Prisca Virgili
Nome:
Latin
Il professore di latino scrisse sulla lavagna di gesso, facendo stridere il rumore del gessetto sulla superficie scura.
"Sapete qual'è il significato del nome Prisca"? Chiese, rivolgendosi allo stormo di ragazzi, i quali osservarono l'uomo senza dire una parola. La giovane posò lo sguardo sul proprio nome segnato sul muro verdognolo. Sebbene sapesse da dove proveniva il suo nome, aveva paura di mettersi in mostra. Non voleva generare altro odio nei suoi confronti.
L'uomo sospirò e i suoi occhiali di ottone scintillarono.
"Prisca è un derivato di Priscilla, proveniente dal latino. È basato sull'aggettivo Priscus, che significa "più antico o più vecchio." La ragazzina fece un sorrisetto di gratitudine all'insegnante, per non essere stata costretta ad intervenire.
Cognome:
Mysterious
Prisca si aggirava tra gli scaffali della biblioteca comunale, in cerca di qualche libro che potesse soddisfare la bramosia di curiosità che attanagliava il suo essere da più di una settimana. Le dita sottili scorrevano lungo la superficie ruvida dei volumi, assetate di conoscenza. Aveva chiesto in giro il significato e l'origine del cognome Virgili, ma nessuno aveva risposto alla sua domanda. Neanche i suoi genitori sapevano la nascita del loro cognome, ciononostante avevano aiutato la figlia nelle ricerche, comprando libri, giornali e fascicoli sull'origine dei nomi e dei cognomi. Ma niente, niente aveva rasserenato l'inquieto "perchè" della giovane, la quale aveva riposto le ultime speranze nella Biblioteca comunale. Trascorse il tempo, i raggi d'arancio del crepuscolo ricamarono veli ambrati sulle pareti. Sebbene dovesse andarsene, Prisca non voleva arrendersi: voleva cercare un libro sull'origine del suo cognome. All'improvviso, la bibliotecaria si avvicinò di soppiatto alla ragazzina, spaventandola.
"Hai bisogno di qualcosa, tesoro?" Chiese la donna, la quale voleva molto bene a Prisca. La sua cliente preferita sorrise lievemente alla domanda della signora. "C'è un libro sui cognomi? Vorrei sapere l'origine e il significato del mio cognome, Virgili." replicò.
"No, piccola. Non abbiamo nulla" sospirò la bibliotecaria, sistemandosi gli occhiali. "Nulla nulla?" ripetè Prisca. La donna scosse il capo, amareggiata.
Età
13 years old
Era strano avere tredici anni. Nonostante il corpo esile, il petto privo di seno e il viso che evidenziava un'apparente infantilismo, Prisca aveva compiuto tredici anni. A scuola, vedeva sempre alcune anticipatarie che per la loro prosperità fisica e per la loro bellezza ammaliante dimostravano diciotto anni. Forse potevano dimostrare vent'anni per le minigonne di jeans, per le calze a rete e per le magliette succinte, punteggiate da loghi provocanti e allusivi. La giovane realizzava che era impossibile che fosse divenuta un'adolescente: sembrava una bambina di nove anni.
Scuola
Classical High School, world of Ancient Greece and Rome
Il liceo classico era l'inferno, ma allo stesso tempo il Paradiso di tutti gli adolescenti dei giorni nostri. Essi entravano nell'edificio-solitamente un maniero antico, simile alle residenze dei libri gotici- per incurvare le loro spine dorsali e i loro occhi verso le pagine stantie e antiquate di dizionari, di versioni vecchie quanto il mondo e di frasi affascinanti e complicate da tradurre. In quella scuola vi andavano molte ragazze; elle erano amanti dello studio e della lettura ma (Dio mio) avrebbero fatto qualunque cosa pur di non affrontare una versione in classe. Le versioni di greco, con quelle lettere sinuose e bislacche, superavano di gran lunga i film horror trasmessi nei cinema. Quei testi erano la causa di pianti, lacrime, imprecazioni e amari ripensamenti sulle scelte riguardanti il liceo. Ma Prisca si sentiva a casa. Non appena aveva l'incarico di tradurre un testo o una frasetta, si sentiva la persona più felice del mondo. Gli esercizi erano come pezzi di puzzle, i quali componevano mosaici luminosi di mondi antichi, di guerre sanguinose, di amori infranti e di creature magiche. La giovane non vedeva l'ora di trascrivere una versione latina in italiano, per rivelare la storia che la lingua morta celava.
