Welcome to New York

-Buongiorno dormigliona- apro lentamente gli occhi, Shawn è disteso accanto a me e sorride. Devo proprio tornare a casa domani?

-Buongiorno- mi stropiccio le palpebre girandomi e distendendomi sulla schiena. Ieri sera, sotto mia insistenza, ho voluto ascoltare il concerto sotto il palco col risultato che, oggi, mi ritrovo con la gola in fiamme e i piedi anche ancora fanno male. –O mio dio, sono senza voce-

-Te lo avevo detto io, tu non mi ascolti mai- cerco di mettermi seduta, non credo esista una sola parte del mio corpo che, in questo momento, non mi stia urlando contro.

-Sappi che sono stata nel parterre a due concerti su tre degli One Direction, ad uno dei 5 Seconds of Summer quando ero in viaggio con mia sorella e ad un altro di Ed Sheeran. Niente può fermare la sottoscritta quando si tratta di musica...oh e senza dimenticare la fila di due ore prima di incontrarvi al Magcon- per tutta risposta Shawn scoppia a ridere sonoramente, gettando la testa indietro. –Che ho detto di così tanto divertente?-

-Niente, è solo che mi ero dimenticato che sei una fan, sta sera mi farò le migliori risate...ti ho detto che ci saranno anche i 5 Seconds of Summer invitati?-

-Che cosa?- squittisco, scattando sull'attenti come un soldatino. –Mi stai dicendo che sta sera incontrerò l'amore della mia vita? O mio dio, come ci si deve vestire per incontrare Ashton Irwin?-

-Non lo so, potresti chiederlo a lui la prossima volta che viene a trovarti a casa- borbotta, scendendo e dirigendosi verso l'armadio.

-Lo sai che sei adorabile quando sei arrabbiato?- lo raggiungo e gli cingo il bacino, poggiando la guancia contro la sua schiena.

-Io non sono arrabbiato-

-Giusto, giusto, hai ragione. Geloso è la parola più adatta-

-Ti odio- borbotta, infilandosi una maglietta grigia e lasciando che la mia testa rimanga sotto il tessuto.

-Non è vero, e lo sai pure tu- non mi risponde e si limita ad indossare anche i pantaloni, saltellando qua e là, con me sempre attaccata.

-Hai intenzione di rimanere così per tutta la giornata?-

-In realtà volevo chiederti di accompagnarmi a vedere qualche casa. Daisy non è stata accettata alla Columbia e, quindi, andrà alla NYU, perciò dobbiamo cercare qualche appartamento- sento i muscoli del suo addome rilassarsi, evviva, ce l'ho fatta. –Ti pregoooooo-

-Va bene, ma sbrigati a vestirti, non vorrai mica girare per tutta New York con la mia felpa addosso?-

-Perché devi sempre sottolineare il fatto che dormo con le tue magliette?-

-...diciamo con qualsiasi indumento che sia mio. E comunque è uno dei pochi fattori che ho dalla mia parte- gli faccio la linguaccia e mi stacco da lui, correndo in bagno a cambiarmi. –E ricordati di chiamare tua madre, sei sempre in un'altra città con un ragazzo, anche se la persona in questione sono io-

-Sì papà- urlo, mentre mi passo il mascara sulle ciglia. Inutile dire che lo faccio finire nell'occhio almeno una decina di volte. L'ho sempre detto io, a Stella la bellezza e a me l'intelligenza.

-Posso entrare?-

-Sì- non se lo fa ripetere due volte ed ecco che me lo ritrovo accanto, che sta poggiando il cellulare sul mio orecchio. –Ma che diavolo...-

-Rose!-

-Mamma! Ehi come stai? Tutto apposto?-

-Leggermente stressata, Stella si comporta in modo strano ultimamente ed io non capisco perché...tu invece? Sei pronta per la festa di sta sera?-

-Diciamo- ammetto, chiudendo il mascara e prendendo io stessa l'iPhone. Shawn poggia la testa sulla mia spalla, solleticandomi il collo col naso. –Sai quanti danni sarei in grato di causare?-

-Sì, appunto per questo, Rose dovresti stare attenta, ne va della reputazione di Shawn-

-Che dolce, si preoccupa per me- sussurra il ragazzo, con gli occhi sognanti, per poi prendersi un pugno nello stomaco da me.

