.•*1*•.

< Carter, c'è un caso per lei. > disse Miller.
< Il primo di una lunga serie, immagino. >
Emilton Miller era anche conosciuto come "il detective fallito".
All'inizio, era uno tra i più brillanti investigatori della nostra agenzia ma adesso, un po' per la vecchiaia, un po' per la sua perspicacia, ormai quasi scomparsa, era caduto in disgrazia ed era diventato il mio fidato segretario.
Le mie vacanze erano appena finite e un nuovo caso mi aspettava già.
< No, signore. Questo è l'unico. >
< Strano. >
< È quello che penso anch'io. >
< Mi parli del caso, Emilton. >
< Tre morti in soli cinque giorni. > disse Miller appoggiando una pila di fogli sulla mia scrivania.
Lessi con attenzione ogni singolo dettaglio e uno attirò la mia attenzione: un marchio sul collo delle vittime.
< Miller, abbiamo delle fotografie dei corpi? >
< Vado a prenderle. >
Emilton si allontanò dal mio ufficio e si diresse verso la sua scrivania mentre io estrassi dal cassetto il block notes.

________________________________                                               3/9/19 ~NOTE:
Marchio su tutte le vittime
Uccisione del primo Edward Lance:
- strangolato (segni di colluttazione)
- morto 4 giorni fa
- probabile testimone oculare
Uccisione del secondo Mary Chiantor:
- bruciato vivo
- morto 4 giorni fa
- era il target
Uccisione del terzo Simon Dast:
- colpito alla testa mortalmente (e bruciato in seguito)
- morto 22 ore fa
- era il target                                                  
________________________________