Prestavolto:
Beautifoul
Aspetto fisico
Innocent
Prisca, una volta, si era guardata allo specchio della sua stanza. Il riflesso vitreo aveva offerto all'osservatrice un ritratto grazioso, ma secondo il punto di vista della ragazza, effimero e poco interessante. Capelli biondi ondulati ricadevano lentamente sulle spalle punteggiate da piccoli nei. In quei ricci, in quelle punte, vi era un non so che di riflesso, che era simile a quello riposto nei capelli di Venere o nell'acconciatura di una dama vittoriana. Le sue amiche le avevano rivelato che in alcuni punti, il biondo delle ciocche era sfumato da un rosa chiaro, ma Prisca non ci aveva badato molto. Ignorava quel particolare tutt'ora, considerandolo quasi superfluo. Il viso, roseo e delicato non aveva brufoli di nessun genere, neanche le smorfie più orribili avevano stravolto quel volto, seppur il sorriso, che creava fossette deliziose da mostrare ai parenti. Alla ragazzina non piacevano quelle fossette: la rendevano vecchia e vulnerabile di quanto già non lo fosse. Ma era un dono della natura e non poteva farci nulla. Occhi ambrati, dal taglio asiatico, conferivano alla ragazza un'espressione misteriosa e indecifrabile, quasi tutta da scoprire in ogni piccolissimo dettaglio. Ma Prisca non voleva essere scoperta: lei, il suo corpo, il suo carattere erano d'intralcio a tutti. Anche a se stessa. Le labbra piccole erano rosate, profumate, come un frutto che stava per essere mangiato. Suo nonno ripeteva che la sua bocca assomigliasse ad una ciliegia. La fronte era larga e fragile, ma in essa vi erano domande, pensieri, dubbi e sogni, che creavano un ritratto colto e freddo. Il naso era arcuato verso il soffitto e mostrava velatamente le narici. Prisca era come Amy March di "Piccole Donne": odiava il suo naso e avrebbe voluto cambiarlo.
Il suo corpo era slanciato, non vi era in esso un grammo di massa grassa e quella magrezza costruiva l'archetipo di una fanciulla innocente e delicata, cosa che Prisca non avrebbe voluto. Mangiava assai, non si muoveva, ma rimaneva magra. Era molto strano, per la ragazzina era un sortilegio. Purtroppo non aveva il seno, non aveva la fonte seduttiva ed erotica che tutti i ragazzi bramavano di possedere. C'era soltanto petto, un petto uniforme e freddo. Ecco perché le sue compagne la chiamavano "senza-tette". A quel soprannome, la ragazza vi era abituata.
