Sempre la stessa storia
Era giusto lasciarsi andare in quel modo? Tanto tempo a scervellarsi su come sarebbe andata, su come si sarebbe comportata e ora? Ora era in balia di Levon e non riusciva minimamente a pensare!
Più ci provava meno ci riusciva.
La toccava ovunque, si sentiva andare a fuoco e non faceva altro che desiderare di più, voleva assolutamente sentirlo su di sé, voleva stringerlo per non lasciarlo mai più, sentiva il bisogno di provare quelle sensazioni triplicate.
E il solo pensiero che non lo avrebbe avuto per se, che prima o poi sarebbe stato di nuovo lontano...
No, non poteva lasciarsi andare!
Riprese potere del suo corpo e spinse via Levone che ormai era partito quanto lei pochi istanti prima, smanioso e ansante.
La guardò per un attimo stranito, poi si ricompose e cercò di capire a cosa era dovuta quell'interruzione.
Stavolta era sicuro non fosse il problema verginità, lo avevano di gran lunga superato quello step, sapeva che fossero pronti, altrimenti non ci sarebbero proprio arrivati a quel punto.
Perché di quella interruzione quindi non se lo spiegava.
Mavis si mise in posizione fetale e guardava fisso le sue ginocchia, aveva paura di cominciare quel discorso ma sapeva che prima o poi avrebbe dovuto affrontarlo e il poi di quella situazione sarebbe stata tre volte più difficile se fosse andata male, preferiva quindi negarsi un bel ricordo con Levon se doveva rimanere tale.
Lo avrebbe avuto solo se fosse stato effettivamente suo.
-Abbiamo un problema- sussurrò appena, senza neppure guardarlo.
Non ne aveva il coraggio.
-Cosa stavolta?- Usò un tono un po' aspro involontariamente ma Mavis non ci diede peso, troppo convinta della sua scelta.
-Io ho bisogno di sapere cosa farai tornato da questa vacanza- lo guardò finalmente negli occhi.
Occhi spaesati -Che significa? Che vuoi dire? Cosa dovrei fare?-
-Tornerai in Germania con gli zii no?-
Levon continuava a non capire -Beh certo, perché?-
Fu in quel momento che vide gli occhi di Mavis farsi lucidi, un attimo prima di vedersi chiudere con un tonfo secco la porta del bagno davanti gli occhi.
Non sentì assolutamente nulla, ma sapeva che stesse piangendo e non ne capiva il motivo, si sentiva impotente e assurdamente in torto.
Si alzò e raggiunse la porta suonando con la nocca. -Potresti parlarmi prima di giungere a conclusioni affrettate? Cos'è che ti preoccupa?-
-Non c'è nulla che mi preoccupa, penso solo che non sia giusto concedermi ad una persona che oggi è qui con me, dice di amarmi e volermi e il giorno dopo si trova in un altro stato!- Sbottò continuando a piangere disperata.
Non voleva provare quel dannato dolore, non era giusto! Perché doveva sentirsi abbandonata? Non desiderata, non ricambiata dall'uomo di cui si era fottutamente innamorata. Anzi, lei non si era mai innamorata, lo amava da sempre, da quando avevano sei anni e su quel maledetto tetto gli aveva promesso che da grande l'avrebbe sposata.
Aveva ragione Sebastien, lei avrebbe potuto andare a vivere in Germania, ma perché lui non prendeva minimamente in considerazione di venire a vivere lì con lei? Non voleva starci lì, lo sapeva bene, ma nemmeno per lei? Allora perché si sarebbe dovuta sacrificare lei in Germania? Se non le piaceva? Non era niente giusto!
Levon poggiò la testa sulla porta e inspirò riempiendosi i polmoni. -Devo tornare per forza, ho tutto lì, la mia vita è lì, non puoi pretendere che io rimanga qui e mi lasci tutto alle spalle, tu lasceresti tutto e verresti in Germania così? Lasciando Sebastien, i tuoi padri, l'università... Tutto!? Devi darmi il fottuto tempo di trovare uno studio qui! Di portarmi tutto ciò di cui ho bisogno, perché tu... tu... non eri nei miei piani! Ho sempre pensato che prima o poi avresti trovato un ragazzo e che io non sarei mai stato tuo, che tutto ciò fosse un nostro legame infantile e basta!- Batté il pugno sulla porta facendo sobbalzare Mavis che ascoltava tutto con molta attenzione. -E devi smetterla di non parlarmi, devi dirmi cosa ti frulla in quella maledetta testa, devi parlarmi dei tuoi progetti, mi devi includere nella tua vita e io farò altrettanto, dobbiamo decidere insieme tutto! Ma non posso farlo se da parte tua vedo sempre un blocco, un muro, un problema. Io sto cercando di fare tutto il possibile Mav, ho deciso di trasferirmi qui, cos'altro devo fare? Ma ho bisogno di tempo!- Concluse disperato.
Dall'altro lato Mavis cominciava a sentirsi una merda, aveva ragione, aveva assurdamente ragione, ma anche lui aveva le sue colpe, non poteva pretendere da lei che lo accontentasse ogni qual volta veniva dalla Germania e poi aspettarlo a cuor leggero ogni volta che ripartiva. Non ce la faceva più ad aspettare, lei non voleva aspettare! Si amavano! Si volevano, cosa diavolo dovevano aspettare? Sì, lei avrebbe lasciato tutto, sarebbe andata in Germania e avrebbe ricominciato, lui era brillante, avrebbe potuto fare la stessa cosa!
A quel punto probabilmente non voleva.
-Io verrei in Germania anche domani, tu rimarresti qui per me? Cominceresti a costruirti qualcosa qui ancora prima di tornare? Rispondimi sinceramente- si alzò da terra e poggiò il viso sulla porta fredda.
-No, devo tornare e sistemare le mie cose, decidere ciò che voglio e come voglio farlo, non verrò qui sprovveduto, se devo stare con te devo farlo per bene, devo essere sistemato, permettermi di essere un buon appoggio per te, voglio essere tranquillo per me e per te-
Mavis aprì la porta, convinta più che mai nella sua decisione, senza più piangere e guardandolo negli occhi -Allora vai, fa quello che devi fare, ma sappi che io non ti aspetterò, andrò avanti con la mia vita e anche io mi assicurerò di sistemarmi e di permettermi di essere un buon appoggio per qualcuno. Se poi un giorno riusciremo ad essere l'uno l'appoggio dell'altro me lo auguro, altrimenti buona fortuna Levon, spero tu possa realizzare tutto quello che desideri e che ne valga la pena!-
Detto ciò si vestì e decise di andare a dormire nella stanza del fratello, sperando che la coppia non tornasse presto dalla spiaggia e lei non fosse di troppo anche lì, aveva bisogno di Levi, ma non voleva disturbare i sui genitori e farli preoccupare, al contrario Sebastien avrebbe potuto confortarla e magari prendersi qualche coccola anche dal meraviglioso Mahiro.
Loro potevano essere interrotti!
Si buttò sul letto matrimoniale vuoto e freddo e pianse, pianse e pianse fin quando Morfeo non decise che era tempo di smetterla.
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