Capitolo Quattordicesimo

La camera da letto era totalmente avvolta nell'oscurità, fatta eccezione per piccoli raggi di sole che trapelavano dai fori delle persiane. La sagoma addormentata di Rae era appena visibile. Era distesa su un fianco, con il volto rivolto verso il muro e le coperte tirate fin sopra il naso. I capelli erano sparpagliati su tutto il cuscino, disordinati come il nido di una colomba. Quella notte era rientrata molto tardi, erano all'incirca le cinque quando tornò ad immergersi nelle coperte e a riprendere il sonno interrotto. Lei e Fred avevano passato tutta la notte a parlare, a ridere, a sfiorarsi. Il sorriso la accompagnò fino a quando Morfeo non l'accolse tra le sue braccia. Tutto era stato così naturale, così vero. Le parole che si erano detti erano venute fuori con una semplicità surreale. Il loro amore era cresciuto lentamente, cullandosi negli anni che avevano passato insieme. Ora era sbocciato, meraviglioso e splendente, pronto per essere vissuto.

Un fascio di tenue luce mattutina entrò nella stanza quando la porta venne aperta. Numerosi passi silenziosi attraversarono il pavimento, avevano deciso di non indossare scarpe o ciabatte, dovevano muoversi come fantasmi. Le nove figure si disposero attorno al letto a baldacchino dove la ragazza giaceva. ''Fate silenzio!'' sussurrò Ginny ai suoi fratelli che avevano iniziato a distrarsi in chiacchiere. Fred e George si misero in posizione ai due lati esterni, pronti a lanciare un incantesimo sparacoriandoli. Harry, Hermione e Ron avevano le braccia stracolme di regali. Ginny stringeva tra le mani un vassoio rettangolare con sopra la torta preferita della sua migliore amica: pandispagna al cioccolato con ripieno di fragole e panna. Molly si avvicinò a sua figlia e posizionò alcune candeline di vari colori, le accese e subito la scritta ''Buon compleanno Rae'' risaltò nel buio. Arthur alzò un braccio in alto e con l'aiuto delle dita iniziò a fare un countdown silenzioso mentre Charlie teneva in alto un cartellone di auguri. Non appena tutte le dita si chiusero in un pugno un coro di urla e di auguri si diffuse nella stanza, arrivando quasi a far tremare le pareti.

Rae gridò spaventata balzando sul letto. Strinse con le mani le lenzuola portandole contro il petto. I suoi occhi saettarono nel buio fino a quando non riuscì a mettere ben a fuoco tutto ciò che la circondava. Una moltitudine di coriandoli colorati si librava nell'aria attorno a lei, incastrandosi tra i suoi capelli. Le nove figure davanti a lei la guardavano divertite, si erano svegliati tutti presto per organizzare la sorpresa. Tutti erano arzilli e pimpanti, anche Fred, nonostante le poche ore di sonno fossero evidenti sul suo viso. Opache macchie violacee sfumavano sotto i suoi occhi ancora assonnati. Quando incontrarono quelli di lei però, subito si illuminarono e una scarica di adrenalina percorse il suo corpo.

Passato il primo momento di spavento un ampio sorriso si diffuse sul viso della mora. Non si aspettava di ricevere una sorpresa del genere. I Weasley erano oramai una seconda famiglia per lei ma rimaneva sempre sbalordita dall'amore che riuscivano a dimostrarle. Spostò le lenzuola dal suo corpo e si mise in ginocchio, gattonando fino ai piedi del letto. Il suo sguardo passò su tutte le persone di fronte a lei, avrebbe dovuto esprimere un desiderio, ma cosa poteva volere di più? Chiuse gli occhi e prese un respiro profondo. Soffiò sulle candeline sperando solamente che niente cambiasse.

''Grazie a tutti, davvero! Non dovevate disturbarvi così tanto!''

Mormorò Rae con la voce ancora impastata dal sonno. George si avvicinò alla finestra e spalancò le persiane. Subito l'aria fresca del mattino inondò la camera, portando con sé il bagliore caldo del sole. Un contrasto idilliaco.

''E non è finita qui! Ora vieni a fare colazione con la torta, poi apri i regali e poi andiamo a fare shopping! Sia a me che a te che a Mione serve un vestito per la tua festa!'' esclamò Ginny entusiasta, sedendosi poi sul letto accanto all'amica. Non era a conoscenza di nessuna festa e un'espressione confusa si formò sul suo volto.

''Si, abbiamo organizzato una festa''

''No, non abbiamo messo un tema''

''Si, abbiamo pensato noi agli inviti''

''No, mamma e papà non ci saranno''

''Si, abbiamo invitato tutta la scuola e tutti quelli che conosci''

Dissero allegramente i due gemelli, alternandosi come sempre, e prevedendo tutte le domande che la mora avrebbe posto. Lei muoveva la testa dall'uno all'altro come se fosse ad una partita di Tennis babbano, con la bocca spalancata e un sopracciglio alzato. Davvero era così prevedibile?

''No, non sei prevedibile, semplicemente ti conosciamo!''

