You look so wonderful in your dress, I love your hair like that

-O mio dio, credo di stare per sentirmi male- prendo un respiro profondo, mentre osservo l'entrata del locale. Non c'è ancora nessuno, e se non venissero? Se tutti credessero ancora alla balla dell'anno scorso di Will?

-Sta per andare in iperventilazione!- urla mia sorella. Così, senza preavviso, mi afferra per le spalle e mi tira uno schiaffo sul viso. Stella non è mai stata la persona più gentile del mondo, ma ora ha davvero esagerato.

-Auh! Dico, ti è andato di volta il cervello per caso?-

-Mi ringrazierai più tardi, ti ho appena evitato un attacco di panico- si chiude nelle spalle mentre io mi liscio la gonna rosa antico dell'abito con i palmi sudati delle mani.

-Tua sorella ha ragione, devi darti una calmata- Daisy mi sistema lo scollo a barca del vestito, che termina avvolgendo la parte superiore delle mie braccia. Mi sento soffocare. –Andrà tutto bene, devi stare tranquilla-

-Dov'è Shawn?- chiedo soltanto, guardandomi intorno. Ho davvero bisogno di averlo qui in questo momento, ma lui sembra essersi volatilizzato nel nulla.

-Potresti accontentarti di me, nel frattempo- mi volto, ritrovandomi Nate con un pacchettino in mano e un mezzo sorriso stampato sul volto. –Sempre che per te vada bene-

-Certo che sì- si avvicina a me e mi porge il regalo, cercando di sembrare il più normale possibile. –Grazie non...-

-Non lo dire- scoppia a ridere, passandosi una mano tra i capelli biondi. –Non dire che non dovevo. E' il tuo compleanno, compi diciotto anni, è naturale che non potessi presentarmi senza niente-

-Sono io troppo prevedibile o sei tu che mi conosci troppo bene?-

-Bando alle ciance, aprilo!- Alex fa capolino alle mie spalle, posando le sue dita fredde sulla mia pelle nuda. Un brivido mi percorre la colonna vertebrale.

Scarto con cura il pacchetto, ritrovandomi, ben presto, davanti ad una scatoletta dal colore inconfondibile.

-O mio dio Nate, che hai combinato- mi porto una mano sul viso, le mie guance scottano, saranno sicuramente rosse.

-Finiscila Rosebelle, e vedi quello che c'è dentro- sollevo la Tiffany Box e, al suo interno, trovo un anello in argento, composto da tante foglie di ulivo.

-Wow, i-io non so che dire, sul serio-

-Di solito si risponde 'lo voglio'- socchiudo le palpebre e sospiro, potrei riconoscere quella voce in mezzo ad una folla di persone che urlano.

-Shawn- biascico, mentre osservo il ragazzo dirigersi verso di me. Indossa uno smoking nero, una camicia bianca e una cravatta dello stesso colore del vestito. Al posto del fazzoletto, ha un paio di ramoscelli di fiori di pesco, più o meno della stessa variazione del mio vestito. E giuro, non è mai stato tanto bello in vita sua.

-Bella mossa- dà una lieve colpetto col gomito a Nate; i due si lanciano sguardi di fuoco, potrebbero incendiare la stanza.

-Smettetela- mi ritrovo a dire, scuotendo la testa contrariata. –Non sta sera, almeno- afferro la gonna dell'abito e la sollevo leggermente, incamminandomi verso l'uscita. I camerieri stanno allestendo l'aperitivo, ed io ho bisogno di prendere un po' d'aria.

Non c'è un alito di vento, per mia fortuna, e la sera è abbastanza calda, per essere il primo maggio.

Le stelle brillano alte nel cielo, e la mia splende più di tutte. Ciao Pyper.

-Sei un idiota- mormoro, sentendo dei passi dietro di me. Non ho bisogno di abbassare lo sguardo, il suo profumo è inconfondibile, così come la sua presenza che, in questo tempo, ho imparato a percepire e a distinguere da tutto il resto. –E anche geloso-

-Colpevole vostro onore, ho combinato davvero tanti casini negli ultimi due giorni, ma questo non toglie che tu sia bellissima questa sera. Non che le altre volte tu non lo sia ma, in questo preciso momento, sotto la luce delle stelle, sei un vero splendore- abbasso lo sguardo, sorridendo. Shawn è girato verso di me, che mi fissa con gli occhi di un cucciolo bastonato.

