dimostralo!


Non gli interessava se fosse morto o meno, semplicemente continuò a correre sentendosi la gola stretta e secca facendo slalom tra la gente che lo guardava male e lo malediceva.
Arrivato ad un parchetto scese in corsa dalla bicicletta e questa facendo pochi metri cadde rovinosamente sull'erba mentre lui quasi barcollante si diresse verso uno scivolo dove si coricò, lento portò l'avambraccio a coprirsi gli occhi mentre il suo petto si gonfiava e gonfiava dal respiro affannato, immediatamente dopo scoprì gli occhi per guardarsi attorno, era scampato al pericolo ma ancora aveva timore di essere rintracciato.
Nel frattempo un uomo dai lunghi capelli raccolti in una piccola coda di cavallo uscì dal furgone verdone, indossava una maglietta azzurra e jeans chiari con dei guanti da lavoro bianchi e gialli sulle mani.
guardò il ragazzo che aveva appena investito e si mise una mano sulla testa.
<< hey tutto ok? Mi spiace ma avevi lo stop >> disse con voce preoccupata, lui era in ragione ma comunque sperava che il ragazzo non si fosse fatto niente.
Keichi si alzò zoppicando, era rosso in volto ma sembrava illeso, emise un ringhio come un cane rabbioso e avvicinandosi al tipo prese dalla tasca il suo coltello, mosse un rapido fendente ma quel tipo col codino non solo parò il colpo fermandogli il polso ma tirandolo verso di se gli colpì l'avambraccio facendo in modo che la lama cadesse in terra.
<< quasi mi ammazzi bastardo! >> sbraitò allora Keichi abbassandosi nel tentativo di recuperare il suo coltello. L'altro ragazzo però prima gli schiacciò la mano col piede e mantenendo un equilibrio calciò la lama facendola rotolare via lontano.
<< come ti ho già detto... mi dispiace, non c'è bisogno di alterarsi no? >> disse l'uomo in modo diplomatico, quasi con un sorriso sul volto come fosse totalmente estraneo da quella situazione.
indicò poi il furgone e si mosse verso di esso senza dare le spalle al ragazzo che aveva investito.
<< ora, se tu stai bene io vado ok? Ho del lavoro da sbrigare! >>.
Così risalì sul furgone sotto gli occhi truci di Keichi che continuò fissarlo mentre se ne andò, si guardò attorno e sbuffando allargò le braccia per poi colpirsi i fianchi un gesto di stizza, per colpa di quell'accaduto ora aveva perso il ragazzino e di certo non poteva andare dal boss e dirgli che non lo aveva ucciso perché per poco no non si faceva uccidere lui. Era infuriato e anche spaventato, perché non voleva pagarne le conseguenze che potevano essere veramente pesanti.
Tornare al covo quindi era fuori discussione almeno finché non avrebbe messo mani su quel bastardello, il punto era che avrebbe dovuto aspettare due giorni, per lunedì e nel frattempo lo avrebbero sicuramente chiamato, quando sarebbe accaduto che avrebbe fatto? Non poteva ignorare le chiamate ma non poteva nemmeno deludere tutti ancora.
<< merda! Merda! Fottuto moccioso! >> disse al vento con voce che pareva sofferente, piegandosi in avanti con le mani nei capelli, la bici che aveva rubato era ora inutilizzabile, tutta deformata e piegata in malo modo, quasi era un miracolo che non si era fatto nulla tranne una leggera contusione al ginocchio dovuto per l'assurdo alla caduta e non al colpo, per sua fortuna percorrevano una stradina piccola e per ciò il furgone procedeva piano, altrimenti il risultato sarebbe stato devastante.

