Capitolo Decimo
''Engorgio'' mormorò piano con la bacchetta puntata sulla piccola caffettiera in acciaio, all'istante le sue dimensioni raddoppiarono così da poter soddisfare il fabbisogno di caffeina dell'intero gruppo, la posò sul piccolo fornello e, dopo aver girato la manopola, una fiamma bluastra avampò leggera sul fondo della caffettiera. Fred si passò pigramente una mano sul viso, era stato il primo a svegliarsi quella mattina, nonostante il sonno pesasse ancora sui suoi occhi gonfi, aveva rimuginato tutta la notte perso con lo sguardo tra le ombre degli alberi che si riflettevano sul tessuto chiaro della tenda, aveva provato e riprovato a lasciarsi andare: aveva contato i puffsekin e ripetuto qualche passaggio delle guerre dei Goblin, niente aveva funzionato, tutto ciò che penetrava insistentemente nella sua testa era lei, non lasciava spazio ad altro, conquistava ogni angolo più nascosto della sua mente, inarrestabile, folgorante.
Il problema principale era che ciò non lo turbava minimamente, se avesse potuto scegliere avrebbe passato ogni notte della sua vita insonne se la causa fosse stata lei, riusciva quasi ad immaginarla avanzare a grandi falcate mentre conquistava ogni parte cosciente e incosciente di lui e Fred glielo lasciava fare, volontariamente disarmato. Ricordava ancora il giorno in cui i suoi sentimenti per lei erano iniziati a cambiare, più o meno nove anni prima, il giorno dello Smistamento. Ricordava perfettamente quel calore fastidioso bruciargli le viscere quando Marcus Flint le strinse la mano al tavolo delle serpi. Allora era ignaro di cosa volesse dire amare e attribuì quelle strane sensazioni al fatto di essere in case diverse... tuttavia gli anni passavano e quel dolore lancinante si presentava ogni volta che la vedeva con qualche ragazzo, ''gelosia'' aveva detto George, tante e tante volte glielo aveva ripetuto, ma lui testardo aveva negato e cercato di reprimere quella parte di sé perché non poteva rischiare, non poteva fallire, non poteva permetterselo perché c'era troppo in gioco, perché lei era troppo. Ci provava con tutto se stesso, ogni giorno, riempiendosi il cuore di muri, ma lei ignara di tutto rideva, sorrideva, parlava e voragini si aprivano in quei muri, distruggendoli con una facilità disarmante. Aveva preso possesso del suo cuore senza chiedere il permesso, senza fare piano, era entrata come un tornado dentro di lui appropriandosi di tutto ciò che trovava.
Sussultò quando qualcosa sfiorò il suo petto facendogli spalancare immediatamente gli occhi che subito incontrarono lei, il suo chiodo fisso. Sorrise appena posando una mano sulle sue, lei era completamente ignara di ciò che provocava, dell'irruenza con cui lo riempiva, portò l'altra mano sulla sua guancia, il pollice prese a scorrere sulla sua pelle morbida e appena arrossata.
''A cosa pensi?'' chiese lei in un sussurro appena udibile, Fred fece scorrere la mano tra i suoi lunghi capelli fino a posarla sulla sua nuca, avvicinandola di più a sé, il suo profumo gli invase le narici e i suoi occhi si socchiusero istintivamente, gli era sempre piaciuto l'odore della sua pelle, quello non era mai cambiato negli anni, quando erano più piccoli lei aveva preso in prestito una sua maglietta per disegnare, profumò di lei per giorni interi quel tessuto che avidamente aveva nascosto dalla madre per evitare che lo lavasse. Le dita di lei si posarono sul suo collo, fredde e delicate come una pioggia estiva. Fred strofinò piano il naso contro il suo, la mano libera si avvolse attorno al suo busto, riusciva a sentire il calore della sua pelle attraverso la maglietta che indossava, ''A te, Rae, penso solo a te''.
Il cuore di lei accellerò, battendole in petto così forte da farle sentire il sangue che scorreva nelle vene, sentiva i brividi scorrerle fino alle dita dei piedi che sembravano aver perso qualsiasi contatto con il pavimento freddo. Il pomeriggio precedente aveva lasciato che il suo amore uscisse dalle sue labbra, impetuoso come un tuono e leggero come una libellula, innamorarsi di lui era stato così naturale, così puramente logico. Avvolse le braccia attorno alle sue spalle, sentiva il suo respiro sulle labbra, caldo e avvolgente, che la chiamava e lei non attese a rispondere, annullò ogni distanza lasciandosi trasportare in quel bacio tanto agoniato, il suo sapore la rendeva vulnerabile, inerme, come se fosse stato creato per lei. Si stringeva contro di lui, pregandolo di non lasciarla, di non allontanarsi, perché tutto ciò che voleva era vivere ogni parte di lui, completamente, perché lui era tutto ciò di cui aveva bisogno, di cui aveva sempre avuto bisogno.