-Ottima la scelta dei fiori-

-Beh, sai com'è, la mia ragazza preferita compie diciotto anni oggi, ed io voglio fare bella figura-

-Ci stai riuscendo, come sempre dopotutto-

-Non so, credo che il regalo di Nate sia più bello del mio-

-Non è una gara- porto delicatamente la dita tra i suoi capelli, sono sempre così morbidi. –E conta il pensiero, poi. Ed io sono contenta che tu sia qui-

-Che poi mi ha anche copiato l'idea- mi porge la scatola azzurra, io scuoto la testa. Si assomigliano più di quanto sembri.

-Non dovete spendere tutti questi soldi per me-

-Oh sta' zitta Rose- lo guardo di traverso mentre lui bofonchia parole incomprensibili. Ma rimane bello lo stesso.

Sciolgo delicatamente il fiocco bianco e apro la scatola, entro cui è poggiato un sacchettino dello stesso colore del box.

-Tieni un attimo per favore- gli porgo lo scatolo, apro la bustina e faccio cadere delicatamente sul mio palmo un paio di orecchini a forma di freccia e un bracciale in argento, con le sfere grandi, meraviglioso. –A questo punto ci possono essere varie opzioni. O tu mi leggi nel pensiero, visto che hai una capacità innata di azzeccare i regali, o parli con mia sorella o con Daisy, oppute spii la cronologia del mio computer e del mio cellulare-

-Un vero mago non rivela mai i suoi trucchi- risponde, facendomi l'occhiolino. –Sono contento che ti siano piaciuti-

-Piaciuti? Li adoro- gli getto le braccia al collo e gli schiocco un bacio sulla guancia, stampandogli il rossetto. –Scusa, ti ho sporcato-

-Figurati, fosse per me, potresti anche lasciarlo lì- ridacchio, scuotendo la testa, mentre, con i polpastrelli, cerco di cancellare la macchia sulla sua pelle candida. –E' davvero bello qui, si prospetta una serata perfetta-

-Lo spero- mi tocco la treccia posteriore, per poi scendere a sfiorare i capelli lasciati liberi e sciolti. Deve essere tutto in ordine.

-Sta' tranquilla- Shawn afferra la mia mano e vi posa delicatamente le labbra. Sospiro, ritrovandomi a sorridere come un'imbecille.

-Ti odio- bofonchio, aggiustandomi lo scollo del vestito. Adesso non mi sento più soffocare, un po' della tensione sembra essersene andata.

-Non è vero, facciamo sempre lo stesso discorso, quindi è inutile anche parlarne-

-Già- ci incamminiamo in silenzio verso la sala principale, quando lui, come al solito, dà fiato alla bocca, con quella frase che, ormai, è di consuetudine.

-Quindi, ti passo mai per la testa?- getto gli occhi al cielo, sorridendo, per poi voltarmi verso di lui, che sta con le mani cacciate in tasca.

-Sempre. Ed io?-

-No- risponde, serio, ed il mio cuore perde un battito. –Tu non passi mai per la mia testa, tu ci sei dentro, ferma, imperterrita, da più di un anno ormai-



-Rose è arrivato il momento di fare il ballo-

-Cosa?- deglutisco a fatica, mentre Daisy sorride sotto i baffi. Ecco una cosa che non avevo calcolato. –Ho già dato per i miei sedici anni, non ho alcuna intenzione di ripetere quei momenti. E poi dimentichi che mio padre non esiste-

-Non l'ho mai nominato- e prima che io possa ribattere, mi ritrovo al centro della pista, con mia madre che, per poco, non è sull'orlo di una crisi di pianto.

-La mia bambina, sei diventata grande- avvolge le braccia intorno al mio bacino e mi stringe a sé, mentre le note di Thinking out loud si diffondono per tutta la sala. –Sono tanto fiera di te. Dico sul serio. Sono orgogliosa della giovane donna che sei diventata, e non cambierei niente di te, neanche una virgola. Mi dispiace di averti fatto soffrire in passato, di non averti saputo valorizzare come meritavi, e di non aver saputo capire quando avevi bisogno di me. E ringrazio ogni giorno il Signore per non averti preso quel famoso tre aprile dello scorso anno, perché il mio cuore non si sarebbe più ripreso- abbasso lo sguardo, cercando di trattenere le lacrime che rischiando di scivolare giù anche dai miei occhi.

