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Ritornarono in fretta e furia al covo, parcheggiando la macchina all'interno della struttura, in modo che nessuno avrebbe potuto riconoscerla.
< Dobbiamo cambiare veicolo. > Dichiarai apertamente. < Potrebbero aver lasciato anche un piccolissimo cip nella macchina. Non ne ho la certezza, dopotutto non si aspettavano questo attacco, ma potrebbero aver preso l'attrezzatura giusta. In più, sarebbe facile riconoscerla... Anche se potremmo usare questo a nostro favore: due di noi potrebbero dargli una falsa pista, con la macchina, mentre gli altri possono dirigersi nel vero luogo dell'esecuzione. >
< Non è male come idea. >
< Ma...? >
< Ma quell'auto ci serve ancora: sarà quella la legna del nostro falò. >
< Come vorresti attirare delle persone in una macchina nera, un po' malandata e senza targa? >
< Oh, c'è molta gente che sognerebbe di entrare in un pezzo di metallo del genere. Magari con il proprio partner. >
< Vorresti davvero...? >
< Disturbare due persone mentre amoreggiano in un veicolo? Si, la risposta è si. >
< Tsk. Non ci posso credere. Perché vorresti farlo? >
< Per eliminare la macchina e, intanto, continuare a fare festa; sai, è questo che facciamo, in fin dei conti. >
< Sai, Travor, ti credevo migliore. Pensavo che uccideste per un motivo, uno che avrebbe cambiato la mia opinione su di voi, ma niente, nulla di tutto ciò: siete soltanto dei vigliacchi a cui piace vedere gli altri soffrire, perché non avete di meglio da fare se non rovinare la vita agli altri. Non è solo egoista, ma meschino, immorale e altamente ingiusto. Se aveste ammazzato qualche rapinatore vi avrei, perché no, anche appoggiato, ma non lo farò. Non ho più intenzione di fare l'antagonista. >
< Stavo iniziando a chiedermi quanto saresti ritornato in te... E purtroppo l'hai fatto troppo presto. Le regole sono chiare: se te ne vai muori subito, se ci tradisci muori e, se continui a stare dalla nostra parte, muori comunque, ma in modo meno violento. La decisione sta a te. >
Intanto Belle, che aveva sentito tutto, si avvicinò a noi due e cercò di abbracciarci per una qualche ragione ma, nel momento in cui le mie braccia e quelle del ragazzo si toccarono, iniziò il combattimento: il capo aveva una pistola mentre, io, ero disarmato.
< Vediamo se ti andrà ancora di mancarmi di rispetto, dopo questo! > disse puntandomi una gamba e sparando.
Per fortuna, riuscii a spostarmi prima che il proiettile potesse conficcarsi nel mio polpaccio e, in fretta, corsi verso l'angolo della stanza, l'unico che aveva ancora un tubo dell'acqua, anche se arrugginito e fragile.
Lo staccai facilmente dal muro e sperai che non si piegasse troppo durante la lotta. Mi scagliai contro l'avversario, convinto che non mi avrebbe sparato dalla sorpresa, e così fu: mi lanciai su Travis e lo colpii con l'arma improvvisata, facendolo rotolare al suolo, perdendo la pistola.
< Alzati e continua a lottare, ma come un uomo: i combattimenti impari non valgono nulla e, come hai potuto vedere, non hai vinto comunque. >
< Ugh, non vale la pena continuare. > rispose dolorante.
< Potrò anche superarti in tecnica, ma non in mente. Forza, a lavoro: dovete rendere quel rottame presentabile. > continuò.
< Si, capo. > disse Rose prendendomi per la manica e trascinandomi via.
Ci ritrovammo in un garage buio. Accese le due lampadine appese al soffitto e mi lasciò andare.