-Tranquilla, cercherò di massimizzare il più possibile i danni- mi gratto la testa, sono seriamente preoccupata per la festa, potrei sentirmi male. –Comunque stavo pensando di andare a vedere qualche appartamento per me e per Daisy, dopotutto mancano solo dieci mesi all'inizio del college e...-

-Piano piano Rose, ancora manca tantissimo tempo-

-Beh ma è utile portarsi avanti, e poi non sappiamo quando potrò tornare a New York, è importante sfruttare al massimo le proprie occasioni- il ragazzo accanto a me soffoca una risatina divertita, io lo incenerisco con lo sguardo.

-Va bene, va bene, tanto lo faresti lo stesso, ormai ti conosco-

-E' per questo che andiamo così d'accordo...adesso però devo andare, tanto ci vediamo domani sera- mi stringo nelle spalle sentendo un gusto dolce amaro in bocca perché, come volevasi dimostrare, una parte di me vorrebbe rimanere con Shawn in tour, conscia anche del fatto che non lo rivedrei fino all'anno nuovo. E qui, di nuovo, mi attanaglia un senso di nausea.

-Non essere tanto contenta di tornare a casa Rose, ti prego-

-Ciao mamma- chiudo la chiamata e mi volto, il moro mi sta guardando con le braccia conserte e con un'espressione che la dice davvero lunga. –Che c'è?-

-Guarda che l'ho notata quella piccola nota di tristezza quando hai detto a tua madre che saresti arrivata domani sera-

-Cosa? Dimentichi con chi stai parlando, io non provo sentimenti- lo supero ma, improvvisamente, le sue dita si avvolgono intorno al mio polso, costringendomi a voltarmi.

-Non fingere con me, tanto ormai so che non sei in questo modo- sospiro rumorosamente, passandomi una mano tra i capelli. E poi, senza preavviso, lui mi attira a sé e mi braccia, poggiando il mento sulla mia testa.

-Te l'ho detto, è un meccanismo di difesa automatico, sto provando a smussarlo un pochino. Non vorrei mai ferirti-

-Lo so piccolina, lo so-

-...in teoria sarei più grande di te però...-

-Rose!- si scosta da me ed incrocia le braccia al petto. –Perché devi sempre rovinare ogni momento?-

-Il muro, il meccanismo di difesa, ne abbiamo parlato appena un secondo fa e...-

-Non intendevo questo- getta gli occhi al cielo, esasperato, prima di poggiare la sua fronte contro la mia. –Quello che volevo dire è: lasciami entrare, non ti farò del male, te lo prometto-



-Perché siamo qui?- domando a Shawn, osservando la zona leggermente fuori da New York.

-Perché potrei e non potrei aver già trovato una casa-

-Che cosa?- non mi dà tempo di realizzare la cosa che, come una saetta, scende giù dal taxi e mi apre lo sportello. –O mio dio Shawn ma che diamine hai combinato?- incastro le mani tra i capelli rossi e arancioni mentre osservo l'enorme casa che si erige davanti ai miei occhi.

-Prima di rimproverarmi vedila dentro, te ne innamorerai- sospiro, il ragazzo tende verso di me una mano. Il mio cuore comincia a battere velocemente, che stiamo facendo? Io ho solo diciassette anni, non sono pronta a questo, non sono pronta nemmeno ad essere la sua ragazza. –Rose ti prego, non c'è bisogno che ti venga un attacco di panico, rilassati-

-Ti odio- lascio che le nostre dita si intreccino in un incastro perfetto, il suo pollice mi accarezza il palmo della mano mentre entriamo.