-Mi dispiace di averti fatta disperare gli anni passati, di aver cercato di essere quella che non sono solo per compiacere gli altri. Mi dispiace per le uscite di notte di nascosto, per il piercing al labbro, per averti risposto male, e per tutte le volte in cui ti ho chiuso fuori dalla mia vita senza una spiegazione. E sai, anche se io non credo in Dio, sono contenta di non essere riuscita nel mio intento, quel giorno, perché, tutto sommato, non posso lamentarmi, il mondo non fa tanto schifo come pensavo- le sue labbra si curvano in un dolce sorriso, non glielo avevo mai detto, non l'avevo mai rassicurata sul fatto che fossi contenta di non essere riuscita a suicidarmi, ma credo che lo debba sapere, giusto per non stare sempre sul chi va là. –Sai che non te la cavi per niente male come ballerina?-

-Oh grazie Rose, è bello sentir pronunciare un complimento da quelle labbra a cuoricino che ti ritrovi-

-Ehi! Non sono la stronza acida che descrivete-

-No, non lo sei affatto. Sei solo una persona che è stata ferita, e che per questo ha creato una barriera col mondo-

-Mi sembra di sentire parlare Shawn- mi volto, cercando di adocchiarlo tra la folla. Ma nel mio campo visivo entrano solamente Daisy, Alex e Cameron e Nash. Dove diamine si è cacciato quel muffin maniaco canadese?

-Adesso devo passare il testimone-

-Cosa?- mia madre mi dà un bacio sulla guancia e mi lascia nella pista da ballo, confusa.

-Ehi unicorno arcobaleno- roteo gli occhi al cielo, Stella. Inconfondibile. Come sempre. –Stai cercando qualcuno per caso?-

-Chi io? Nah, per niente- mento, pur sapendo di non avergliela data a bere. Ormai è troppo palese quel che provo per lui. Eppure mi blocco ancora.

-Certo, certo. Allora, me lo concedi questo ballo?-

-Per questa volta sì-

-Vieni qui idiota- mia sorella, con la poca grazia che la contraddistingue, mi afferra per un braccio e mi trascina verso di sé. –Shawn è ancora lì, stai tranquilla-

-Io non ho detto niente-

-Ma non lo hai nemmeno negato- sospiro, mentre, questa volta, la musica che si diffonde è quella di Tenerife Sea. –Perché non riesci ancora a sbloccarti?-

-Non lo so, ma ho paura di perderlo-

-Beh sorellina, vorrei dirti che non corri alcun pericolo, ma è passato quasi un anno, non puoi lasciarlo appeso ad un filo per così tanto tempo-

-Ma non lo faccio di proposito! Ho semplicemente paura. Di soffrire, di stare di nuovo male...e, qualche volta, mi spavento pure che mi tocchi, visto quello che è successo lo scorso anno-

-Posso capire che tutta la situazione sia stata tremenda e tutto il resto, ma se non ci provi non lo saprai mai-

-Stavo quasi per farti i complimenti per il discorso, quando mi sono accorta che hai preso l'ultima frase da Fix You dei Coldplay-

-Ehi, se non sbaglio sei tu la scrittrice e la vena artistica della famiglia, questo è il tuo campo di competenza, non il mio, io sto semplicemente cercando di fare il mio meglio-

-Ah ah- scuoto la testa, ancora non riesco a vedere Shawn. –Next to your heartbeat where I should be, keep it deeper within your soul, wait for me to come home-

-Adoro quando diventi romantica, sembri quasi umana-

-Grazie Stella-

-Sai che ti voglio bene, non ti seguirei a New York sennò-

-Allora uno ti hanno offerto un posto in uno dei più prestigiosi studi legali e due, vengono anche la mamma e nonna Betsy, credevo che il bello del college fosse stare lontano dalla famiglia-

-Comprendile, non hanno niente da fare qui se noi ce ne andiamo-

-In effetti- mi stringo nelle spalle, credo che non avrebbero niente da fare, nessuno da mettere in imbarazzo, nessuno da rimproverare. Una vita piuttosto noiosa devo dire. –Ma loro staranno in un'altra casa, non abbiamo abbastanza stanze-

-Certo, la reggia di Versailles che non ha abbastanza appartamenti per i satelliti del re Sole-

-Hai appena fatto un riferimento storico, e tu non apri un libro di questa materia da otto anni, così mi commuovi-