< Sei forse impazzito? Quello ti fa a pezzi! >
< Non lo farà. >
< Ti ucciderà mentre dormi, oppure ti legherà e ti torturerà per giorni. >
< Tranquilla, non mi farà del male: non ora che ha trovato qualcuno al suo livello... o forse qualcuno che lo supera. >
< Sbrigati e prendi la bottiglia con il sapone. Sappi solo che, se ti facesse del male, non sarò lì per proteggerti. >
C'era una radio in quella piccola camera e ne approfittai per ascoltare un po' di musica, come i vecchi tempi.
< System of a Down? Ti ricordi davvero la mia band preferita? >
< Non l'ho mai dimenticata... Anche se, probabilmente, non l'avrei mai saputa se non avessi ucciso mio padre. >
< Non sono stata io. >
< Puoi anche non averlo ucciso tu, ma è comunque colpa tua: tu eri nell'agenzia insieme a me ed Emilton, sei stata tu a dire al tuo gruppo di amici che lui era un pericolo! È tutta colpa tua, solo tua, e se credi che ti perdonerò allora ti sbagli di grosso. Sono qui soltanto perché non ho altra scelta. >
< Ne sei davvero convinto? Insomma... il tuo cuore sembra dire un'altra cosa. >
La guardai negli occhi e, istintivamente, abbassai lo sguardo sul mio braccio: aveva due dita sul mio polso sinistro. Ritirai in fretta la mano.
< Io non ascolto il mio cuore, io ascolto la mia testa. >
< Secondo me non dovresti. >
< Più che parlare con me, vedi di pulire i sedili e i tappetini. >
Non ci parlammo più per quella sera, neanche prima di andare a dormire.
In quel momento, sforzandomi di chiudere gli occhi, capii la differenza tra me e Belle: se fossimo vissuti nel 1900, lei sarebbe stata definita come "criminale nata", ovvero un individuo le cui morali deviate vengono da una malformazione del cervello; io invece sarei stato l'aiutante di Cesare Lombroso, colui che ha pensato a questa pazza teoria, che è stata in seguito dimostrata falsa.
Se davvero la malvagità di una persona dipendesse da una fossetta nel cranio, sarebbe più facile prevedere e far estinguere gli assassini, purtroppo però così non è, e ancora una volta sono finito con il pensare al lato psicologico della situazione.
Perché Rose vuole uccidere della gente? Perché un intero gruppo vuole farlo? È impossibile che sia per divertimento, mi rifiuto categoricamente di pensarlo. Eppure... La maggior parte dei presenti sembrano persone normali. E se la loro normalità fosse solo apparente?
< Rose? Tu... Cosa provi nel vedere qualcuno morire per opera tua? Appagamento? Gioia? Disperazione? >
< Non penso che, quello che provo, abbia un nome. >
< Ti spiacerebbe spiegarmelo? >
< Perché mi fai questa domanda, comunque? È notte fonda, è meglio se dormi. >
< Non sviare l'argomento. >
< Va bene, hai vinto tu. Quel sentimento non è paura, non è gioia, non è tristezza né rabbia. Quel sentimento... È qualcosa di totalmente nuovo. Prova ad unire l'euforia con l'innocente inconsapevolezza, e infine un po' di sadismo. >
< Innocente inconsapevolezza? >
< L'esatto momento in cui la persona muore, siamo inconsapevoli del nostro gesto. Però, dopo esserci accertati che l'individuo sia ormai morto, l'inconsapevolezza si trasforma in... Rivalità e un sentimento di esuberante superiorità. >
< È orribile... >
< Lo pensavo anche io, ai tempi. Però presto ci si prende la mano. Ora che ho risposto alla tua domanda, dormi. >
< Belle... Non importa quante azioni gentili tu farai nei miei confronti, io continuerò a vederne solo una: l'uccisione di Miller. Ormai non ho neanche più il diritto di chiamarlo nonno. >
< A volte il cuore prende il posto della testa, e quando questo accadrà riuscirai a perdonarmi. >
< Non permetterò che accada. >
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