7. Leva sulla stupidità

Gli umani erano stupidi.

Un'informazione a cui chiunque con un minimo di intelligenza sarebbe tranquillamente arrivato da solo, ma Andromeda non poteva fare a meno di ripeterselo come un mantra, un concetto che si ripercuoteva nelle pareti del cranio e, ad ogni rimbalzo, si intensificava sempre di più fino ad offuscare il resto dei pensieri e delle sensazioni.

-Ma questi scarabocchi non servono a un cavolo!- sbottò Frank scuotendo violentemente il taccuino come se potesse fuoriuscirne qualcosa di più sostanzioso.

Andromeda trattenne la tentazione di sbattersi la mano in fronte.

Possibile che quegli esserini, seppur privi di intelletto, non riuscissero a cogliere l'importanza di quelle scritte?

-La tipa, lì, dice il contrario- lo avvisò Alise, indicandola timidamente con un movimento incerto.

-Si chiama Meda- disse il capitano alzando gli occhi sulla Mutaforma -Non c'è bisogno di insultare un altro essere umano, Alise.

Andromeda trattenne la tentazione di gettarsi in mare.

-Davvero ha un nome?- Liz sgranò gli occhi, meravigliata -Credevo si chiamasse solo Ragazza.

Perché a me? Si domandò quindi Andromeda, disperata.

Sospirò, facendo un passo verso Frank. Il capitano la guardò con un sopracciglio inarcato fin quando lei gli strappò il taccuino di mano con un gesto fulmineo.

Il giovane la fissò stizzito mentre lei, senza guardarlo, iniziava a sfogliarlo rapidamente.

Sentiva lo sguardo dell'intera ciurma su di sé, ma ignorò le loro occhiate confuse fino a quando non trovò ciò che stava cercando, interrompendo il frullio della carta.

Comprendeva che ai loro occhi quella pagina poteva essere esattamente identica a tutte le altre, eppure sperava che potessero lontanamente comprendere l'importanza di quelle righe d'inchiostro.

-Sapete chi è Henry Mad?- domandò facendoli passare in raccolta con le sfere di vetro che erano i suoi Occhi.

Il silenzio che le rispose fu parecchio esplicito.

Gli umani sono molto stupidi...

-Un ricercatore, biologo e chimico- spiegò quindi Andromeda mentre gli sguardi intorno a lei divenivano sempre più vacui -Anni fa è divenuto famoso per le sue accurate ricerche sulle sirene, che l'hanno poi portato al cospetto di Lady Kye- si accigliò -È lui che è riuscito, per la prima volta, a dare un senso alla lingua delle sirene e a trascriverla su carta. Se voi aveste un minimo più di cultura sapreste che quasi tutti i suoi appunti sono scritti in sinish- concluse, una vena di disprezzo nella voce.

Dopo le sue parole il silenzio si prolungò, carico di domande che nessuno aveva il coraggio di esporre.

Il sole si arrampicava lentamente verso mezzogiorno mentre la nave, placida, dondolava sulle onde turchine.

-E quindi?- si azzardò a chiedere quella vestita di rosa (che tutto sembrava tranne che un pirata), dopo qualche istante di immobilità generale.

Andromeda si morse l'interno della guancia, iniziando ad irritarsi. Pregustò silenziosamente il momento in cui avrebbe squartato le loro arterie...

-Quindi è stato lui a scrivere questi appunti!- sbottò, alzando gli occhi al cielo -Ed era anche colui che Kye aveva incaricato per studiare il modo di sconfiggere definitivamente l'armata di Lam...- i suoi Occhi vagarono sulle pagine, la mente che vibrava acquisendo quelle informazioni sempre più sconvolgenti ad ogni parola letta -È stato usato sangue di Mutaforma...- il respiro le si mozzò, ma quando rialzò lo sguardo sul semicerchio di persone intorno a lei si accorse di essere l'unica così sconvolta.

-Quindi?- ripeté quella rosa.

Un tic nervoso attagliò l'Occhio sinistro di Andromeda.

-Quindi sono stati loro a far scoppiare la piaga!- esclamò, esasperata -Non è qualcosa di naturale!

La giovane colse di sfuggita lo sguardo di Frank illuminarsi.

-Esattamente la prova che cercavo!- trillò lui, gli occhi che adesso scintillavano di soddisfazione -Aspettate solo che lo veda il governatore Jyth!

Andromeda lo fulminò con uno sguardo glaciale, domandandosi come potessero esistere esseri tanto imbecilli.

-Frena il cavallo, mister- gli fece -C'è una buona percentuale di probabilità che non ti creda nessuno- lo ammonì, severa -Ti ricordo che la storia di un misterioso quaderno rubato in un laboratorio segreto e scritto in una lingua incomprensibile e di cui solo tu capisci il senso non è il modo migliore per farsi ricevere a palazzo.

