15

«Edward» sussurrai con un filo di voce.

Ed eccolo qui, proprio di fronte a me dopo mesi di silenzio e perché senza risposta. Colui che una volta consideravo un amico, un confidente e un capo leale. La causa di litigi e dolore tra due delle persone che, un tempo, consideravo praticamente come tutto. Era impassibile, fiero e bellissimo come sempre. I capelli lunghi, più di quanto ricordassi, cadevano morbidi e disordinati ai lati della fronte ed il completo grigio scuro, nella quale era stretto, lo fasciava alla perfezione.

«Emh...Ti vedo diversa» pronunciò osservandomi avidamente.

Mi squadrò avidamente da capo a piedi soffermandosi nei punti dove, nell'ultimo periodo, ero diventata più abbondante. Fianchi, pancia, seno e, a malincuore, sedere. Fortunatamente avevo avuto l'accortezza di non indossare più abiti aderenti. Non che me ne vergognassi, ma non volevo essere giudicata ancor prima di averlo potuto spiegare. Dovevo farlo io, senza giri di parole.
Ma magari, non con lui.
Non mi importava che sapesse.

«Anche tu stai benissimo» scherzai strappondogli un sorriso spontaneo.

«Scusami, sei veramente bella Megan» si ricompose togliendosi poi gli occhiali da sole, nonostante il brutto tempo.

Sgranai impercettibilmente gli occhi e l'osservai.

«Mio Dio, che ti è successo?» domandai avviccinando una mano al suo occhio nero. Era gonfio, violaceoo e tremendamente inopportuno sul suo viso di porcellana. Come uno squarcio nel bel mezzo di un dipinto bianco.

«Nottataccia brava» ghignò per niente dispiaciuto.

Scossi la testa e sorrisi tra me e me. Non sarebbe cambiato mai. Gli Styles erano fatti così: intraprendenti, cocciuti e maledettamente attraenti.

«Meg»

Mi voltai lentamente avvertendo una scarica di brividi lungo la spina dorsale. Persino la pancia prese a vibrare in modo innaturale. Nonostante piovesse a dirotto non potei fare a meno di avvampare quando i nostri sguardi si scontrarono. L'osservai centimetro dopo centimetro finché, senza pensarci, gli corsi in contro.
Lasciai andare borsa e valigia per poi fiondarmi - in maniera poco elegante - tra le sua braccia. Affondai il viso nel suo petto e lo strinsi forte, come se potesse scomparire da un momento all'altro. Il suo familiare aroma fruttato mi fece sorridere contro la stoffa del suo maglione verde.
Per tutto questo tempo non mi ero resa realmente conto di quanto mi mancasse in realtà, almeno fino ad ora. Mi sentivo felice, finalmente.

«Quanto mi sei mancata» mi sussurrò dolcemente ad un orecchio, giocherellando con una ciocca dei miei capelli. Mi erano mancate le sue attenzioni premurose e gentili, ne avevo bisogno.

Mi staccai, a malincuore, e lo guardai non riuscendo a reprimere un sorriso radioso. Tra tutti gli scenari che mi ero immaginata in queste settimane, nessuna si avvicinava minimamente alle emozioni che stavo provando in questo momento.

«Sei emh, s-sei strana» biascicò imbarazzato osservandomi con un sorrisetto impacciato.

Alzai gli occhi al cielo e sorrisi tra me e me.

«Beh allora ti saluto» s'intromise il moro avvicinandosi «è stato bello rivederti, chiamami se resti in città» mi fece l'occhiolino e si incamminò a grandi falcate verso il SUV parcheggiato alla fine della strada.

«Che ci faceva lui qui?» chiese Niall guardandolo in cagnesco.

«Mh semplice coincidenza» spiegai facendo spallucce. Dopotutto eravamo in un aereoporto quindi non era da escludere che fosse tornato da qualche viaggio anche lui.

«Dov'è Selenia?» domandai guardando oltre le sue spalle.

«Oh lei è rimasta a casa, ho preferito prendermi la mattinata libera per stare con te, così possiamo emh...parlare» disse afferrando il mio bagaglio per poi caricarlo in macchina.

Mi allacciai la cintura e spronfondai nel comodo sedile imbottito.
Niall guidò lentamente, attento alla strada ed in un religioso silenzio. Nonostante tutto la tensione era palpabile nell'aria ed il motivo era solo uno.

Lo guardai di profilo osservando la mascella contratta e le mani strette in una morsa intorno al volante. L'espressione seria e concentrata dimostravano quanto dura fosse per lui riavermi lì, dopotutto quel tempo. Dopo Harold.

Allungai lentamente una mano e la poggiai sulla sua che, non appena si toccai, ritrasse. E fu in quel momento che capii non essere rimasto tutto come prima. Non era più il Niall di una volta, non dopo averlo trattato in quel modo. L'avevo perso.

