys, ma si era fermata sotto la tacita richiesta di silenzio di Jaeke, allo stesso tempo un po' stranito dal commento.
- Non la tratteranno male – le aveva messo una mano sulla spalla la migliore amica.
- Lo spero, Chara – aveva guardato il piccolo Tann, stretto al petto di Jaeke sembrava più piccolo e magro di quello che era effettivamente – Ma ora portiamo a casa questo piccolo grande uomo, ne ha già vissute troppe.
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