Capitolo 1 - Rosa - I

"... una partita fantastica! I Royal del Kensington College non deludono mai. Lasciami dire, Yianna, che per me sono diventati la squadra di rugby più forte dell'Australia meridionale".

"Puoi dirlo forte, Todd! Vederli giocare infiamma tutti gli amanti dello sport. Ma se parliamo di meriti per questi risultati, sai come la penso".

"Credo che ormai tutti gli ascoltatori di 'Adelaide on-air' sappiano come la pensi". Ridacchia. "Il tuo amore platonico per King dei Royal è cosa nota anche ai muri".

"Il mio e quello di tutte le quote rosa! Ma qui non parliamo solo di bellezza, Todd. Da quando King è entrato a far parte della squadra, i Royal non hanno perso una partita. Del resto, dev'esserci un motivo se gli hanno dato il ruolo di Pilone con la maglia numero 1 già al secondo anno di college e tutti parlano della sua imminente chiamata da parte dei Wallabies".

"Entrare a far parte della nazionale australiana a diciannove anni sarebbe..."

«Insomma! La smetti di ascoltare quella roba?»

Sobbalzo, lanciando il libro illustrato sul cruscotto. Punto lo sguardo fuori dal finestrino. «Aki!» Le sorrido raggiante.

I suoi occhi chiari mi fissano come fossi un alieno. «Ma che cavolo...?» Apre lo sportello, mi afferra il polso destro e mi tira fuori. «Non ci credo... L'hai fatto davvero...» L'espressione sconvolta è impagabile. Dovrei farle una foto e inviarla al club che sta organizzando la festa per "Miss e Mr istituto".

Passo una mano fra i capelli vaporosi, lasciandoli cadere sulla schiena. «Te l'avevo detto, no?» Ruoto su me stessa per farmi ammirare meglio, cercando di non far sollevare troppo la gonna del vestito bianco che arriva alle ginocchia.

«Sì, ma non pensavo... non credevo che...» Sbatte più volte le palpebre. «Cazzarola, Sun, li hai fatti davvero rosa!» Afferra la punta della lunga coda bionda e l'arriccia con l'indice, senza smettere di fissarmi con aria sconvolta. Non so se sia una cosa positiva o negativa. Temo per la seconda. Anche perché ha ignorato l'abito che mi ha pregato d'indossare per settimane.

Recupero il libro dal cruscotto per infilarlo in borsa ma è troppo grande, devo incastrarlo tra le cose che mi sono portata da casa. «La parrucchiera ha detto che stanno benissimo con i miei occhi verdi e la pelle chiara» replico boriosa, mentre gioco a Tetris con l'astuccio e il resto.

"Credo che per oggi abbiamo parlato abbastanza di King e della sua popolarità. È il momento di lanciare..."

Spengo la radio e chiudo l'auto, cliccando più volte il pulsante del telecomando. Non si sa mai.

«La parrucchiera ti avrebbe detto anche che assomigli a Kendall Jenner pur di prendere i tuoi soldi» brontola quando mi volto verso di lei.

«Non è vero». Arriccio le labbra. «Noi australiani siamo gente onesta e gentile. L'ha detto perché mi stanno bene».

Aki mi fissa diffidente, storcendo la bocca esaltata dal gloss color ciliegia. «Vabbè, lasciamo stare». Agita la mano nell'aria. «E lasciamo stare anche il fatto che continui ad ascoltare notizie sull'ultima partita dei Royal anche a distanza di una settimana. Spero non penserai che questo cambiamento ti porti a qualcosa».

M'incammino verso l'istituto. «Non so di cosa parli». Sbatto più volte le palpebre, innocente.

«Sei matta». Mi affianca. «O sei disperata. Propendo per entrambe le cose».

Alzo le spalle. «Avevo solo voglia di cambiare. Perché dev'esserci per forza un motivo?» Fisso gli studenti accalcati all'ingresso. Perché non entrano? C'è qualche sciopero?

«Non m'incanti, Raggio di sole. Sei brava solo a prendere in giro te stessa». Aki si pianta sul posto e inclina il capo di lato. «Ma stanno guardando noi? O forse te». I ragazzi ammassati sembrano puntare proprio da questa parte.

Mi fermo anch'io, perplessa. «Accidenti, spero di no. Non li ho mica fatti verdi! Sei tu quella popolare, stanno fissando te».

«A me sembra che...»

«Ehi, tu». Una voce profonda arriva dalle mie spalle.

Mi volto e immergo lo sguardo negli occhi grigi che mi stanno osservando carichi di rabbia. Illuminata dal sole del mattino, un'onda nera dalla testa ai piedi avanza verso di me pronta a inghiottirmi. I pugni stretti ai fianchi, la corporatura possente e minacciosa, le labbra carnose strette in un'espressione di disappunto.

Aki indietreggia sussurrando un «merda», io resto pietrificata.

Ma solo per un secondo.

Un boato nel petto s'irradia nel mio corpo e si trasforma in vento caldo. Tutto in me si accende, come un lago nascosto nel buio rischiarato da una pioggia di lucciole.

