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Sapevo che non l'avrei mai scoperta in questo modo ma, magari, si era dimenticata di sostituire un documento con uno falso...
Scartai subito la carta d'identità e il passaporto e optai per la patente.
Andai a lavoro in pullman e pensai a come comportarmi e a cosa chiederle per metterla in difficoltà.
Avevo anche un piano B, in caso quello del documento non avesse funzionato.
Mi sistemai il colletto della camicia nell'ascensore e ne uscii a passo svelto.
Aprii la porta e vidi Rose alla sua scrivania.
<Buongiorno.> dissi freddo.
<Oh, eccola signor Carter. Il piromane...o meglio I piromani, hanno attaccato ancora.>
<Lasci i documenti sulla mia scrivania, io ho un piccolo lavoro da svolgere.>
<Le serve una mano?>
<Si. Vede, oggi sono venuto con il pullman perché la mia macchina è in riparazione, ma mi sono ricordato che dovevo passare da Luis, un mio ex collega che abita a circa un'ora da qua...può accompagnarmi?>
<Certo. L'accompagno adesso o più tardi?>
<Il prima possibile.>
<Ok, allora prendo la giacca e partiamo.> disse Rose alzandosi dalla scrivania.
<Grazie mille, Carlson.>
Ci avviammo insieme verso la sua macchina e salimmo su una Jaguar E del '70.
<Non sapevo che le piacessero le auto d'epoca.>
<Si, ci sono molto affezionata. Era di mio padre, ma me l'ha ceduta per i miei diciotto anni.>
Entrammo in macchina e ci dirigemmo a Botany Bay dove, come avevo concordato con alcuni miei amici facenti parte della polizia, venimmo fermati da degli agenti, che chiesero la patente a Rose.
Una patente falsa.
Si passa al piano B.
Il giorno seguente chiamai Rose nel mio ufficio e le dissi che avrei assunto una nuova ragazza, che si sarebbe occupata di rispondere al telefono e di comunicare con altre agenzie investigative.
<Una nuova collega?>
<Esattamente. Il suo nome è Isabelle, arriverà tra quattro giorni, di lunedì.>
Il mio piano consisteva, infatti, nel far confondere Rose, assumendo qualcuno che condivideva il suo stesso nome.
Nel caso avesse risposto lei, si potrebbe trovare in difficoltà ma, date le sue capacità, sarebbe riuscita a sviare i sospetti su qualcun altro.
Era solo un piccolo dispetto, nulla di comparabile a ciò che avevo in mente.
<Ok. Quanti anni ha?>
<Una trentina. Lavorava come barista ma penso se la caverà anche in questo campo. D'altronde, il lavoro consiste solo nel ricevere e fare telefonate, nulla che non possa fare.>
<Concordo con lei. Ritorno alla mia scrivania, con permesso.>
Uscì dalla stanza e andò verso la sua postazione.
Come avevo previsto, non sono riuscito a cogliere neanche una minima traccia di sorpresa o fastidio...solo una finta faccia felice.
Finalmente qualcuno alla mia altezza.

Analizzai chi erano le ultime vittime:
24/12/19 ~NOTE:
Marchio su tutte le vittime
Uccisione del primo: Roger Jackson
- strangolato (segni di colluttazione)
- morto 2 giorni fa
- si trovava lì per caso
Uccisione del secondo: Lily Stone
- morta 2 giorni fa
- bruciatura parziale
- alta possibilità che il killer sia scappato per non essere visto
Particolarità
- sapeva delle telecamere ➡️ blackout
Piromani:
P1 -> nel parco
P2 -> spia
P3 -> ha staccato la corrente
P4 (incerto) -> ha avvertito P1 dell'arrivo di qualcuno
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Che i piromani in realtà fossero più di una decina, ormai ne ero certo, ma solo in pochi hanno attaccato...ciò significa che gli altri possibili assassini hanno un halibi più che solido.
Fanno a turno, in modo che ognuno di loro non possa essere sospettato per più omicidi.
Ingegnoso.
Ma, grazie a questo, li farò cadere nella loro stessa trappola.
Il resto della giornata fu tranquillo: niente incendi, niente indizi, il nulla cosmico.
Tutto questo era un po' troppo vuoto.
Anche se mi lamentavo spesso per il sovraccarico di lavoro, non riuscivo a farne a meno...non so nemmeno io come spiegarlo.
Quando ti senti portato per qualcosa, non ti stanchi mai di far questo qualcosa in questione e lo stesso accadeva a me, ma non volevo ammetterlo.
Nessuno vuole ammettere le proprie debolezze, infondo. E chi lo fa, lo fa per ricevere attenzioni o consigli, che tanto non seguiranno mai.
Questa realtà è troppo corrotta, troppo...vuota.
Priva di una morale che, in qualche modo, ti incoraggia o ti da un insegnamento.
Nulla.
Solo sconforto.
Nulla.

Appena ripreso i sensi, trovai Rose di fianco a me con un bicchiere in mano.
<C-Carter sta bene? Ho sentito uno strano rumore e l'ho trovata disteso per terra...non sa che spavento mi ha fatto prendere!>
<Si, scusami Carlson. Stavo pensando talmente intensamente che non mi sono accorto di non sentirmi molto bene.>
< Lei prende il suo lavoro troppo seriamente. Se non si concede una pausa, finirà molto male. Si prenda qualche giorno di riposo, se lo merita.>
<In tal modo, il piromane potrà agire indisturbato, e io non posso permettermelo.> risposi determinato.
<Ma ci sono sempre io. Potrei occuparmi io del caso durante la sua assenza.>
In effetti, potevo anche accettare e vedere cosa faceva quando io non c'ero, ma non volevo darle questa soddisfazione.
<Ti ringrazio, ma declino l'offerta. Per quanto tu possa essere intelligente, sei pur sempre sotto le mie direttive. Non potresti fare nulla se non te lo richiedo personalmente.>
E di nuovo quella faccia inespressiva.
Mi sono sempre chiesto come una persona potesse avere così tanto controllo sulle proprie emozioni.
Sempre se quelle che provava si potessero definire come tali.
C'era, anche se bassa, una probabilità che Rose non potesse provare sentimenti, e che si fosse unità ai piromani per sentire qualcosa...ma non mi sembrava il vero motivo.
Manca qualcosa.
E so anche come ottenerla.
È solo questione di tempo.
È solo questione di tempo...
Prima o poi, sono sicuro che li catturerò e finalmente questa miriade di morti finirà.
Perché tutto, anche le cose migliori, hanno una fine.
E sono curioso di vedere come anche questa finirà.

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