Capitolo Dodicesimo
Le ante del piccolo armadio erano spalancate e i cassetti completamente aperti, il pavimento non era più visibile: vestiti, scarpe, trucchi e gioielli erano sparsi alla rinfusa su tutta la superficie. Ginny era seduta in ginocchio al centro della stanza, le braccia incrociate al petto e le labbra inarcate verso il basso in un broncio disperato.
''G, ti ha visto crescere, perché sei così in ansia?''
Domandò Rae alzandosi sulle punte per afferrare una maglietta che, nella confusione generale, era arrivata fin sopra una delle aste del suo letto a baldacchino, la piegò accuratamente e si girò verso la sua amica
''Vuoi che ti presti qualcosa di mio?''
Chiese ancora piegandosi sulle gambe accanto a lei, le passò dolcemente una mano tra i capelli cercando, invano, di calmarla. L'arrivo di Harry e Hermione, comunicato a colazione da Molly, l'aveva colta alla sprovvista, sarebbero arrivati una settimana prima del previsto.
Ginny sollevò lo sguardo verso la mora ed annuì, sperava in tutto l'aiuto possibile in quel momento. Era sempre stata una persona istintiva, che prendeva ogni situazione di pancia, ma tutto ciò che riguardava Harry la trasformava, come se non fosse più capace di ragionare e, anche le cose più semplici, le sembravano insormontabili.
Rae si rimise in piedi scrutando attentamente la moltitudine di indumenti, voleva trovare qualcosa di semplice, che rispecchiasse pienamente la sua amica, ma allo stesso tempo qualcosa che lasciasse il ragazzo occhialuto senza parole. Si avvicinò alla sedia della scrivania e raccolse da terra un vestitino di un tenue giallo pastello, cosparso di piccoli tulipani rossi e con leggiadre maniche a petalo, sorrise soddisfatta tra sé e sé e lo porse alla rossa che si diresse in bagno per indossarlo assieme ad un paio di Superga bianche trovate accanto alla porta.
Nell'attesa la mora, con un colpo di bacchetta riordinò la camera da letto prima che Molly la potesse vedere, avrebbe sicuramente fatto una delle sue peggiori sfuriate. Si avvicinò alla piccola scrivania e iniziò a selezionare i trucchi che le sarebbero serviti per Ginny, prevedendo la sua ansia Rae si era già vestita, aveva optato per un morbido pantaloncino di lino color crema, una magliettina nera con maniche a sbuffo e un paio di anfibi neri, era consapevole che la maggior parte delle persone sosteneva che andassero indossati solo d'inverno, ma lei li trovava così comodi che se ne infischiava altamente.
Il rumore della porta del bagno la fece immediatamente voltare, Ginny era eterea avvolta in quel vestito leggero, il sole che trapelava dalla finestra aperta illuminava i suoi capelli rendendoli di un rosso intenso, rimandabile al colore delle piume di una fenice, gli occhi azzurri parevano ancora più chiari, quasi glaciali.
''Allora? Come ti sembro?''
Chiese la rossa facendo una veloce piroetta prima di sedersi sulla sedia davanti la scrivania, pronta per farsi truccare dalle mani esperte di Rae.
''Sei bellissima G, probabilmente causerai un bell'attacco di cuore al ragazzo''
Annunciò ridacchiando la mora. Afferrò una spugnetta per il trucco e cominciò a creare una base leggera sul viso della ragazza, in modo che le sue numerose efelidi fossero comunque visibili, proseguì con un ombretto marrone chiaro e un paio di strati di mascara.
''Ragazzi scendete! Sono arrivati!''
La voce di Molly echeggiò nella stanza facendo sussultare la rossa che prese ad agitarsi nuovamente, Rae le posò le mani sulle spalle e la aiutò a controllare il respiro.
''Non farti sopraffare G, ricorda chi cazzo sei, Ginny Weasley non è andata nel panico per nessuna partita o esame della sua vita e non lo farà nemmeno per Potter, chiaro?''
