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Sempre con il mio amico Luis, decisi di mettere alla prova Rose, Isabelle, o in qualunque altro modo vogliamo chiamarla.
Oltre che alla doppia faccia ha anche il doppio nome.
Decisi che avremmo inscenato la cattura dei piromani, che in realtà saranno solo delle spie.
Sarà proprio Rose a fare l'interrogatorio e, in base a quello che concluderà, potrò essere più o meno certo della sua innocenza.
In caso lei mi dicesse che sono colpevoli, sarò più che sicuro che lei c'entra in questo caso, altrimenti, i miei sospetti si allevieranno leggermente.
Ma solo di poco.
Infatti, sono quasi del tutto sicuro che lei sia implicata in tutto questo... basta pensarci: per uccidere, bisogna avere piuttosto coraggio ma lei, non provando sentimenti, è libera di fare un genocidio senza sentirsi emotivamente scossa e senza avere rimorsi o ripensamenti.
Probabilmente per lei uccidere è solo uno dei tanti hobby che coltiva, più o meno come inventare scuse e dire bugie.
Il giorno atteso finalmente arrivò.
Era una domenica.
Domenica 10 febbraio.
Sono appena finite le vacanze e già ne sento la mancanza.
Scelsi proprio la domenica perché non c'era mai nessuno in ufficio, essendo l'unico giorno in cui non si andava a lavorare, e mi sarebbe stato molto facile posizionare i monitor per controllare la situazione all'interrogatorio.
Ovviamente, Rose non era a conoscenza né delle telecamere né tantomeno delle cimici.
Era tutto pronto: io, Luis e i suoi colleghi eravamo seduti nel mio ufficio, gli schermi e l'apparecchiatura funzionavano...mancavano solo i pop corn.
< Ho i pop corn!! >
Io e Luis ci girammo, poi, ci guardammo.
< Chi ha avuto l'idea di portare anche Jacopo? > chiese Bob, amico e collega di Luis, esattamente come Jacopo e Gabriel.
< Si, chi mai inviterebbe uno svitato simile? > domandò Gabriel infastidito.
< Avanti, è ancora giovane. Anche voi eravate così, semplicemente non volete ammetterlo. > li zittì Luis.
Lo spettacolo cominciò e lo sguardo di tutti si spostò sui monitor.
Rose sembrava quasi...diversa, ma mi era impossibile dire se in modo positivo o negativo.
Il falso indiziato e Rose parlarono per qualche minuto, poi Rose gli chiese una domanda piuttosto particolare:
< Se tu non sei colpevole, perché sei qui? E perché non hai le prove della tua innocenza? >
< Mi pare di averle già detto che ero a casa ma, non avendo coinquilini, nessuno può testimoniarlo. >
< Sai, mi fa sempre effetto quando qualcuno mi da del lei. Insomma, la tua priorità dovrebbe essere difenderti, non usare le buone maniere... almeno per me è così. L'importante è il messaggio, non come lo si comunica, non pensa anche lei? >
< ... >
È un ragionamento del tutto illogico. Il modo di comunicare il messaggio fa capire qualcosa su chi lo deve ricevere: se usi un linguaggio formale, l'emissario non può essere un amico, ma un superiore o una persona che merita rispetto.
Quindi... se a lei non piace farsi dare del lei, può significare due cose:
1. Ci è abituata.
2. Sa che farsi dare del lei è una simpatica ironia.
Chi darebbe del lei a un assassino?
Vuole farmi pensare che ci sia di mezzo un boss mafioso o cosa?
No, non mi sembra il caso.
Nel caso ci fosse un boss, i corpi non verrebbero ritrovati così facilmente e le vittime sarebbero legate alla persona in questione.
Ma non è questo il caso.
Non vuole farsi rispettare, perché è lei che ha ucciso Miller.
Oltre che essere un'offesa, è una provocazione, ma non mi lascerò abbattere, questo è il mio lavoro.
E sono disposto a morire per questo.
Lo vendicherò.
Gli farò giustizia.
Nessuno può farmi questo.
Mi persi nei miei pensieri anche questa volta e non mi accorsi che Rose aveva terminato.
< Da quant'è che siamo qui? > chiesi.
< Circa 2 ore. > rispose Bob guardando l'orologio.
< Bene. Penso che Rose mi manderà un messaggio tra... >
Non finii neanche la frase che mi arrivò una notifica.
Rose:
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Solo uno dei tre sospettati mi fa pensare
che sia coinvolto negli omicidi... È
sicuro che siano un gruppo?
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Io:
_____________________________
Non mi pare di aver detto che siano solo
quelli i sospettati. Se è sicura che ce ne sia uno, gli altri li troveremo proseguendo le
indagini.
—————————————————————-
Rose:
__________
Certo.
———————-
Mi immaginavo una risposta simile.
Può pensare a molte cose che potrei chiederle, ma io, avendo più esperienza, ho oltrepassato la paranoia e riesco a prevedere la maggior parte delle eventualità, anche le più piccole e insignificanti e questo vale soprattutto con le reazioni.
"Ad ogni azione corrisponde una reazione"
E questo io lo so meglio di chiunque altro.
< Cosme pensi di proseguire con il tuo piano? > chiese Gabriel.
< Penso che le farò ancora qualche dispetto, solo per capire il suo modo di pensare e agire. Poi, in base a quelli, elaborerò un piano mirato alle sue debolezze. Più che un piano si può definire come trappola: una volta che ci entrerà dentro, non ne uscirà più. >
< Oi...tutto bene? Non ti avevo mai sentito parlare così. > mi disse Luis preoccupato.
< Così...come? >
< Sei sempre stato un uomo molto severo ma non avevo mai sentito tanta freddezza nella tua voce. >
< Qui si parla di dei serial killer, come potrei essere sollevato da ciò? >
In realtà, sapevo benissimo a cosa si riferiva.
Dopo la perdita di Miller, non ero più lo stesso.
Ero freddo e distaccato, quasi...privo di sentimenti.
Alla fine io e Rose non eravamo così diversi.
A pensarci, eravamo più uguali di quanto mai potessi immaginare.
Ma, l'unica differenza, è che io sono l'eroe e lei il cattivo.
Per quanto possiamo essere forti emotivamente, vincerà solo uno.
E quella persona sarò io.
Può anche aver vinto la battaglia, ma la guerra non è ancora finita.
Finché non li avrò catturati o finché loro non la faranno franca, la battaglia continuerà è il suo esito sarà anche la fine di questa battaglia psicologica.
La fine...
Ho deciso.
Nessuno mi farà cambiare idea e avrò la mia vendetta.
Miller avrà la sua vendetta.
Lo farò per te Emilton, stanne certo.
Lo farò per te, caro nonno.
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Ed ecco il capitolo richiesto da _always_protego_
Spero sia di tuo gradimento!
(Non ho ricontrollato, quindi potrebbero esserci errori/ripetizioni)
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