Annunciò Hermione sedendosi accanto a lei, dal lato opposto di Ginny. Un ampio sorriso crebbe sulle labbra della mora, avvolse le braccia attorno alle spalle delle due amiche e le strinse forte contro il suo petto.

"Siete veramente fantastici, sono senza parole"

La stanza si svuotò in pochi minuti per dare il permesso a Rae di cambiarsi per la colazione e per la giornata che l'aspettava. Solo una figura era rimasta indietro, quella di Fred. Era poggiato con la schiena contro la parete di fronte al letto, le mani infilate nelle tasche e le caviglie incrociate l'una sull'altra. Stava scrutando attentamente la ragazza di fronte a sé, inginocchiata sul bordo del letto. Sorrideva, sorrideva con così tanta purezza che il cuore del ragazzo si sciolse. I lunghi capelli ricci le ricadevano gonfi sulle spalle, coperte soltanto dalle sottili bretelle della sua canotta. La luce del sole colpiva la sua pelle ambrata, rendendola ancor più luminosa, come se le Ninfe l'avessero forgiata nell'oro più puro. I suoi occhi neri acquistavano ancor più profondità sotto quella luce, nemmeno con il sole riusciva ad individuare le sue pupille.

Si avvicinò a lei, con passo lento. Posò le mani accanto alle sue gambe e si piegò in avanti con il busto. Il viso esattamente davanti al suo, ad un respiro di distanza.

''Buongiorno, scheggia''

Mormorò piano mentre un piccolo ghigno si formava sul suo viso. Rae si morse il labbro inferiore e posò le mani sul suo petto. Fece scorrere le sottili dita lungo il suo collo, fino ad arrivare ad avvolgere le sue guance. La barba corta e rossiccia che solleticava la sua pelle.

''Buongiorno, Freddie''

Sussurrò prima di socchiudere gli occhi e lasciarsi scivolare contro le sue labbra. Quante volte ormai lo aveva baciato? Aveva perso il conto del numero esatto. Anche quella volta però, fu esattamente come la prima. Il cuore le martellava nei timpani. Una voragine si aprì alla bocca dello stomaco. Quelle labbra erano come una eterna dannazione, era stata condannata a bramarle costantemente. Così calde, umide, morbide e sue.

A colazione Molly Weasley superò sé stessa, gli elfi delle cucine di Hogwarts e persino quello strano chef babbano che ogni tanto vedevano in televisione. La tavola era imbandita con ogni pietanza possibile e immaginabile: crostata di ciliegie, pandispagna alle fragole, muffin al cioccolato, pancake alla banana e biscotti al pistacchio. Lo stomaco di Rae brontolò così forte da essersi fatto sentire persino dai Lovegood due colline più in là.

Tra un boccone e l'altro aprì la moltitudine di regali che le venne messa davanti. Ginny insistette purché il suo venisse aperto per primo. Le regalò una sottilissima catenina argentata con un piccolo ciondolo a forma di farfalla. Rae sorrise rigirandosi il ciondolo tra le dita. La farfalla era l'animale preferito di sua nonna, probabilmente la persona più importante della sua vita. Era cresciuta accanto a lei quando i suoi lavoravano. Sostenendola lungo le scalinate della casa. Accudendo con lei i meravigliosi fiori esotici che coltivava con amore nella serra. Cucinando dolci tipici Italiani. Sua nonna era stata il suo angelo custode per una vita intera e lo era anche ora, continuava ad esserlo, ovunque lei fosse. Da quando la morte l'aveva accolta tra le sue scheletriche braccia un vuoto si era creato nel suo cuore, un vuoto inrimarginabile. Una lacrima le rigò silenziosa una guancia e strinse l'amica tra le braccia, ringraziandola in un sussurro.

Il resto dei regali fu più allegro. Harry le regalò un set nuovo di zecca per la manutenzione della sua scopa. Ron una scatola enorme di caramelle Tutti i Gusti +1, le sue preferite. Hermione le regalò un libro meraviglioso, una copia dell'ultimo libro di pozioni avanzate che avevano esposto al Ghirigoro. Charlie le regalò un bracciale a forma di drago che le avvolgeva perfettamente il polso terminando con la testa al centro del dorso della sua mano. George le regalò due biglietti per la prossima partita di Quidditch che si sarebbe svolta a Londra. Rae fu così felice che strisciò sotto il tavolo per raggiungerlo ed abbracciarlo, e ovviamente per invitarlo ad assistere con lei. I signori Weasley invece le regalarono una meravigliosa valigetta di legno con all'interno una decina di tubetti di tempere. Rae aveva visto la pubblicità di quei colori a Diagon Alley l'anno prima: all'intero vi era una sostanza incolore e quando vi si inseriva una qualsiasi pianta o fiore, la tempera prendeva la stessa esatta sfumatura. I coniugi Weasley sapevano quanto la loro figlioccia amasse dipingere, glielo avevano visto fare numerose volte in quegli anni. La mora gli strinse in un abbraccio fortissimo, ringraziandoli innumerevoli volte per tutto l'amore che le dimostravano.

