Capitolo XI | Ruffiano

«Buongiorno, vorrei un frappuccino» chiede una ragazza assonnata, la servo e torno laboratorio per infornare delle teglie.

Mentre Florine è intenta a pulire gli espositori servo ancora qualche cliente prima di riuscire a ritagliarmi qualche minuto per una sigaretta.

«Ti consiglio di non fumare sul retro, non hanno ritirato ancora la spazzatura di ieri» mi informa la mia amica.

«Oh Gesù, chiamerò in giornata il comune, non possiamo permetterci cattivi odori dentro la pasticceria!» spiego uscendo e accendendomi la sigaretta battendo un piede sul marciapiede, al terzo tiro qualcuno mi chiama.

Dan si avvicina a me avvolto da un cappotto in seta nero, l'estate sta finendo senza dubbio ma non c'è ancora freddo, mentre ragiono su questo aspetto mi accorgo della sua faccia, semi nascosta dalla stoffa. 

 «Dan, Cristo! Cosa ti è successo?»  domando raggiungendolo, da vicino è ancora peggio.

Ha le labbra spaccate, il sopracciglio medicato con un cerotto da sutura e l'occhio sinistro, gonfio e viola, completamente chiuso. 

«Non preoccuparti sto bene» dice sicuro di sé. 

Ecco, continua a ricordarmi Jackson.

«Un brutto diverbio con il tuo amico...quel Morgan»

«William, William Morgan? Quel coglione non è mio amico! Ma come...» bofonchio confusa e sinceramente preoccupata dal suo stato.

«Non scorre buon sangue, è così arrogante e pieno di sé, che è difficile non arrivarci alle grosse» svela mantenendo lo sguardo sul marciapiede.

«Non dirlo a me! Sapessi che rogna dover averci a che fare, beh in effetti sembri saperlo eccome...l'hai denunciato?» domando spostando la stoffa scura e sfiorandogli il mento, per guardare meglio, le condizioni del suo viso.

«Oh no, per carità! Gli darei troppa importanza e poi sono i Morgan, insomma non gioverebbe a nessuno» spiega amareggiato.

«Mi dispiace così tanto, sapevo fosse uno squilibrato ma non fino a questo punto! Vieni dentro ti offro qualcosa»

Florine rimane di sasso quando ci vede entrare, mi guarda preoccupata ma la rassicuro velocemente con un gesto. 

«Nonostante sia letteralmente a pezzi non potevo infrangere la mia promessa» scherza.

«Smoothie cioccolato e mandorla e Cupcake?» domando divertita mentre lui annuisce compiaciuto.

«Vedo che proprio non demordi Forrester»

«Come potrei Cherry, mi hai rapito al primo sguardo» confessa ammiccante.

Nonostante abbia il viso tumefatto è comunque sensuale, anzi, per qualche strana ragione, forse dovuta al mio passato, lo è ancora di più.

«Ruffiano che non sei altro!» ridacchio, «non riesco a credere a come Morgan ti abbia conciato, immagino che ci siano dei trascorsi non indifferenti fra voi due»

«Vuoi conoscere il mio passato così? Sai quanti cupcake devi offrirmi prima?» cantilena imitandomi.

Ridiamo di gusto e non posso non notare sul suo viso una smorfia di dolore, come si può ridurre una persona così? Vorrei correre da quel deficiente e insegnargli le buone maniere a suon di padellate in quella testa vuota che si ritrova.

«Che ne dici, adesso ceni con me?» domanda con sguardo supplichevole, la mia amica alle sue spalle mi incita.

«E va bene, conciato così come posso rifiutare! Tieni il mio numero» dico scarabocchiando un tovagliolo sul bancone «Nel frattempo vedi di non cacciarti in qualche altro guaio».

«Oh beh» esclama conservando il pezzo di carta nel cappotto «Credo proprio di averlo appena fatto» sussurra sporgendosi verso di me e lasciandomi un bacio sulla guancia.

Appena esce Florine sventola il panno ironicamente in segno di vittoria.

«Nero o Rosso?»

«Rosso, ha detto che ti dona ricordi?» spiega Flo divertita mentre tira fuori alcune pochette da prestarmi.

Ascolto il consiglio della ragazza indossando un abito aderente plissettato, appunto i capelli con qualche forcina e sistemo il viso con un po' di correttore, cipria, tanto mascara e rossetto, inevitabilmente, rosso opaco.

«Può andar bene?» domando infilandomi i tacchi neri.

«Sei pazzesca! Tieni, usa questa pochette, ti ho lasciato dentro qualcosina» dice facendomi l'occhiolino, apro appena la piccola borsetta scoprendo un pacco di preservativi. 

«Sei da rinchiudere! Non ci andrò a letto» dico scoppiando a ridere, tuttavia alle mie parole, Flo sembra divertirsi ancora di più e a stento trattiene le lacrime.

«Oh, non fare così! Niente sesso, ho messo l'intimo sbagliato così automaticamente me lo proibisco» spiego colpendole la spalla con la pochette.

