seven.
Era stato davvero così egoista da non pensare alle emozioni di Roger?
Si, lo era stato.
Si era concentrato sulle sue paure, sulla sua felicità.
I suoi riccioli scuri si muovevano mentre correva a perdifiato verso casa del biondo, con un'espressione preoccupata in viso.
Driin
Nessuno rispose, e un'ansia crescente lo stava divorando dall'interno.
Bussò con le nocche sulla porta, spezzando il silenzio attorno a sé.
"R-Rog..."
Si portò una mano in viso, stropicciandosi, senza attendere una risposta.
Roger lo ascoltava.
"Roger, ti prego, ascoltami"
Sentiva il suo cuore battere all'impazzata, mentre si torturava le mani.
"Aprimi, Roggie, ti prego..."
Non lo avrebbe fatto.
Non subito.
Continuò.
"Sono stato così egoista, pensando solo a me stesso.
So che avrei dovuto pensare ai tuoi sentimenti, Rog, ma la paura si è impossessata di me, e-"
La sua voce si spezzò, rotta dal pianto.
"Scusami, Rog, scusami perché sei la persona che più amo al mondo, e ti ho solo ferito, io-"
Brian sentì un singhiozzo provenire dall'altra parte.
La porta si aprì lentamente, e gli occhi di Brian si riempirono completamente di lacrime, mentre sussultava.
Il biondo aveva occhiaie scure, a contornare i suoi spenti e cupi occhi, arrossati e lucidi.
Le sue guance erano bagnate e irritate.
Il suo viso era paonazzo, le labbra, sempre così colorite, erano pallide e screpolate.
Tremava leggermente, con i capelli arruffati.
"D-Davvero?"
La sua voce era flebile e sottile.
Prese un respiro.
"Rog-"
Brian lo prese tra le braccia, stringendolo contro il suo petto, sentendolo molto fragile, molto più di lui.
Le sue lacrime bagnavano i capelli biondi del più basso, che singhiozzava, scosso da fremiti.
"Scusami, Roggie, perdonami, ti prego..."
Il più piccolo staccò il suo viso distrutto dal petto di Brian, guardandolo negli occhi, facendo aumentare il senso di colpa del riccio.
Brian avvicinò il suo viso a quello del biondo.
Toccò le sue labbra.
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