Per ultimo regalo rimase una piccola bustina lilla. Rae fece passare l'indice sotto l'apertura e sfilò il piccolo cartoncino dello stesso colore. Quell'inconfondibile scrittura arrotondata e disordinata creava le parole ''Il mio regalo per te non può essere per gli occhi di tutti, ci vediamo nel gazebo esattamente mezz'ora dopo la fine della tua festa''. Un minuscolo e impercettibile sorriso si increspò sulle labbra della mora. Sollevò lo sguardo ed incrociò gli occhi vispi ed allegri di Fred. Annuì appena e le sue guance si colorarono di rosso.

Dopo la colazione le tre ragazze si fiondarono in camera per prepararsi all'uscita, sarebbero state fuori tutta la mattina e il primo pomeriggio. L'idea di base era quella di comprare i vestiti per la festa. Allo stesso tempo, però, il resto dei ragazzi si sarebbe occupato della preparazione del giardino, nel quale la mora non sarebbe dovuta entrare fino all'arrivo degli ospiti.

Attorno alle undici furono tutte pronte davanti all'ingresso. Rae aveva indossato un jeans a zampa, una magliettina grigia e un paio di converse. Hermione aveva optato per una gonnellina a balze color cachi e una canotta bianca abbinata ad un paio di sandali dello stesso colore. Ginny invece aveva deciso per una tuta intera in lino crema lunga fino alle caviglie, attorno alle quali si avvolgevano dei sandali da schiava color marrone. Essendo ormai tutte e tre ben più che maggiorenni poterono smaterializzarsi direttamente a Diagon Alley, in un vicoletto proprio accanto ad Ollivander.

"Da dove iniziamo?"

Chiese Rae mentre il suo sguardo si spostava curioso sulle varie vetrine della città, luminose e colorate.

"Io direi di andare da Madame Malkin, solitamente da lei si può trovare di tutto!"

Affermò Hermione indicando un negozietto alla fine della strada con diversi manichini esposti in vetrina.

Ginny annuì infilando le mani nelle tasche dei pantaloni "Ottima idea! Parvati mi ha detto che con la nuova collezione ha aggiunto anche abiti in voga nel mondo babbano!"

Entusiaste per quella scoperta si diressero a passo svelto verso la loro meta, salutando i negozianti che incontravano. Dopo tutti quegli anni passati per quelle strade avevano fatto amicizia con quasi tutti.

Ginny entrò per prima, spalancando la porta di vetro che conduceva nel grande ambiente quadrangolare. Le pareti erano colorate di un tenue violetto. Su quelle laterali vi erano lunghi e alti espositori di vestiti di ogni genere. Sulla parete frontale vi erano quattro grandi camerini, ognuno accompagnato da un meraviglioso specchio contornato di luci. Accanto alla porta invece vi era la cassa, dove l'allegra Madame Malkin le accolse con un enorme sorriso. I suoi tacchi alti battevano sul parquet bianco, accompagnati dalla melodia delle piccole casse presenti negli angoli alti della stanza.

"Salve ragazze! In cosa posso esservi utile?"

Domandò cordiale la donna sulla quarantina. Era avvolta in un candido abito verde scuro lungo fino alle caviglie, impreziosito da una collana di perle attorno al colletto alto.

"Buongiorno! Oggi la nostra Rae compie gli anni e ci servirebbero dei vestiti per la festa che le abbiamo organizzato per questa sera!"

Disse allegramente Hermione dondolandosi sui talloni.

"Oh! I miei più sinceri auguri, cara."

Esclamò la proprietaria avvolgendo la mora in un caloroso abbraccio.

"Ora che non posso più fornirvi i vestiti per le vostre festicciole ad Hogwarts sono entusiasta di farlo per questi eventi!"

Continuò mentre si avvicinava agli espositori con un grande sorriso stampato sul volto.

Passarono all'incirca due ore tra quelle mura, provando probabilmente ogni singolo vestito, pantalone o gonna presente al suo interno. Le tre ragazze avevano stili abbastanza diversi le une dalle altre e questo non fece che aumentare le problematiche di trovare dei vestiti approvati anche dalle amiche. Madame Malkin dopo i primi undici tentativi si arrese, tornando alla sua postazione dietro la cassa e lasciando che le ragazze trovassero gli abiti da sole. Non le importava molto del casino, con un semplice ''Politio'' avrebbe messo tutto in ordine in seguito.

Hermione fu la prima ad uscire dai camerini con la sua scelta. Indossava un morbido pantalone a carota color beige, una camicetta in seta senza maniche che le arrivava appena sopra i passanti della cintura dei pantaloni. Ai piedi aveva scelto dei sandali con tacco quadrato dello stesso colore dei pantaloni. Il suo era sempre stato uno stile ordinato e sofisticato, fin da quando era una bambina. Con il passare degli anni era maturato, restando elegante ma non perdendo mai quel tocco giovanile. Le piaceva essere vestita composta, non di certo vestirsi da anziana.

