Capitolo XII | Fantasmi

«L'hai fermato, sul più bello?» chiede Florine incredula mentre inforniamo delle torte.

«Non era ancora il momento! E poi dai, sul cofano di una macchina, non ho più diciassette anni»

«Chi ti capisce è bravo, quando vi rivedrete?» 

«Martedì andiamo a pranzo fuori» dico all'impicciona.

Il telefono squilla e Flo corre a rispondere, finisco di preparare dei muffin ripieni di marmellata e mandorle.

«Cher, chiedono se possiamo preparare la torta per un compleanno, che faccio?» domanda con il palmo pressato sul microfono della cornetta.

Da qualche giorno si è presa questo vizio di chiamarmi come la cantante, non riesco più a farla smettere e mi sa che ormai, è il mio nomignolo.

«Fantastico, accetta! Chiedi gentilmente di inviarci per email delle referenze, domani ci mettiamo in contatto per i dettagli» spiego accendendo il forno. 

In un secondo la luce salta lasciando l'intero locale nell'oscurità.

«Cher, Cher!» strilla Flo dal bancone. 

«Si, lo so, lo so! Controllo il contatore, ho acceso il forno e si è staccata la luce» 

Quando esco e provo a riattivarlo questo parte per ristaccarsi dopo due secondi, torno dentro e spegno il forno e solo allora la corrente sembra tornare.

«Ci serve quel forno, così rallenterà tutto!»  lamenta Flo pagando il conto di alcuni clienti.

«Dev'esserci sicuramente qualche problema, non ne ho idea! Faccio venire il tecnico!»

«L'impianto non può reggere così tanto sovraccarico. Per il vostro tipo di attività è completamente da cambiare, è troppo vecchio» Risponde il tecnico, nonché un ragazzo giovanissimo pieno di brufoli che mastica rumorosamente una chewing gum blu.

«L'intero impianto? Sta scherzando?»

«Purtroppo no signorina, il costo dei lavori dovrebbe ammontare intorno i cinquemila dollari»

«Cosa? Ma non ho tutti questi soldi» farnetico piombando nel panico.

«Beh, le consiglio di trovarli, non so quanto terrà a lungo l'impianto. Dai documenti che vedo risulta a norma, il che è strano, questo contatore risale al paleolitico. Dev'esserci stato un errore» risponde annoiato facendo una bolla.

Dopo essermi fumata una sigaretta in tempo record rientro, trovandomi attorniata da una massa di clienti che comincio a servire freneticamente.

«Flo, serve che chiami Oliver, ho bisogno di vederlo immediatamente!»  la informo cercando di non farmi venire un esaurimento nervoso.

«Tranquilla, Martedì mattina c'è l'appuntamento con il notaio, sono sicura che troveremo una soluzione» 

Annuisco afflitta e stanca morta mentre sorseggio del vino bianco, il cellulare squilla facendomi balzare per aria, è Dan ma non ho intenzione di sentirlo, levo la suoneria e lo lancio sul divano sbuffando.

«Mah...» Farfuglia Flo confusa.

«Oddio no, non sono in vena, per carità!»

«Mmh, qualcosa mi dice che non ti piace così tanto» azzarda la rossa bevendo una birra.

«Certo che mi piace, solo, non come intendi tu»

«Come intendo io? Insomma, le ragazze pagherebbero per essere al tuo posto, un figo da paura per giunta super ricco ti viene dietro e tu...non sembri così eccitata» commenta gesticolando come se fosse uscita da una commedia. 

«Il fatto che sia ricco rientra nei difetti per quanto mi riguarda, quelli come lui sono diversi da me e te o qualsiasi altra persona che non cambi macchina ogni mese per sfizio»

«Lo capisco però sembra che sia più un palliativo, qualcosa con cui giocare distrattamente come...il gatto di mia nonna fa con l'acquario» insinua, osservando il suo pesce rosso ancora intento a girare su se stesso.

«Mi stai paragonando a un gatto? Comunque, è una distrazione»

«Pagherei per capirti. C'entra per caso quel Jack dannato di cui mi hai parlato?»

Odio che ogni volta Il suo nome mi provochi questo vuoto allo stomaco. 

