Prologo : intro [1.3]
Seoul, 00:07 a.m.
Gennaio 2014
Puro disgusto: erano le prime parole che Ji-Moon Kim voleva tanto vomitare a voce alta e urlare sino allo sfinimento quella dannata notte.
Erano ore che fissava lo schermo del cellulare, la pagina web aperta che gli feriva occhi e anima e gli dava un dolore così bruciante che lo stava portando lentamente tra le braccia della follia.
Grazie al cielo era il solo a conoscere benissimo l'inglese, a masticare quella lingua occidentale come una succosa caramella alla fragola, perché era meglio che i ragazzi non fossero a conoscenza di quella recensione ingiustificata e cattiva che non giudicava affatto la loro musica e il loro talento, bensì la loro nazionalità. Ji-Moon era sempre stato abituato a considerare le situazioni con raziocinio, ma ora gli stava risultando sempre più difficile farlo...
Quando aveva iniziato a tredici anni, la madre lo aveva osteggiato.
«Mamma, tu mi vuoi felice?» gli aveva domandato.
Ricordando quel giorno ormai lontano, fu allora che percepì di nuovo la paura, una ben diversa e pungente: cosa avrebbe fatto se avesse dovuto abbandonare il suo sogno? Non riusciva a vivere senza musica, era la sua vita e il mondo in cui poteva sentirsi davvero se stesso. Come poteva andare avanti senza? E, soprattutto, come potevano andare avanti lui e i Tanbang in un mondo privo di ogni melodia?
Con un gesto stizzito spense il cellulare, gettò il lenzuolo da un lato e scese dal letto. In abiti comodi attraversò la piccola stanza, facendo attenzione a non svegliare nessuno dei ragazzi che dormivano. Ma quando mise il primo piede nella zona soggiorno e cucina scorse Do-yoon Min seduto al tavolino basso, sveglio e intento a lavorare.
Stupito di vederlo ancora vigile trattenne il fiato mentre il ragazzo scostava lo sguardo dal pc: aveva i capelli arruffati che gli incorniciavano il volto e gli davano l'aria un po' cupa, la fronte aggrottata e un'espressione interrogativa stampata in viso.
«Ehi» mormorò con tono di voce arrochita, per poi sfilarsi le cuffie e bloccare il sintetizzatore attivo sul computer con un colpetto di dita sulla tastiera. «Sei sveglio?».
«Stavo andando a fare una passeggiata». Ji-Moon forzò un sorriso. «Piuttosto, dovrei chiedere a te se va tutto bene...» aggiunse, dato che Do-Yoon aveva inarcato un sopracciglio, scettico dinanzi alla sua risposta.
«Da solo?» ribatté infatti, imperscrutabile in viso e la voce, in netto contrasto con l'espressione facciale, velata da una sottile preoccupazione. «Vuoi che venga con te?» propose dopo.
A quella domanda Ji-Moon sospirò stancamente. Quanto tempo si conoscevano lui e Do-Yoon? Con franchezza aveva perso il conto ormai!
Decise di reprimere come poté le proprie emozioni e cercò di sorridere, sperando che bastasse per il momento.
«Esco soltanto a fare un giro in bici» lo rassicurò, sistemandosi i capelli biondo platino con le dita e scostandoseli dalla fronte alta. «Vado nel solito posto».
«Torni per colazione?» domandò Do-Yoon stiracchiandosi. «Ieri sera Se-Jong ha preparato il composto per gli hotteok» mormorò in tono vago, lanciando un'occhiata al frigo in cucina.
In replica Ji-Moon scosse il capo: per la verità in un altro momento non si sarebbe lasciato sfuggire l'occasione, dato che Se-Jong era uno dei membri più bravi a cucinare del loro gruppo. Tuttavia erano passate primavere e inverni interi e lui non era più il ragazzo di prima...
A quel suo ennesimo diniego, Do-Yoon lo fissò per un attimo, probabilmente indeciso se dargli credito o meno. Infine lasciò andare un sospiro e si grattò la sommità del capo con il suo solito modo di fare.
«D'accordo, in caso noi siamo qui» mormorò dopo un po', senza esimersi nel lanciargli un'occhiata penetrante.
«Buona passeggiata notturna, allora» gli augurò alla fine, reindossando le cuffie.
«Ci vediamo direttamente in palestra» promise Ji-Moon uscendo dalla stanza, sapendo che quella sua azione non sarebbe passata inosservata.
Scese al piano di sotto dello stabile compiendo l'intero tragitto alla fioca luce del cellulare.
*
NOTE: Cosa sono gli "Hotteok" nominati dal personaggio di Do-Yoon Min?
Questi pancake dolci e ripieni vengono venduti specialmente nel periodo invernale e possono essere acquistati in strada o preparati in casa: l'impasto è un mix di farine, bianca e di riso, latte o acqua e zucchero. In seguito è lasciato lievitare per diverse ore e e poi cotto in padella o sulla piastra. Poi è farcito con un ripieno a base di zucchero di canna scuro, cannella e alcune noci o semi macinati. Oggi possono contenere anche crema al cioccolato o quella con i fagioli rossi dolci, gli azuki. Non manca nemmeno la variante salata: dai ripieni con verdure e formaggio filante, fino a quelli a base di kimchi (verdure fermentate con spezie e frutti di mare) e di bulgogi (un piatto a base di carne di manzo marinata e cotta sulla griglia).
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