La seconda ad uscire fu Ginny. Il suo camerino probabilmente era quello più disordinato. Aveva avuto un dissidio interiore e qualche crisi isterica per l'ardua scelta tra gonna e pantalone. Alla fine aveva trionfato la prima. Tra la matassa di abiti ne aveva individuato uno molto semplice in tulle. La parte superiore le avvolgeva il busto verticalmente, due strisce di tessuto le avvolgevano i seni in un'ampia scollatura a V che terminava nella gonna. Quest'ultima partiva all'altezza dell'ombelico e scendeva morbida fino a metà coscia. A differenza dei soliti vestiti in tulle questo non era artificioso e gonfio, bensì delicato e leggero, caratteristiche enfatizzate dal colore: un tenue blue Louis. Ai piedi aveva optato per un paio di sandali con tacco sottile color crema.

Rae uscì per ultima. Si era guardata nello specchio a figura intera per più del dovuto. Cercava il più piccolo difetto in quel vestito ma non ve ne era traccia. Uscì dal camerino e un sospiro sorpreso uscì dalle labbra delle due amiche. La sua siluette era avvolta da un morbido vestito in satin verde menta. Le avvolgeva il corpo in maniera impeccabile. Bretelline sottili le avvolgevano le spalle, terminando in una morbida scollatura che seguiva la forma dei suoi seni. La parte inferiore arrivava a metà coscia sul lato destro, mentre sul sinistro un piccolo nastrino permetteva di sollevare il tessuto per creare uno spacco.

''Metti queste!''

Esclamò Ginny porgendole un paio di sandali neri con tacco alto. Il laccetto attorno alle caviglie, a differenza del resto della scarpa, era composto da una sottile catenina in argento, larga più o meno quattro o cinque millimetri.

''Siete splendide! Ginny quello è decisamene il tuo colore e cavolo Mione! Quei pantaloni ti fanno proprio un bel sedere. In più ho un reggiseno floreale color carne da poterti prestare per quella camicetta!''

Esclamò Rae mettendosi in piedi dopo aver allacciato le scarpe. La castana arrossì immediatamente e chinò il capo lasciando che i voluminosi capelli le ricadessero sul viso. La mora scosse appena la testa e le si avvicinò, sollevandole il l mento con due dita.

''Sempre a testa alta, Mione. Sii fiera di come sei, hai un corpo pazzesco ed è giusto che lo valorizzi. Non vergognarti, mai.''

Mormorò con sicurezza, subito le spalle di Hermione tornarono dritte e un grande sorriso si formò sul suo volto.

''Grazie Rae, davvero'' disse avvolgendola in un veloce abbraccio ''E comunque sei meravigliosa, guardati! Questo vestito sembra cucito apposta per te!''

Rae sorrise al complimento dell'amica arrossendo appena. Ginny si avvicinò a loro due e ghignò divertita.

''Anche a e fa un bel sedere questo vestito! Mio fratello probabilmente schiatta sta sera!''

Esclamò la rossa facendo scoppiare immediatamente a ridere le due amiche. Rae giurò di aver persino visto l'ombra di un sorriso sul viso di Madame Maklin.

Dopo aver rindossato i propri vestiti si avvicinarono alla cassa per pagare. La loro gioia aumentò a dismisura quando la proprietaria del negozio fece loro un piccolo sconto come regalo di compleanno per Rae.

Tornate in strada il chiacchiericcio dei passanti inondò le loro orecchie, erano state così a lungo avvolte da quella musichetta leggera e dallo strusciare dei tessuti che era come se si fossero alienate dal mondo per qualche ora.

''Che ne dite di andare lì a pranzo? Non ricordo di aver mai visto quel ristorante!''

Disse Ginny indicando la struttura accanto alla gelateria Florean. Era una piccola costruzione in mattoni di forma circolare con un lungo tetto a punta. Attorno alla struttura si apriva un grande giardino costellato di fiori e piante particolari, alcune veramente bizzarre. Tra la flora erano posizionati vari tavolini e sedie in metallo bianco.

''Io so cos'è! È il ristorante di Neville!''

Esclamò entusiasta Rae. Le piante particolari avevano subito acceso una lampadina nella sua testa ricordandole il momento, durante il quinto anno, nel quale Neville le aveva confessato che in un futuro avrebbe voluto aprire un ristorante mentre completava i suoi studi per diventare professore di Erbologia. Le tre ragazze sussultarono gioiose e corsero verso il locale. Sulla soglia vennero accolte proprio da Neville, elegantissimo nel suo completo verde petrolio, colore che metteva in risalto i suoi capelli biondo cenere.

''Ragazze! Che sorpresa avervi qui! Credevo ci saremmo visti direttamente sta sera!''

Esclamò il ragazzo avvolgendo le tre amiche in una stretta calorosa. Rae si guardò intorno sbalordita. Un lungo bancone in vetro si allungava contro il lato destro del locale, davanti a questo erano disposti alcuni divanetti in tessuto basso, accompagnati da tavolini da tè in vetro. Le pareti erano avvolte da un manto d'Edera che cresceva rigogliosa.