Doveva quindi andare dalla professoressa e proprio in quel momento il suo telefono squillò lo prese ed era il ragno.
Mosse qualche passo in avanti nervosamente per poi voltarsi e lanciare il telefono contro il muro, questo si sbriciolò e lui nervosamente se ne andò via.
Il giorno dopo Hiro si svegliò di buon mattino anche perché dormiva veramente a fatica, non disse nulla ai suoi genitori che nemmeno sospettava niente, come avrebbero potuto sospettare di una cosa simile?
Loro figlio come di consueto nei week and rimase il mattino chiuso in camera, poi lo avrebbero chiamato per pranzo e dopo di che lui sarebbe ritornato in camera o magari la madre lo avrebbe mandato da qualche parte per delle commissioni.
Quello che non sapevano era che Hiro si stava vestendo, indossando un jeans e una felpa nera sopra una comune maglietta verde.
La felpa riportava sulle spalle il logo di un vecchio gioco chiamato Lylat war, era una volpe rossa alata, questa sembrava stesse correndo da destra verso sinistra.
Con le mani nelle tasche guardò l'insegna che riportava il nome Fish kingdom, deglutì nel vederlo chiedendosi se fosse la cosa giusta da fare ma tanto ormai con lo yakuza che gli dava la caccia di certo non aveva molto da perdere.
Entrò e un cameriere subito gli si avvicinò mostrando un sorriso cordiale, si erano ormai fatto mezzogiorno e in effetti aveva un certo appetito.
<< uno solo? >> domandò l'uomo sorridendo così Hiro annuì e venne accompagnato ad un tavolo contro il muro, questo lo aveva sulla sinistra e si poggiò contro mentre il cameriere gli porse il menù e andò a are altro.
Lo aprì ma lo lesse distrattamente, tanto sapeva già che avrebbe preso dei temaki e un po' di sashimi in salsa teriyaki.
Quindi non appena l'uomo arrivò per prendere l'ordine fu abbastanza sicuro e prese una coca cola per accompagnare il tutto.
Nel frattempo si guardò attorno mentre verso la soia sul piattino apposito e spezzò le bacchette, non sembrava esserci nessuno e nessuno lo guardava, fece quindi una faccia sconsolata come se a quel punto si aspettasse veramente qualcuno.
Il piatto gli venne servito in dieci minuti e lui mangiò con tanta calma, apposta per fare passare più tempo possibile, più però questo passava, più si rendeva conto di quanto fosse stato stupido ad andare fin lì.
Mangiò tutto e per allungare i tempi prese anche un dolce e un'altra bibita.
Il tutto per aspettare più a lungo possibile, ma niente per quell'oretta in cui restò nel locale nessuno lo raggiunse.
- che fine avevi fatto? – le scrisse quella ragazza col profilo falso.
- ho avuto molto da studiare, mi dispiace! -
- mh... tranquillo, è che mi manchi quando non ci sentiamo! -
- anche tu! E sai, vorrei incontrarti di persona! -

i due chattarono finché poi lui le disse che doveva scollegarsi, tanto aveva capito che nessuno sarebbe giunto per parlargli di chi sa quale gruppo di assassini.
S'alzò dal tavolo e pagò il suo conto, poco più alto del solito per tutte quelle cose in più che aveva comprato, ora aveva l'ansia di uscire perché uno di quel gruppo Yakuza avrebbe potuto riconoscerlo.
Fece pochi passi fuori dal locale e qualcuno lo colpì in petto, sentì qualcosa di abbastanza duro e strinse le mani ritrovandosi una cartelletta giallastra rigonfia tra esse.
Si girò e l'uomo era già svanito nella folla.
Il cuore prese a battergli tanto che sembrava dovesse spaccare le costole, gli girò la testa e percepì un senso di nausea che se non controllato lo avrebbe fatto vomitare.
Le mani tremavano ma lui slegò il filo che teneva legata la busta sbirciando il contenuto al suo interno, per poco non gli cadde in terra, un registratore, un biglietto di carta e una pistola.
Chiuse tutto subito dopo aver afferrato il biglietto.
- ciao hiro! Allora...dimostralo! - ovviamente si rifaceva alla domanda sulla email.
Cosa avrebbe dovuto dimostrare? Ma certo che idiota, erano assassini e gli avevano appena dato una pistola ma lui... beh lui non sapeva sparare e ne tanto meno avrebbe voluto uccidere qualcuno.


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