Scusatemi!
Janet correva più velocemente possibile, sentiva il cuore esplodergli nel petto e il fiato corto, l'ansia e la paura la stavano divorando dall'interno, come un qualcosa che si espande e ne prende possesso, correva faticosamente poiché essendo uscita da poco ad una festa, indossava dei tacchi, rossi come il suo vestito a tubicino, capelli biondo cenere e trucco un po' troppo audace per una ragazza del liceo.
La sua corsa non durò tanto, di certo quelle scarpe non le permettevano di correre a lungo nel terreno fanghiglioso di quel boschetto, ci mise poco a cadere colui che la stava inseguendo le fu addosso in poco, brandiva una grossa lama che scintillò per un attimo riflettendo la luce della luna, come un presagio di morte, poiché subito dopo quella lama affondò del suo busto più e più volte facendola urlare e vomitare sangue sotto le risate divertite e psicopatiche del suo assassino...
<< aaaah! No! No... no e ancora no! Fa schifo, è orribile! Perché le donne nei film horror scappano nei boschi coi tacchi! Dio se sono idiota! >> Hiro cancellò ciò che aveva scritto dal suo computer e mentre si sgridava per la poca fantasia, tenendo il monito con le mani ci colpiva ritmicamente la testa.
<< Hiro! Sei ancora a casa?! >> qualcuno urlò al piano di sotto, Jume, la sua mare cicciottella perennemente incazzata e coi boccoli ai capelli, diceva la leggenda che il giorno in cui li avrebbe tolti essi sarebbero esplosi e che tokyo avrebbe fatto la stessa fine di Hiroshima e Nagasaki o magari Chernobyl, quei posti hanno così tanto in comune.
" dovrebbero uscire un giorno, magari scoprono di piacersi, voi non trovate?"
Hiro... non rompere le barriere, resta nel tuo personaggio.
"ma non è giusto!"
Hiro, seriamente non è più divertente dopo che Deadpool è diventato famoso ai più!
<< Hiro! Con chi cavolo parli?! >> gridò sua madre, così il giovane ragazzo dai capelli a caschetto e gli occhiali uscì dalla porta di camera sua per scendere ma noi resteremo nella sua camera, così potrete farvi un idea di chi sia il nostro protagonista.
Il desktop del suo pc era pieno di cartelle e icone di videogiochi da nerd giapponese, per non parlare del suo letto coi cuscini delle idol di love live e i poster ecchi nella camera, per chi non lo sapesse ecchi è la definizione di "porno ma non porno" cioè ragazzine disegnate in ambito erotico senza però mostrare nulla.
Oltretutto vi era una intera parte della sua stanza piena di fumetti action figures e pattumiera varia, insomma avete già capito che Hiro è quello che a scuola viene infilato nel bidone della spazzatura... ah il bullo che infila il nerd nel bidone della spazzatura, no sentite odore di cliché?
Tutta via... questa era la vita di Hiro; studiava quando si ricordava, giocava ai videogiochi, si masturba sugli hentai... diversamente dagli ecchi questi mostrano... anche fin troppo direi.
e decisamente non aveva amicizie ma non solo quello gli mancava, a Hiro mancava semplicemente Tutto!
Suo padre lavora come operaio al porto e una volta provò a farlo assumere, per poco non perdeva il posto di lavoro anche lui.
Non è che non ci provava lui, si impegnava anche e mentre andava a scuola trovava lavoretti e ci riusciva anche a trovarli solo che ad esempio quella volta che consegnava la posta. Il signor Kikuchi, un rispettabile uomo... no non è vero era uno yakuza, si ritrovò una rivista di gattini e cose tenere mentre la signora Kobayashi si ritrovò una scempia rivista di donnacce tutte nude e poco caste... insomma decisamente non una bella cosa. Provò a lavorare anche in un sushi bar e quando non sbagliava gli ordini rompeva qualcosa.
immaginatevi quindi quanto sia difficile per Hiro mantenere un posto di lavoro in una società dove se non righi dritto e non diventi parte del sistema sei considerato un rifiuto umano.
Due anni dopo Hiro era sempre a Tokio, nessuna divisa da scolaro sfigato, indossava un cazzutissimo impermeabile nero che gli scendeva fino le ginocchia, dei pantaloni eleganti e mocassini, gli occhiali da vista erano si e no quelli di John Lennon solo che al sole diventavano neri, il che era una figata per lui.
Aprì con un calcio la porta di un bar, solo che questa porta era danneggiata e i cardini deboli quindi quando lui la calciò semplicemente andò in giù e siccome all'interno vi erano dei vetri si spezzarono spargendosi ovunque.
Da prima che aveva una postura fiera e solida si piegò cercando di tirare su la porta.
<< oh! scu-scusatemi io non pensavo di... di insomma ma che porta di merda è!? >> disse per poi lasciare perdere quando vide che le cinque persone gli stavano puntando una pistola contro, lui ridacchiò e si mosse in avanti sollevando le mani.
<< sapete una volta mi sono trovato d'avanti un tipo enorme! Ma proprio gigantesco e cercava di uccidermi con un grosso drago di komodo che teneva al guinzaglio, cioè! Chi cazzo è il malato psicopatico che va in giro con un drago di komodo? Allora io gli ho detto; amico! Voi siete di più è vero ma non regget il... >> smise di parlare e Hiro abbassò le mani prendendo le sue desert egle che teneva ai fianchi, una nera e una placcata d'oro.
"betty e susan!" ... Hiro! Ne abbiamo già parlato.
" si si! Ok scusa!"
Fuori dal locale nel frattempo un tenera e simpatica vecchietta stava camminando nei pressi del locale, era stanca e voleva solo tornare a casa, si reggeva col suo deambulatore con rotelle dove sui manici aveva delle buste per la spesa... beh non arrivò mai a casa, un proiettile le passò il cranio da una parte all'altra facendola stramazzare per terra col suo cervello un po' ovunque.
"questa parte potevi ometterla, pensi che pensano che sia figo ad uccidere le vecchie... pensi che penso, mh ridondante, mi piace!"
a parte i "sani principi" del nostro protagonista, cosa ha portato il nostro nerd sfigato ad essere un nerd sfigato con due pistole?
è ciò che questa storia vi racconterà.
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