''Neville questo posto è meraviglioso! Perché non ci hai detto che avevi aperto?''

Esclamò Hermione facendo qualche passo verso una strana pianta in un vaso viola accanto la porta.

''In realtà stiamo ancora finendo di preparare, l'apertura dovrebbe essere per i primi di settembre! Però se volete per voi faccio uno strappo alla regola! Accomodatevi fuori che vi porto qualcosa da mangiare!''

Le tre ragazze si accomodarono ad uno dei tavolini presenti nel giardino. Un grande Salice Piangente regalava loro una piccola zona d'ombra riparata dai raggi del sole. Quel posto era così particolare che dava loro la sensazione di trovarsi in un luogo esotico, lontano kilometri da dove si trovavano realmente.

Aspettarono poco meno di dieci minuti prima di vedere l'alta figura di Neville uscire dalla porta. Si avvicinò a loro posando sul tavolo un vassoio pieno di pietanze dai colori sgargianti e le forme particolari. Il ragazzo afferrò una sedia dal tavolo affianco e si sedette accanto alle sue amiche. Raccontò loro di come aveva passato gli ultimi mesi a studiare le piante magiche commestibili in giro per il mondo e a progettare e creare nuovi piatti. Le ragazze iniziarono ad assaggiare i vari cibi, all'inizio abbastanza titubanti. Quando quelle delizie toccarono le loro papille gustative, però, i loro occhi si sgranarono estasiati. Connubi estremamente particolari di spezie, erbe e fiori riuscirono a creare nelle loro bocche esplosioni di sapore meravigliose. Riempirono il ragazzo di complimenti e, accompagnati da dolci e tazze di caffè, passarono il resto del pomeriggio a ricordare le avventure passate insieme e a ridere come se il tempo non fosse mai passato.

Le nove di sera erano arrivate molto più velocemente del previsto. Il tramonto aveva quasi concluso il suo spettacolo, colorando il cielo di colori caldi e confortanti mentre le prime stelle si facevano spazio tra gli ultimi raggi del sole. Nella piccola camera da letto le tre ragazze erano intente a dedicarsi agli ultimi ritocchi. Ginny aveva legato i suo capelli in una coda alta, molto stretta. Per quanto riguarda il viso lo aveva lasciato abbastanza naturale: qualche strato di mascara e un lucidalabbra rosato. Hermione aveva legato la parte superiore dei suoi capelli dietro la testa, aveva truccato gli occhi con dell'ombretto marrone e un po' di mascara, sulle labbra un leggero strato di rossetto nude. Rae aveva lasciato i suoi lunghi ricci morbidi lungo la schiena, sulle labbra aveva passato un rossetto matte, di un meraviglioso color rosato. Sugli occhi aveva creato una sottile linea di eyeliner nero e aveva aggiunto qualche passata di mascara. Quando Charlie bussò alla porta per avvertirle dell'arrivo degli invitati erano tutte e tre fortunatamente pronte.

Il giardino, se possibile, era stato reso ancora più bello. Lunghe file di luci bianche erano state posizionate dal gazebo agli alberi circostanti, creando l'illusione di un soffitto di stelle artificiali. Nel gazebo era stata creata la postazione del Deejay dove Lee Jordan era intento a far rimbombare le prime canzoni. Contro la staccionata erano stati posizionati diversi tavoli per il buffet: cibo e alcol erano presenti in quantità industriali.

Charlie corse verso Lee e, dopo avergli sussurrato qualcosa all'orecchio, quest'ultimo afferrò il microfono e sollevò lo sguardo verso Rae.

''Donzelle e Fanciulli! Date il benvenuto alla nostra festeggiata!''

La voce di Lee rimbombò forte dalle casse, subito la cinquantina di ospiti presenti si voltò verso l'ingresso, applaudendo ed urlando entusiasti. Rae ridacchiò compiaciuta e camminò verso i suoi amici, non poteva negare che stare al centro dell'attenzione non le dispiaceva affatto.

Il primo a correrle incontro fu Marcus Flint, un ragazzo del suo stesso anno e della sua stessa casa. La prima persona che aveva conosciuto ad Hogwarts e con la quale aveva costruito un rapporto meraviglioso che ormai andava avanti da ben nove anni. Marcus le avvolse le braccia attorno alla vita e la sollevò da terra, stringendola a se.

''Auguri Furia! Sei stupenda sta sera!''

Rae ridacchiò sciogliendo il caloroso abbraccio. Portò le mani sul papillon verde scuro del suo amico e lo raddrizzò.

''vorresti dire che di solito non lo sono?''

Marcus rise di gusto e roteò gli occhi dandole una piccola spinta sulla spalla.

''Sei sempre la solita!''

Rae non fece in tempo a ribattere che subito venne avvolta dalle braccia di Blaise e Draco. Quei due marmocchi le erano mancati terribilmente durante quell'estate. Ora che la loro avventura ad Hogwarts era finita avrebbe sentito l'assenza delle loro giornaliere partite a scacchi magici e delle loro chiacchiere a notte fonda nel dormitorio.

