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Mi disse di andare avanti, sempre con la pistola puntata sulla mia fronte.
Ormai la stazione era completamente vuota.
Uscimmo da lì e, ad aspettarci, c'era una macchina nera, targa tedesca: era premeditato.
Prima di farmi salire, mi legò le mani con della corda e mi aiutò a sedermi.
I vetri erano oscurati, non si vedeva nulla né da fuori né da dentro: cercai di tenere a mente le vie che avremmo preso.
Come non detto: appena lo pensai mi iniettarono qualcosa che mi fece perdere subito i sensi.
"Perché non mi hanno ucciso e lasciato nella stazione? Cosa avevano in mente? Dove mi stavano portando?"
Queste erano le domande che mi porsi appena ripresi i sensi.
Non ero più in macchina, ero seduto, legato alle braccia e ai piedi con una corda più resistente rispetto a quella di prima.
Avevo una benda sugli occhi.
< Bene bene, caro signor Holmes. >
disse una voce femminile con ironia, molto probabilmente quella della mia collega.
< Rose, la smetta. Non è affatto divertente. >
< Ma certo che lo è! Il gioco è appena iniziato. > rispose ridendo.
< Vedi, mio dolce Sherlock...> continuò.
< Le regole sono semplici: o ti unisci a noi, oppure le cose si faranno piuttosto...ardenti, se sai cosa intendo.>
< Preferirei non essere bruciato vivo, grazie. >
< Chi dice che sarai vivo? >
Mi accarezzò i capelli e non so se quelli che provai furono brividi di terrore o un qualcosa che il mio corpo apprezzava.
Comunque, lei se ne accorse e lo fece di nuovo, questa volta con l'intenzione di infastidirmi.
< Non basta l'essere legato? >
< E dai, come sei noioso. Volevo solo divertirmi un po', tanto so già quale sarà la tua risposta. >
< E quale sarebbe? > chiesi incuriosito.
< Ovviamente no, non ti unirai mai a noi. Sei troppo onesto e non lo faresti mai. >
< Allora non mi conosci bene. > la interruppi.
Non riesco ancora a capire perché ho accettato, tutto questo va contro la mia morale.
Forse non volevo darle ragione, e lei lo sapeva... quindi mi ha detto che non l'avrei accettata,perché sapeva benissimo che non avevo intenzione di dire che ci aveva azzeccato.
< Sai, io ho una strana patologia, che quasi nessuno qua dentro ha. Si chiama "voglia di vivere". > le dissi ironico continuando il discorso.
< Se continui con questa ironia penso che questa tua voglia di vivere ti passerà molto presto. > rispose diventando seria tutta d'un tratto, togliendomi la benda. Era pericolosamente vicina al mio volto.
< Quindi... > iniziò a dire, ma qualcuno la interruppe.
< Belle, smettila di flirtare con lui, non fa parte del piano. >
Si girò.
< Non del tuo, ma del mio si. > disse voltandosi di nuovo verso di me.
< Perché... > cercai di dire.
< Shh. Nessuno ti ha chiesto di parlare. > disse quello che scoprii essere un uomo dalla figura imponente e dai folti capelli biondo platino.
Avevo la vaga impressione di non piacergli.
< Quindi, che ha deciso? >
< Puoi anche chiederlo a lui. > disse Rose indicandomi.
< No. >
< Qualcuno qui si è svegliato con il piede sbagliato? >
E questi dovevano essere dei serial killer? Non sembrava proprio un sequestro... però è un'ottima scena comica.
Aspetta
...
Comica?
< Avete intenzione di liberarmi si o no? > gridai spazientito.
< Si ma, prima, dovresti fare una cosa... >
< Che cosa..? > cercai di dire, ma mi interruppe.
< Jason, chiama gli altri. >
< Ei, ei! Che volete fare? > cercai di dimenarmi.
< Va bene, preparo anche il liquido? >
< Ovviamente. >
Il mio sguardo passava da Rose a quell'uomo, Jason, come una pallina da ping pong.