< Eccole, Carter >
Le osservai a lungo.
Il marchio era un cerchio con una fiamma al centro.
< Grazie, ora può andare. >
< Ok. >
< Una fiamma, uhu? Lo aggiungerò agli appunti...>
Chiesi se era possibile avere ulteriori dettagli dal medico legale, ma non seppe dirmi nulla oltre al tipo di materiale usato per marchiare le vittime: era del semplicissimo inchiostro, che se ne va dalla pelle con un po' d'acqua...quindi il colpevole ha problemi economici? O è a corto di idee?
Mi disse anche che il marchio era stato fatto solo dopo la morte di ogni persona, per questo era ancora visibile.
Al killer piaceva firmare le proprie opere, proprio come uno scrittore farebbe con il proprio libro...un metodo curioso ed efficace per incutere terrore e per farsi conoscere.
< Miller? >
< Si, eccomi. Cosa desidera? >
< Le va di accompagnarmi? >
< Certo signor Carter. Dove andiamo di preciso? >
Gli bastò uno sguardo per capire cosa stavo pensando.
Mi diceva sempre che ,ogni volta che pensavo a qualcosa riguardante enigmi e misteri, mi brillavano gli occhi, per cui era facile capirmi.
Entrammo in macchina e ci recammo sul posto del primo delitto: era una piccola collina situata nella parte nord di Regent's Park.
< Siamo arrivati. >
< Primrose Hill? >
< Esattamente, Miller. >
Ci incamminammo verso i piedi della collina.
< Nessun cespuglio. Il killer dev'essersi nascosto dietro un albero >
< Carter! Carter! Qui si può ancora vedere l'erba bruciacchiata! >
Ne raccolsi un po' e l'annusai.
< Benzina. >
< Vuoi dire... >
< Si. Penso che la signorina Chiantor dovesse venire qui per un appuntamento con il signor Lance... >
< Ma Lance non era ancora arrivato e salì nel preciso istante in cui Chiantor stava andando a fuoco... > continuò Miller.
< Ma questo non era previsto nei suoi piani, così non lo lasciò scappare e lo strangolò... >
< ...Ma sulla foto non c'erano segni di corda o impronte.. >
< Questo non è difficile: il colpevole ha usato dei guanti...sennò perché avrebbe lasciato la sua arma qui? > dissi raccogliendo un accendino da terra.
< Meglio fare comunque un'analisi. > disse Miller togliendomi di mano l'accendino e mettendolo dentro un sacchetto trasparente.
< Hai ragione. >
Facemmo ritorno alla macchina e andammo nel luogo del terzo delitto.
Era un locale abbandonato in Commercial Street, al The Ten Bells, originariamente chiamato Jack The Ripper.
Osservammo attentamente ogni singolo angolo di quell'edificio: vetri rotti, pezzetti di intonaco sparsi ovunque, sangue...
Miller rabbrividì.
< Simon ha lottato per la vita, direi. >
< Sembra un pub chiuso da molto, la vittima dev'essere stata attirata qui con l'inganno. >
< Non mi sembra possibile. Chiunque con un po' di coscienza non entrerebbe mai in un posto come questo. >
< Infatti non è andata così. >
< Si spieghi meglio, Carter. >
< Questo non è il posto dove Dast è stato ucciso. Questo è un nascondiglio temporaneo. Penso che il colpevole non sapesse dove nasconderlo e l'ha lasciato qui in attesa di un'idea. >
< Allora perché non ha fatto così anche con Chiantor e Lance? >
< Non legge mai il rapporto, uhu? I loro corpi sono stati ritrovati nel bagno del parco. >
< ... >
< Non penso lo faccia perché non ha idee, penso lo faccia apposta. >
< Vuole farceli trovare di proposito? >
< Esattamente. Affascinante, non trova anche lei, Miller? >
Rientrammo in macchina, la mia vecchia Alfa Romeo.
Era ancora rossa fiammante nonostante tutti i tamponamenti e le grandinate.
La mia Giulietta non mi aveva mai tradito, per questo mi ci ero affezionato e mi ero ripromesso di non venderla mai.
< Dove ci stiamo dirigendo, Carter? >
< A Dulwich Wood. >
< Oh, si, ora ricordo. C'è stato un incendio poco tempo fa laggiù. >
< Vedo che hai capito il punto.  In un qualche modo, tutto centra con il fuoco... Ma a giocare con il fuoco, prima o poi, ci si scotta. >
Arrivammo nel bosco: alberi a terra, rami sparsi in giro e foglie bruciate.
< Non so se possiamo definirlo come un paesaggio suggestivo. > commentò Emilton.
< Guardi, Miller. Evidenti segni di trascinamento. >
< Non ha di nuovo... >
< Sa di sangue ed è più chiaro delle foglie bruciate. >
< Non capisco perché tutti gli investigatori moderni debbano per forza assaggiare gli indizi... >
Lo guardai qualche attimo, poi sorrisi.
< Non lo faceva anche lei, Miller? >
Perlustrai la zona e trovai un accendino identico a quello che avevo trovato a Regent's Park.
Lo diedi a Emilton, che lo mise in un'altra busta trasparente.
< Direi che non c'è più niente di particolarmente rilevante qui. >
Emilton mi seguì e, insieme, facemmo ritorno all'agenzia.
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3/9/19 ~NOTE:
Segni particolari:
• uccisi poi nascosti
• accendini e benzina in entrambi i casi
• incendi
• nascosti in posti non convenzionali
• marchio con inchiostro bianco
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< Signor Carter? >
< Si? >
< È stato invitato a una festa dai signori Walker. >
I signori Walker erano i più ricchi di tutta Londra e, visto che gli avevo aiutati a capire chi gli stava rubando dei soldi, avevano iniziato a invitarmi ai loro balli e alle loro feste in piscina.
< Uno dei soliti ricevimenti? >
< No, ci sarete solo voi. >
< Capisco. >
Mi alzai dalla sedia, salutai il mio segretario e uscii dall'edificio.
Appena entrai in casa sentii qualcosa che non avevo mai provato prima... mi sentivo vuoto, come se tutto quello che facevo non era importante.
Io non ero importante.
Mi vestii e lasciai gli indumenti che avevo addosso prima sulla sedia, con la solita scusa del "magari sono in ritardo".
Mi specchiai un ultima volta per vedere se ero presentabile e raggiunsi la casa dei Walker.
All'entrata c'era il maggiordomo che, come al solito, mi salutò e mi portò nella sala da pranzo.
< Strano, non me la ricordavo così. >
< Non ha torto. I signori Walker hanno deciso di ridipingere le pareti e di sostituire i vecchi mobili con quelli nuovi. >
< Capisco. >
Osservai bene la camera, come il mio istinto da detective mi suggeriva: il muro era totalmente bianco delineato da dei sottili bordi ocra che si abbinavano perfettamente al centrotavola.
I mobili erano per la maggior parte in legno pregiato, come le sedie, il tavolo e il comò...niente mobili dell'Ikea, per intenderci.
< Buonasera, Richard. > mi disse la signora Walker.
Aveva un abito da sera in lino bianco e i capelli biondi erano raggruppati in uno chignon alto. Non potevo negare che era una bella donna.
< Buonasera, non l'ho sentita arrivare, si può dire che mi ha colto di sorpresa. >
< Buonasera. >
< Buonasera signor Walker. >
< Si accomodi pure. > mi disse facendomi cenno di sedermi sul divano.
Mi sedetti, seguito dai padroni di casa.
< Allora, caro Richard, come vanno gli affari? >
< Ho un nuovo caso da risolvere... un assassino fissato con gli incendi, roba complicata, sa com'è. >
< Si, ho sentito dei vari incendi...senta, il motivo per cui l'ho invitato qui è per...>
< Mi dispiace interrompervi, ma la cena è pronta. > disse il maggiordomo.
< Ne riparliamo dopo. >
La cena era squisita, non avevo mai mangiato cose migliori: la carne era ben cotta, le verdure saporite e il dolce... una fontana di cioccolato con le fragole...non c'è neanche bisogno di dire che era sublime.
Finito il pasto, ci sedemmo sul divano.
< Come cercavo di dirle prima, Carter, io penso di aver... >
< Noi. > lo corresse la signora Walker
< Noi abbiamo pensato di assumerla come investigatore privato, sa cosa intendo... >
< ...>
< Riceverebbe  5000£ al mese. >
< Tutti quei soldi per cosa? Per fare niente per interi anni? > pensai.
< Mi dispiace molto, ma devo rifiutare. La mia posizione mi piace molto e non voglio cambiarla...comunque grazie dell'offerta. >
Io non ero come tutti gli altri: non ero avido, non volevo beni materiali, mi bastava essere conosciuto per aver fatto del bene.
Arrivato a casa, mi stesi sul letto con ancora i vestiti addosso.
Fissai il soffitto per almeno un'ora e poi decisi di scrivere sul mio diario.

*DIARIO*
3/9/19
Caro diario, oggi i Walker mi hanno fatto una proposta molto allettante, ma ho rifiutato...ho fatto la cosa giusta? Non lo so...
Ad ogni modo, c'è un killer a cui piacciono gli incendi e devo scoprire di chi si tratta.
Per adesso non ho sospetti, non ho un movente, non ho una pista.
Sono solo all'inizio di un caso molto complicato che, però, potrebbe trasformarsi in semplice, data l'inesperienza del colpevole...
Insomma, non cancellare le tracce, lasciare i corpi intatti, marchiare le vittime...
Il marchio è un cerchio con una fiamma, quindi niente di speciale, ma potrebbe condurci all'assassino.

Mi alzai dal letto, mi lavai i denti e mi misi il pigiama, sperando che il giorno seguente avrei trovato degli indizi utili a risolvere il caso.
Dopo pochi minuti caddi in un sonno profondo.

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