Carattere:
Fragile but brave
Se avesse voluto fare un'analisi psichica del suo animo, Prisca lo avrebbe fatto, anche con alcuni tentennamenti. Era abbastanza introversa, non osava stare nei gruppi affolati e se era costretta a farlo, poteva impallidire e non dire una parola. Ciò la rendeva taciturna e svogliata nelle conversazioni. In quei contesti avrebbe preferito stare a casa a leggere o a guardare un balletto in televisione. Apparentemente, agli occhi di tutti, era la ragazza più noiosa del mondo, nonostante Prisca non fosse così. Era dolce, generosa e disposta ad aiutare tutti, anche le persone che non erano degne di venire soccorse. Sebbene gli avvertimenti delle sue vere amiche che la ammonivano dal fare amicizia con soggetti orribili, la giovine cercava-in un timido atto di tenacia- di stringere legami, anche se veniva esclusa dal gruppo del suo nuovo amico o veniva denigrata da quest'ultimo. In quegli episodi, Prisca versava lacrime amare e desiderava di non essere mai esistita, ma la prospettiva di una nuova giornata nascente nel cielo, aveva placato la sua tristezza, rendendola ancora più ottimista. Il suo sorriso malinconico illuminava l'aula, i corridoi della scuola, così come gli autobus e la sua stessa casa. La sua pacatezza forniva un'immagine rassicurante e umile di questa fanciulla, infatti Prisca odiava arrabbiarsi, ogni volta che era irata diceva cose cattive. Non voleva tutto questo. Era insicura di sé, consciamente era sicura che non avrebbe mai fatto niente di eclatante nella vita, non sarebbe stata ammessa alle università(nonostante la sua ossessiva diligenza nello studio) e non sarebbe stata in un collegio. Per questo era entrata nella serie "Il Collegio". Voleva, soltanto per un mese, vivere in un edificio, dormire in un dormitorio e studiare con altre persone. Per tredici anni non era riuscita a combattere la sua insicurezza, ma ora Prisca voleva combattere la sua bassa autostima, a tutti i costi. La sua determinazione era un altro punto vincente: essa portava la piccola a studiare a notte fonda, a cercare libri apparentemente introvabili e a divenire una ragazza più sicura di sé. Detestava arrendersi. Certamente, nel suo soggiorno al collegio, non lo avrebbe mai fatto!
Storia
Quiet and normal
Prisca nacque in una soleggiata giornata di giugno. Sua madre aveva scelto un parto naturale nella piccola casetta di campagna in cui ella e suo marito vivevano dal matrimonio. Era stato doloroso, ma c'è l'aveva fatta. Stanca, ma felice era riuscita a dare alla luce una bellissima bambina, che, come tutti gli altri neonati aveva dato il suo primo vagito. Da quel giorno, la piccola Prisca e i suoi genitori, avevano vissuto una vita tranquilla, fatta di rose da coltivare, libri da leggere sulla sedia a dondolo posta nel giardino e frittelle di mele appena cucinate. Nessun evento strano aveva ombreggiato la vita serena di quella piccola famiglia. Anche se nell'infanzia e nella sua adolescenza erano sorti piccoli drammi: l'esclusione dai gruppetti per i suoi strani gusti, il corpo troppo rinsecchito, il ragazzo introvabile e la paura dello sviluppo fisico, in cui Prisca trovava un dramma oscuro e terrificante. Il ciclo era stato un dramma! Aveva urlato tante volte, quando il sangue aveva cominciato a schizzare dalle sue parti intime. Ora che sapeva che avrebbe avuto bambini, era molto felice. Il liceo aveva portato la ragazza al settimo cielo. Ora che studiava il latino e il greco, avrebbe realizzato il sogno di divenire una scrittrice e di donare emozioni agli altri attraverso racconti e poesie! Magari al collegio avrebbe migliorato il suo stile di scrittura, chissà....
Genitori
Marianna De Filippis, a kind woman
Prisca è vissuta in un mondo fatto di libri, rose e balletti. Di certo andare a partecipare nella serie "Il Collegio" potrebbe essere un'esperienza particolare e interessante, sotto vari punti di vista. Farà amicizia, seppur con difficoltà, dato la sua indole solitaria e taciturna, coltivata dallo studio e dalla sua insicurezza. Prisca è la mia bambina, ho costruito negli anni uno splendido rapporto con lei. Mi capisce ed è abbastanza matura per comprendere i miei crucci o le mie frustrazioni. Siamo diventate amiche, eppure dovrebbe uscire dalla sua stanza e trovare delle amiche con cui fondare un rapporto duraturo. Non importa se queste amiche usino il telefono o parlino attraverso parolacce o quant'altro, l'importante è che Prisca trovi una vera amica fatta di carne ed ossa, no un'amica sostituita da un libro o da un fiore! Tutti dicono che il programma televisivo "Il Collegio" sia un ammasso di trash, ma non esiste il trash. Esiste soltanto un programma sano e un programma non sano, punto. Credo che "Il collegio" sia un programma sano.
