Capitolo 5

Di nuovo lui. Sto iniziando ad irritarmi.

"Ma cos'hai intenzione di fare? Farmi impazzire?"

Il ragazzo, stranamente serio, dice: "Non hai più tempo." con apatia.

Rimango scioccata da quella frase e tento di rispondergli ma dalla mia bocca non esce suono, poi tutti inizia a sgretolarsi sotto i miei occhi fino a restare sola nel nero assoluto.

Riprendo lentamente coscienza e sento un venticello fresco giocare con i miei capelli, l'odore è di erba appena tagliata e il tatto mi rivela che sotto di me ci sia una superficie morbida, forse terreno?

Lentamente apro gli occhi e mettendo a fuoco realizzo che sopra di me si apre un enorme cielo azzurro intenso, percorso qui e la da nuvole bianche, il sole brilla senza emanare calore. Abbasso lo sguardo sulla mia mano e confermo la mia tesi, terreno. Mi decido a guardare intorno, ma non riesco a capire dove mi trovo e come mai sono qui.

Poi gli eventi delle ultime ore mi saltano addosso senza pietà e senza darmi il tempo di riprendermi. La mia schiena. Cerco di mettermi seduta ma mi gira troppo la testa e il mio corpo non reagisce ai miei comandi, le braccia sono molto deboli, gli occhi faticano a restare aperti per troppo tempo.

Tutti i rumori, i colori, gli oggetti, riesco a vedere ed ascoltare tutto come se la natura fosse parte di me, come se fosse sempre stata parte di me. Mi rilasso per un attimo e svengo, per la seconda volta in qualche ora.

***

Il secondo risveglio fu di certo migliore del primo, mi sentivo più riposata e più tranquilla, per quanto avevo dormito? Non credo lo avrei mai saputo.

Strizzo gli occhi e cerco di concentrarmi per capire dove mi trovo, mi metto in piedi ma il movimento troppo veloce mi fa girare la testa e cadere.

Dopo essermi ripresa dalla botta decido di restare seduta per evitare di cadere ancora, basta ritrovarmi a terra, tanto vale che ci restassi per mia volontà.

FRRSCFRRRSC

Mi metto sull'attenti. Qualcosa non va. Sento di nuovo quello strano fruscio, qualcuno o qualcosa si sta muovendo, riesco a percepire il suo calore corporeo, aspetta un attimo, CHE?!

Come posso sentire il calore di un essere vivente a così tanta distanza? Cosa sta succedendo? Forse stavo impazzendo ed era tutto un gioco della mia testa. Si doveva essere per forza così.

Ma poi, esattamente da dove percepivo quella presenza, un lupo con il pelo grigio scuro viene allo scoperto e io tiro tutta l'aria a me rumorosamente. Il cuore inizia a battere come mai prima d'ora.

Mi alzo di scatto improvvisamente sveglia e sull'attenti sussurrando: "Bravo cagnolino, bravo cucciolo"

Appena questo mi corre in contro spaventata, svengo, per la terza volta ormai.

***

Stavo pian piano riprendendo coscienza, ma ci stavo facendo l'abitudine. Ei aspetta un attimo, cosa.

"AAAAAAAAAAH" urlo.

Una voce a me familiare sussurra "Shhh, calma, va tutto bene, va tutto bene", Daniel, il mio Daniel.

Mi accoccolo meglio su di lui e inizio a piangere, lui aspetta che lo sfogo finisca accarezzandomi i capelli e dicendomi parole dolci per tutto il tempo ed io mi ricordo perché mi sono innamorata di lui. Quando ebbi finito mi sedetti per terra e gli chiesi: "Dan, dov'è il lupo? Aspetta, tu l'hai visto, vero? Non sono pazza"

Il suo viso era rigato dalla preoccupazione ma rispose con una calma che non gli arrivava agli occhi: "Si, mon ange, l'ho visto."

Non mi aveva mai chiamata così, ma c'era qualcosa nella sua voce che mi diceva che non l'aveva fatto per dolcezza, c'era una vena di rassegnazione in lui, per qualche motivo a me sconosciuto.

Preoccupata gli chiedo: "Ti ha fatto del male?"

Ma lui non guardava me, guardava alle mie spalle, con un'espressione di sconforto cosa che mi fece pura più di quanto avrebbe dovuto.

Girai lentamente la testa nella direzione del suo sguardo e non credo ai miei occhi. Probabilmente rimango a fissare ciò che c'era alle mie spalle per così tanto tempo che non mi accorgo dei movimenti di Daniel, e del fatto che mi stesse cercando di portare alla realtà.

Ali. Avevo delle enormi, lunghe, ali grigie. Provai a toccarle e queste al mio tocco fremettero. Sbarrai gli occhi e li riportai sul mio ragazzo che mi guardava con uno sguardo colpevole. Ma io continuavo a non realizzare quello che vedevo. Erano reali. Delle vere e proprie ali che spuntavano dalla mia schiena. Il concetto di reale si stava pian piano sgretolando nella mia mente, non riuscivo più a distinguere la realtà dalla fantasia. Ma me lo so doveva concedere.

Daniel non parlò fin quando non fui io a farlo.

Chiesi balbettando e lasciando frasi incomplete: "Cosa...Cosa significa tutto questo?... Io non... non capisco... io..."

Daniel mi fermò zittendomi e disse: "Ti spiegherò tutto, te lo prometto, ma adesso dobbiamo andare via da qui, in fretta." era passato dalla rassegnazione di nuovo alla preoccupazione ma io non capivo, ero in un tale stato si shock che non riuscivo a muovermi. Così mi prese in braccio e iniziò a correre sussurrando delle cose in una lingua che non capivo.

Stavamo quasi per uscire dal bosco in cui mi trovavo quando sentii di nuovo quel suono. E a quanto pare non fui l'unica a sentirlo perché anche il mio sostenitore si bloccò.

Mi mise a terra e si voltò cautamente nella direzione dalla quale era arrivato il suono. E vidi spuntare il lupo di prima da un cespuglio, e disse: "Ma guarda un po' cosa abbiamo qui!"

Fermate tutto. Ha appena parlato. Ma è un animale. Gli animali non parlano. Okay sto decisamente diventando pazza.

Poi mi venne un'illuminazione. Magari stavo sognando. Così mi girai un pizzicotto, ma niente, me ne tirai un altro, ma ancora niente.

Poi il lupo parlò di nuovo: "Smetti di torturarti quel braccio principessina, non è un sogno, è la pura realtà."

E così dicendo emanò un fortissimo bagliore (dal quale dovetti coprirmi per evitare di rimanerne accecata) che poi pian piano si affievolì fino a spegnersi del tutto.

Quando riguardai nella direzione della quale prima proveniva la luce rimasi con la bocca aperta.

In piedi di fronte a me c'era Marcus, e alle sue spalle c'erano delle ali proprio come le mie, ma nere.

Non sapevo cosa dire. Così fu lui a parlare: "Chiudi la bocca dolcezza, benvenuta nella realtà."

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