CAPITOLO TERZO - parte 2
Jeff lasciò cadere la mandibola inferiore in un'espressione confusa e stupita. Era naturale che fosse scettico, dal momento che aveva visto Slenderman morire davanti ai suoi occhi; tuttavia, quei due tizi che si facevano chiamare "Proxy" sembravano piuttosto seri. Inoltre, che motivo avrebbero mai avuto di mentire?
-Fratellone...- mugolò Sally, che osservava tutta la scena dal fondo della stanza con le gambe che tremavano così forte da reggerla a malapena. I ricordi della guerra erano ancora vivi e lucidi nella sua mente, e non avrebbe potuto sopportare l'idea che quel mostro fosse ancora vivo. -Fratellone mandali via...-.
-Zitta!- la sgridò il killer, allungando una mano in sua direzione. Rivolgendosi al ragazzo in maschera, poi, disse: -Supponiamo che io vi creda. Che cosa vi aspettate che faccia?-.
-Tanto per cominciare.... Non potresti essere un pò più accogliente?- ridacchiò l'altro -Magari potresti abbassare il coltello e rilassati...-.
Il moro spostò lo sguardo sulla sua fidata arma, per poi sospirare e riporla nella tasca. Dopotutto, se l'obbiettivo di quei due fosse stato attaccarlo, l'avrebbero già fatto.
-Bene, grazie- disse ancora il ragazzo in maschera. -Io sono Tim- disse porgendogli la mano. Il moro, tuttavia, non la afferrò.
-Ed io Brian- intervenne il secondo -Ma puoi chiamarci Hoodie- disse indicando sé stesso -E Masky- concluse indicando l'amico.
-Andiamo al dunque- grugnì Jeff -Rispondete alla mia domanda-.
-Sei stronzo proprio come dicono- ridacchiò Tim -Ebbene, risponderò. Siamo venuti a cercarti perché riteniamo che, essendo tu e quella bambina gli unici superstiti della guerra, siate la chiave per trovare il nostro capo-.
-Tsh! Ma dai...-.
-Neanche noi sappiamo quale fosse l'esatto scopo di quella guerra- disse Hoodie -Ma prevedeva un solo supertiste, no? La nostra ipotesi è che quel superstite sarebbe servito per... Altro. Ancora non sappiamo cosa-.
-Beh, comunque non mi interessa- disse ancora il killer -Io non voglio avere nulla a che fare con i vostri problemi, quindi cercate il vostro cazzo di capo da soli-.
-Ma tu ci sei già dentro, a tutto questo- gli fece notare Tim -È molto probabile che l'Operatore volesse che noi quattro ci incontriassimo-.
-Non mi interessa!- esclamò il moro a gran voce -La fottuta guerra è finita, e sono morte persone che meritavano di vivere, nonostante tutto. Ancora mi porto addosso il rimorso perché sì, anche un killer come me prova dolore nel perdere un amico. Quindi no! Non voglio più sentir parlare di Slenderman!-.
-Hai forse dimenticato che lui è tuo padre?- intervenne Hoodie in tono pacato.
-Lui NON è mio padre!- grugnì ancora il killer.
-Non biologicamente, ovvio. Ma è padre di tutti noi creepypasta.... E lo sai, dobbiamo lui la vita-.
Il killer restò senza parole per diverse manciate di secondi, tanto lo avevano colpito quelle parole. Forse quei due avevano ragione; era stato quel mostro a dargli la forza di uccidere i suoi genitori.
-È vero- disse con un filo di voce -Ma mi ha trasformato in un mostro, e proprio non me la sento di ringraziarlo per questo-.
Tim poggiò una mano sulla spalla del moro, e con l'altra si sfilò la maschera affinché potesse vederlo in volto; aveva circa vent'anni, un filo di barba sul mento e due occhi scuri. -Lo so- disse -Ma forse il capo ha un motivo valido per fare tutto questo, anzi; è sicuramente così. E noi, essendogli in un certo senso debitori, abbiamo il preciso compito di cercarlo e capire quale sia questo motivo-.
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