Disse la mora con tono deciso applicandole uno strato veloce di lucidalabbra, così da andare a risaltare il colore naturalmente roseo delle sue labbra.
''Hai ragione, cazzo, ma che mi prende? Rammollirmi per un ragazzo? No, mai!''
Si alzò in piedi, eregendosi in una posa autoritaria e sicura, si spinse i capelli dietro le spalle e uscì dalla stanza seguita dalla mora che ridacchiava sotto i baffi.
Non appena furono al piano di sotto Rae fu avvolta da due braccia sottili, una massa voluminosa di crespi ricci castani le coprì la visuale che però, in quel momento, non era necessaria. Il dolce profumo alla vaniglia di Hermione le invase le narici mentre la stringeva forte a sé.
''Mi sei mancata, piccola secchiona!''
Esclamò la mora facendo ridacchiare la più giovane. Nonostante la distrazione però, Rae riuscì a captare il saluto tra Ginny e Harry che le fece sorridere soddisfatta, la rossa non si era scomposta di un millimetro, aveva superato il suo momento ''Lavanda Brown'' ed era tornata in sé.
Lo stretto abbraccio con Hermione venne interrotto bruscamente quando passi pesanti scesero velocemente le scale.
''Ciao Ron!''
Disse con voce docile Hermione mentre intrecciava le mani dietro la schiena, non appena la vide il rosso sussurrò il suo nome ammaliato e la avvolse in un improvviso e veloce abbraccio che subito fece colorare le loro gote.
Trascorsero una decina di minuti tra saluti, convenevoli e domande apprensive di Molly che si assicurava che i due nuovi arrivati avessero mangiato e fatto un buon viaggio.
Sotto proposta di quest'ultima, poi, i ragazzi andarono ad accomodarsi in salotto così da potersi aggiornare sugli ultimi eventi. Il soggiorno sembrava essersi rimpicciolito a causa della quantità di persone stipata al suo interno, poltrone e divani non bastavano più e così dovettero arrangiarsi e sedersi anche sul pavimento. Fred era l'unico rimasto in piedi, poggiato con la spalla destra ad una colonna in legno accanto alla finestra, le lunghe braccia erano rilassate e le mani nascoste nelle tasche dei jeans. Il sole illuminava trasversalmente il suo corpo Rae non poté fare a meno di pensare quanto fosse angelico in quel momento. La camicia bianca fasciava perfettamente il suo busto, i primi quattro bottoni erano stati lascati volutamente aperti, mostrando la pelle candida tirata sui pettorali. I capelli ancora leggermente umidi per la doccia ricadevano disordinati sulla sua fronte e le sue orecchie, come lava che scorreva lungo i pendii di un vulcano. Illuminati in quel modo i suoi occhi parevano d'oro liquido, frastagliati da piccole sfumature verdi. I discorsi dei suoi amici erano ormai un rumore bianco per le sue orecchie, tutto ciò su cui riusciva a concentrarsi era lui.
''Anche io vorrei andare in Francia, sei fortunata Mione!''
Piagnucolò Ginny con le braccia incrociate al petto, era seduta sul bracciolo della poltrona dove Harry aveva preso posto. Lui le aveva poggiato timidamente una mano dietro la schiena, accarezzandola delicatamente, e sperando di non guadagnarsi nessuna occhiataccia dagli altri Weasley, ''Un giorno ti ci porterò Ginny, te lo prometto'' pensò il giovane ragazzo dai capelli scuri, avrebbe fatto tutto per lei.
''Sarebbe bello andarci tutti insieme!''
Disse allegramente Hermione, seduta tra Ron e Charlie sul piccolo divanetto di fronte al camino. Ron aprì la bocca per ribattere, adorava quella ragazza ma a volte non sopportava la sua innocenza, la sua famiglia non si sarebbe mai potuta permettere un viaggio del genere, lui ne era pienamente consapevole. Amava follemente la sua casa, i suoi genitori e i suoi fratelli, persino Percy, ma avrebbe tanto voluto qualche galeone in più in saccoccia. Si morse la lingua per evitare di ferirla, con le sue parole aveva spesso provocato grandi lacrimoni negli occhi di Hermione, il novanta percento delle volte senza volerlo.