-Rose guarda che non sono stupida solo perché sono bionda-

-Io non ho mai detto questo- mi incenerisce con lo sguardo ed io scoppio a ridere, sa che, in fondo, le voglio bene. –Solo non hai mai dato prova di acutezza, e di questo devi darmene atto-

-Lo so, sono andata al college grazie ad una borsa di studio per il cheerleading-

-Ma ti sei laureata col massimo dei voti, più o meno-

-E' che il liceo è un po' così, cerchi di conformarti a quel che pensano gli altri, per non sentirti escluso e per essere tra i fighi. Ma poi, quando arrivi al college, è quello il momento in cui la tua vera natura viene fuori. Però tu non sei tra questi. Tu sei entrata al primo anno che eri un fiumiciattolo, calmo, innocuo, e poi sei straripata, potente, energica, travolgendo tutto. E hai mandato tutti a quel paese. E di questo, mia cara sorellina, sono molto orgogliosa. E ti invidio. Non avrei mai avuto il coraggio di farlo-

-Mi sono tagliata le vene- mormoro, oggi sembra difficile parlarne, più del solito almeno.

-Sì ma, nemmeno una settimana dopo che sei tornata a casa, sei andata a scuola, e questo non è da tutti. Hai affrontato la situazione. E ora la maggior parte di quei bastardi è qui, con la coda tra le gambe, sentendosi una merda per quel che ti hanno fatto-

-Effettivamente ne ho affrontate di cose lo scorso anno, me ne sono capitate di cotte e di crude-

-E sei riuscita a cavartela lo stesso sorellina- mi scompiglia i capelli, con gli occhi pieni di lacrime e un sorriso dolce stampato sul volto. –Sei la più forte di tutti-

-O la più fuori di testa, ci sono varie correnti di pensiero-

-Lo so, ma questa è la tua serata, quindi cerca di non dare di matto adesso-

-Dare di matto? E perché dovrei?- domando corrucciata. Per l'ennesima volta, rimango al centro della pista, le luci si abbassano, fatta eccezione per un fascio di luce, che mi illumina in pieno. –Che hanno combinato questa volta?- mi sbatto una mano sulla fronte ma, quando sento la musica di Photograph partire, il mio cuore fa una capriola. E' la prima canzone che io a Shawn abbiamo ballato, quando, a settembre, mi ha accompagnato al ballo dell'homecoming

-Signorina Greyson, mi farebbe l'onore di concedermi questo ballo?- Shawn si avvicina verso di me, mi fa un inchino e mi tende una mano. Sta davvero succedendo una cosa del genere?

-Certamente- le nostra dita si intrecciano prima che le mie braccia si avvolgano intorno al suo collo e le sue ai miei fianchi. –Avevate pianificato ogni cosa, vero?-

-Sì, ma avevo un po' paura della tua reazione. Quando faccio un passo avanti, tu vai in panico-

-Davvero?- chino la testa di lato e lui mi fa un lieve cenno di sì. –Sono davvero un mostro-

-No no no- i nostri nasi, per una frazione di secondo, si sfiorano, la mia pelle comincia a scottare. –Ciò che ti è successo, quando quei ragazzi...che spero che non siano qui oggi...il fatto che, spesso, tu mi respinga è normale, non ti critico per questo-

-Un giorno riuscirò a raccontarti tutta la storia nei minimi dettagli, te lo prometto-

-Lo so- si chiude nelle spalle, sorridendo. –E poi, la veste di principe azzurro sta cominciando a piacermi, mi fa sentire importante- scuoto la testa sorridendo, posso sentire chiaramente gli occhi di Nate perforarmi la pelle. –Tu mi fai sentire importante, ed è la sensazione più bella di questo mondo-

-Non direi-

-Ah sì?-

-Non puoi paragonarlo a come mi sento io, quando sono con te. Come se non potessi fare errori, se fossi sempre perfetta e bellissima-

-Che è esattamente come ti vedo io- la musica finisce, le luci si rialzano e i miei occhi si strizzano. –Oh buongiorno principessa-

-Tre balli in una serata, credo che questo sia un record- mi stacco da lui, anche se non vorrei, mentre tutti gli altri si dirigono verso il tavolo per prendere i secondi. Ma io non ho proprio voglia di mangiare. E, in quel momento, mi ricordo di un piccolo particolare. –O mio dio- mi porto una mano sulla bocca, adesso sì che scoppia la terza guerra mondiale.

