Capitolo XV | Violenta Passione
Cherry
La bocca di Will esplora la mia senza più alcun timore, le sue dita sprofondano fra i miei riccioli bagnati facendogli emettere un suono di stupore, simile a uno sbuffo, come se avesse aspettato una vita intera per poterlo fare.
Mi aggrappo alle sue spalle larghe inspiegabilmente incapace di respingerlo, come chi attraversato da scariche elettriche rimane immobilizzato, schiavo di quella scossa brutale che lo pervade.
Forse più che incapace, semplicemente, non voglio che questa travolgente e inaspettata elettricità finisca.
Tutta la rabbia, l'astio e il rancore che provo nei suoi confronti, nella frazione di un secondo sembrano mutare in qualcosa di insolito e feroce; il desiderio.
Tocco il suo viso freneticamente, soffermandomi sulla sua barbetta incolta e appena questo mi morde il labbro, sento lo stomaco accartocciarsi, affamato di qualcosa che ancora non riesco ad ammettere a me stessa.
Mi ritrovo a cavalcioni su di lui sentendo tutta la sua eccitazione, scoprendo il cuore accelerare pericolosamente e il corpo assaporare, come può, quel contatto crudo.
Come si può odiare così tanto una cosa e volerla al tempo stesso?
Le sue mani esperte mi accarezzano la schiena, tempestandomi di brividi la colonna vertebrale che impulsivamente inarco, impaziente di sentire il suo bacino contro il mio.
Will geme raucamente, come un predatore impaziente di sbranare la sua preda, in quel momento perdo l'ultimo barlume di lucidità, qualcosa di primitivo scatta prendendo il sopravvento sul buonsenso e sulla logica.
In un gesto fulmineo il ragazzo mi strappa il cinturino mentre le sue labbra calde percorrono il collo giungendo alla spalla, dove con i denti serra la spallina sottile intento a far scivolare il vestito che arresta la sua corsa sui fianchi, lasciandomi in reggiseno.
Oltre i ciuffi scuri che gli coprono il viso, riesco a intravedere il suo sguardo scrutatore ammirare ogni millimetro di pelle nuda.
Quando le sue iridi chiare tornano a illuminare le mie, lo libero dalla giacca pesante d'acqua, scoprendo la camicia bianca completamente trasparente incollata ai suoi pettorali scolpiti. Impaziente comincio a sbottonarla e una volta a petto nudo, lascio le mie mani libere di esplorare la sua pelle bollente.
Accarezzo curiosa le spalle possenti, i pettorali e gli addominali. L'odore della sua pelle è indescrivibile, sa di pioggia e di proibito.
Con le dita salgo lungo gli avambracci fino a circondare i bicipiti muscolosi, delle linee nere catturano la mia attenzione e faccio una sconcertante scoperta; William Morgan ha un tatuaggio.
Disegno dei cerchi con l'indice intorno all'inchiostro, cercando di mettere meglio a fuoco, scoprendo un filo spinato con una cifra sopra, anzi no, non una cifra, più che altro... un orario?
Quando sfioro delicatamente la pelle incisa, Will abbassa la testa e chiude gli occhi, come se avessi trovato il suo tallone d'Achille, come se stessi ispezionando una ferita aperta.
Come se avesse paura che, il mio tocco, possa svelare il più profondo dei suoi segreti.
Stacco subito il polpastrello e gli sposto i capelli dalla fronte, un po' titubante sollevo il viso del ragazzo toccandogli il mento, i suoi occhi si scontrano ai miei sembrando cadere nel vuoto e, per la prima volta, temo che i suoi abissi ghiacciati possano risucchiarmi nel loro freddo glaciale.
Lo bacio lentamente, senza premura, sperando di poter rimediare a qualsiasi cosa abbia fatto inconsciamente, sembro riuscirci visto che, in un baleno, mi solleva di peso per adagiarmi sopra il piano del bancone.
Armeggio frenetica per slacciargli la cintura intravedendo una leggera riga di peluria scura, Will si para meglio in mezzo le mie gambe spalancandole per poi spingere verso di me, facendomi sentire tutto il suo irrefrenabile desiderio di avermi.
Le sue grandi mani si aggrappano al seno mentre con la lingua, percorre attentamente la clavicola fino ad arrivare a mordicchiare, debolmente, il lobo.
Ho il respiro affannato e lui sembra essere più in difficoltà di me.
«Ti voglio ora, sto impazzendo» la sua voce ansimante è inedita per le mie orecchie.
Il suo sguardo affilato mi tenta ubriaco, ubriaco di me.
Lo stringo forte con le cosce, dondolandomi lentamente sul suo bacino e lasciando che la mia lingua s'insinui fra le sue labbra, appena la sua bocca umida si schiude lo bacio furiosamente, gustandomi il suo sapore fresco.
Tutti i miei sensi perdono il controllo, completamente stregati dai suoi giochetti provocatori, come il modo in cui mordicchia la punta della lingua prima di succhiarla lentamente.
I bottoni del suo pantalone improvvisamente saltano sotto tanta pressione, il cuore mi balza in gola.
Stringe i miei capelli mentre l'altra mano si diverte a stuzzicarmi il seno.
Appena sporge nuovamente il bacino per farmi sentire la sua erezione mi sento esplodere, istintivamente stringo più forte le cosce sui suoi fianchi asciutti, avvertendo le mutandine in pizzo bagnarsi, ed essendo separati unicamente dalla stoffa sottile dei suoi boxer, so che anche lui lo sta sentendo.
Sgrana gli occhi mentre le pupille si dilatano così tanto da farmi pensare che, da un momento all'altro, possa divorarmi in un sol boccone.
Spudoratamente oscillo i fianchi facendo scivolare sempre di più l'elastico delle sue mutande, impiego qualche minuto per accorgermene; Will sta tremando come una foglia sotto le mie mani.
Ha il volto stravolto, le labbra schiuse e gli occhi ridotti a due fessure...ed è come se potessi già sentirlo dentro di me.
Mi osserva per intero, freneticamente, quasi non sapesse cosa godersi prima.
Lo tiro più vicino a me, distendendomi ancora di più sul bancone e rimanendo a mezz'aria.
La sua lingua mi bagna le labbra prima di baciarmi con furore, lasciandomi assaporare il retrogusto ferroso del suo sangue.
Ormai non riusciamo più a soffocare i gemiti e l'affanno.
«Will, voglio sentirti venire per me, prendimi» lo supplico famelica e ubriaca di violenta passione.
Il ragazzo ride a un soffio dalle mie labbra, scuotendo la testa divertito e incredulo da quella mia richiesta spudorata, per poi tornare a baciarmi con un'aggressività che mi fa perdere cento battiti in un secondo.
Mi accarezza le cosce infilando due dita sotto il vestito ridotto a un rotolo di stoffa e afferrando l'orlo delle mutandine che, lentamente, comincia a fare scivolare.
Sento il ventre scalpitare mentre lo stronzo si gode la mia frenesia continuando a far scivolare il pizzo, molto, troppo, lentamente.
La porta di spalanca e solo allora torno alla realtà.
Io e William balziamo per aria facendo rovesciare ovunque le tazze piene di cioccolata.
Ci guardiamo attorno, rendendoci conto di essere in bella vista difronte le vetrate che danno sulla strada, fortunatamente essendoci una tempesta, non c'è nessuno.
Ma in piedi davanti la porta, con un impermeabile color senape e la bocca spalancata, c'è Florine.
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