''Si Herm, prima o poi lo faremo!''
Prese la parola Rae, intercettando il dissidio interiore che stava prendendo luogo nella mente di Ron, lui le fece un cenno con il capo per ringraziarla e lei sorrise di rimando. Sistemò le gambe su quelle di George, seduto accanto a lei sul secondo divanetto, e fece per allungarsi con la testa sul bracciolo quando una grande mano si posò sulla sua schiena. Fred si era allontanato dalla finestra con l'intenzione di accomodarsi. Si sedette sul divano e, dopo aver lasciato che la mora si poggiasse con la testa sulle sue cosce, le fece un occhiolino compiaciuto. Rae guardò il rosso dal basso, lo sguardo corrucciato e la lingua stretta tra le labbra mentre si arrotolava accuratamente le maniche della camicia fino ai gomiti. Era inconsapevolmente ammaliante e incantevole in ogni gesto o movimento che compisse, come se non fosse umano, così irreale da tenerla incatenata con gli occhi su di lui.
Fred abbassò lo sguardo su di lei e le sorrise, inarcando le labbra carnose e facendo comparire due piccole fossette sulle sue guance. Prese una ciocca di capelli della ragazza e iniziò a farla scorrere lentamente tra le sue lunghe dita. Rae odiava che le persone le toccassero i capelli, ma quando lo faceva lui aveva tutto un altro sapore, pura delicatezza, come se ad sfiorarla forse una semplice brezza.
''Ma se facessimo una bella partita per festeggiare l'arrivo dei due bambocci?''
Propose Fred passandosi una mano tra i capelli, rendendoli ancora più disordinati del solito, per poi piegare le braccia dietro la nuca. Rae balzò in piedi come un fulmine, un sorriso enorme comparse sul suo volto e la gioia esplose nei suoi occhi, annuì vigorosamente guardando ansiosa gli altri membri del gruppo, sperava dicessero tutti di si. Per sua fortuna così fu, la passione per il Quidditch era una cosa che accumunava tutti i Weasley e quell'estate ancora non avevano organizzato nessuna partita.
''Fantastico! Ginny, Rae e Ron con me! Harry, Charlie, Fred e Hermione nell'altra squadra!''
Esclamò allegramente George avvolgendo un braccio attorno alle spalle della mora, sapeva quanto lei e sua sorella fossero brave e di certo non si sarebbe fatto sfuggire l'occasione di vincere.
''Ma io non so giocare!''
Mormorò Hermione incrociando le braccia al petto. Gli sport in generale non erano mai stati il suo forte, qualsiasi cosa non le permettesse di avere il controllo su tutto non la intrigava per niente.
''Dai Herm! Solo per oggi, sennò siamo dispari!''
Piagnucolò Ginny inginocchiandosi davanti a lei con un'espressione di supplica. Quando la ragazza dai ricci biondo cenere sbuffò e annuì tutti esultarono calorosamente e corsero al piano di sopra per indossare le loro vecchie divise.
