Ventinove
Quel letto che sembrava così soffice e morbido alla vista, e che tanto aveva sognato per la stanchezza, si stava rivelando un incubo.
Era più di un'ora che continuava a girarsi e rigirarsi, cambiare posizione, togliere il cuscino,rimettere il cuscino, ma il sonno non arrivava.
Complice anche il fatto di aver dormito praticamente tutto il giorno e per i pensieri in testa che non avevano smesso un secondo di tormentarlo.
Non si era più azzardato ad accendere il cellulare, ma sapeva che avrebbe dovuto affrontare Harry prima o poi. Due parole se le meritava per essersene andato via così.
Doveva trovare una soluzione, non poteva approfittare della buona volontà di Oliver e rimanere in quell'appartamento, avrebbe chiesto aiuto a Blaise e Theo,appoggiandosi a loro fino a quando non avesse trovato un altro appartamento in affitto. Questa volta senza coinquilini.
Si alzò dal letto, il pigiama che Oliver gli aveva prestato gli andava decisamente troppo grande, e si era ritrovato a fare più risvolti sulle caviglie e sui polsi.Preferiva di gran lunga dormire nudo, ma non gli era sembrato il caso.
Ignorò le ciabatte lasciate in un angolo della stanza, preferiva andare in giro per casa a piedi nudi,anche a contatto col freddo del pavimento, e cercando di fare meno rumore possibile apri la porta.
Raggiunse la cucina in punta di piedi,facendosi guidare dalla luce dei pochi lampioni che rischiaravano un po' l'ambiente, per poi accendere la piccola luce sulla cappa sopra i fornelli.
Bevve un sorso d'acqua, giusto per fare qualcosa, e prese a guardarsi intorno.
Aveva la sensazione che la sua vita stesse andando a rotoli, da quando aveva confessato alla sua famiglia di essere gay, nulla era andato per il verso giusto.
Suo padre nongli rivolgeva più la parola, non aveva fatto neanche un tentativo di provare a capirlo, e da quella volta l'argomento era tabù in casa. Sua madre ne era rimasta sconvolta, aveva pianto come una isterica per giorni, neanche gli avesse detto di stare per morire.
Poi era passata alla rassegnazione, non accettava la sua scelta ma per lo meno non glielo faceva pesare. Non chiedeva, non si interessava, era come se non avesse detto nulla. Più volte gli aveva sentiti litigare per quello, sua madre che cercava di dare una spiegazione a come fosse potuto succedere che a suo figlio piacessero gli uomini, e suo padre che le urlava in malo modo intimandole di starsene zitta.
All'ennesima litigata di cui si sentiva responsabile, decise che quella casa era diventata troppo stretta.
Aveva convinto suo padre a pagargli le rate per l'Istituto d'arte, in cambio se ne sarebbe andato a vivere per conto proprio, credendo di porre fine ai loro problemi.
Nessuno dei due si oppose a quella decisione, sembravano quasi sollevati per essersi liberati di un peso che non riuscivano a sopportare, tanto che suo padre si propose persino di pagargli l'affitto dell'appartamento in cui avrebbe abitato. Come se fosse un modo per assicurarsi che in casa loro non rientrasse mai più.
Non versò neanche una lacrima quando se ne andò, determinato a crearsi una nuova vita e di viverla come avrebbe voluto.
Harry fu un fulmine a ciel sereno, perla prima volta fu libero di esprimere la sua sessualità senza sentirsi giudicato.
Non aveva idea che tutto ciò gli avrebbe portato solo dolore, forse perché si era lasciato andare un po' troppo, o forse perché il suo coinquilino non era la persona adatta a lui.
Quando si accorse che da mezz'ora stava girando intorno al tavolo, decise fosse meglio ritornare in camera,se Oliver lo avesse beccato lo avrebbe preso sicuramente per pazzo.
Spense la luce e si incamminò nel corridoio che dava sulle stanze fermandosi davanti alla porta dell'amico.
Si chiese se almeno lui stesse dormendo o fosse sveglio.
Puntò l'orecchio sulla porta, cercando di captare ogni minimo rumore, ma il silenzio regnava ovunque.
Sospirò, rassegnato a tornarsene a letto e passare il resto della notte insonne guardando il soffitto e aspettando che facesse mattino.
Ma i piedi sembravano incollati al pavimento, non volevano spostarsi, ed una voglia immensa di aprire la porta per vedere cosa stesse facendo Oliver lo assalì.
Mise la mano sulla maniglia e tirò appena, aprendola di qualche centimetro.
Non si aspettava di vedere l'amico semi seduto sul letto intento a leggere un libro.
Sperò che il ragazzo non lo avesse visto, e provò a chiudere la porta, ma Oliver puntò subito gli occhi sui suoi nascondendo un sorriso.
"Sono venuti davvero gli alieni a cercarti?" chiese chiudendo il libro e riponendolo sul comodino.
Draco avvampò sentendosi completamente un imbecille, come avrebbe giustificato la sua presenza in quella stanza?!
"Io, ecco...Non riuscivo a dormire e..."
"Vieni qui" lo interruppe Oliver, battendo la mano sul letto intimandogli di sedersi di fianco a lui.
Sempre rosso in faccia, Draco abbassò lo sguardo e si mosse per raggiungerlo. Oliver dormiva in un letto a due piazze, così ne approfittò per sedersi vicino a lui ma senza osare sfiorarlo.
Dopo qualche minuto di silenzio, Oliver schioccò le labbra.
"Vuoi dirmi cosa ti tormenta? Ti farebbe bene parlare con qualcuno."
Guardavano tutti e due davanti a loro,senza osare scambiarsi uno sguardo, Draco ben attento a non toccarlo neanche per scherzo.