«Ti saboti praticamente? È una tecnica interessante sai? Non finisci mai di stupirmi»

«Seriamente, voglio solo passare una bella serata! Incrocia le dita per me»

Raggiungo un ristorante rinomato in centro città, Dan mi aspetta all'entrata con un completo blu notte che gli fascia il fondoschiena sodo, riesco appena in tempo a distogliere lo sguardo quando questo, intravedendomi, fa per salutarmi.

«Sei bellissima Cherry» risponde mordendosi il labbro e scrutandomi per bene. Ormai il viso è guarito quasi completamente, rimane solo il labbro superiore gonfio e qualche traccia del livido intorno all'occhio.

Una volta accomodati al tavolo, Dan ordina del vino rosso super costoso e presto, ci troviamo a scontrare i calici in un brindisi.

Non credo di aver mai visto un posto così nemmeno sulle riviste, la terrazza riempita con piccoli tavoli sparsi si affaccia sulle luci della città. Come se non bastasse, un pianista riempie l'ambiente con un sottofondo jazz.

«Alla ragazza in rosso che finalmente ha accettato il mio invito»

Un cameriere avanza sul pavimento in marmo dalle crepature dorate, venendo a servirci un qualche piatto di carne super prelibato con strane salse colorate sopra.

«Allora, come stai? Ti trovo decisamente meglio» chiedo gustandomi quel piatto squisito, beh non potrebbe essere altrimenti visto quello che costa. Mi accordo che le rifiniture della mobilia sono dello stesso metallo pregiato del pavimento. Al tavolo accanto, una dama immerge le mani boriosamente in una ciotola, ah non era una zuppa? 

«Benone, il peggio è passato. Tu come stai? Rubato altri cuori in questi giorni?»

Quanto vorrei smettesse di dire queste stronzante, anche se in fin dei conti poco importa, potrebbe leggere l'elenco telefonico e risultare comunque sexy.

«Non che io sappia, tu invece Forrester...parlami di te» 

«Nulla di eccezionale dirigo una banca locale, lavoro più noioso di questo non esiste credimi»

Vorrei dire che il suo magnetismo estetico si rispecchi nella sua parlantina ma purtroppo, non è così, il suo lavoro sarà pure noioso come dice ma non fa altro che parlarne per quasi tutta la serata, in più ogni due per tre è buono per infilarci una qualche battutina stuzzicante. Oltre questo, mi racconta della sua passione per il golf, sinceramente perdo il filo del discorso più volte. 

La cena presto si conclude e dopo un dessert niente male, mi offre un bicchiere di champagne, che se devo essere onesta mi fa vomitare.

«Non mi hai ancora raccontato di te e Morgan» domando battendo sull'unico punto che stuzzica la mia curiosità.

«Non c'è nulla da raccontare, non siamo mai andati d'accordo, purtroppo per forza di cose spesso ci incrociamo a eventi e situazioni simili. Credo che sia un po' arrabbiato con me per una vecchia diatriba, una ragazza che ha preferito me a lui, insomma, cose banali da perfetti adolescenti, età mentale a cui lui sembra essere rimasto imprigionato».

Ridiamo appena sorseggiando le bollicine e se non fosse per l'alcool, probabilmente sarei già annoiata a morte, questi contesti sfarzosi per quanto scintillanti e di classe, non sono proprio il mio forte ma questa è una nuova vita ed è giusto sperimentare nuovi orizzonti, almeno per una sera posso provarci.

«Impazzisco se ridi così» dice avvicinando la mia sedia alla sua, facendomi traballare sulla seduta.

«Allora Madame, gradisce fare un giro con me? Ci sono due o tre cosette che potrei farle vedere» mi sussurra all'orecchio facendomi rabbrividire.

I suoi occhi azzurri mi puntano intensamente, non promette nulla di buono e questo per me è un valido motivo per accettare.

Dopo non molto ci troviamo di fronte un campo avvolto dalle tenebre, non perde tempo il ragazzo! Evidentemente è abituato a saltare a conclusioni affrettate e beh, con questo faccino, non vedo come possa essere il contrario. 

«Potrà sembrare un po' inquietante ma di giorno ti assicuro che è meraviglioso, è un campo di tulipani» accende i fari illuminando così i primi metri di quella distesa incantevole di fiori variopinti.

Scendo dall'auto lussuosa, piacevolmente sorpresa, salto sul cofano per ammirare quello spettacolo, godendomi l'aria che profuma di fresco e fiori.

«Visto? Non dico bugie» spiega l'uomo mettendosi al mio fianco.

«Bel colpo Forrester» confesso divertita.

In un baleno quest'ultimo si para di fronte a me, poggiando le mani sul cofano proprio vicino i miei fianchi, oscurando completamente la vista sul campo.

«Non fraintendermi, i tulipani sono meravigliosi ma ho una vista decisamente più interessante» sussurra avvicinandosi al mio viso tanto da poter sentire il suo profumo di sandalo inebriante.

«Immagino sia la tua frase preferita del repertorio, vero? Non ne hai bisogno con me Dan»  rispondo di getto avvicinandomi di più, lasciandolo di stucco «tutte queste parole...non mi interessano e non interessano neanche a te» spiego sperando di mettere fine a queste avance banali. 

Circondo il suo collo con le braccia mentre una luce feroce nei suoi occhi mi fa trasalire, senza perdere altro tempo, la sua bocca si scontra con la mia. 

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