I gruppetto di Serpeverde iniziò a chiacchierare allegramente mentre insieme si dirigevano verso uno dei tavoli imbanditi. Draco riempì quattro calici di Firewiskey e li porse ai suoi amici che subito li sollevarono in aria.

''Alla regina delle Serpi!''

Urlò a squarciagola seguito da Blaise e Marcus. Rae scoppiò in una fragorosa risata e bevve tutto d'un fiato, assieme a loro, il primo drink della serata. Probabilmente quel bicchiere era come acqua per i loro corpi. Durante i loro anni ad Hogwarts avevano organizzato numerose feste clandestine nei sotterranei o nella stanza delle necessità. Prima di poter avere l'età per chiedere alcol agli elfi domestici dovettero dilettarsi in vari esperimenti strani per rendere alcolico il normale succo di zucca. Esperimenti che spesso li avevano fatti finire in infermeria.

Alla loro conversazione si aggiunse anche Luna, avvolta in uno scintillante abitino argentato, impreziosito da bracciali fatti con pezzetti di plastica di forme differenti. Subito Blaise le avvolse un braccio attorno alle spalle e le lasciò un bacio tra i capelli, facendola arrossire leggermente.

''Ciao Luna! Sei meravigliosa!''

Esclamò Rae lasciandole un sonoro bacio sulla guancia. Luna sorrise ampiamente e la scrutò con quei suoi grandi occchioni blu.

''Auguri Rae! Sei molto bella questa sera! Il colore del tuo vestito mi ricorda molto una varietà di pesce spada di cui mio padre ha parlato nel suo giornale qualche settimana fa!''

Rae sorrise allegramente e diede una gomitata nello stomaco di Draco dopo che lui fece una faccia annoiata, a lui Luna piaceva, era una ragazza carina e tutto il resto. Era anche molto felice per il suo migliore amico, tuttavia a volte non la reggeva proprio.

Poco più tardi si allontanò dal gruppo dei suoi amici per completare il giro dei saluti. I gemelli non mentivano, tutta la scuola era stata invitata: le gemelle Patil, Lavanda Brown, i biondi fratelli Creevey, Neville, Dean, Seamous e tanti altri.

Stava per dirigersi a salutare Lee quando due mani le coprirono gli occhi. Il profumo di Cedro e fiori di pesco le inondò le narici immediatamente.

''Chi sono?''

Rae ridacchiò e si voltò, incontrando quei chiarissimi occhi color nocciola sempre gentili.

''Cedric, se continui a metterti tutto questo profumo non puoi davvero giocare a questo gioco, lo sai?''

Cedric Diggory scoppiò in una fragorosa risata mentre avvolgeva la sua amica in uno stretto abbraccio circondandole le spalle. Rae strinse le sue attorno al suo busto e sorrise divertita.

''Puoi almeno tenermi il gioco qualche volta!''

Esclamo il ragazzo dai capelli castani guardandola dritto negli occhi, sapendo già la risposta che lei gli avrebbe dato.

''Non te lo prometto!''

Passò all'incirca una ventina di minuti a parlare con Cedric e Cho Chang, la quale si era aggiunta a loro due poco dopo. Quei due erano una delle coppie più famose e durature di Hogwarts, ormai stavano insieme dal ballo del ceppo. Un ballo stupendo che venne organizzato durante il Torneo Tre Maghi, dove Cedric vinse il titolo di Campione, portando alla casa Tassorosso una delle più grandi vittorie della storia. Riuscì finalmente ad avvicinarsi a Lee, passando dietro la console.

''Ehi bel maschione!''

Esclamò allegramente la mora avvolgendo le braccia attorno al collo dell'amico.

''Ehi bella pupetta!''

Esclamò in rimando il ragazzo dalle lunghe treccine che quella sera aveva raccolto in una coda alta.

''Ti hanno invitato alla mia festa per farti lavorare?''

Chiese divertita Rae incrociando le braccia al petto. Lee scoppiò in una fragorosa risata e le posò una mano sulla spalla.

''Non preoccuparti, questa sera George saprà come ripagarmi''

Disse compiaciuto facendo l'occhiolino a Rae. Lei ridacchiò divertita, pienamente consapevole di ciò che sarebbe successo. Sia Lee che George l'avevano presa come confidente ufficiale per la loro relazione, le confidavano tutto, anche troppo alcune volte!

