Otto
Draco rigirò per l'ennesima volta il cucchiaino nella tazza del the, questa volta così furiosamente che ne fece cadere buona parte sul tavolo.
Si alzò scocciato dallo sgabello,prese uno straccio e pulì il disastro combinato. Tornò a sedersi col busto completamente buttato sul tavolo ed osservò con sguardo torvo la sua tazza: non aveva più voglia di the.
Aveva bisogno di qualcosa di forte,tipo whiskye o vodka, anche se erano le 5 del mattino.
Avrebbe potuto ubriacarsi fino a perdere i sensi e poi svenire sul pavimento, almeno avrebbe riposato un po' ed il cervello avrebbe smesso di fumare per i troppi pensieri.
E la colpa era tutta di Harry.
Di Harry che da quando aveva accettato di posare di nuovo per lui, era totalmente cambiato.
"Nessun problema Draco, ma non stasera, devo andare a lavorare, magari più avanti ok?"
Non solo erano passati tre giorni, ma aveva anche iniziato a trattarlo peggio di un fratellino bisognoso di cure.
Quando rientrava dal Sunrise la mattina, gli faceva sempre trovare dei muffin caldi appena sfornati,quando rideva gli tirava dei buffetti sulle guance che neanche ad un neonato, e cosa peggiore di tutte, non lo guardava più.
Spesso aveva notato di come Harry perlustrasse il suo corpo ed il suo fondo schiena, soprattutto quando girava per casa solo con qualche magliettina e le sue mutandine.
Ma dal giorno del ritratto, gli occhi di Harry erano sempre puntati altrove, e spesso gli intimava di coprirsi perché avrebbe potuto prendere freddo ed ammalarsi.
Draco aveva passato quell'ora a mangarsi con gli occhi quel corpo marmoreo scolpito davanti a se, ed in cambio aveva ricevuto un fratellone protettivo.
Lui non voleva il fratellone, voleva l'Harry che si portava a letto tutti quelli del Sunrise.
Ed era quello che aveva ripreso a fare.
Ormai si era abituato a svegliarsi all'alba stanco di sentire le urla di piacere del fortunato di turno.
Se solo aveva minimamente pensato di poter piacere un pochino al suo coinquilino, il fatto che lui aveva ripreso a scoparsi chiunque era la dimostrazione che non era così.
Riprese in mano la tazza di the e si alzò per svuotarla nel lavandino, ormai era diventato freddo.
Afferrò la busta di carta coi muffin e li buttò nel cestino della spazzatura, quel mattino l'elemosina di Harry non era tollerata.
Fece in tempo a chiudere lo sportello sotto il lavandino che una risata sommessa invase la cucina.
Harry stava uscendo dalla sua camera abbracciando da dietro un ragazzo molto giovane, biondo e con dei profondi occhi marroni, e questo rideva per i baci che il moro gli stava lasciando dietro il collo.
"E tu che ci fai già sveglio?"
Dracò assottigliò gli occhi guardando malissimo i due.
"Sono due notti che non dormo per colpa tua, perché non ti fai insonorizzare la stanza?! O meglio,perché non vai a fare le tue porcate altrove?!"
"Oops...L'abbiamo fatto arrabbiare..." il ragazzino scoppiò a ridere palesemente alticcio.
Draco resistette all'impulso di fargli arrivare la sua tazza dritta in faccia.
"Scusa...La prossima volta cercherò di fare meno rumore...Hai mangiato i muffin?"
Avvertì la rabbia risalirgli dentro come se fosse una pentola a pressione, strinse forte i pugni cercando di non mettersi ad urlare come un isterico.
"Sai dove puoi infilarteli i tuoi muffin?! Anche se dubito ti piaccia!"
Raggiunse la sua stanza a passo spedito ignorando le risate del biondino e gli occhi di Harry che lo fissavano.
Quel negozio in Oxford Street consigliatoli da Theo era davvero quello che stava cercando.
Tornò in casa con tre sacchetti pieni,soddisfatto di notare che Harry era già uscito per andare a lavorare.
Era rimasto chiuso tutto il giorno incamera, non uscì neanche per pranzare, anche se Harry gli lasciò dei tramezzini fuori dalla porta e più volte bussò chiedendo di entrare, ma Draco non rispose mai.
Doveva pianificare la sua vendetta.
Si buttò in doccia e si lavò minuziosamente col bagnoschiuma alla fragola che gli lasciava sempre la pelle morbida e dal sapore zuccheroso.
Si asciugò con calma col suo morbido asciugamano rosa e si spalmò un po' di crema idratante su viso,braccia e gambe.
Raggiunse la sua camera ed aprì il cassetto di fianco al comodino, dove teneva tutti i suoi completini intimi.
La sensazione di portare boxer o slip maschili non si ricordava neanche cosa fosse da quando aveva provato per la prima volta quei completi femminili.
Non erano decisamente comodi,d'accordo, ma lo facevano stare bene.
Afferrò una brasiliana di pizzo nero e la indossò osservando allo specchio come quel tessuto fasciava perfettamente le sue curve.
Recuperò i sacchetti dello shopping e tirò fuori un paio di shorts a vita alta color verde tiffany con delle stampe di rose rosse e rosa e dei finti bottoncini d'orati sul davanti.
Poi indossò una camicetta smanicata bianca trasparente che infilò perfettamente all'interno degli shorts.
Un bel paio di scarpe col tacco ci sarebbero state da Dio, ma per quella sera decise di non apparire troppo, ed indossò le sue all star bianche anche quelle.
