Falò

Quella sera, i ragazzi si riunirono in spiaggia senza i genitori, che invece si erano armati di servizio in camera e chissà quante coccole...
Loro invece erano seduti in cerchio, Mahiro accordava la chitarra, Levon cercava di alimentare bene il fuoco, mentre i due fratelli se ne stavano seduti su un tronco a guardarsi i rispettivi ragazzi. O meglio, se li erano momentaneamente scambiati, ma nessuno dei due lo sapeva ancora...
-Certo che te lo sei scelto proprio bene sorella, insomma, guarda li. Muscoloni, biondo, occhi color ghiaccio, dolce dolce, alto... Se continuo a guardarlo quasi quasi ci faccio un pensiero- ridacchiò guardandola.
Mavis invece guardava Mahiro -Il tuo invece è così, delicato! Non è ne troppo grosso ne troppo magro e quei capelli bianchi... lo fanno sembrare tanto una fata. Ha un fascino incredibile e devo dire che ne prendo atto solo ora, forse perché siamo nell'atmosfera giusta.-
-Siamo fortunati- sorrise Seb.
-Puoi dirlo forte- sospirò lei.
-E allora? Finalmente hai deciso di sciogliere quel cuore di ghiaccio che ti ritrovi?- cambiò argomento Sebastien.
Mavis lo guardò torva e arricciò le labbra infastidita -Mi sono leggermente rotta di questo scombussolamento interiore che mi porto, se proprio se ne andrà almeno mi sarò goduta questi brevi ma intensi momenti- disse malinconica.
-Ti sei rassegnata-
-No! Io lo amo Seb, da una vita. Ma ho come l'impressione che lui non sia ancora pronto ha lasciare tutto per cominciare una vita con me qui, ho paura che prima o poi mi dirà che vuole ripartire o magari che qui non vuole starci e magari trasferirci entrambi da lui-
Seb arcuò un sopracciglio -E allora? È un problema? Perché lui dovrebbe rinunciare alla sua terra per te e tu non potresti fare lo stesso in caso contrario? Cosa ti lega qui? La Germania non è brutta, anzi! Sai che bello? Poi noi un po' di Tedesco lo conosciamo, te la caverai anche con la lingua, puoi trovare un buon lavoro oppure come hai sempre detto, puoi fare l'arredatrice di interni, mentre lui progetta e realizza gli edifici, sareste una bella squadra- gli sorrise rassicurante.
Lo guardò incerta -Dovrei lasciarvi? Io vi voglio al mio fianco, tutti. Andare con lui significa non vedervi più-
Seb gli prese una mano e la guardò deciso -Tesoro, esistono i telefoni, i computer, le lettere, gli aerei, tante di quei mezzi per potersi vedere e sentire di continuo e con facilità che mi chiedo veramente di cosa ti preoccupi. I nostri genitori un giorno non ci saranno più, io e te non ci divideremo mai del tutto, lo sai...- sorrise -...ma abbiamo le nostre strade da prendere e qualsiasi siano queste, noi faremo parte l'uno della famiglia dell'altro. Te lo prometto Mav-
Sorrise e gli strinse le mani -Grazie Seb- e si abbracciarono.
-Adesso dimmela tu una cosa...- ghignò -... "Io ti 'adoro'?- mimò con le dita delle virgolette sulla parola adoro.
Seb ruotò gli occhi al cielo e si allontanò imbarazzato -Lo so! Sono un idiota, ma ieri gliel'ho detto...-
Mav sbarrò gli occhi -O mio dio! Sul serio?-
Scosse la testa e si girò a guardarla sorridendogli.
-Oh biscottino mio! Che bello! E come glielo hai detto?-
Storse la bocca e la guardò male -Non ti impicciare! Non sono cose che posso dirti-
-Ohh, capisco. Dove? Qui sulla spiaggia?- ghignò ancora.
-Mav!- arrossì tutto.
Scoppiò a ridere buttandosi sulla sabbia, mentre Seb le buttava buffetti un po' ovunque. I due ragazzi si erano interrotti nelle loro faccende e li guardavano straniti.
Ah i gemelli, chi li avrebbe mai capiti.