-E allora come possiamo essere certi che tu non ci stia prendendo in giro?- scattò quella con i capelli ricci e scurissimi, Gwes.

La Mutaforma alzò gli occhi a cielo per la decima volta in cinque minuti. Andando avanti così le si sarebbero bloccati in quella posizione.

-Siete stati voi a intralciarmi mentre lavoravo- le disse, seria -Perciò le opzioni sono due: o mi scaricate da qualche parte insieme al taccuino che io ho rubato, oppure vi fidate della mia parola e vi concederò di partecipare a questa cosa.

Percepiva una profonda diffidenza da parte della ciurma, ma qualunque decisione avessero preso nei suoi confronti, lei aveva il coltello dalla parte del manico.

Se avessero provato a ribellarsi in qualche modo non ci avrebbe messo più di due minuti a ucciderli tutti e lavarsene le mani. Anche se, continuando a leggere gli appunti di Mad, un paio di individui in più, seppur scemi, le avrebbero fatto comodo.

Ci fu silenzio per qualche altro secondo.

Ormai il cielo stava assumendo una sfumatura azzurra e il sole continuava il suo arco nella volta.

Andromeda si accorse che la maggior parte delle piratesse aveva lo sguardo puntato su Frank. Era ovvio che si aspettassero da lui la decisione definitiva. In fondo, nonostante avesse il cervello paragonabile a quello di una vongola, era sempre il capitano.

Il giovane la guardò e si morse un labbro, indeciso. Poi sospirò.

-Che altro dice il taccuino?- chiese.

La Mutaforma avvertì le donne intorno a lui irrigidirsi a quelle parole, capendo che, in un modo o nell'altro, avrebbero dovuto avere tra i piedi quella ragazza emersa dalle tenebre ancora per un po'.

Si concesse un sorriso soddisfatto e tornò a studiare le pagine.

-A quanto pare il virus doveva originariamente essere un modo per potenziare i soldati di Haja e ottenere un vantaggio sulle flotte di Lam- spiegò -È stato realizzato mischiando sangue di Mutaforma, polvere d'osso di seppia e pochi altri estratti vegetali. Il sangue, il principale ingrediente, doveva essere un modo per potenziare le strutture umane e assumere le abilità dei Mutaforma...- fece una pausa, riflettendo su quanto stupido fosse anche solo pensare che qualcosa di simile potesse funzionare. Nel frattempo la cicatrice che aveva sulla guancia iniziò a bruciare terribilmente. Andromeda ignorò il dolore -Lady Kye ha ordinato che venissero fatti subito dei test sugli esseri umani... Peccato che il risultato si sia rivelato disastroso.

-Il Morbo...- sussurrò quella con i capelli lisci e castano chiaro, Vege. Deglutì -È iniziato tutto così...

Andromeda annuì.

-Prima che potessero rendersene conto anche il gruppo di scienziati incaricato da Kye, venendo a contatto con i Pazienti 1, 2 e 3, si sono ammalati, iniziando a spargere la piaga per tutta Haja...

Andromeda era sempre stata una dei pochi Mutaforma abitanti della capitale. Haja non era un luogo sicuro per loro e, comunque, la territorialità che quei mostri riservavano per i loro simili aveva sempre fatto sì che quelli della loro razza non avessero particolari contatti tra di loro.

Era una dei pochi Mutaforma ad aver avuto un contatto diretto con il Morbo, la sola ad aver compreso la pericolosità di quella malattia.

Attaccava principalmente i polmoni per poi lesionare anche gli organi interni. Dopo pochi giorni di tosse sanguinolenta iniziava a salire la febbre, e in poche ore il soggetto spirava.

La malattia si era sparsa velocemente e quando anche la governatrice della città era stata ritrovata morta nel proprio letto gli hajani avevano compreso la reale dannosità del Morbo, come, del resto, anche Andromeda.

I Mutaforma non potevano ammalarsi, essendo la loro essenza ad aver causato il tutto; ma ciò che li teneva in vita, l'unica cosa senza di cui non potevano sopravvivere, era il sangue umano. Vivo.

Senza quell'unico elemento l'intera razza sarebbe morta, trascinata dall'umanità verso il baratro oscuro della fine. Il solo modo per fermare la piaga era trovare una cura, qualcosa che potesse aggiustare le cose e riportare quel normale, seppur precario, equilibrio in cui per decenni avevano vissuto.

E ora, tra quelle pagine impregnate d'inchiostro, Andromeda sperava di trovare ciò che mancava. Il tassello che da giorni continuava a sfuggirle, quell'unica informazione che le avrebbe permesso, con un po' di fortuna, di salvare la propria specie dal totale collasso.

La Mutaforma strinse con più forza il taccuino mentre girava pagina, il cuore che batteva come un tamburo impazzito.

-Henry Mad, prima di morire, ebbe il tempo di fare altri esperimenti- disse, inumidendosi le labbra -Ebbe il tempo di trovare una cura...