Si guardò di nuovo allo specchio complimentandosi mentalmente: quei pantaloncini gli fasciavano il culo in maniera perfetta.
Fissò i capelli indietro con una mollettina a fiocchetto azzurro e si passò due mani di burro cacao alla ciliegia sulle labbra.
Indossò il cappotto consapevole che sarebbe morto di freddo, ma non gli importava, dove doveva andare faceva molto caldo.
L'insegna del Sunrise si illuminava a intermittenza davanti ai suoi occhi, si strinse un po' di più nel cappotto perché davvero faceva freddo, e tirò fuori con orgoglio la tessera socio che aveva sfilato dal portafoglio di Harry mentre dormiva.
Lo fecero entrare subito senza accertarsi dell'età, come era successo la prima volta.
Mollò il cappotto nel guardaroba e iniziò ad addentrarsi in quella massa umana di persone, sperando di non pentirsi per quello che stava facendo.
Salì le scale per raggiungere il piano superiore e si affacciò, da li poteva vedere la pista da ballo e soprattutto poteva avere la visuale perfetta del piano bar di fronte a lui.
Harry stava servendo dei cocktail sorridendo a chiunque con quella sua aria irresistibile.
Avrebbe davvero voluto prenderlo a schiaffi, ma il piano era un altro, e già iniziava a sentirsi nervoso.
"Draco..."
Si girò di scatto e fu davvero un sollievo vedere il suo amico Theo che gli stava sorridendo.
"Theo! Sei venuto davvero allora!"
I due si abbracciarono, ma poi Theo si scostò per osservare l'amico.
"Wow...Sei davvero uno schianto...Chi é la preda?"
Un accenno di rossore gli sfiorò le guance mentre con un gesto del capo gli indicava il suo coinquilino intento a lavorare.
Theo spalancò la bocca.
"Porca puttana se me lo farei subito!"
Draco gli diede una gomitata nello stomaco.
"Hey! Sei qui per aiutarmi! E poi posso sempre dirlo a Blaise che guardi gli altri!"
"A proposito" Theo appoggiò le mani sui fianchi "Perché devo fare io questa cosa? Blaise sarebbe stato più adatto!"
"Perché Blaise lo conosce già, sa che é mio amico, lo ha visto all'istituto.."
"Sì ma...Io non so se ne sono capace...Voglio dire, guardami, sembro più femmina di te!"
Draco si portò una mano alla bocca per non scoppiare a ridere.
"Ti prego Theo, devi farlo per me, é l'unico modo che ho per capire se un po' gli piaccio...Per una sera mettiti la passività nelle tasche!"
Raggiunsero il bancone del bar con Draco che tremava come una foglia e Theo che cercava in tutti i modi di tranquillizzarlo.
Si sedettero sugli sgabelli ed ordinarono da bere, di Harry neanche l'ombra.
"Che cosa devo fare esattamente?!"chiese Theo un po' preoccupato.
"Non so, flirta con me, fai qualcosa...Siamo amici da una vita, non ti farà strano abbracciarmi o darmi qualche bacetto innocente!"
Theo sorrise e lo tirò a sé solleticandogli i fianchi.
"Cosa ci fai qui?"
Harry era davanti a lui che lo guardava serio, continuava a posare i suoi occhi prima su lui e poi su Theo come una pallina da ping pong.
"Oh bhe...Trascorro una piacevole serata..." rispose Draco dandogli poca corda visto che Theo lo stava tirando di più verso se e lui ne approfittò per soffocare un sorriso sul suo collo.
"Come hai fatto ad entrare? Sei minorenne, non puoi stare qui."
Draco si strinse più forte nelle braccia di Theo prima di rispondergli.
"Mi ha fatto entrare lui, ci siamo conosciuti qui fuori dal locale..."
Theo sollevò una mano per accennare un saluto a cui Harry non rispose guardandolo torvo.
"Non é locale per te questo, torna a casa Draco."
Lo sguardo di Harry era duro e fermo,sembrava quasi ferito nel aver visto Draco li.
"Sì hai ragione, penso andrò a casa...Andiamo Theo? Possiamo continuare la nostra serata in camera mia..."
I due fecero per alzarsi ma Harry si tolse il grembiule con furia e fece il giro del bancone in un secondo.
"Tu torni a casa con me, il mio turno di lavoro é finito."
Draco lo guardò con finto dispiacere.
"Oh no Harry, non voglio rovinarti la serata, cercati pure la tua preda, io nel frattempo mi intrattengo con Theo, mi accompagna lui..."
Harry lo afferrò per un braccio e lo strattonò allontanandolo dall'amico.
"Scusami Theo, é ubriaco non sa quello che dice, sarà per un'altra volta!"
Theo fece spallucce e li lasciò andare sorridendo a Draco che si girò per fargli l'occhiolino.
La macchina era fredda, rimasero fermi in quella via per dar modo al motore di scaldarsi.
"Perché non parli?"
Harry si era voltato verso di lui.
Dracò sollevò il polso mostrandogli l'orologio.
"Mezzanotte é passata da un po'...Mi stavo facendo gli auguri..."
Harry sgranò gli occhi.
"Co...Cosa? E' il tuo compleanno?Oggi?"
Draco annuì.
"Sì, e tu mi hai appena rovinato la serata."
Avvertì il corpo di Harry avvicinarsi pericolosamente.
"Posso fare qualcosa per rimediare?"
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top