Si scompigliò più volte i capelli e sospirò pargheggiando di fronte un ristorante.

«Sto morendo di fame perciò...spero ti piaccia ancora il cibo italiano» disse evitando il mio sguardo.

Annuii scendendo dalla macchina per poi entrare, seguita da lui.
Ci accomodammo in un tavolo appartato ed ordinammo, ovviamente io più di lui. Ero davvero affamata.

«Io devo dirt-»

«Perché me l'hai tenuto nascosto? Perché continui a trattarmi come se non contassi più un cazzo, mh?» mi interruppe bruscamente sbattendo il palmo sul tavolo.

«Sei una bambina Megan, dovresti crescere un po'» pronunciò in fine amareggiato.

Sbarrai gli occhi tentando di formulare una qualsiasi spiegazione di senso compiuto ma, l'unica cosa che ne venne fuori, fu un lamento strozzato. Abbassai lo sguardo sulle mie mani e sospirai attenta a non piangere, di nuovo.
Dopotutto aveva ragione. Non riuscivo a non sbagliare quando si trattava di questa faccenda. L'avevo nascosto ad Harold, a mia madre, inizialmente a Lucas e ora a lui.  Pensavo forse che, prendendo tempo, sarebbe stato meno difficoltoso da ammettere. Ma invece, giorno dopo giorno, era sempre più pesante e straziante, come un macigno che gravava sulle spalle. Non sapevo esattamente perché mi comportassi in questo modo ma non riuscivo a farne a meno. Volevo difendermi dalle cattiverie altrui e questo era l'unico modo che conoscevo per farlo.
Aspettare di diventare più forte per poi affrontare le cose come stavano realmente, questo era il piano. Più o meno.

«Hai ragione» ammisi.

Ci guardammo negli occhi e poco dopo sorrise. Non ne capii il motivo ma ero felice di scorgere i suoi denti bianchi.

«Sei proprio una cazzona Megan Davies» rise scuotendo la testa  contagiando anche me. Posò una mano sulla mia e l'accarezzò, come se avesse timore che potesse spezzarsi da un momento all'altro.

«Non posso arrabbiarmi con te, non adesso che ti ho ritrovata. Si nota parecchio sai? Ti ricordo magra come uno spillo e guardati ora, sei spedita» disse mandando giù un sorso di acqua frizzante.

«Mi dispiace» fu l'unica cosa che riuscii a dire.

Scosse la testa in segno di negazione e mi guardò serio. «Sai, ammetto di sentirmi un po' geloso ma...non posso comportarmi da egoista né tanto meno da stronzo visto che sto per sposarmi» disse con un tono che non riuscivo ad identificare.

«Ma sono felice Meg, sono felice davvero. Selenia è...non so esattamente come descriverla ma mi fa ridere, tanto. È gentile, solare, amorevole e mi accetta per quello che sono, non potrei sentirmi più fortunato» aveva gli occhi a cuoricino ed il sorriso spontaneo di chi parlava realmente con il cuore, l'amava.

«E io sono felice per te, davvero tanto» sorrisi.

«Beh allora, come l'ha presa Harold? Perché è lui il padre, no?» domandò poggiando il mento sui palmi delle mani.

Chiusi gli occhi per un momento e respirai a fondo. Parlare di lui era sempre così maledettamente difficile e non riuscivo a non sentirmi mentalmente e moralmente instabile quando il centro dei miei pensieri era lui.

«Non lo sa ancora» ammissi a bassa voce.

«Oh non preoccuparti, glielo dirai al matrimonio» cantilenò lui con un ghigno sul volto.

Sgranai gli occhi sentendo la mascella quasi cadermi al suolo. Presi a balbettare parole incomprensibili ed iniziavo a vedere il suo volto girare vorticosamente. Ingerii diversi pezzi di pane cercando di placare la sgradevole sensazione allo stomaco e alla vista che mi stavano attanagliando.

«Tu, tu CHE?»

«Harold sarà il mio testimone, pensavo di avertelo detto» disse semplicemente alzando le spalle.

SPAZIO AUTRICE

Eccomi qui!
Perdonate la lunga assenza, mi sento uno schifo per non aver aggiornato prima, davvero.
Spero di essermi fatta perdonare almeno un po' con questo capitolo lungo. D'ora in più gli aggiornamenti saranno di un capitolo alla settimana o (in casi estremi) ogni due settimane.
Intanto vorrei invitarvi a leggere la mia nuova storia d'amore Sbaglio nella direzione giusta, fatemi sapere che ne pensate.

Grazie per la pazienza, vi voglio bene ❤ ❤

Instagram: redkhloewattpad/ _saradevincentiis

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