Trentuno
Si era incantato ad osservare il the alla vaniglia che vorticava nella tazza mentre lo girava con noncuranza con un cucchiaino. Quella bevanda bella bollente era ormai diventata fredda, non fumava neanche più.
Hermione aveva ormai rinunciato a chiedergli cosa fosse successo, ottenendo solo un prolungato silenzio ed uno sguardo perso nel vuoto.
Si passò distrattamente una mano fra i capelli biondi quasi argentei, rendendosi conto che erano cresciuti parecchio, e che forse sarebbe stato il caso di tagliarli.
Si allungò di più sul divanetto della caffetteria con la speranza forse di poter sparire e passare inosservato.
In quella settimana erano successe troppe cose che lo avevano travolto e colto di sorpresa, ed ora, che si trovava da solo, cominciavano a riaffiorare una ad una.
Se fosse stato un ragazzo normale,sarebbe esploso dalla felicità, avrebbe dovuto camminare senza sentire la terra sotto i piedi e con le farfalle allo stomaco, ma lui era Draco Malfoy, e la normalità non era il suo forte.
Il tempo di raggiungere la camera,ed Oliver era completamente nudo sotto di lui. Ammirò per un attimo il suo fisico tonico e asciutto, prima di iniziare a spogliarsi a sua volta.
Negli occhi di Oliver riusciva a leggere perfettamente la voglia di lasciarsi andare a lui, fremeva ad ogni suo tocco ed ansimava senza ritegno quando le sue labbra vagavano libere lungo il suo corpo.
Profumava di buono, chiuse gli occhi cercando di farsi inebriare da quel nuovo odore che lui aveva sempre e solo associato ad Harry, ma il fremito che provava col moro, Oliver non era in grado di darglielo.
Arrabbiato per non sentirsi coinvolto come voleva, si avventò su quelle labbra carnose mordendole bisognoso, perché lui doveva sentire qualcosa, ne aveva bisogno.
Oliver tastò ogni centimetro del suo corpo venerandolo come un Dio, con una delicatezza ed una dolcezza che lo fecero star male, perché in quel momento voleva solo provare qualcosa di forte, che lo travolgesse al punto di dimenticare tutto quanto.
Prese il controllo della situazione,ed Oliver non proferì parola quando lo penetrò con necessità di farlo suo.
Era la prima volta, sentire la muscolatura del castano avvolgersi stretta attorno alla sua erezione lo lasciò senza fiato, e quasi riuscì a scordare per un attimo in che situazione si stava cacciando.
Oliver ansimava, pronto ad accoglierlo, mormorandogli quanto lo voleva e come lo desiderasse in quel momento.
Riuscì a portarlo ad un orgasmo che lo lasciò inerme sotto il suo corpo, mentre si sfilò il preservativo e si svuotava sul suo addome, pensando di riversare anche l'anima.
Il the freddo faceva decisamente schifo, ma sentì la necessità di bere qualcosa quando il ricordò della prima volta con Oliver esplose prepotente nella sua testa.
Dopo quella sera le cose cambiarono decisamente fra di loro.
Oliver gli impedì di trasferirsi da Blaise e Theo, suggerendogli di rimanere con lui fino a quando non avrebbe trovato un altro appartamento. Non se la sentì di negare l'invito, non voleva farlo rimanere male.
Iniziarono a comportarsi come una coppietta, quello che una volta era solo un amico, era molto bravo in questo.
Lo riempiva di attenzioni, gli preparava la cena ed ogni scusa era buona per lasciarsi coccolare. Draco pensò che quello era tutto ciò che avrebbe sempre voluto, che finalmente stava vivendo una storia coi fiocchi, con qualcuno grato di essere al suo fianco.
Oliver gli regalò un album dove aveva inciso cinque brani composti da lui al violino,ed era una cosa meravigliosa. Li trasportò anche sul cellulare, in modo da poter sentire quella musica ogni volta che volesse, come fece in quel momento infilandosi una cuffia nell'orecchio.
Dopo qualche giorno si rese conto che l'entusiasmo che trasportava il ragazzo, lui non riusciva a sentirlo, ed i sensi di colpa iniziarono ad affiorare.
Voleva legarsi ad Oliver, lo voleva davvero, voleva riuscire a tuffarsi a pieno in quella relazione che avrebbe portato solo cose belle.
Si sforzò nel cercare di provare qualcosa ma era molto difficile. Non voleva mollare, Oliver era il ragazzo perfetto, avrebbe dovuto innamorarsi facilmente di lui.
Fecero l'amore altre volte, almeno era così che il castano chiamava l'amplesso che li travolgeva ogni giorno, ma Draco era sicuro che lo vivessero in modo totalmente diverso: se Oliver lo vedeva come un miscuglio di sentimenti che piano piano venivano fuori, per lui era puro istinto carnale.
Non riuscì ad andare oltre. Le mani e la bocca di Oliver lo facevano stare bene, ma era solo sesso.
Alzò gli occhi dal tavolo, il locale praticamente vuoto era abbastanza confortante per una persona come lui che si sentiva in colpa ogni giorno che passava.
Harry si alzò dal letto con la luce del sole ormai già alta in cielo. Strofinò gli occhi prima di alzarsi ancora barcollante e buttarsi in doccia.
Ubriacarsi la sera prima non era stata un'ottima idea, ma l'alcol cancellava tutto quello che voleva dimenticare, o così pensava.