-Allora questo è il primo piano. Sotto ce n'è un altro, a cui si accede dal garage e pensavo di farlo diventare una sala giochi, tipo con l'air hockey e cose del genere. Qui, invece, ci sarà la cucina, la sala da pranzo e il salone- Shawn parla, dice tante cose, ma tutto intorno a me è ovattato, informe. E' troppo per me. –Adesso vieni- mi conduce per la meravigliosa scala a chioccia, i miei movimenti sono lenti, meccanici, come se non fossi realmente io ad essere lì, ma un'altra persona. –Qui ci sono le stanze: una per me, una per te e per Daisy e due in più...e poi c'è il soggiorno e, dietro quel pilastro, c'è un altro spazio libero e pensavo di usarlo come sala prove, visto che voi dovrete studiare ed io vi romperei soltanto le scatole- le mie labbra si dischiudono, incapaci di articolare qualsiasi suono. –Poi guarda, il giardino è enorme...e al piano di sopra c'è una terrazza, anche se ricordo che tu soffri di vertigini, quindi credo che non sia buono fartela vedere-

-Shawn...-

-Aspetta, non è finita!- mi trascina dalla parte opposta del piano e, improvvisamente, mi ritrovo immersa nel verde. –Il giardino d'inverno. Ho pensato che fosse il posto giusto per trovare l'ispirazione per i tuoi racconti. Ovviamente è un po' lontano da New York come abitazione sai, per evitare che le fan la trovino subito, ma puoi arrivare alla Columbia in massimo mezz'ora, non credo sia tanto-

-Shawn, io credo che stiamo bruciando un po' le tappe e...-

-Non ti sto chiedendo di vivere con me Rose, ti sto chiedendo di abitare con me, Daisy e Cameron che, per ora, utilizzerà questa casa come appoggio, quando non è a Los Angeles o in giro per il mondo-

-Io ho bisogno di tempo per pensarci, dico sul serio- lascio la sua mano e gli volto le spalle, perdendomi in quell'immensa distesa di verde.

-Cosa c'è che non va Rose? Ti prego spiegami, perché non riesco proprio a capire-

-Ho paura di impegnarmi va bene? Ho un fottuto terrore di lanciarmi in una nuova relazione così tanto velocemente. Io davvero non so perché mi succeda una cosa del genere, ma sento che potrei seriamente avere un attacco di panico-

-Io non idea di che cosa fare con te, te lo giuro. Sto cercando di non metterti fretta, di non farti capire quanto mi faccia male il non poterti stare accanto come vorrei e...-

-Shawn ascoltami un attimo, ti prego- tendo in avanti le braccia, il suo sguardo deluso mi trafigge il cuore. –Ti adoro, e te l'ho ripetuto tantissime volte. Solo che, quando le cose cominciano a farsi serie, io non so proprio che mi prende, mi blocco. Ma non perché a te non ci tenga, tutt'altro. Forse perché sei troppo importante per me e, quindi, ho paura di rovinare tutto-

-Rose non sto cercando di iniziare una lotta con te, però io ho paura che il tuo cuore possa sentire lo stesso. E devo essere sincero con te, e voglio che tu faccia lo stesso. Quindi cosa ne facciamo del nostro rapporto: lo lascerai morire o lo aiuterai a germogliare?-

-Baciami- mi ritrovo a dire, senza pensarci due volte.

-Cosa?-

-Baciami- ripeto, con più fermezza, convinta di dovere, in qualche modo, buttare giù questo dannato muro.

-Ma avevi detto che...-

-So benissimo che ho detto, ma, adesso, ho bisogno che tu lo faccia- il ragazzo non se lo fa ripetere due volte, così mi afferra per i fianchi e posa le sue labbra sulle mie. E giochi d'artificio, farfalle, cannoni, l'inferno si scatena nel mio stomaco.

-Per l'amor di dio Rosebelle Beatrice Greyson, tu mi farai diventare matto- si stacca da me, poggiando la sua fronte sulla mia e sorridendo.