-Che succede Rose?-

-Nate...Il ballo...gli avevo promesso un ballo, proprio come lui aveva fatto con me al suo compleanno- il volto di Shawn cambia radicalmente espressione. Ne ho combinata un'altra delle mie, sono geneticamente fatta per combinare casini.

-Quindi ti sei pentita...-

-Oh no no no- porto le mani su quelle di Shawn, stringendole tra le mie. –Assolutamente, ma devo parlare con lui, o la nostra amicizia potrebbe seriamente finire- mi allungo verso di lui e gli stampo un bacio sulla guancia. –E comunque, Photograph diventerà la nostra canzone, un po' come Chasing Cars, che è stata la prima che mi ha suonato quando ero ancora alla Constance, oltre a Demons si intende-

-Abbiamo un'intera playlist di nostre canzoni, ma ne possiamo parlare anche dopo- mi fa l'occhiolino ed io sorrido, ringraziando mentalmente che, almeno lui, abbia capito. Così, dopo aver appurato che il mio rapporto con l'aspirante pop star è più solido che mai, alzo leggermente il vestito e mi getto all'inseguimento del mio migliore amico.

-Nate, Nate aspettami!- lo raggiungo fuori dalla sala ma, visto che la serata era andata fin troppo bene, il mio tacco si incastra in un filo spuntato chissà dove, col risultato che il mio corpo, non so bene per quale legge della fisica, ruota di trecentosessanta gradi, ed io cado giù, sbattendo la schiena contro il pavimento, ritrovandomi, come disse Dante Alighieri, un poeta italiano che abbiamo studiato qualche annetto fa, 'a riveder le stelle'.

-Rose va tutto bene?- sia Shawn che il mio migliore amico si fiondano verso di me, senza sapere se sia meglio scoppiarmi a ridere in faccia o aiutarmi.

-Voi due mi porterete alla morte- affermo, passandomi una mano tra i capelli biondi che, una volta, erano perfettamente acconciati.

-Ti aiuto io- entrambi mi porgono una mano, andiamo, così non mi rendete le cose per niente facili. –Sparisci tu!-

-Okay, aria, aria- Stella arriva e manda via tutti quelli che si erano avvicinati a me, domandandosi se sia svenuta o se sia caduta e, conoscendomi, entrambe le ipotesi sono possibili. –Sei un disastro sorellina- la ragazza mi afferra per le braccia e mi solleva con tutta la forza che non credevo avesse. –Mi spieghi che ti è successo?- mi domanda, mentre mi conduce verso il bagno.

-Stavo inseguendo Nate per chiedergli scusa per non aver ballato anche con lui, ma credo di essere inciampata-

-O mio dio Rose, ne combini sempre una più del diavolo- Stella apre l'acqua del rubinetto e comincia a bagnare il mio gomito che, nel frattempo, ha preso a sanguinare.

-Secondo te ho sporcato il vestito?- mi dà una rapida occhiata per poi scuotere la testa. Diciotto anni e ancora non riesco a camminare senza rischiare di morire

-Adesso va' e vedi di non combinare altri danni-

-Sissignora- imito il saluto militare e, dopo essere quasi inciampata per la seconda volta, ritorno nella sala, dove tutti stanno ballando.

-Ehi, va tutto bene?- Daisy ed Alex mi raggiungono, visibilmente preoccupate.

-Sì, sono solo caduta, mi conosci-

-Non riesci ad evitarlo nemmeno il giorno del tuo compleanno, sei unica Rosebelle- la bionda mi strizza la guancia con fare materno e, in quel momento, arriva Nate, illuminato dalle luci della discoteca.

-Hai fatto davvero una bella caduta- sorrido, è di buon umore, e credo sia merito del mio capitombolo.

-Beh credo che questa sia la conferma che non importa quanti anni abbia, inciampare, fare figure di merda, distruggere la qualsiasi saranno sempre le mie specialità- dietro le sue spalle intravedo Shawn, che rimane a debita distanza, mordendosi il labbro.

-Sai, a volte vorrei che guardassi anche me in questo modo-

-Cosa?- scuoto la testa, devo essermi distratta un attimo.

-Dicevo che sarebbe bello essere guardati come fate voi due l'uno con gli altro, con gli occhi che si cercano e che si baciano al posto vostro-

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