Carlo Virgili, a strong man
Prisca è per me una figlia perfetta, nonostante tutto. Nonostante la sua riservatezza, il suo perfezionismo(Prisca è molto perfezionista, fin troppo) considero mia figlia una ragazza d'oro. È gentile con tutti ed è generosa. Sa sacrificarsi e tanto!! Una volta, per andare bene ad una versione di greco, ha studiato fino alle cinque della mattina! L'ho ammirata per questo! Da giovane non mi sarei offerto così devotamente nello studio. Sa offrire se stessa in molte altre occasioni, ma non riuscirei a finire il mio discorso. Ho letto ogni suo racconto e credo che abbia talento. Non lo dico perché sono suo padre, ma perché lo penso per davvero. Non mi piace adulare le persone, lo detesto! "Il Collegio" è un programma superficiale, vuoto, in cui dei ragazzi idioti potrebbero fare del male a mia figlia. Prisca è così influenzabile e se non sta attenta, potrebbe divenire come loro! Ma mia moglie ha insistito così tanto a farla partecipare, che non ho osato rifiutare. Però ho paura per lei e, dato che non potrò proteggerla, temo che Prisca non riuscirà a sopravvivere tra parolacce, urla e divertimenti superficiali. Forse sono iperprottetivo, ma farei di tutto per preservare il bellissimo carattere della mia bimba.
Fratelli:
Prisca fu sempre figlia unica,anche se avrebbe voluto una sorella a cui confidare i suoi sogni. Ma era sicura che, al collegio, avrebbe trovato qualcuno simile ad un fratello o ad una sorella. Ma il Fato è incresputabile e leggendo i miti greci, Prisca lo sapeva. Poteva non trovare amici simili a dei fratelli, ma era speranzosa.
Curiosità:
"Prisca, stiamo per finire. Ma vorrei sapere qualche curiosità su di te." disse il cameraman, il quale stava puntando la telecamera sulla ragazza. Prisca, seduta sul suo letto rise un poco.
"Ne ho molte. Si metta comodo, signore." Ammise ella, prima di cominciare.
🌸Aveva molti abiti vintage, tutti differenti nel loro aspetto e colore.
🌸Amava guardare i balletti in televisione. Il suo preferito era "Il lago dei cigni". Adorava Odette, la considerava uguale a lei.
🌸 Mangiava molti dolci. Ancora adesso, passa i week weekends a preparare frittelle di mele e torte al cioccolato
🌸Scrive poesie e racconti. Ha appena iniziato, dopo anni di letture
🌸Vorrebbe un ragazzo, ma è consapevole di non essere così bella da meritarlo.
🌸 Possiede un carillon da lei molto amato. Nessuno deve toccarlo.
🌸Si diletta a guardare gli anime giapponesi, all'insaputa di suo padre, il quale li reputa orribili e troppo recitati. Il suo preferito è "Sailor Moon". Le piacciono anche i drama cinesi, sopratutto "The Unmated"
Playlist:
Sailor Moon, Eterna Chainon
Cover Italiana di "Chi zi" , una canzone di "The Unmated"
Frase che la rappresenta:
"Tenerezza e gentilezza non sono sintomo di disperazione e debolezza, ma espressione di forza e di determinazione."
Khalil Gibran
Cosa ne pensa del collegio
Non sono sicura che riuscirò ad ambientarmi al collegio. Ci sono così tante cose diverse dal mio mondo e quello della mia famiglia! Ma riuscirò a sopravvivere, a studiare e a fare amicizia. Non sono ingenua, ma non sono così sicura di me stessa. So che ho molti difetti, ma ho l'impressione che riuscirò a crescere abbastanza per vincere questa edizione e rendere i miei genitori fieri di me. Mamma, Papà, sarò felice, vedrete!
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