-Allora che dite, prima di mangiare questi fantastici Marshmellow, ci andiamo a fare un tuffo?- propose Mahiro.
-Direi di si, abbiamo cantato anche abbastanza e onestamente mi sono riscaldato troppo davanti al fuoco- disse Levon.
-Non penserai lo stesso quando uscirai dall'acqua- intervenne Seb.
-Io ormai ho perso la voce- lo prese per mano Mavis.
-Io poi ho una bella fame, quindi prima che comincio a bere e mangiare senza un domani, mi tuffo!- si alzò di fretta Seb trascinandosi dietro Mavis.
Si sentì infatti un urlo e subito dopo acqua che schizzava ovunque.
Levon rise, mentre Hiro sospirò, inducendo l'amico a girarsi.
-Tutto bene?-
-Sono fottuto Levon-
Il biondo si accigliò - Perché?-
-Perché lo amo in un modo che non si può capire-
Rise e gli tese una mano per aiutarlo ad alzarsi -Siamo in due fratello, parli con quello che a sei anni ha detto a Mavis che l'avrebbe sposata-
Accettò la presa e si alzò -E la sposerai?-
-Spero il prima possibile, ma ogni cosa a suo tempo- gli fece l'occhiolino.
-Io ho paura di correre, di fare cose che magari a lui non interessano...-
-Ehi ehi, calma Hiro, tu e Seb andate d'accordo su tutto! Tu vorrai sposarlo? Vedrai che sarà felicissimo. Vorrai dei figli? Li vorrà anche lui. Magari un giorno deciderai di trasferirti e cambiare città o stato o continente? Lui sarà d'accordo con te! Seb poi è felice di tutto quando sta con te, non credo abbia imposizioni da farti o cose simili- lo rassicurò.
Sentirono urlare i loro nomi e si girarono a vedere i gemelli sguazzanti e felici in acqua.
-Hai ragione, la paura è un brutto freno-
-Metti la mano su quel freno e comandatelo tu!- disse prima di correre in acqua, subito seguito dal bianco.

Stavano mangiando fra le chiacchiere ormai da un po'. Seb però aveva proprio deciso di bere quella sera e infatti da qualche minuto buono era attaccato a quella maledetta bottiglia di vodka e non voleva saperne di lasciarla. Era stranamente calmo, ma Mavis sapeva che di li a poco si sarebbe svegliato e a quel punto addio pace.
Mahiro cercava di frenarlo di tanto in tanto chiedendogli un sorso e tenendosi la bottiglia stretta per qualche minuto, mentre Mavis e Levon si scambiavano i Marshmellow cotti, alternando qualche bicchiere di wisky che lei non riusciva proprio a scendere, mentre lui li prendeva come bicchieri d'acqua.
-Che silenzio!- singhiozzò Seb.
-Eccolo che arriva ragazzi, preparatevi- scherzò Mavis.
-Amore prendi la chitarra e suona qualcosa!- sbottò.
Mahiro perse per un attimo un battito e si riscosse quando la mano di Seb si poggiò nel suo interno coscia, trovandosi poi il suo viso poggiato sopra, che lo guardava dal basso aspettando teneramente -Suonami qualcosa- mormorò chiudendo gli occhi.
Quasi gli piaceva quel Seb così rilassato e leggero.
-Cosa vuoi sentire dolcezza?- prese la chitarra.
-Pensa a qualcosa, sei tu il musicista-

"Se ti dicessi che la luna sta guardandoti, sorridendo e illuminandosi, se la notte ti accompagna, ti mostra la via lattea. Cosa faresti se solo potessi, rivivere quei bei momenti, ripassarli con il dito, come un ceco col suo libro. Cosa faresti se un anima bussasse alla tua porta, ti chiedesse la tua vita in cambia della sua. Cosa faresti per amore, cosa cedresti per la felicità...
Dimmi che apriresti quella porta, a costo di perder tutto, dimmi che ripasseresti quei momenti, che ricambieresti la Luna. Dimmi che seguiresti la scia della notte e perderesti il senso del tempo ma non il senso di me"