Ben presto anche gli altri si alzarono dai loro letti raggiungendo la cucina per fare colazione, dovevano tornare a casa entro ora di pranzo per finire il lavoro nel giardino, Molly era stata categorica a riguardo. ''cosa manca da fare?'' chiese Ron prima di infilarsi pigramente un biscotto in bocca, ''Dobbiamo finire di piantare i fiori e poi dobbiamo comprare le cose per costruire il gazebo'' rispose la mora posando il viso su una mano con gli occhi socchiusi, Fred faceva scorrere le dita lungo la sua schiena, rilassando ogni suo muscolo, ''Possiamo andare oggi pomeriggio al villaggio, che ne dici scheggia? Mentre loro finiscono di piantare'', Rae girò lo sguardo verso il rosso e annuì sorridendo allegramente, ''perché voi potete fare le cose semplici e noi dobbiamo sgobbare?'' chiese indignata la piccola Weasley incrociando le braccia al petto, ''Semplicemente perché siamo i capi, rossa, te lo sei dimenticato?'' ghignò divertita Rae mentre l'amica roteava gli occhi.
Erano arrivati alla Tana a mezzogiorno preciso sotto lo sguardo compiaciuto della signora Weasley, aveva preparato per loro una deliziosa zuppa di zucca e del pollo al forno, consapevole che probabilmente i ragazzi non avevano perso chissà quanto tempo a cucinare nei due giorni precedenti. Dopo essersi riempiti lo stomaco salirono nelle loro stanze, chi per riposare prima del lavoro, e chi per prepararsi.
Rae aveva svuotato completamente il suo baule: vestiti, scarpe e cianfrusaglie di ogni genere erano sparse sul pavimento di legno, il nervosismo aveva avuto la meglio su di lei, sapeva che quello non sarebbe stato un appuntamento, dovevano solo comprare tavole di legno e chiodi, ma ciò non impedì alla sua mente di fantasticare su tutti i possibili scenari. Costretta da Ginny, che per il baccano non era riuscita ad addormentarsi, optò per una gonnellina plissettata verde oliva, una magliettina bianca con le maniche a tre quarti infilata dentro e le sue adorate converse bianche, aveva legato la parte superiore dei suoi capelli in una crocchia e sul viso aveva passato uno strato leggero di trucco. Lasciò un bacio sulla guancia della rossa e scese a grandi falcate verso l'ingresso dove ad aspettarla, poggiato accanto alla porta, vi era Fred, così bello e raggiante anche indossando un semplice jeans scuro e una magliettina nera, ''Pronta scheggia?'' mormorò lui sorridendole apertamente, lei annuì e con un balzo fu al suo fianco.
Il villaggio di Ottery St Catchpole era illuminato da un bagliore dorato dovuto ai raggi del sole che incontravano il legno delle numerose villette a schiera dai tetti spioventi, accostate l'una accanto all'altra lungo le vie in pietra che scorrevano serpentine verso tutte le direzioni. Folte edere si alzavano rigogliose sulle pareti mentre bambini, maghi e non, giocavano allegri nei cortili beandosi di quei caldi pomeriggi estivi. Fred e Rae si guardavano intorno allegri, mano nella mano, ispezionando accuratamente tutti i negozi che individuavano, ''Come faremo a portare tutto a casa? Ci vorrà una vita!'' si lamentò il rosso gettando la testa all'indietro, ''Ho fatto un incantesimo espansivo alla mia borsa, infileremo tutto li dentro'' rispose la mora scrollando le spalle, ''allora ogni tanto usi quel bel cervelletto, eh?'' la prese in giro il ragazzo ridacchiando compiaciuto, Rae roteò gli occhi e schioccò la lingua contro il palato ''Ogni tanto mi tocca, pisellino, quando sono con te abbasso il mio quoziente intellettivo per non spezzarti il cuoricino!'' rispose a tono mentre il roso le avvolgeva le spalle con un braccio ''ma come sei gentile, scheggia, apprezzo molto'' mormorò ridacchiando mentre entravano in un ferramenta.
Tra battibecchi e risate comprarono tutto ciò di cui avrebbero avuto bisogno, riuscirono a far rientrare nel budget anche qualche arredamento da esterni così da poter sorprendere ancora di più i signori Weasley. Rae si sentiva tremendamente in debito con loro, l'avevano ospitata dandole tutto l'amore che potevano, senza farle mancare nulla, sperava con tutta se stessa che ciò li avrebbe ripagati in minima parte, aveva quasi dovuto puntare la bacchetta alla gola di Fred per poter pagare di tasca sua tutto quanto.
''Ti va un gelato?'' chiese la mora fermandosi davanti una piccola gelateria, si trovava in uno stretto vicolo laterale, la facciata rivestita in pietre di varie sfumature di grigio, una porta in legno a doppia anta portava all'interno dove i colori regnanti erano il rosa pastello e il ceruleo, Fred annuì e la seguì.