Dopo alcuni minuti di chiacchiere Lee le fece segno con la testa verso la pista da ballo. Rae si voltò e sussultò immediatamente. Esattamente al centro c'era Fred. Indossava un morbido pantalone nero a vita alta che scendeva largo lungo le sue gambe toniche, una camicia dello stesso colore infilata dentro con i primi bottoni volutamente lasciati aperti. Lo stomaco della mora si contorse mentre scendeva quei pochi gradini che li separavano. Le luci colorate saettavano sulla sua pelle candida, illuminandola come i lampi illuminano le nuvole durante le tempeste. I suoi capelli disordinati erano stati pettinati all'indietro senza gel, infatti diverse ciocche scendevano delicate sul suo volto, rifiutandosi di separarsi. Rae non poteva di certo biasimarle, anche lei non si sarebbe mai voluta separare da lui. Posò le mani sul suo torace, caldo attraverso il tessuto sottile della camicia. Lui portò una mano sulla parte bassa della sua schiena, stringendola contro il suo corpo. Posò l'altra mano sulla sua guancia, accarezzandole lo zigomo con il pollice mentre ancora una volta si perdeva in quegli occhi così scuri da far tremare persino la notte.

''Sei bellissimo, Fred, sul serio.''

Sussurrò lei portando l'indice della mano destra sulla sua mascella, accarezzandone delicatamente il contorno. Fred sorrise appena e sperò con tutto se stesso che la notte coprisse il rossore sulle sue guance. Amava follemente quando lei diceva che era bello, in quei momenti sentiva il suo cuore esplodere di gioia. Essere bello ed essere amato dai suoi occhi e dal suo cuore era tutto ciò che aveva sempre voluto.

''Tu sei disarmante questa sera, non credo che esistano parole per farti un complimento che si avvicini minimamente alla realtà''

Mormorò piano mentre nel suo stomaco migliaia di farfalle si libravano entusiaste facendo tremare le sue gambe. Quello era un amore da far tremare le gambe. Sussurrarono contemporaneamente un ''Ti amo'', un ultimo respiro prima che le loro labbra si incontrassero.

Non appena quel contatto iniziò, un boato di urla e di applausi si levò dalla folla circostante. Si erano completamente dimenticati del mondo, delle persone, esistevano solo loro. Si erano baciati davanti a tutti così spontaneamente e sinceramente che restarono tutti di stucco poiché, d'altronde, non avevano ancora detto a nessuno della sera prima, quando la loro relazione era diventata realtà.

Erano passate le quattro del mattino quando il giardino si svuotò dei suoi invitati. Rae aveva aspettato quel momento per tutta la sera. Il suo cuore provava così tante emozioni che quasi le faceva male, così tremendamente gonfio d'amore per lui. Sollevò lo sguardo verso la porta della tana e un enorme sorriso crebbe sul suo volto quando lo vide avvicinarsi, stringendo nella mano destra la sua amatissima chitarra. Fred si morse l'interno della guancia e si sedette sul tavolino, esattamente di fronte a lei.

''Ehi Freddie..''

Sussurrò flebilmente lei. Le sue guance si tinsero di rosso e le sue mani presero a sudare. Quando era con lui perdeva ogni certezza su sé stessa, ogni forza, ogni aggressività. Volutamente disarmata e volubile al suo amore.

Lui le sorrise con dolcezza e le scostò una ciocca di capelli dal viso.

''Ciao amore mio.''

Sussurrò facendola sussultare immediatamente, era la prima volta che la chiamava in quel modo.

''In realtà ho preparato due sorprese per te questa sera''

Sussurrò estraendo da una tasca una piccola scatolina in legno chiaro, l'aveva fatta lui, lei lo sapeva. Un giorno, mentre raccoglieva delle pesche, lo vide armeggiare con un pezzo di legno e degli attrezzi, seduto sotto l'ombra di un Faggio. Aprì la scatolina, le mani di Fred tremavano e sudavano appena, sempre così irrimediabilmente emozionato al suo fianco.

''E' il plettro che abbiamo usato quella sera, ricordi? Quando abbiamo suonato in salotto ... la sera del nostro primo bacio''

Rae si portò una mano alle labbra, il cuore le palpitava nella gola, il sangue scorreva veloce nelle sue vene. Lui prese il plettro dalla scatolina ed attaccato ad esso vi era una catenina argentata.

''Così avrai un pezzo di me, sempre con te.''

Sussurrò lui. Si alzò in piedi e si avvicinò a lei, chiedendole il permesso di metterla attorno al suo collo. Lei annuì e si girò di spalle, sollevando con una mano i suoi capelli. Sentì il metallo freddo della catenina accarezzarle la pelle, ma rabbrividì solo quando furono le sue mani a sfiorarla. Si voltò nuovamente verso di lui e portò una mano sul plettro.

''Un pezzo di noi, sempre con me.''

Sussurrò lei portando l'altra mano dietro il suo collo. Passò delicatamente le sue unghie tra i suoi capelli e la sua nuca, facendolo tremare ad ogni tocco. Lui sorrise, probabilmente il sorriso più vero, profondo e puro che avesse mai fatto, arrivava direttamente dal suo cuore.

''Pronta per il secondo regalo?''

Lei annuì, ritraendo la mano dal suo collo incapace di proferire parola. Non era sicura che la sua anima potesse reggere ancora prima di sciogliersi completamente per il calore che quell'amore le dava.

Fred prese un piccolo libro in cuoio dal tavolino, molto più voluminoso del normale. Segno che era stato usato più e più volte: scritto, cancellato, strappato, ricucito. Fred le fece segno di aprirlo mentre si posizionava la chitarra sulle gambe.

