~Capitolo 2

Detto questo, tutti i ragazzi della classe iniziarono a spingersi fra loro per arrivare prima in palestra.

« Che... Che... Facciamo ? »

Sono ancora sotto shock per quello che è successo negli ultimi venti minuti.

« Sbrighiamoci »

Urla Christopher

« Volete davvero andare in palestra ? Avete visto cosa hanno fatto a tutti questi poveri ragazzi ? »

Urla Dylan
È ancora attaccato a me, non si stacca. Siamo rimasti soli in classe, e i secondi passano.

« Ok, se dobbiamo fare qualcosa, facciamola subito »

« Scappiamo »

Urla Dylan

« No No No, io vado in palestra.
E anche voi, andiamo »

Ribatte Christopher, prendendomi un braccio e tirandolo

« No, noi scappiamo »

Dylan mi tira ancora più a se.

Si affaccia dalla finestra, e vede che giù c'è ancora il camion dell'immondizia posteggiato, come ogni mattina.

«Ok, l'unica via di scampo è la finestra. Dobbiamo saltare sopra il camion che c'è qui giù. È dobbiamo farlo in fretta, se ci vedono ci uccidono »

«Tu.. tu.. Seii pazzo, vuoi lanciarti dal primo piano sopra dei sacchetti di immondizia ? »

Io sto ancora in silenzio, zitta, impaurita

«Christhoper che vuoi fare? Morire ? Fai pure. Io e lei proveremo a sopravivere. »

Christopher dopo aver sbuffato, avvicina la sedia alla finestra, poi si gira e ci guarda

« Ok, chi va per primo ? »

«Tu »

Diciamo io e Dylan in contemporanea

«No, No, No io non vado per prima »

« Christopher sei un bambino, vado prima io, poi Kayla e poi tu »

Sentiamo dei rumori fuori dal corridoio

« Dobbiamo saltare tutti e tre insieme, stanno arrivando, e se ci trovano qui ci ucci.. Uccidono »

Inizio a balbettare, Dylan mi prende per mano, saliamo sopra la ringhiera e Christopher ci segue

Per prima cosa guardo il cielo, il panorama è bellissimo anche se siamo al primo piano, il cielo blu, gli uccellini che cinguettano. Oggi è una giornata bellissima, il sole riscalda i nostri visi. Poi, mi abbasso a guardare il camion, e inizio a piangere.

Sotto di noi, nell'androne della scuola è pieno di corpi sanguinanti, corpi ormai senza vita cosparsi di sangue

Vedendo la scena che si presenta ai nostri occhi, nessun fiato, è Dylan a parlare per primo

«Al mio tre saltiamo »

Urla Dylan

« Ok, 1... 2.... 3.... »

E cadiamo, arriviamo con un tonfo nel camion

Dylan mi aiuta a scendere, mi prende per mano e iniziamo a correre.

Mi salgono i conati di vomito, tantissimi, tantissimi corpi ricoprono le strade.
Corriamo, Corriamo nelle strade di Manhattan stando attenti a non farci vedere da nessuno.
Ci fermiamo in un un vicolo, per prendere aria

«Non ce la faccio più »

Sento le gambe che tremano, il cuore che batte forte, e i polmoni che prendono fuoco lentamente.

Oggi c'è una bellissima giornata, e il caldo e insopportabile, siamo tutti sudati.

«Che facciamo adesso ? »

Chiedo decisa

«Non lo so »

Risponde Christopher, e ci voltiamo entrambi verso Dylan, è lui la nostra unica speranze. Se fosse stato per me, o per Christopher, chissà che fine avremmo fatto.

Io avrei seguito senza esitare tutti gli altri ragazzi in palestra, e idem Christopher .

«Ok allora, che facciamo?
Aiutatemi ragazzi per favore, sono spaventato a morte, non so cosa cazzo sta succedendo, dei tizi camminano vestiti di nero con dei mitra pronti a sparare. Cosa cazzo sta succedendo ? »

OK, è davvero molto spaventato.
Gli prendo il viso tra le mani, e lo incito a guardarmi negli occhi

«Ok, guardami, guardami »

Alza il viso, e due pozzi azzurri senza fine mi stanno guardando, mi ci perderei li dentro

«Devi stare calmo ok ? Siamo tutti scioccati, non sappiamo cosa sta succedendo e non sappiamo cosa cavolo fare. Quindi dobbiamo essere lucidi, e ragionare, va bene ? »

Fa su e giù con la testa, e mi abbraccia, cavolo è la mia droga.

Ci stacchiamo, e Christopher inizia a parlare

«Dylan, possiamo andare nella casa su al lago dove sta il nonno. Li è isolata, non credo qualcuno ci possa arrivare »

Dylan pensa

« È un ottima idea, si e no a piedi possiamo impiegare 30 minuti »

«Ok, allora andiamo »

Iniziamo a camminare, prendiamo tutti i vicoli stretti facendo attenzione a non farci vedere da nessuno.

Per nostra fortuna, non abbiamo incontrato nessun uomo vestito di nero.

Qui è tutto isolato, non c'è anima viva. O forse sarà pieno di anime, ma che noi non vediamo. Si perché, è pieno di cadaveri, cadaveri dappertutto.

Sembra che ci sia appena stata una apocalisse, ma cosa ha causato tutto questo o meglio, chi ha causato tutto questo?

Arriviamo in una immensità di prato verde, ci sono tantissimi fiorellini bianchi. E da lontano vediamo una casetta, la casetta del nonno Jo. Si anche io lo conosco, e per me è come un nonno vero e proprio. Quando veniva anche lui nelle cene che i nostri genitori organizzavano, portava sia i regalini per Dylan e Christopher e ne portava uno anche per me, è un uomo eccezionale.

Arriviamo nella casetta, e troviamo la porta aperta.

« C'è nessuno? Nonno siamo noi »

È Christopher a parlare, ma nessuna risposta. Entriamo in casa, e c'è tutto sotto sopra. Libri a terra, sedie rotte, vasi, fiori tutto cosparso a terra.

Dylan controlla tutte le stanze, ma del nonno Jo neanche l'ombra

Ci sediamo nel divano sfiniti, e poi mi viene un idea

«Ragazzi, e se chiamiamo la polizia ? »

Dylan e Christopher mi guardano

« Cosa può fare la polizia ? Ad ogni metro che percorriamo ci sono corpi senza vita. Pensi non avrebbero già fatto qualcosa »

È Dylan a parlare
E inizio a pensare, ma cosa sta succedendo ?
I miei genitori, dove sono i miei genitori, sono morti anche loro ?
E mia sorella, dov'è mia sorella ?
Sta bene ?  è morta ?

Inizio a tremare, prendo il telefono sotto gli occhi attenti di Dylan e Christopher che non sanno cosa sto facendo.

Compongo subito il numero di mamma che so a memoria, ma niente neanche squilla, cade subito la linea. Faccio la stessa cosa con il numero di mio padre e mia sorella ma niente neanche loro.

Inizio ad avere paura, cosa sta succedendo ?

_Spazio autrice_
Ciaoo, spero la storia vi piaccia!
Aspetto qualche Like e qualche commento. Dai su, non siate timidi ;)
~Mari

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