Le due squadre erano in fila nel giardino, l'una di fronte all'altra. Avevano trasfigurato due alberi in degli anelli da usare come porte e avevano delimitato il campo con della sabbiolina colorata. Rae era l'unica ad indossare colori diversi dagli altri, la divisa verde e argento brillava luminosa sotto il sole, dietro le sue spalle il mantello nero si muoveva leggero assieme al vento facendo risaltare le scritte ''Phelps'' e ''01''. Stringeva nella sua mano la sua Firebolt nero lucida, amava follemente la sua scopa, avevano vinto numerose partite assieme, era veloce, leggera, sinuosa. Rae si muoveva come se fosse un solo elemento con quell'oggetto, così veloce da essere difficile da seguire, e ciò l'aveva portata ad essere soprannominata ''scheggia'' da Fred e ''freccia'' da tutti i membri della sua casa. Era cresciuta circondata da quello sport, sua madre le aveva regalato una scopa giocattolo prima ancora che imparasse a camminare. Ricordava ancora la prima volta che aveva assistito ad una partita professionale dal vivo: Italia contro Ungheria, era stata incredibile. L'Italia vinse ben 190 a 70 e festeggiò tutta la notte con la famiglia di sua madre, lei gli disse che solo in un'altra occasione erano stati così scatenati: i Mondiali di calcio del '34, i suoi parenti, italiani doc da sempre, amavano quello sport babbano quasi quanto il Quiddditch.
Salirono a cavallo dei manici e si librarono in aria, la forte luce del sole era attenuata da alcune nuvole, tempo perfetto per una partita. Si disposero in cerchio e stabilirono i ruoli: Ron e Charlie sarebbero stati i portieri, Harry e Ginny i cercatori e gli altri quattro avrebbero assunto quello di cacciatori. Essendo in pochi e avendo a disposizione uno spazio ristretto avevano optato per giocare senza battitori. Gli occhi di Rae incontrarono quelli di Fred, posizionato di fronte a lei. Era chinato in avanti, le mani avvolte saldamente attorno al manico della sua scopa. Sarebbero stati avversari quel giorno, nessuno dei due avrebbe permesso all'altro di vincere, soprattutto giocando nello stesso ruolo. Rae piegò la testa verso destra facendo dondolare la sua lunga treccia ''A noi due, dolcezza'' mimò con le labbra, Fred ghignò appena e le fece l'occhiolino, pronto per una nuova sfida.
''Voglio un gioco pulito, ragazzi!''
Annunciò con voce amplificata Arthur qualche metro sotto di loro, si portò il fischietto alle labbra e suonò dando il via alla partita. La pluffa venne lanciata in aria e venne immediatamente intercettata da George. Rae incrociò gli occhi del suo compagno ed annuì complice. Si piegò in avanti sulla scopa e si avvicinò agli anelli avversari, tenendo li occhi puntati sul rosso. George le lanciò la pluffa e, dopo averla abilmente afferrata, volò verso la porta. Charlie si sistemò sulla scopa, preparandosi alla parata, ma Rae lo schivò con una presa rotante: a testa in giù passò sotto la sua scopa e segnò i primi dieci punti.
Fred strinse la presa sul manico della sua scopa e fece schiocchiare la lingua contro il palato mentre George, Ginny e Ron urlavano estasiati. Perdere non era in programma. Prese un lungo sospiro e si spinse in avanti, prendendo velocità verso la ragazza ''E' appena iniziata, dolcezza, non gasarti troppo'' ghignò e le afferrò la pluffa dalle mani e partì verso la porta avversaria. Hermione non era stata molto d'aiuto fino a quel momento, ferma seduta in modo rigido sulla sua scopa, non aveva idea di come muoversi. Fred roteò gli occhi e la superò ma venne intercettato. George si posizionò davanti a lui e Rae esattamente alle sue spalle. ''Sei in trappola fratellino'' mormorò George con un ghigno divertito stampato sul volto, ''Sai Georgie, non canterei vittoria così presto!'' ringhiò il rosso mentre puntava la scopa verso il basso. Scese in picchiata verso il terreno, risollevandosi pochi centimetri prima dello scontro. Si fermò davanti a Ron e, dopo aver fatto una finta a destra, tirò la pluffa a sinistra arrivando al pareggio. Si girò verso la mora, il suo viso era compiaciuto e per niente abbattuto, cosa che fece sorridere il Rosso. La sfida era ancora aperta.
Quaranta minuti dopo si trovavano ancora pari merito, 60 a 60.