''Salve! Io vorrei un cono cioccolato e vaniglia e per lui con nocciola e stracciatella!'' Disse Rae sorridendo cordialmente all'anziano signore vestito di bianco dietro il bancone che subito si mise all'opera, ''Come facevi a sapere i gusti che avrei preso?'' chiese il rosso poggiandosi con la schiena al vetro del bancone così da poter guardare in viso la ragazza, Rae spostò lo sguardo dai movimenti veloci del gelataio al ragazzo e scollò le spalle ''E tu come fai a sapere come mi piace il caffè?'' rispose guardandolo negli occhi, un sorrisetto compiaciuto comparve sul viso del ragazzo ''Touchè''.
Dopo aver pagato ed essere usciti dal locale Fred le afferrò la mano guidandola attraverso minuscole stradine nascoste tra le case ''Dove andiamo?'' chiese la mora cercando di stare al passo con le lunghe falcate del rosso, ''Fidati di me'' disse solo, continuando ad accompagnarla esperto tra le strade dove era cresciuto. Poco dopo, davanti ai loro occhi, si presentò un grande parco ricco di folti ed alti alberi e zampillato da chiazze di fiori colorati, sul lato destro si trovava un piccolo stagno costellato da ninfee.
Sempre tenendola per mano Fred si diresse da quel lato, accovacciandosi accanto all'acqua, Rae si sedette sull'erba fresca mangiando golosamente il suo gelato, ''Come conosci questo posto?'' domandò la mora girando lo sguardo verso il rosso al suo fianco, '' Quando eravamo piccoli mamma ci portava sempre qui a giocare con gli altri bambini del paese'' mormorò indicando il lato sinistro del parco dove numerosi bambini correvano allegri tra le varie giostre ''mi piaceva molto stare qui, io e George passavamo pomeriggi interi a correre e a ridere come matti, una volta cresciuti siamo continuati a venire qui, a volte insieme e a volte separati, ci sedevamo sotto quel pino laggiù progettando scherzi, ideando il nostro futuro e sfogandoci l'uno con l'altro'', il cuore della mora si riempì di gioia a quelle parole, era sempre rimasta ammaliata dalla complicità e dall'amore che legava i due gemelli, riuscivano a leggersi l'anima e a comprendersi con un semplice sguardo, due libri scritti con un inchiostro che solo l'altro riusciva a leggere, ''E' qui che vieni sempre quando sparisci?'' chiese lei scostandogli una piccola ciocca di capelli dalla fronte, adorava quella sua chioma irruenta e ribelle che non riusciva ad essere domata nemmeno con quantità industriali di gelatina. Fred annuì e voltò lo sguardo verso di lei ''te l'ho mostrato perché ora saprai sempre dove venire a cercarmi'' mormorò lui infilandosi in bocca l'ultimo pezzetto del suo cono, ''E chi dice che io voglia venire a cercarti?'' ghignò lei sollevando un sopracciglio divertita, Fred si portò una mano sul cuore fingendosi offeso e, non appena anche lei finì il cono, si mise a cavalcioni sul suo corpo solleticandole i fianchi a più non posso, Rae scoppiò in una risata fragorosa, era estremamente sensibile al solletico e lui lo sapeva perfettamente. Con un leggero colpo d'anca cambiò le posizioni riuscendo a prendere il comando, si sistemò sulle sue gambe con una mano sul ventre cercando di riprendere fiato, Fred ridacchiò mettendosi dritto con la schiena, posò le mani sulle sue cosce e la osservò, lei sollevò lo sguardo verso il suo e posò le mani sulle sue spalle, accarezzandolo attraverso il tessuto, ''Ora so dove venirti a cercare, ma non scappare mai da me, Fred'' sussurrò lei posando la fronte contro la sua, ''Mai, Rae'' rispose il rosso guardandola negli occhi, lei lesse sincerità in quelle parole, verità, purezza, si stava completamente lasciando andare a lui, sicura di non finire tra i rovi.
Ed era vero, vero più di ogni altra cosa avesse detto in vita sua, non l'avrebbe mai lasciata scivolare via dalle sue mani come sabbia al vento, l'avrebbe stretta, protetta e amata come mai aveva fatto con nessuna.
Buonasera bellissimi!
In primis vorrei ringraziarvi dal più profondo del mio cuore per avermi accompagnato al traguardo delle mille visualizzazioni, è solamente merito vostro.💕💕
Dall'altro lato devo ammettere che ciò un po' mi spaventa, ho paura di non riuscire a rispettare le vostre aspettative e di deludervi.
Questo capitolo infatti non mi fa impazzire particolarmente e non vi prometto di resistere all'impulso di cancellarlo tra poco😂
Fatemi sapere cosa ne pensate voi,
Un bacio 💕
-R
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top