-Oh sta zitto Mendes- afferro il suo volto e faccio combaciare nuovamente le nostre bocche. E' come una calamita per me in questo momento.

-Okay, okay, okay- mi sposta delicatamente, totalmente rosso in viso e con il fiato corto. –Sappi che, la prossima volta, voglio baciare la mia ragazza- storco il naso, credo che il giardino d'inverno diventerà il mio nuovo posto preferito. –Anche se questo piccolo anticipo mi è piaciuto particolarmente-

-Scusa se, quando le cose si fanno più serie, cerco sempre di scappare-

-Vorrei che riuscissi a superare tutte le tue paure, ma non per me Rose, devi farlo per te stessa. Tu sei davvero una persona magnifica, dico sul serio, e temo che, se continuerai in questo modo, i tuoi problemi possano inghiottirti di nuovo. Ed io non voglio perderti piccola testa rossa pazzerella- incastra le dita tra i miei capelli rossi e arancioni, percorrendoli in tutta la loro lunghezza. E' davvero rilassante.

-Ci proverò, te lo prometto. Ma ehi, ricordati che sono qui con te da quasi una settimana, e non mi pare che abbia cercato di scappare più di tanto-

-Effettivamente- china leggermente la testa di lato prima di cacciare una mano in tasca ed estrarre l'iPhone. –Okay, adesso dobbiamo andare-

-Dove?-

-Sorpresa- mi fa l'occhiolino e mi trascina via, correndo tra le scale e le stanza di quella meravigliosa casa.

-Shawn non mi merito tutto quello che stai facendo per me-

-Lo so, ma sono un inguaribile romantico- fuori da lì troviamo una macchina nera, entro cui il ragazzo mi fa cenno di salire. –Verso la nostra destinazione x George-

-Andiamo Shawn, dammi un piccolo indizio-

-No- mi fa la linguaccia, ed io sbuffo. Non contenta, mi avvicino a lui e comincio a sbattere le ciglia, proprio come faceva Diana con Will.

-Ti pregooo-

-Non mi incanti, ormai sto imparando a diventare totalmente insensibile a te-

-Davvero?- lo guardo riducendo gli occhi a due fessure. Lui si morde le labbra e si allontana leggermente da me, prendendo a guardare fuori e poggiando il gomito sullo sportello.

-Ci sto provando più che altro- scoppio a ridere, le sue guance sono ancora rosse come due pomodori così, d'istinto, mi avvicino di più e vi stampo sopra un bacio. –Adesso mi sto davvero preoccupando-

-Goditi il momento e basta, mi conosci, sai che non durerà per sempre questa situazione idilliaca-

-Lo so, soprattutto perché non ci vedremo per tanto tempo- poggia una mano sul mio ginocchio, il suo tono di voce si abbassa notevolmente.

-Non pensiamoci okay? Troveremo un modo per superare anche questa- butta un'occhiata fuori dal finestrino, ci stiamo allontanando ancora di più da New York, assurdo. –Shaaaawn ti ho mai detto che non mi piacciono le sorprese?-

-Fidati di me bambolina- mi fa l'occhiolino, io scuoto la testa e lascio andare la testa contro il sedile. –Posso chiederti una cosa?-

-Sì dimmi-

-Quanto siete stati insieme tu e Will? Voglio dire, io conosco solo la parte brutta della vostra relazione, non quella bella-

-Sei masochista per caso?- borbotto. E' da tanto che non ripenso a com'era tra me e lui quando le cose ancora andavano bene, quando eravamo felici ed io gli bastavo.