Quest'ultimo uscì dalla stanza in cui eravamo io e Rose: sembrava la camera centrale di un edificio abbandonato, non c'era nulla se non pezzi di legno, vetri rotti, bottiglie di birra e accendini sul pavimento.
Guardai la ragazza.
< Non ti facevo così codardo. > disse prima di uscire e lasciarmi solo, ancora incollato alla sedia.
Cercai di slegarmi, ma servì solo a farmi ribaltare.
Perfetto: adesso ero sopra ai pezzi di vetro e al legno bagnato, cosa porterebbe accadere di peggio?
Preferivo rimanere con l'incognita.
Poco dopo , Rose tornò e, vedendomi a terra, si mise a ridere.
< Stai ancora cercando di scappare? Che tenero. > disse sarcastica.
< O vivi o muori. Una volta entrato, non puoi scappare o ti cercheremo, ovunque tu vada, e ti daremo fuoco. >
< Ho davvero molta scelta: se scappo, muoio, se non accetto, muoio, se divento un piromane e mi scoprono, andrò alla forca...>
< Esatto. Questo non è Cluedo: qui le pedine siamo noi e i giocatori sono i detective e la polizia. Per ora hanno delle carte, ma non collaborano tra di loro, quindi non vinceranno mai. >
Come darle torto.
< Di che liquido stavi parlando prima? >
< Oh, uno speciale miscuglio. >
< Di cosa...? >
< Ingredienti. >
La guardai e alzai un sopracciglio.
< Stiamo parlando di una cosa seria, nel caso non l'avessi capito. >
< Per me tutto è un gioco, nel caso non l'avessi capito. > ribattè avvicinandosi.
< Rose... >
< È simile a lava. >
< Come, prego? >
< È il miglior modo per fare questo... > disse sollevando la maglietta.
Sul fianco destro aveva un simbolo: era a forma di F, sembrava fatto con uno stampo.
< Oh. F sta per...? >
< Firem. Il nome del nostro gruppo. >
< E cosa fa esattamente questo gruppo...? >
< Si diverte. > disse Jason entrando nella stanza, seguito da un'altra trentina di persone.
Divertimento?
< Ci dovrà pur essere un motivo. Perché? Cosa vi hanno fatto queste persone? È una forma di rivolta? Non capisco, io... >
< Amico, calmati. > disse un ragazzo corvino vicino a Jason.
Aveva delle cesoie.
Mi slegò e tutti si sedettero intorno a me.
< Rose..? >
< Chiamami Isabelle. Rose era solo... >
< Era un nome falso, lo so. Ho assunto Isabelle, la segretaria, proprio per vedere se ti confondevi e rispondevi al posto suo. >
< Lo immaginavo. Mi piacciono gli uomini intelligenti, se sono anche affascinanti è ancora meglio. > disse con tono...indecifrabile.
< Bene, è ora di iniziare. > disse un ragazzo dai capelli castano chiaro e invaso dalle lentiggini.
Aveva circa trent'anni, non di più.
< Io, Travor, come leader del gruppo Firem, annuncio con grande onore che la cerimonia d'iniziazione comincerà tra 3, 2, 1... ora! >
Tutti si sedettero in ginocchio, lo sguardo puntato sul castano.
Si voltò verso di me.
< Ripeti dopo di me. Io, Richard Carter. >
Mi guardai intorno, cercando una via d'uscita che purtroppo non c'era, aspettando un aiuto che non sarebbe mai arrivato.
< Io, Richard Carter. >
< Giuro fedeltà e dedizione al gruppo Firem. >
< Giuro fedeltà e dedizione al gruppo Firem...> Ripetei chiudendo gli occhi, ormai senza speranze.
< Anche a costo della vita. >
Guardai Isabelle.
Ricambiò il mio sguardo.
< Anche a costo della vita.>
Uhuh
Qui le cose si fanno interessanti
Che bello scrivere i gialli
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