Capitolo 1: Insolita, solita routine

Akane ha sempre avuto una vita normalissima nonostante l'influenza dei suoi genitori nel mondo del business.


Sua madre e suo padre le avevano messo pressione per entrare a far parte della famosa compagnia di famiglia ma lei si era sempre rifiutata. Non era quello che voleva fare nella vita. Non le era mai piaciuto studiare economia e, una volta finiti gli studi, si era messa a cercare lavoro.

Non troppo tempo dopo venne assunta da uno dei locali più "in" di Tokyo, un Maid Cafè, dove ormai lavorava da quasi tre anni.

I suoi genitori ovviamente non erano stati contenti della scelta fatta dalla loro unica figlia ma tutto sommato riuscirono a farsene una ragione.

Akane, a ventisei anni suonati viveva da sola già da qualche anno. Era riuscita a prendere in affitto un modesto appartamento li a Tokyo e ci viveva con il suo adorato gatto, Tofu. Insomma, una vita decisamente normale per una ragazza altrettanto normale.

Come al solito quando Akane arrivò a lavoro andò a cambiarsi nel camerino del locale, indossando il suo completo da maid e il suo solito rossetto color ciliegia. Negli anni in cui aveva lavorato al Cafè era riuscita ad ottenere una posizione di rilievo, diventando il punto di riferimento per tutte le altre maid con meno esperienza di lei.

Era primo pomeriggio quando un cliente insolito entrò nel locale. Estremamente alto e con lunghi capelli bianchi che ricadevano sul suo collo e sulla fronte, ricoprendola parzialmente. Gli occhiali neri nascondevano in parte gli occhi di un azzurro intenso che mai aveva visto in vita sua.

«Akane, tavolo» le gridò una delle sue colleghe, facendole alzare la testa da quello che stava facendo.

Guardò in direzione dell'ingresso e sorrise all'uomo che stava aspettando vicino alla porta e una volta finito di servire al tavolo si avvicinò a lui.

«Buon pomeriggio e benvenuto al Maid Cafè» disse Akane con un leggero inchino, rivolgendosi all'uomo dai capelli bianchi che la stava osservando con un mezzo sorrisetto in viso. «Un tavolo per uno?»

«Stavo pensando più ad un tavolo per due» disse lui senza perdere il sorrisetto sul suo volto. «Così potrò offrirti almeno un caffè~» aggiunse ammiccando, chiaramente flirtando con lei.

Akane rise leggermente. Era abituata alla gente che si comportava in quel modo con lei e in tre anni di esperienza ne aveva decisamente viste di tutti i colori. «Mi segua» disse lei ridacchiando e conducendolo ad uno dei tavoli liberi. «Prego» aggiunse poi indicando il tavolo. «Le lascio il menù, mi chiami pure quando è pronto»

Fece per girarsi ma la voce dell'uomo la bloccò nuovamente. «Scusa, signorina....?» chiese alzando un dito per richiamarla, domandandole il suo nome.

«Yano» rispose la ragazza dai capelli rosso mogano. «Yano Akane, piacere di conoscerla» sorrise.

«Yano-chan...~» disse lui flirtando, spostando gli occhiali scuri per mostrare di più gli occhi cerulei. «Come faccio a chiamarti se non ho il tuo numero?» ammiccò.

Akane rimase colpita per un istante. Non le era mai capitato di incontrare qualcuno così svelto con la lingua. Doveva ammetterlo, quello strano tipo era veramente un flirt nato. «Ammetto che questa era piuttosto bella» rise scuotendo la testa.

«Piuttosto? E basta?» rise.

Yano sorrise senza dargli troppo corda. «Mi dica quando è pronto ad ordinare» disse prima di congedarsi per andare a servire gli altri tavoli.

Pochi minuti dopo l'uomo dai capelli bianchi la richiamò al suo tavolo. «Non sono mai stato nel vostro cafè, quindi non so bene cosa ordinare...» disse quando la ragazza gli si avvicinò. «Cosa mi consigli? Qualcosa che stia bene con il tuo sorriso~»

Akane scosse per l'ennesima volta la testa, ridendo sotto i baffi per la situazione. «Se posso permettermi, la crostata alle fragoline di bosco di oggi è veramente buona e in più viene servita con una pallina di gelato a fianco» disse tornando professionale ma senza mai perdere il sorriso.

«Mh, sembra decisamente deliziosa» annuì lui pensando alla proposta picchiettando con un dito sul mento. «D'accordo, mi fido, prenderò la crostata. Ah, il gelato a parte grazie. E un'ultima cosa, prenderò anche un bicchiere del tuo bellissimo sorriso~» disse sfoggiando un sorrisetto carismatico e affascinante, gli occhi celesti che brillavano di malizia.