Questa volta la sorpresa sui visi della ciurma fu ben visibile.

-Cosa...?- farfugliò Gwes, spalancando al massimo i grandi occhi scuri -Come...?

Andromeda la guardò e annuì, l'animo, per la prima volta, ricolmo di speranza.

-Succo di Frutto del Nord...- lesse, dopo aver deglutito. Poi si bloccò, sgomenta -Mischiato a sangue di sirena...- aggiunse dopo un istante, in una sorta di rantolo -Vivo.

I pirati sussultarono.

-Sangue di sirena?- fece Frank, sbigottito -Non può essere!

Andromeda rilesse parecchie volte, ma ciò non fece che accertare ciò che già aveva detto.

-Sangue di sirena- annuì -Nessun dubbio.

Silenzio.

Le onde si infrangerono contro la nave e una leggera brezza salmastra scompigliò i loro capelli.

-Preferisco vivere- mormorò Liz, quella con i capelli ricci e il viso allungato, dopo un secondo.

Andromeda si morse un labbro, richiudendo il taccuino lentamente.

-Anche io!- asserì Alise, la più alta tra loro -Non ci tengo a essere sbranata, tante grazie.

Tanto finirai comunque così, rifletté la Mutaforma, aggrottando la fronte.

-E la gloria?- chiese quindi, per stuzzicarli -Non pensate a quanti soldi potreste guadagnare se portate a Jyth la prova che il Morbo si può combattere?

Vide l'esitazione sul volto di Frank.

-Stiamo parlando di tanti pezzi?- chiese lui, portandosi una mano ad accarezzarsi il mento ispido.

Andromeda sorrise. Al contrario, la ciurma sgranò gli occhi, scandalizzata.

-Molti- annuì la Mutaforma -Potresti davvero comprarti una nave decente, a quel punto.

-E tante altre cose interessanti...- borbottò il capitano, pensieroso.

-Capo, no!- scattò Gwes -Un'impresa del genere sarebbe fatale per tutti! È da pazzi!

-Siamo pirati, mio cara amica- gli fece Frank, iniziando a ghignare -Rischiare è il nostro mestiere, lo sai anche tu.

-Sì, ma non rischiamo per cose senza speranza!- continuò lei, sempre più disperata, mentre le altre annuivano convinte.

Frank, però, non la stava più ascoltando.

-E come troviamo il sangue di sirena?- domandò ad Andromeda.

Lei gli sorrise, raggiante.

-Secondo Mad l'unico modo per trovare sirene vive senza correre il rischio della morte è dirigersi alla Baia Nera- rispose.

-Cosa?!- questa volta fu Vege a parlare -Quel luogo leggendario dove le sirene vanno per morire?

assurdo- asserì la rosa, Claire, arricciando la bocca in una smorfia disgustata -Indecente!

-C'è una cartina- la Mutaforma aprì il taccuino e mostrò una mappa dell'Oceano Madre con delle coordinate che conducevano ad un'isola piazzata nel bel mezzo, ma, nonostante tutto, non molto distante dalla loro posizione attuale.

-Mi sembra ragionevole- annuì Frank, ignorando totalmente le proprie colleghe -Metà di noi potrebbe dirigersi lì mentre gli altri vanno a Jarik per procurarsi dei Frutti del Nord.

-Jarik è lontanissimo!- si lamentò Liz -E, capo, abbiamo solo una nave.

Il capitano le sorrise.

-Siamo sulle rotte commerciali di Lam- spiegò -Le navi di Nexo passano continuamente di qui per andare a Jarik e, prima del Morbo, Haja. Non dovrebbe essere difficile domandare un passaggio.

-Oddei, non starai parlando sul serio?- fece Vege, stranita -Ti rendi conto che una simile impresa potrebbe costarti la vita?

Frank incrociò per un secondo gli Occhi di Andromeda e lei, nel suo sguardo, colse che qualcosa si era smosso.

Era sempre così, con gli uomini. Ci voleva poco per convincerli.

-Sarà avvincente, Vege- disse il ragazzo alla piratessa -E pensa a quanti soldi potremmo guadagnare in caso di riuscita!

-È pazzo- commentò Claire, corrugando la fronte -È andato. Molto andato.

Frank sbuffò.

-Ora basta!- esclamò, mettendo fine alle lamentele delle compagne, che si zittirono di colpo -Ordino che mi obbediate, ok?- disse, autoritario -Sono il vostro capitano o no?

Nessuno disse niente, ma Andromeda sapeva che, alla fine, avrebbero accettato. Disobbedire sarebbe stato deplorevole e gli umani erano così, ligi a non distruggere quel poco di onore che possedevano.

Non riuscì a non pensare alla propria fortuna: trovare una manica di deficienti così facili da manipolare! Sarebbe stato semplice, e nel frattempo si sarebbe salvata.

Avrebbe salvato la propria specie.

Avrebbe salvato il mondo.

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