-Amore mio- disse con le lacrime agli occhi Seb, che si era alzato, finalmente aveva lasciato quella bottiglia ormai vuota e lo guardava come se avesse davvero capito quelle parole. Forse era proprio così, le aveva capite e come, le aveva avvertite e come lui le condivideva nel profondo.
Sorrise e lasciò la chitarra allargando le braccia e aspettandosi un abbraccio travolgente dal suo piccolo mostriciattolo.
E infatti si lasciò cadere a peso morto su di lui, che cadde all'indietro sulla sabbia ridendo, mentre Seb non riusciva a tenere gli occhi aperti dal sonno e dalla sbronza.
-Ti-ti amo da impazzire Mahiro- singhiozzò -Ti amo così tanto che...-
-Shhh, stai delirando- ridacchiò.
-Voglio fare l'amore con te, di nuovo sotto la Luna, per ripassare il momento. Voglio aprire la mia anima e conquistare la felicità, voglio perdermi in te con te!- disse prima di buttarsi sulla sua bocca e prenderlo per la catenina che portava al collo per tirarlo a se, come se la vicinanza non fosse mai abbastanza.
Se bastava farlo bere e cantargli una canzone per farlo aprire a quel modo, avrebbe sfruttato la cosa ben altre volte molto volentieri.
Mavis e Levon dal canto loro non ci avevano trovato nulla di eclatante, se non una grande capacità inventiva di Mahiro e improvvisamente si sentivano di troppo, visto che Seb stava dando spettacolo e di li a poco sarebbe uscito fuori qualcosa di erotico allo stato puro.
Mavis si sentì afferrare per la vita e sollevare come un sacchetto e il suo scenario cambiò, si ritrovò dietro la scogliera, ai piedi dell'acqua, con sopra tutta la possenza di Levon.
Sarebbe potuta svenire sia dalla paura di quel momento, che dalla beltà che aveva davanti gli occhi e così da vicino.
-Meglio per noi, se vediamo solo i nostri di corpi nudi- allude allo scambio di effusione dei due.
-Beh tra un po' lo sentiremo anche urlare- disse contrariata, ma in realtà era felice per lui, solo un po' imbarazzata, insomma, prendere quell'iniziativa davanti a loro... E se non fossero andati via? Si sarebbero accoppiati davanti a loro?
Oh santi numi!
-Mh. Che dici di metterci in acqua, sulla riva-
-Mh e dopo come torno sopra? Gelata? Il fuoco serviva proprio a questo-
-Ti copro io e andiamo in stanza- sorrise avvicinandosi.
-Levon- sussurrò lei guardandogli la bocca, stessa cosa che fece lui prima di avvicinarsi ancora e riportare lo sguardo su di lei.
-Cosa?-
-Se lo fai credo che stavolta non riusciremo a frenarci- continuò, tremando leggermente con la voce e deglutendo il tumulto che sentiva dentro.
-Chi ha detto che dobbiamo frenarci?-
Perse un battito e spalancò gli occhi facendolo ridere di cuore.
-Sei così terrorizzata- gli prese una mano e vi intrecciò le dita -Cosa ti spaventa?- depositò un dolce bacio sul dorso della mano che stringeva.
Non seppe cosa rispondere.
Di cosa aveva paura?
Forse non era paura, ma ansia, preoccupazione.
Insomma il suo corpo, le precauzioni, il dolore... Troppe cose!
-Lo so cosa ti frulla in quella testolina Mav. Credimi se ti dico che non c'è niente che non si possa risolvere, altrimenti nessuno al mondo lo farebbe- ridacchiò facendola alterare.
-Oh bene, quindi dimmi, in questo momento senza protezioni cosa vorresti fare!?-
Ghignò soddisfatto e subito dopo Mavis si rese conto della schiettezza con cui aveva parlato.
Inizio a divincolarsi per alzarsi e andarsene, ma Levon le bloccò i polsi e si impose su di lei.
-Sei bellissima e non hai bisogno di nasconderti, non da me, amo tutto del tuo corpo, lo conosco a memoria, adoro persino quella piccola voglia a forma di nota subito sotto il seno destro-
Si ricordava addirittura della voglia?
-Non abbiamo bisogno di protezioni perché la mia idea era quella di andare per gradi, per farti abituare e fartici arrivare da te, e non decidere tutto a tavolino-
Mavis si stava innamorando sempre di più, parola per parola.
-Ti prometto che sarà bello, non posso dirti indolore, ma proveremo ad evitarlo il più possibile, quindi un po' di pazienza, tolto il dente tolto il dolore- sorrise e Mav divenne rossa come un pomodoro.
-Oddio sei arrossita! Non ci credo, un eventi raro!- scoppiò a ridere.
-Sei uno stronzo!- reagì finalmente.
-E tu sei una tigre, quando si tratta di attaccare posso solo arrendermi-
-C-come facevi a sapere che cosa diavolo stessi pensando!- chiese riprendendosi dallo shock di quelle parole.
-Perché ti conosco, so quanto fai la gattina con gli artigli spianati ma hai tanto vergogna di come sei, perché quando siamo tra amici e tutti parlano di sesso non protetto tu ammutolisci come un pesce e non ti esprimi. Perché posso solo immaginare i discorsi fra ragazze sul dolore iniziale che hai subito e che sicuramente ti hanno traumatizzata, quindi amore, sei molto prevedibile-
Amore...
"Oh Dio Mavis riprenditi!"
-Stronzo!-
-Sei ripetitiva-
-Figlio di...-
Levon le tappa la bocca con una mano e con l'altra le slaccia il pezzo di sotto.
Mavis spalanca gli occhi e decide di tacere e immobilizzarsi.
Si guardano per qualche istante, lei tra il terrorizzato e l'assassino, lui con un ghigno sulle labbra.
-Sai che posso togliertelo e portarlo su con me, vero?-
-Se lo fai sei un uomo morto- parla da sotto la mano.
-Sono un uomo morto in ogni caso, perché vederti nuda sarebbe uno shock- sussurrò dolce.
Mavis non poteva dire che quel gioco non gli piacesse, aveva paura si, ma era tentata di sfidarlo e soprattutto di baciarlo e lasciarsi andare a quello che sarebbe capitato in ogni caso.
Le tolse la mano dalla bocca e Mav sorrise.
-Sei così disperato!-
Appunto. Non poteva non sfidarlo.
Levon si abbassò e le morse la pelle del fianco facendole cacciare un urletto divertito.
-Smettila immediatamente!- minacciò sentendo arrivarne un altro sull'ombellico.
-Levon!- rise.
Cercò di liberare i polsi inutilmente e allora prese a muovere le gambe disperata.
Lui continuò a morderla nei punti più carnosi, fino ad arrivare al collo, dove iniziò anche a leccarla in modo molto più dolce di poco prima, fino a quando non si accese quel qualcosa che non doveva!
-Dovremmo almeno rientrare- sussurrò persa nel piacere di quelle attenzioni.
Lo sentì ringhiare nel vero senso della parola e un attimo dopo si trovava aggrappata come un koala su di lui, in cammino verso la loro stanza, lasciandosi dietro due corpi persi in chissà quali idilliache posizioni.

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