Capitolo nove - Ji-Moon Kim [3.6]
«Oh, Mr Leader e il piccolo fratellino Min!» fece allegro dando una pacca affettuosa a entrambi sulle spalle e quasi facendo loro perdere l'equilibrio.
«Ciao Sang-eun» lo salutò Ji-Moon, ricambiando il gesto. «Stasera c'è il pienone, vedo» e si guardò attorno, notando con soddisfazione che il locale dell'amico si stava riprendendo bene dal momento di arresto avvenuto un anno prima per la crisi.
Di sfuggita notò gli sguardi incuriositi di alcuni commensali su di sé e su Sang-eun Oh, nonché proprietario numero due del 52-Heartz, il quale lo sospinse in direzione del paravento dove erano seduti gli altri ragazzi.
Do-Yoon rifilò un pugno leggero alla spalla destra di Saji con occhi lampeggianti.
«Ehi, guarda che nella vita si cresce» gli fece notare indirizzandogli una linguaccia, totalmente a suo agio. «Mi metti in imbarazzo così».
Sang-eun rise.
«Sarà, ma per me sei sempre il fratellino del mio vecchio amico Seo-min» ridacchiò il proprietario con affetto, nominando il fratello maggiore del ragazzo, ora impegnato a servire il paese nel servizio militare obbligatorio. «Venite, vi accompagno al tavolo».
A quell'invito Ji-Moon lo tallonò, seguito a ruota da Do-Yoon, e si accomodò tra Jei e Ji-man. Infine si sfilò il cappello per un attimo e si riavviò i capelli con le dita nervose.
Si sentiva un nodo in gola.
«Cosa vi porto stasera?» domandò Sang-eun agli altri ragazzi con il solito sorriso da gatto sornione, consapevole che non potevano ordinare la classica cena coreana fatta di antipasti e pasti condivisi tra i commensali. «Mi raccomando, non fate fare tardi al ragazzino» aggiunse indicando Jin-Kook con piglio scherzoso ma non troppo.
Contrariato, Jin-Koon scosse il capo e storse le labbra, battendo una mano sul tavolo mentre il rossore raggiungeva anche le orecchie per la stizza.
Daejim sorrise e sul palmo gli diede una pacca per confortarlo.
Fu allora che Do-Yoon prese parola.
«Smettila Sang-eun, c'è già il più vecchio di tutti che rompe le scatole con questa storia» e aprì il menu con noncuranza.
«Ehi!» esclamò Se-Jong, puntando l'indice verso di lui e agitandolo in aria come un direttore d'orchestra entrato nel flusso della musica. «Chi sarebbe il vecchio? Io sono giovanissimo, bello da paura e in salute!».
Poi si rivolse a Sang-eun.
«Io prendo il bulgogi» disse di colpo serio, riferendosi al piatto di carne più celebre della loro gastronomia, consistente in sottili fette di carne di manzo marinate e cotte su griglia.
«Ce l'avete della coca cola?» chiese Daejim.
«No, abbiamo della gazzosa» rispose il proprietario cortese. «Ti porto quella?».
Daejim fece una smorfia, incrociando le braccia fasciate dal maglione a stampa invernale dai toni blu e bianchi. «Okay...».
«Non mangi nulla?» gli domandò Ji-man inarcando un sopracciglio, perplesso.
«Ho mangiato il pollo arrostito prima degli allenamenti» e il ragazzo assottigliò gli occhi, prendendo a fissare le lanterne colorate affisse al soffitto sopra le loro teste. «Come mai c'è scritto "Sang-eun babo beve un boba"*?» domandò perplesso.
«Come?» fece Jei alzando la testa di scatto, imitato da Ji-Moon e dagli altri.
Sang-eun sussultò e fissò ance lui la stessa direzione, però con aria mesta.
«Ho perso una scommessa con lo staff proprio ieri, giocando a majong... maledetti loro» li informò imbarazzato. «Credevo che nessuno ci avrebbe fatto caso questa sera: sei l'unico a essersene accorto, amico mio».
A quel punto Se-Jong rise e passò un braccio sulle spalle di Daejim, ancora intento a fissare intensamente la frase, e lo scosse con affetto.
«Il nostro Dae-Dae sachawon* non si smentisce mai».
Mentre il protagonista della conversazione rivolgeva un occhiolino scherzoso a tutti, Ji-Moon rise scuotendo il capo.
«Io prendo il solito, Sang-eun» dichiarò l'attimo dopo che prevedeva una scodella di zuppa di verdure saltate in padella con i tipici spaghetti noodle di riso, più una tazza di tè verde di cui il proprietario del locale in persona realizzava con le sue stesse mani.
«Anche per me» s'affrettò a dire Jin-Kook, agitandosi sulla sedia con impazienza. «Tu che prendi, signor Ji-man?» chiese dopo al suo vicino, ridacchiando.
Ji-man roteò gli occhi.
«Io prenderò... la carne di maiale... ma si può avere senza salsa piccante sopra?» chiese, rivolgendosi a Sang-eun, un po' imbarazzato.
«Certo!» rispose l'uomo schiacciando la lingua contro il palato in segno affermativo, per poi guardare Jei che aveva l'aria un po' assente e pensierosa ed era intento a giocherellare con le spille colorate e lucide della sua giacca di jeans.
«Io prendo gli hotteok e una gazzosa» mormorò alzando lo sguardo su di loro, nominando i famosi pancake coreani con sciroppo di zucchero di canna, miele e noccioline sminuzzate e dal forte retrogusto alla cannella.
Al che gli altri ragazzi e Ji-Moon non riuscirono a non sghignazzare.
«Ho vinto. Ho vinto. Ho vinto! Ve lo aveva detto che avrebbe ordinato le stesse cose dello scorso venerdì!» esclamò Jin-Kook festoso agitando le braccia in aria, e Ji-man sorrideva mentre Daejim s'adombrava in viso.
«Vinto che cosa?» domandò Jei battendo le palpebre con fare confuso. «Avete scommesso su cosa avrei ordinato per caso?».
* *
NOTA: gioco di parole tra babo e boba: il primo significa "scemo, idiota" in coreano. Il secondo è il tè boba, anche detto bubble tea.
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