Gli corro incontro e gli salto addosso, ancorandomi al suo collo. «Sei tornato! Ti sei divertito? Com'era l'Italia? Come stanno i tuoi nonni? Non sento Paolo e Bianca da tanto! Ti hanno fermato di nuovo all'aeroporto? Cosa mi hai portato?» sparo domande a raffica, agitando un po' i piedi che non toccano terra.

Elián resta immobile, schiena dritta e mani nelle tasche dei jeans. Il suo profumo mi fa sentire a casa, lascio che mi culli a occhi chiusi.

«Hai finito?» domanda, freddo più del Polo Sud.

Spalanco le palpebre. Gli studenti a pochi metri da noi sembrano più sconvolti di me per ciò che ho fatto.

Accidenti...

Scivolo sul suo corpo, poggiando le Sneakers a terra. «Finito». Forzo un sorriso, indietreggiando d'un passo.

Elián continua a fissarmi con sguardo scuro. Quando fa così, il suo metro e novanta si trasforma in tre metri, una montagna insormontabile. E pensare che a undici anni ero più alta io di lui.

«Che hai fatto?»

Allargo il sorriso. «Dunque, stamattina mi sono alzata alle 5 ed era troppo presto per preparare la colazione – sai che i miei sono dei pigroni. Così sono uscita in giardino per lasciare libero Kit e fargli fare i suoi bisognini. Poi...» Sollevo un dito per ogni cosa che ho fatto, sperando di ricordarmi tutto.

Elián sbuffa. «I capelli» m'interrompe. «Che diavolo t'è saltato in testa?»

«Come sei impaziente! Ci stavo arrivando».

La sua espressione, oltre a essere infastidita, ora sembra anche un po' incazzata e mi piace pensare che lo sia perché adorava il colore dei miei capelli: come la sabbia bianca di Hyams Beach sfiorata dai tenui raggi di sole. Io avrei tagliato corto con un semplice biondo chiaro, ma la sua mente artistica ha sempre partorito cose strane. Beh, lo faceva prima. Devo ancora capire dov'è finita quella parte di lui.

«Non ti piacciono?»

Mi fissa senza replicare, assottigliando di più gli occhi. Lo prendo per un no. «Ivy lo sa?»

«Mia madre è contenta quando io sono contenta». Esaspero il sorriso a denti stretti. Spero non le verrà un infarto quando tornerò a casa.

Elián inarca un sopracciglio. «Quindi non lo sa».

Beccata!

«Beh...»

«King!» Qualcuno alle sue spalle lo chiama. Elián volta il capo, io mi sporgo per sbirciare. «Andiamo. Chapman vuole parlarci» dice Harper, invitandolo con un gesto della mano.

Il coach che chiama sull'attenti i due Piloni è spesso sinonimo di nuova partita. O tirata d'orecchi se nel weekend hanno fatto baldoria.

Torno a guardare Elián, i suoi occhi sono già su di me. Si volta, ma non muove un passo.

Fisso la sua nuca. I capelli neri superano la metà del collo. Possibile che in una settimana di lontananza gli siano già cresciuti tanto? Sarà stata l'aria italiana? Peccato, dovrà tagliarli ancora. Da ragazzini mi piaceva avvicinare una ciocca dei miei ai suoi: sembravamo lo Yin e lo Yang.

«Andrà via?» mormora, tirandomi fuori dai pensieri.

«Il colore, dici?» Interpreto il suo silenzio come un . «È una tinta temporanea».

Non dice altro, non mi saluta neanche, e raggiunge i ragazzi della squadra di rugby, accerchiati da molti degli studenti che li attendevano davanti all'entrata dell'istituto. Harper, il Prince dei Royal, nonché suo migliore amico, gli dà una pacca sulla spalla e si dirigono verso il campo.

Un tempo quel ruolo era mio...


Angolo Autrice

Eccoci qui con questa nuova avventura! Ero troppo impaziente di farvi conoscere i protagonisti. Ebbene sì, dopo Sebastian in BAD STARS, è il turno di un altro bad boy! Spero che anche lui riuscirà a farvi innamorare come Seb. 🥰

Sostanziale differenza con la mia ultima storia è la protagonista: Sun è una good girl. Un po' fuori dalle righe con i suoi atteggiamenti istintivi, ma resta una brava ragazza. E poi, certo, siamo in Australia e non in Florida. 😂 A tal proposito, di tanto in tanto vi spiegherò piccole cose qui nell'angolo autrice per farvi comprendere la cultura australiana, in quanto alcuni dettagli inseriti potrebbero sembrarvi strani.

Comincio con tre curiosità:
1- In Australia si guida a sinistra, quindi il volante è a destra, per questo Aki afferra il polso destro di Sun per tirarla fuori dall'auto.
2- Aki dice "La parrucchiera ti avrebbe detto anche che assomigli a Kendall Jenner", ossia la prestavolto che ho scelto per Sun. 😂
3- Sun dice di essersi alzata alle 5, ma se per noi è un orario improponibile, in Australia a quell'ora c'è già movimento per le strade. Gli orari sono diversi, vi basti pensare che alle 17:30 c'è già chi cena!

Fatemi sapere cosa pensate di questo inizio!

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