-Voglio soltanto sapere contro chi sto combattendo e cosa devo evitare di fare...e poi abbiamo un po' di tempo prima di arrivare alla nostra destinazione, quindi...-

-Va bene, ma ricordati che l'hai voluto tu- socchiudo le palpebre, la Rose di quattordici anni, con i capelli ancora castani ed i grandi occhiali quadrati e neri sempre poggiati sul naso si materializza davanti a me. –Io e Will ci siamo messi insieme il quattordici agosto del duemila undici. Io gli andavo dietro praticamente da due anni e, finalmente, il mio sogno si era realizzato- mi volto un attimo verso Shawn, si limita a guardarmi con le braccia incrociate, e con un'espressione seria sul volto. –Ovviamente, sin dall'inizio, ne ho dovuta fare una delle mie: mi sono rifiutata di baciarlo per un mese-

-Che cosa?-

-Era la prima volta per me, ed ero spaventata...così mi sono aggrappata al fatto che avessi paura di attaccargli la mononucleosi, visto che l'avevo presa qualche mese prima e che la mia pediatra non aveva capito di cosa si trattasse- ricordo ancora quante volte lui avesse cercato di strapparmi un bacio ma io niente, irremovibile. –Il primo periodo andava tutto bene, ero felice, era bello sentirsi amata, per una volta. Ma, poi, quell'estate, è arrivata Diana è tutto ha cominciato a cambiare-

-Non l'ho mai vista-

-E non la vedrai mai- scoppia a ridere per il mio tono di voce, ma io non sto minimamente scherzando. Loro due non si dovranno incontrare finché ho ancora il cuore che batte. –Comunque ad un certo punto Will ha iniziato a porre l'accento su tante mie piccole cose. 'Non ingozzarti troppo, non voglio una ragazza grassa.' 'Smettila di mangiarti le labbra Rosebelle, mi fa schifo baciarti e sentire il sapore del sangue.' 'Truccati di più, sei troppo pallida'. 'Stiamo insieme da un anno, mi spieghi perché non vuoi nemmeno farmi...'-

-Okay salta l'ultima parte, ti prego- scuote la testa, imitando un conato di vomito. –Per la miseria Rose, giuro che, se mai lo dovessi incontrare di nuovo, lo prenderei a pugni-

-Lo so, è stato davvero uno stronzo. Però, non so, c'erano quei brevi periodi in cui andava tutto bene, e lui era molto dolce, e mi faceva sentire così importante- abbasso lo sguardo, tutti questi ricordi mi fanno venire il mal di testa. Will è stato importante per due anni e mezzo della mia vita, senza contare il fatto che lo conosco praticamente da quando sono nata. E poi tutto è cambiato, molto velocemente, anche troppo.

-Mi dispiace di averti costretto a rivivere questi momenti, non volevo. E' che, a volte, mi ritrovo ad essere geloso di un fantasma, di una persona che non abita nemmeno più nella tua stessa città-

-E' normale, io ho l'istinto di ucciderti ogni volta cheti vedo con Camila-

-Lo so, ed io ho paura che tu possa a cedere a quell'istinto-

-Idiota- borbotto, dandogli una leggere spallata. Shawn sorride per poi voltarsi verso il suo finestrino. Mi stupisco del fatto che possa essere perfetto in ogni suo minimo dettaglio, dalla mascella definita, al nasino delicato; dalle labbra rosee al suo occhio pigro; dalla pelle morbida ai capelli scuri.

Così, approfittando che, in questo momento, la sua attenzione sia attirata da altro, prendo la macchina fotografica che avevo in borsa e gli scatto una foto. Sicuramente andrà a finire sul muro di camera mia, insieme alle altre.

-Siamo arrivati- esordisce lui, aprendo lo sportello e tendendomi una mano. –Benvenuta a Coney Island!- quando metto finalmente piede sul suolo, mi accorgo di non essere più a New York.

-E che ci facciamo qui?-

-E' il tuo ultimo giorno con me per non so quanto tempo, e voglio che sia indimenticabile, anche se tu già ci hai messo del tuo- si gratta la testa imbarazzato. Non riesco a smettere di sorridere, sono davvero felice.

-Sai che, nella mia lista di cose da fare prima di morire, c'è anche 'andare a Coney Island'?-

-Davvero, non l'avevo notato- mi fa l'occhiolino per poi cominciare ad incamminarsi verso il parco divertimento, che sta proprio a pochi metri da noi.