Rae slacciò il fiocco in cuoio che lo teneva chiuso e iniziò a sfogliare le pagine, accarezzando ognuna di loro, per lei più preziose delle più antiche pergamene egizie.

''Perché tu sei la domanda,

sei la risposta,

sei l'essenza

di ogni angolo della mia vita''

''A volte penso che non sarebbe male morire affogato nei tuoi occhi''

''Sono spaventato alcune volte,

da te.

Il mio cervello non riesce ad elaborare,

come tu possa esistere.

Così vera.

Così sincera.

Così schietta.

Così tu.''

''Quanto vorrei che fossi mia,

non ne hai idea.''

Pensieri, parole, canzoni, frasi e domande. Disegni, angoli bagnati dalle lacrime, scarabocchi e cancellature. Ricordi, amore, dolore e speranze degli ultimi anni raccolte lì, in quel piccolo quaderno dove Fred aveva svuotato la sua anima.

Lacrime calde iniziarono a sgorgare copiose e veloci dagli occhi di lei, inarrestabili. Il cuore le doleva, non credeva fosse possibile amare così tanto qualcuno ed essere ricambiati allo stesso identico modo. Prima che potesse proferire parola però, Fred fece scorrere le pagine fino alla data di questa mattina, una canzone. Una canzone che aveva scritto dopo ieri notte. Si schiarì la gola e iniziò a muovere le dita sulle corde, leggere e ferme come se fossero fili d'erba mossi dal vento.

''Sono cresciuto distante da regole comuni
Che non valgono per tutti, soltanto per alcuni
Come un cervo senza un branco, un alieno tra la gente
È diverso se mi guardi sotto un'altra lente

Una terra sconfinata tra un inizio ed un addio
E tutto quello che c'è in mezzo raramente è stato mio
Come un albero che cambia colore ogni stagione
Una voce che si perde tra milioni di persone

Ho cercato la bellezza anche dentro ad ogni errore
Come un ramo che si spezza ma ricresce verso il sole
Diverso da ogni cosa che io prima conoscevo
Con la testa sulla terra, sotto i piedi il cielo, il cielo

E adesso che lo sai, maneggiami con cura
Perché l'amore è una pistola senza la sicura
E adesso che tu sai qual è la mia natura
Che il buio certe notti ancora mi fa un po' paura

E nonostante io mi mostri invulnerabile
Sono solamente diversamente fragile
E ora che lo sai, che ho tolto l'armatura
Per questo, adesso tu maneggiami con cura''

Sfiorò le corde, accompagnandole verso le ultime note, come una madre accompagna suo figlio durante i suoi primi passi. Fred prese un lungo sospiro e sollevò il viso, lacrime salate solcavano anche le sue guance. Il quel testo aveva raccolto la sua anima e le aveva permesso di scrivere quelle parole. Aveva paura, tremendamente paura. L'amava così tanto da avere paura. Paura di perderla, di averla, di ogni cosa. Perché lei era proprietaria del suo cuore, lui glielo aveva donato, per sempre.

Ma la realtà è che Rae aveva fatto lo stesso, da tanti anni ormai aveva regalato il suo cuore a quel ragazzo, dapprima inconsapevolmente e poi volontariamente. Lasciandolo scoperto e vulnerabile nei palmi delle sue mani.

Rae prese la chitarra dalle sue mani e la posò sul tavolino. Si avvicinò di più a lui e prese il suo viso tra le mani. Lui fece lo stesso, baciandole le guance per asciugare le sue lacrime.

''La mia anima è tua, Fred. Maneggiala con cura''

Sussurrò sulle sue labbra. Fece scorrere il pollice sulla sua guancia, raccogliendo le ultime gocce sgorgate dai suoi occhi.

''La mia anima è tua, Rae. Maneggiala con cura''

Sussurrò lui di rimando, prima di lasciare che il suo corpo scivolasse verso di lei e che le loro labbra, umide e salate, si incontrassero. Amandosi disperatamente e completamente. Si strinsero l'un l'altra, allungandosi sul divanetto. Lasciarono le loro mani scorrere sulle loro pelli, roventi, brucianti.

Le stelle e la brezza estiva gli accompagnarono quella notte.

Cullarono i loro corpi nudi che si incastravano, intrecciavano, fondevano in una essenza indissociabile mentre facevano l'amore.

Ecco a voi il Quattordicesimo capitolo!
Oggi ho passato il pomeriggio a scriverlo, ero così coinvolta che non sono riuscita a fermarmi e ho superato i miei standardi di lunghezza. Anzi, li ho raddoppiati arrivando quasi a 6'000 parole!
Non odiatemi per questo perché io vi amo tanto 💕

Fatemi sapere cosa ne pensate e se vi va lasciate una stellina e un commento!
Un bacio!
-R💕

P.s. le prime frasi del libro di Fred sono scritte da me, la canzone è "Maneggiami con cura" di Michele bravi.

P.s. il vestito di Rae è questo qui!

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