La ragazza ridacchiò scrivendo l'ordine sul suo notebook. «D'accordo, farò il prima possibile»

Gojo aspettò pazientemente il suo ritorno. Si stava già godendo la vista del suo corpo mentre ondeggiava verso il bancone per preparare la sua ordinazione. Aveva una bella figura. Non troppo alta ma decisamente attraente e con le curve nei punti giusti.

La sua immaginazione aveva sempre avuto la meglio su di lui, ma non poteva farci niente. Il suo vestito da cameriera era veramente carino, con il grembiule bianco e le calze autoreggenti....

Un sorriso malizioso apparve sul suo volto mentre si chiese cosa nascondesse sotto...

Guardò il telefono, controllando l'ora più per abitudine che per necessità. Non era abituato ad avere giorni liberi.

Dopo pochi minuti Akane tornò indietro e mise il suo ordine sul tavolo. Il profumo di torta calda riempì l'aria nelle vicinanze. «Eccoci qui. La sua torta alle fragole e una bevanda speciale. L'ho scelta personalmente» spiegò lei posando sul tavolo la bevanda. «È a base di fragole e tè alla rosa... Il nostro regalo per lei, visto che è un nuovo cliente» disse sorridendo gentilmente.

«Oh» esclamò sorpreso lui. « Grazie mille dolcezza, lo apprezzo molto» ridacchiò prendendo un boccone della torta.

«D'accordo, allora la lascio alla sua torta» disse Akane congedandosi, riprendendo il suo lavoro.

Satoru si stava rilassando, guardando il telefono e godendosi i suoi tanto adorati dolci quando della concitazione proveniente da uno dei tavoli all'altro lato della sala gli fece alzare la testa. Uno dei clienti stava gesticolando furiosamente contro una delle cameriere quando anche Akane si avvicinò al tavolo del cliente in questione.

«Qual è il problema, signore?» domandò lei con un sorriso anche se lo strano tizio le stava urlando contro senza motivo apparente.

«Il vostro servizio fa schifo. Ho dovuto aspettare un quarto d'ora prima di essere servito» sbottò l'uomo sbattendo una mano sul tavolo. «E come se non bastasse quando mi avete portato l'ordinazione la mia torta era cruda all'interno»

Akane guardò perplessa il cliente, un uomo sulla cinquantina, chiaramente in sovrappeso e decisamente irritante. «Posso chiederle cosa aveva ordinato di preciso?» domandò lei senza farsi scoraggiare. «Le nostre torte sono sempre sfornate alla mattina quindi dubito che sia stata cruda» disse cercando di capire quale fosse la torta in questione.

«Questa qua...» disse indicando il piatto vuoto e sporco di briciole «Quella tonda, con il cioccolato... non so come si chiama» protestò lui agitando le mani.

La cameriera che stava di fianco ad Akane prese lo storico degli ordini e indicò quello fatto dal signore.

Akane guardò perplessa l'ordine prima di sospirare. «Signore... lei ha ordinato un tortino dal cuore morbido» disse. «La sua torta non era cruda, era semplicemente cotta alla perfezione. Il tortino dal cuore morbido è così» aggiunse cercando di fare capire al cliente che il suo ordine non era stato sbagliato.

«Da quando in qua una torta viene servita cruda» obiettò lui pretendendo di avere ragione. «Voi giovani d'oggi non sapete fare niente. Vi dico io una cosa, non pagherò proprio un bel niente» disse quello alzandosi per poi andarsene verso la porta.

«Signore non può andarsene così. Prima deve pagare, il suo ordine non era sbagliato» insistette Akane seguendo l'uomo. «Signore vada subito alla cassa, non mi costringa a chiamare il titolare» minacciò lei cercando di fermarlo prima che potesse andarsene.

«Signorina, le ho già detto che non ho alcuna intenzione di pagare per la vostra incapacità nel preparare torte. Chiami pure il suo titolare, io me ne vado» rispose quello scostandola rudemente per poi uscire dal locale.

Quasi tutti i presenti stavano osservando la scena.

Akane sbuffò, chiaramente infastidita da quanto appena accaduto e si diresse come una furia verso il bancone, imprecando mentalmente.

Satoru, che aveva osservato tutto quanto, sorrise leggermente, divertito da quel lato più impulsivo della sua personalità.

Non passò molto prima che la notizia della scenata raggiunse le orecchie del capo che, prontamente, entrò nel locale e si affrettò ad andare a parlare con Akane che era la responsabile di tutte le maid all'interno del locale.

«Yano Akane» tuonò il titolare troneggiando su di lei. «Si può sapere che storia è mai questa?!»