-Aspetta un attimo, l'hai letta per caso?-

-Secondo te come passavo le mie giornate alla Constance quando tu andavi dalla McKinley per la tua solita ora dalla psicologa?-

-Shawn Peter Raul Mendes...-

-Ferma uragano- mi tappa la bocca con la mano, ridacchiando debolmente. –Ricordati che sei stata tu a dammi il permesso di leggere il tuo adorato quaderno nero, ancor prima di scrivere Stitches- mi lascia libera ed io faccio per protestare, quand'ecco che mi ricordo che, in effetti, potrebbe avere ragione.

-E allora a maggior ragione non dovresti avere dubbi su di noi. Tengo quei quadernetti neri sin da quando ero in prima media, e devi credermi se ti dico che non li ha mai letti nessuno a parte te-

-Nessuno? Nemmeno Pyper, Daisy, Will o Nate?-

-No-

-Perché?-

-Perché i pensieri al loro interno sono troppo intimi, troppo oscuri e, spesso e volentieri, sono difficili da capire. Leggere uno di quelli vorrebbe dire entrare definitivamente nella mia testa, riuscire a capirla e a decifrarla. E tu sei stato l'unico, in questi cinque anni, a cui ho dato questa possibilità- le sue labbra si curvano in un dolce sorriso. Il vento gli scompiglia i capelli scuri, ora come ora proprio invidia per lui, che può toccarli senza doversi inventare scuse. –Ho anche io un cuore, nonostante cerchi costantemente di nasconderlo. E fidati, anche io odio dover essere così, dover odiare tutto e tutto e rispondere sempre sarcasticamente a ogni cosa. Ma vedi, per la maggior parte della mia vita sono stata buona, davvero buona, come quando mi hai conosciuto tu, e la gente se ne approfittava e basta. Pensavo di avere tanti amici al liceo, di essere entrata nel gruppo giusto, e invece no, a loro interessava solo che li passassi i compiti quando ne avevano bisogno, e che facessi tutto quello che dicessero. E quando con Will è finita, nessuno di loro mi ha più rivolto la parola, nessuno di loro mi saluta più, e così ho creato una barriera tra me e il mondo, perché non voglio più sentirmi come l'anno scorso. Non voglio più essere sola, sentirmi tagliata dal mondo, in un universo tutto mio...ho sempre cercato di essere come gli altri perché sapevo di essere diversa ed ora, non so, mi sembra quasi giusto distinguermi da tutti gli altri- mi gratto la testa, ho perso il filo del mio stesso discorso. –Quello che sto cercando di dirti è che non voglio ferirti, non voglio risponderti male, voglio farti conoscere la vera Rose, non quella che per ora gira liberamente per Los Angeles-

-Ma io quella ragazza già la conosco- posa le mani sulle mie braccia, sorridendo. –E sono incondizionatamente pazzo di lei-


Sbaaaaam!

TI AMO MILANOOOOO

aaaah sono tornata ieri da milano e niente, ho lasciato un altro pezzo di cuore al forum d'assago, dopo averne lasciato uno al San Siro ed un altro a Croak Park.

Anyway, sono tropp di buon umore per non pubblicare, quindi non so se voi leggerete o meno, se vi annoierà oppure no, ma io ci provo. Ah e ho finito Changes sul mio computer, e ho già iniziato il terzo libro.

detto questo, grazie a tutti quelli che, nello scorso capitolo, mi hanno dimostrato il loro sostegno. sono stata davvero giù settimana scorsa, prima del mio compleanno (che è stato il primo maggio, btw) ma poi c'è stato anche il concerto, con shawn molto timido che poi è uscito con la bandiera dell'italia e niente, mentre guardavo le foto ed i video mi è venuta voglia di pubblicare (se ne volete ditemelo, ho occupato 64 gb di memoria).

Ora però vi saluto, potete trovarmi su

twitter _moonlight

instagram _hurricavne_ (o se preferite _queenofdjsaster, il mio profilo privato)

un bacio a tutti piccoli muffin

rose xx

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