La vicina con l'amico aveva iniziato a metterlo in soggezione.
"Non so se tu sia la persona più indicata per parlare di questo" rispose dopo un po'.
"Te lo sto chiedendo Draco, vuol dire che mi fa piace ascoltarti. Lo so che é Harry il problema, magari prova ad aspettare, non prendere decisioni affrettate..."
Draco rimase ancora per qualche secondo in silenzio prima di decidersi a sputare il rospo.
"Non voglio aspettare. Voglio un ragazzo che desideri solo di stare con me, che abbia voglia di stare a casa di tanto in tanto e che diventi geloso se qualcuno mi succhia il cazzo proprio davanti a lui."
Quelle parole colpirono Oliver dritto in faccia lasciandolo per un attimo a bocca aperta.
"Vuol dire che ti sei lasciato succhiare il ca..."
"Non é questo il punto!" lo interruppe subito Draco, deciso a non voler trattare quell'argomento con l'amico.
"Sì, ho capito cosa vuoi dire, Harry non è così e non lo sarà mai."
Draco lo sapeva bene che non lo avrebbe mai cambiato, eppure ci aveva creduto di poter diventare qualcuno per lui.
Chiuse gli occhi,trattenendo una lacrima che voleva a tutti i costi scendere. Ma poi sentì le braccia di Oliver afferrarlo.
Si sdraiò dandogli la schiena, senza parlare, ed il castano si avviluppò a lui cingendolo al suo corpo .
"Ci sono io Draco..."
Fu tutto quello che sentì prima di lasciarsi cadere in un sonno senza sogni.
Svegliarsi la mattina con Oliver appiccicato addosso fu estremamente imbarazzante. Non si rivolsero la parola per tutta la durata della colazione, e l'amico non disse nulla quando uscì di casa spiegandogli che sarebbe entrato alla seconda ora per le lezioni.
Oliver gli era stato di molto conforto, non voleva si andassero a creare situazioni strane anche con lui, forse avrebbero dovuto parlare.
Tirò fuori le chiavi di casa, sperando che Harry fosse già rientrato dalla serata al Sunrise, perché il coraggio che sentiva di avere per parlargli quella mattina non lo avrebbe avuto mai più.
Lo trovò in cucina,intento a mangiare una tazza di latte coi cereali.
Appena notò la sua presenza, balzò in piedi raggiungendolo nel salotto.
"Draco!!! Ma sei impazzito?! Mi hai spaventato a morte, non sapevo dove fossi finito,il telefono staccato..."
Draco rimase fermo immobile, lasciandosi scivolare quella cascata di parole.
"Avevo bisogno di pensare" disse solamente, guardando gli occhi di Harry chiudersi in due fessure.
"E per pensare hai deciso di farmi venire un infarto?! Sei sparito cazzo..."
Il moro sembrava davvero disperato, ma decise di non farsi impietosire.
"Me ne vado Harry, così ti lascerò libero di fare quello che vuoi come hai sempre voluto."
Harry lo guardò perplesso grattandosi la testa.
"Che vuol dire che te ne vai?!"
Draco sbuffò.
"Esattamente quello che significa."
Un bagliore di consapevolezza sembrò illuminare lo sguardo del moro.
"Mi stai forse lasciando?"
"Perché siamo mai stati insieme? Per te é stare insieme quello?"
Il volto di Harry si rabbuiò all'istante.
"Eri d'accordo anche tu,non puoi rinfacciarmelo ora..."
Draco sorrise appena,guardandolo per quello che era davvero, un uomo che fuggiva davanti le sue paure.
"Non ti sto rinfacciando nulla, ma non mi sta più bene. Ho provato, l'ho fatto per te, ma non funziona, non é quello che voglio."
Harry si avvicinò appena,gli occhi fissi nei suoi.
"Che cosa vuoi allora?"chiese, il viso tremendamente vicino al suo.
"E' troppo tardi ora"rispose scostandosi bruscamente.
Non si sarebbe fatto baciare, se le labbra di Harry avessero per sbaglio sfiorato le sue,ci sarebbe cascato un'altra volta.
Uscì di casa lasciandolo da solo in mezzo al salotto mentre lo osservava andarsene via.
Saltò tutte le lezioni,rifugiandosi ancora a casa di Oliver e maledicendosi per non aver pensato di portare via le sue cose da casa di Harry. Sarebbe stato costretto a ritornarci.
Oliver rientrò nel primo pomeriggio e Draco fu molto contento di rivederlo.
"Ti aspettavo" disse il castano raggiungendo la cucina e aprendo il frigor per mangiare qualcosa.
"Lo so scusa, non avevo la testa per seguire le lezioni."
Oliver si voltò a guardarlo mordendo una mela.
"Tutto bene?"
"Ora si, va tutto bene"sorrise Draco sentendosi libero da un peso enorme.
Oliver ricambiò il sorriso avvicinandosi a lui.
"Sei ancora più bello quando sorridi" disse bloccandolo col corpo al bancone della cucina.
Draco abbassò lo sguardo arrossendo.
Oliver aveva un buon profumo che gli prese la testa, ed era davvero troppo vicino,riusciva a sentire il suo respiro fruttato sul volto.
Il castano gli posizionò un dito sotto il mento facendogli sollevare il capo.
"Ho voglia di baciarti Draco, non sai da quanto tempo..."
Gli occhi di Draco si abbassarono inconsapevolmente sulle labbra dell'amico, piene,morbide...
"Baciami allora."
Fu un attimo, non realizzò neanche quello che aveva detto, che la bocca di Oliver si posò delicata sulla sua.
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