CAPITOLO VENTOTTESIMO
La luce dorata degli occhi di Pupp incrociò le iridi azzurre di Jeff, mentre i due piegavano il volto in una espressione profondamente scossa.
Dopo tutta quella strada, adesso, solo uno di loro avrebbe potuto vincere?
Jeff sentì il sangue ghiacciarsi dentro alle sue vene. Aveva già vissuto una situazione identica a quella, alla fine della prima guerra. Trovandosi al cospetto di Slenderman, aveva dovuto udire quelle stesse parole. "Solo uno può essere il vincitore".
Dunque ancora una volta, la richiesta dell'operatore sarebbe stata quella di costringerli a combattere tra loro, affinchè solo uno si aggiudicasse la tanto bramata libertà?
No, non lo avrebbe fatto. Si sarebbe rifiutato di combattere contro Puppeteer esattamente come fu in passato con KageKao e Toby. Non avrebbe mai potuto combattere contro all'amico fidato grazie al quale era arrivato fino a lì, lo stesso amico che più di una volta lo aveva protetto, quello di cui aveva scelto di fidarsi scoprendo di aver fatto la cosa giusta.
Non avrebbe mai potuto combattere contro a Pupp.
-Uno di voi otterrà la libertà, l'altro dovrà soccombere- continuò a spiegare Slenderman, sempre immobile nella medesima posizione.
-Noi non combatteremo- disse il burattinaio, con voce decisa.
L'operatore lo guardò in silenzio per qualche manciata di secondi. -Non dovrete combattere- disse poi -Ma solo decidere-.
Jeff strinse i pugni e sollevò lo sguardo. -Che vuol dire?- domandò, esausto.
La risposta fu chiara e semplice. -Sta a voi decidere chi uscirà dalla porta e tornerà a casa. Chi resta, verrà eliminato da me in persona-.
Dunque era tutto chiaro.
Ecco cosa li aspettava adesso; una decisione che nessuno dei due avrebbe mai avuto il coraggio di prendere.
Chi meritava la vittoria?
Chi invece avrebbe dovuto sacrificarsi?
Entrambi meritavano di uscire da quella porta, e su questo Jeff non aveva alcun dubbio. Non voleva morire in quel posto, ma non voleva neanche che vi morisse Pupp.
Tuttavia... Non c'era nessuna altra soluzione al problema.
-Permetto anche che se non riuscirete a decidere... Verrete uccisi entrambi- concluse Slenderman.
Nella stanza calò di nuovo un insopportabile silenzio. Gli sguardi dei due creepypasta si incrociarono di nuovo, stanchi, arrabbiati, disperati.
Entrambi avrebbero voluto smettere di soffrire.
Entrambi dovrebbero voluto una vita normale.
Ma nessuno dei due aveva il coraggio di sacrificare la vita dell'altro.
-Pupp...- farfugliò il moro, abbassando lo sguardo -Vai tu... Te lo meriti-.
-Non dire stupidaggini!- esclamò l'altro.
-Senza di te non ce l'avrei mai fatta... Tu invece, avresti potuto vincere il gioco anche da solo. La vittoria è tua, è giusto così-.
Il burattinaio scosse la testa. -Quel che dici non è vero, e comunque... Tu sei sopravvissuto anche al primo gioco-.
-Sempre grazie ad altri- aggiunse il killer.
-Certo, ma sei sopravvissuto. Dopo tutta questa strada, non ti lascerò buttare via la tua occasione così-.
Il moro tornò a guardare l'amico in faccia. -Ma non voglio che tu...-.
-Piantala, Jeff!- lo interruppe l'altro, gridando -Così ci farai ammazzare entrambi. Adesso datti una mossa e raggiungi quella dannata porta. Voglio vederti uscire, capito?-.
-Ma...-.
-Te lo meriti, ficcatelo in testa! Esci e vattene via, ora che davvero è tutto finito-.
Jeff sentì le sue ginocchia tremare, come facessero fatica a sorreggere il peso del suo corpo. -Non... Non posso farlo-.
Fu in quel momento che Pupp sollevò improvvisate le braccia. Dalle sue dita spuntarono fuori tanti fili dorati, che lo raggiunsero in un batter d'occhio conficcandosi nel suo corpo.
Quando Jeff realizzò cosa era appena accaduto, era già troppo tardi.
Non poteva gridare, non poteva fermarsi. Le sue gambe si muovevano sotto il comando del burattinaio, che inevitabilmente lo conduceva, passo dopo passo, fino all'uscita.
Furono i secondi più strazianti mai vissuti da Jeff; sapere quanto è terribile ciò che sta accadendo, e non avere la benché minima possibilità di impedirlo. Trovandosi ormai davanti alla porta, avrebbe pianto se solo avesse avuto la possibilità di farlo.
Pupp sorrise lievemente, mentre imponeva a Jeff di aprirla.
Vederlo uscire lo riempì di gioia, nonostante sapesse che Jeff, seppur incapace di muoversi come avrebbe voluto, stava soffrendo in modo straziante nel tentativo di fermarsi, tornare indietro e cambiare le cose.
Ma era giusto così. Quella vittoria era sua, e dato che non voleva accettarlo la miglior cosa che Pupp, da amico, poteva fare era proprio costringerlo ad uscire, ad andare incontro a quella libertà che più di tutti meritava.
Il piede destro di Jeff raggiunse per primo la terra fresca e morbida del bosco che si allungava per chilometri davanti a lui, e la sua pelle percepì subito la sensazione fresca dell'aria che lo accarezzava lentamente. Aleggiava un profumo di erba, e pino, e libertà.
I fili che facevano muovere il suo corpo si spezzarono in modo improvviso, frantumandosi a terra come se fossero fatti di vetro; il killer si voltò istintivamente indietro, ed attraverso la porta aperta poté vedere Pupp trafitto nel petto da uno dei tentacoli di Slenderman. Il suo corpo cadde a terra solo un secondo dopo, privo di ogni forza vitale.
Jeff gridò il suo nome con tutta la forza che aveva in gola, mentre il portone d'ingresso si chiudeva davanti ai suoi occhi sbattendo rumorosamente, per poi sigillarsi con un fastidioso suono metallico.
Un secondo dopo, c'era solo lui, e il bosco attorno.
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