Fred lanciò la palla verso Hermione che la afferrò titubante, rischiando di farla cadere. ''Vai!'' le urlò indicando la porta davanti alla quale sostava Ron. Hermione annuì con un broncio preoccupato, sarebbe stata la prima e l'ultima volta per lei. Si avvicinò alla porta e lanciò la palla con braccio morbido, permettendo a Ron di pararla senza fatica ''Non preoccuparti Mione, sei bravissima comunque'' mormorò il rosso mentre le punte delle sue orecchie, fortunatamente coperte dal casco, si arrossarono.
Un fischiò risuonò feroce nell'aria e tutti si fermarono immediatamente, girandosi verso Arthur che indicava Ginny al centro del campo. La rossa saltava allegramente sul posto, nella sua mano destra i raggi del sole facevano brillare la pallina d'oro. Avevano vinto.
Un boato di gioia esplose tra i suoi compagni di squadra che tornarono con i piedi per terra per abbracciarla. ''Sei grandiosa, G!'' urlò Rae avvolgendole le braccia intorno al collo. Ron e George si unirono alla stretta sollevando le due ragazze in aria.
Vennero raggiunti anche dal resto dei ragazzi che si avvicinarono imbronciati. Rae tornò con i piedi per terra e si avvicinò a Fred ''Bella partita, Freddie'' disse allegramente sollevando lo sguardo per incontrare i suoi occhi, ''Avete vinto solo perché praticamente ho giocato da solo!'' sbottò lui incrociando le braccia al petto, ''Per Merlino, ma quanto sei bamboccio? Impara a perdere'' . Rae roteò gli occhi e si girò dandogli le spalle, alcune volte si comportava veramente come un bambino e arrivava a non sopportarlo. Fred odiava perdere più di ogni altra cosa al mondo, troppo orgoglioso per accettare una sconfitta, soprattutto quando non era stata una sfida ad armi pari. Tuttavia, per una partitella random non valeva la pena arrabbiarsi. Si avvicinò alla ragazza e le avvolse le braccia attorno al suo petto, stringendola contro il suo corpo e posando il mento sulla sua testa ''Devo ammettere però che sei pazzesca, avevo quasi dimenticato quanto fossi brava, scheggia'' sussurrò prima di lasciarle un bacio tra i capelli. Lei sorrise ma prima che potesse rispondere i suoi occhi e le sue labbra si spalancarono scioccati alla scena davanti a loro.
Ginny era infinitamente felice di aver vinto. Era un mesetto buono che non giocava e sperava di non aver perso il suo tocco magico, soprattutto perché a settembre avrebbe voluto fare il provino per entrare nelle Holyhead Harpies. Saltava sul posto entusiasta, una gioia incontenibile.
''Sei stata fantastica, Ginny'' mormorò una voce alle sue spalle, sorrise ampiamente e si voltò verso di lui, guardandolo in quei meravigliosi occhi verdi che la scrutavano sempre come se fosse la cosa più preziosa del mondo. Non pensò più a nulla in quel momento, agì e basta. Si alzò sulle punte e avvolse le braccia intorno al suo collo ''Bella partita, Harry'' sussurrò prima di premere le labbra sulle sue. Il cuore del moro iniziò a battere come mai aveva fatto prima, tuonava nelle sue orecchie impedendogli di sentire qualsiasi altra cosa. Lo stava baciando. Stava succedendo veramente. Avvolse le braccia attorno alla sua vita e la strinse a se, assaporando quelle labbra rosse che per anni aveva bramato in silenzio.
''Questa si''
''che è sportività''
''tra avversari''
Dissero alternandosi Fred e George facendo scoppiare in una fragorosa risata il resto del gruppo. Rae fece un cenno con la testa ai ragazzi e tutti e sei si avviarono dentro la casa, lascando finalmente Ginny e Harry a godersi un po' del loro amore.
Buongiorno!! 💕
Mi sono fatta attendere un pochino ma ecco a voi il capitolo dodici!
Fatemi sapere cosa ne pensate💕
-R
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