«Ah, signor-»

«Un cliente che non paga per quello che ha ordinato è inaccettabile. Perché diamine gli avete servito una torta cruda?» disse interrompendola senza lasciarle nemmeno il tempo di spiegare quanto successo.

«Ma signore, non era una torta cruda era semplicemente la ricetta» cercò di spiegarsi lei.

Ormai ci stava perdendo le speranze, non aveva nemmeno senso ribattere o spiegare ulteriormente.

Il suo capo si massaggiò il ponte del naso, chiaramente alterato. «Akane, se non risolvi la questione entro questa sera sei licenziata. Sei a capo delle maid di questo locale, e come tale hai delle responsabilità»

Gojo, che fino a quel momento se ne era rimasto tranquillo ad osservare la scena si alzò lentamente dal suo tavolo per avvicinarsi ai due.

Posò una mano sulla spalla del titolare della ragazza e sfoggiò un sorriso ingenuo e falsamente educato. «Mi perdoni signore. Credo che ci sia stato un malinteso» esordì tenendo gli occhi azzurro intenso fissi in quelli corvini del titolare. «Vede, non sono molto esperto di dolci e quindi credevo fosse cruda, ma poi le ragazze mi hanno pazientemente spiegato il malinteso» disse senza distogliere l'attenzione dall'uomo.

Akane, dal canto suo, lo fissava incredula. Non capiva il perché si stesse prendendo la colpa per qualcosa che non aveva fatto, ma gli era molto grata per essere intervenuto a suo favore.

«E così sarebbe lei il fantomatico cliente che voleva andarsene senza pagare» brontolò il capo rivolgendo uno sguardo di ghiaccio verso lo stregone dei capelli bianchi.

Gojo ridacchiò fingendo imbarazzo. «Oh non si preoccupi, si fa per dire» rispose grattandosi il retro del collo andando a smuovere i capelli bianchi e setosi che ricadevano sul collo. «Anzi, lascerò anche una mancia per il disturbo e l'equivoco causato» aggiunse poi per rassicurare il titolare che, soddisfatto, se ne andò non senza lanciare uno sguardo di disapprovazione verso di lui.

Quando la sua figura sparì dal locale Akane tirò un sospiro di sollievo, chiaramente sollevata per il disastro evitato. «Grazie mille, non doveva disturbarsi a tanto» disse rivolgendosi a Gojo con un sorriso grato.

Lui scosse le spalle. «Figurati. Il tuo capo è odioso e se la stava prendendo ingiustamente con te che, per colpa di quel ritardato, rischiavi il posto di lavoro» le rispose rassicurandola. «Mi faresti gentilmente il conto? Pago anche per l'idiota» disse puntando al tavolo dove prima se ne stava il cliente che aveva causato tutta quella scenata.

Akane sollevò le sopracciglia per lo stupore. «No, assolutamente, non è colpa sua e poi ha già preso le mie dife-»

«I soldi non sono un problema» rise tenendo la carta di credito tra indice e medio della mano destra, passandogliela per pagare. «E questi sono di mancia, come promesso» aggiunse tirando fuori delle banconote e lasciandole sul bancone.

La ragazza lo guardò non sapendo cosa dire. Non capitava tutti i giorni di trovare gente così disponibile e gentile.

«Grazie. Dico davvero» rispose sorridendo.

Gojo sorrise a sua volta e poi si voltò per uscire dal locale.

«Umh... solo un momento» lo chiamò Akane, afferrando la manica della camicia fermandolo. «Posso chiederle il suo nome?»

Lui sorrise, un luccichio meschino negli occhi, come se si pregustasse qualcosa. «Gojo Satoru» rispose passandosi una mano tra i capelli. «Ma tu puoi chiamami Satoru~» risacchio. «E ti prego, non darmi del lei, non sono vecchio~» aggiunse scherzando.

Akane ridacchiò leggermente. «D'accordo» disse annuendo. «Se ti interessa... Tra un paio di settimane ci sarà un evento in occasione del Natale e...»

«Ci sarò» rise lui sfiorandole la guancia con il retro dell'indice prima di uscire dal locale con un sorriso malizioso stampato sul viso mentre Akane rimase immobile ad osservarlo, con le guance rosse per quel gesto inaspettato.

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Ciao ragazze e buon pomeriggio a tutte!
Scusate se ci ho messo tanto ma come avevo accennato ad alcune di voi questo è un periodo di poca ispirazione e non sto scrivendo molto...

Però... Finalmente sono riuscita a pubblicarvi questo primo capitolo di "Cherry Red".
Spero che vi piaccia e che vi intrattenga con una lettura leggera e piacevole (⁠人⁠*⁠'⁠∀⁠`⁠)⁠。⁠*゚

Fatemi sapere cosa ne pensate e se vi è piaciuto lasciatemi una stellina~

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