Nobody

Sguardo più tirato e bocca più digrignata dei suoi non si erano mai visti ad Hogwarts, decretò Piton. Era seduto al tavolo degli insegnanti in Sala Grande mentre studiava la folla di studenti che aspettavano trepidanti l'entrata e lo Smistamento dei bambini del primo anno e che, era sicuro, avrebbero contribuito a rendere i giorni già tediosi ancora più un inferno. La sedia quel primo settembre scottava come non mai, pensò dondolando nervosamente le ginocchia. Non che fosse particolarmente entusiasta di conoscere la progenie di Potter, chiaro... Severus Piton, per la prima volta in vita sua, aveva paura; era una paura irrazionale quella che quegli occhi verdi, schietti, indagatori e onesti scatenavano in lui. E ora aveva paura di rivederli.
L'ingresso della McGranitt seguita da un gruppo disordinato di bambini stretti tra loro nelle uniformi nere troppo larghe lo richiamò all'ordine. Individuare Harry Potter, con la cicatrice in bella mostra sulla fronte e gli occhi verdi che conosceva tanto bene, non fu difficile. Altrettanto facile fu notare che Harry non aveva preso altro dalla madre: capelli corvini, occhiali, fisico asciutto... davanti aveva una copia di James Potter. Un senso di disprezzo gli sorse naturale, lo stesso odio che per anni aveva provato per il suo aguzzino. Quel bambino aveva portato via la sua Lily, sancendo un legame indissolubile con il ragazzo che aveva sempre odiato. Dove erano i suoi capelli rossi e il nasino all'in sù?

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