Si vestì in fretta con una misera tuta senza neanche guardarsi allo specchio.
La casa era uno schifo. Piatti e stoviglie erano impilati nel lavandino da giorni inattesa che qualcuno li lavasse, sul tavolo avanzi di cibo iniziavano ad emanare un cattivo odore. Storse il naso disgustato e buttò il tutto in un sacco nero ormai quasi pieno.
Non si faceva la barba da tre giorni, la pelle iniziava a tirare e ogni cinque minuti si trovava a grattarsi il viso per il fastidio.
Era arrabbiato con se stesso, perché la sera prima un moretto niente male gli regalò un lavoro di bocca nella dark room senza riuscire a fargli provare piacere.
Lo insultò di non essere capace a succhiare e questo se ne andò sbattendogli in faccia che probabilmente era lui ad avere qualche problemino.
Diede colpa all'alcol, era l'unica soluzione.
Tornò a casa piedi conscio di non essere in grado di guidare, ma con un unico pensiero fisso nella testa.
Quel ragazzo non era Draco, lui glielo avrebbe fatto rizzare con un solo sguardo.
Non aveva dato molto peso al fatto che se ne fosse andato, ma più passavano i giorni, più si rendeva conto che la sua mancanza si sentiva ovunque.
Non voleva ammettere di essersi affezionato a lui, non voleva accettare il fatto che probabilmente avesse perso la testa per lui. Era solo un ragazzino, come poteva uno come lui avergli sconvolto la vita?
Sta di fatto che per quanto non volesse ammetterlo, da quando se n'era andato, la sua vita era andata a rotoli piano piano.
Raggiunse la cucina ed aprì il frigorifero per cercare qualcosa di commestibile da mangiare. Osservò i ripiani vuoti per alcuni secondi, poi lo richiuse sbuffando infastidito.
Raggiunse la caffetteria di Hermione quasi correndo, aprì la porta e si diresse verso il bancone alla ricerca dell'amica.
Vide Pansy armeggiare con la macchinetta del caffè, accennò un saluto e quella si precipitò da lui.
"Harry! Quanto tempo, credevo fossi morto."
"Ciao anche a te Pansy" rispose cinico, non era in vena di scherzare.
"Che faccia amico, ti sei visto? Sembra ti abbia investito un camion..."
"Potresti solo portarmi tutto ciò che hai da mangiare e stare zitta?!" ribatté guardandola torvo.
Pansy si limitò a sollevare le spalle per niente infastidita, e si allontanò per raggiungere la cucina.
Si alzò nervoso dallo sgabello, deciso ad andare in bagno. Quella mattina non si era neanche guardato allo specchio, non aveva idea in che condizioni fosse uscito.
Fu quando si girò completamente che lo vide.
Seduto ad un tavolino, accasciato sul divanetto, una tazza ancora piena che si rigirava fra le mani. Aveva le cuffie alle orecchie e con la testa ondeggiava a ritmo di musica.
La prima cosa che pensò era che fosse stupendo, poi si riscosse, indeciso sul da farsi.
Poteva fare finta di niente, e lasciare la caffetteria come se nulla fosse, oppure andare sedersi di fronte a lui.
Le gambe parvero muoversi da sole quando raggiunse il tavolo e si accomodò.
Draco non lo notò subito, ma quando si girò sobbalzò sul divanetto rovesciando la tazza di the sul tavolo.
Harry si apprestò a pulire quel disastro con dei tovaglioli mentre Draco lo osservava in silenzio.
"Ciao..."disse, sentendosi uno stupito subito dopo.
Non rispose, si limitò a rimanere fermo immobile a guardarlo.
"Come...Come va?"
Draco inarcò un sopracciglio lanciandogli uno sguardo spietato.
"Cosa vuoi Harry?Cosa ci fai qui?"
"Niente, sono entrato solo per mangiare qualcosa, ma poi ti ho visto..."
"Ci sono molti altri posti dove puoi sederti" lo interruppe rimettendosi le cuffie.
Gliele tirò via,facendolo indispettire di più.
"Cosa ascolti?"chiese portandosi una cuffietta all'orecchio.
"Oliver che suona il violino" rispose secco Draco, nascondendo una risata quando lo vide rimuoversi di fretta l'auricolare disgustato.
"Oliver quindi...Lo sapevo saresti corso subito da lui..."
Draco strinse il pugno sul tavolo facendo diventare bianche le nocche.
"Non mi pare tu avessi molto da offrirmi."
Harry ci pensò un attimo prima di rispondere.
"Quindi state,voglio dire, tu ed Oliver siete..."
"Sì stiamo insieme" rispose deciso Draco prima di alzarsi dal tavolo.
"Draco aspetta per favore" gli afferrò il polso tenendolo stretto con una mano"Possiamo parlare?"
Harry sentì gli occhi scrutarlo a fondo, e abbassò i suoi, non riuscendo a sostenere quello sguardo.
"Non abbiamo nulla da dirci" rispose strattonando il braccio per fargli mollare la presa.
"Io sì, ho bisogno di parlarti invece, per favore..."
Ma Draco non rispose ed uscì dalla caffetteria rimettendosi le cuffie.
Pansy arrivò lasciandogli davanti un piatto invitante di polpettone di carne. Harry lo osservò con lo stomaco ormai chiuso.
"Scusa" mormorò prima di alzarsi ed uscire dal locale lasciando Pansy allibita al tavolo.
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