La mia amica mi versa altro vino mettendosi al mio fianco e guardando insieme a me fuori le vetrate del balcone del salotto di quest'ultima, chissà dov'è, in quale guaio si è cacciato.

Una spallata simpatica mi riprende, la ragazza aspetta che dica qualcosa con sguardo tenero, la sua dolcezza riesce a farmi sentire al sicuro.

«Credo proprio si» constata sospirando «Lo ami ancora, non è vero?»

«No, sono passati due anni! Non è come sembra, avevo smesso di amarlo da un pezzo ancora prima che ci lasciassimo. Solo, è stato l'unico che abbia mai realmente amato»

«Si, però è stato catastrofico farlo»

«È solo che, certe volte, sento di averlo abbandonato. Non so neanche se sia ancora dentro, se sia mai uscito. Mi sento...» perdo le parole.

«In colpa» continua d'un fiato la rossa, scompigliandomi i capelli con fare rassicurante per alleggerirmi un po' il cuore.

«Esattamente, anche se la mia psicologa ripeteva fosse dipendenza affettiva. Potrà sembrare folle ma è naturale che ci tenga, nonostante tutto. Non perché provi ancora qualcosa, perché aldilà di come è andata, di quello che ci siamo fatti, eravamo davvero diventati l'uno il mondo dell'altro, insomma, mi prendevo sempre cura di lui che, oltre me, non aveva nessuno. Tutt'ora non voglio che il suo bene, tutte le volte che ci penso...» mi fermo con il cuore in gola «Non so dov'è, se è vivo o morto» confesso non riuscendo a trattenere le lacrime.

«In un qualche modo, vorresti ancora proteggerlo. Gli vuoi ancora un gran bene, è questo Cher, ti fa davvero onore. Ma...» mi rassicura interrompendosi per sistemarmi i capelli dietro le orecchie e poggiarsi con la testa sulla spalla.

«Tranquilla, lo so, lo so bene, non è più una mia responsabilità. Solo che, ogni volta che ci penso, lo ricordo o ne parlo, è come se dovessi riaffrontare il lutto di una persona cara, non so come altro spiegarlo. Ognuno ha un fantasma nella propria vita, il mio è Jacks» faccio qualche respiro profondo e torno in me o almeno ci provo.

«E il tuo, chi è?» chiedo dando un lungo sorso.

«Oh, purtroppo non ho un vero e proprio fantasma, c'era un ragazzo anni fa, ero persa per lui, Kyle, si chiamava Kyle. Purtroppo è durato molto poco visto che, dopo non molto, ha messo incinta una con cui di nascosto si vedeva» svela facendo un sorrisino finto calando una quantità di birra preoccupante.

Il modo in cui sorride amaramente, facendo finta di grattarsi il naso, lascia trapelare quanto abbia sofferto, torno a poggiarmi sulla sua testa. Direi che siamo messe bene.

«Dev'essere stato orribile» 

«Si, abbastanza. Da allora ho avuto qualche tresca ma, nulla di emozionante, è più di un anno che non vedo un uomo nudo, sai cosa significa? Che fra poco sarò circondata da gatti randagi a guardare qualche serie tv deprimente. La noiosissima vita di Florine Davies»

«Oh, ti prego, non è da te demoralizzarti, anche se mi rendo conto che con i miei racconti, non ho aiutato. Sai ti ammiro Flo, credo sia molto più difficile stare da soli, nella propria solitudine e saperla apprezzare, piuttosto che stare con chiunque pur di colmare vuoti con inutili distrazioni»

«Dan è questo?»

«Per me tutti gli uomini sono questo. L'amore non è comune e io seppur tragico, l'ho vissuto... e l'ho perso, per fortuna, viste le circostanze. Ma so che non amerò più come ho amato Jacks, non troverò mai qualcuno capace di farmi vibrare il sangue nelle vene come faceva lui.  Non potrò mai donarmi come ho fatto con lui, ho dato tutto quello che avevo e adesso, non ho più nulla da offrire. Era lui il mio amore e in un certo senso lo sarà sempre, anche se siamo destinati a non stare insieme. Comunque, sono fortunata di averlo potuto vivere, pensa a chi non lo trova mai»

«Okay basta così, prendo un'altra bottiglia di vino» taglia corto la mia amica scattando in piedi e facendomi cascare, imitando, o comunque risultando, il Grinch. 

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